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[DM Artemis] Il tocco di Auril - Versione stampabile

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[DM Artemis] Il tocco di Auril - Nightmare - 08-06-2017

Il minatore e la dama di basalto


C'era una volta un giovane minatore che, essendosi da poco sposato, voleva procurare per la sua giovane sposa ogni tipo di agi e comodità. Per questo motivo si alzava ogni mattina all'alba, che fosse estate o fosse inverno, con la pioggia o con la neve, per andare nelle miniere vicino alla sua casa e cercare fortuna.

Un bel giorno vide qualcosa scintillare tra le rocce, e pensò che fosse un diamante...il giorno più bello della sua vita, ingenuamente pensò. Così l'uomo alzò il piccone verso la roccia e lo abbassò con tutta la sua forza...facendo rompere il cristallo in mille pezzi. Ebbe appena il tempo di maledire la sua fortuna prima che un pezzo del cristallo lo colpisse, insinuandosi nel braccio, appena sotto il gomito.

Subito un innaturale freddo penetrò nelle sue viscere, facendolo rabbrividire. Preoccupato, si diresse verso casa, deciso a dissimulare il proprio male per non preoccupare la moglie. Tuttavia, giungendo a casa trovò la sua sposa in lacrime: il proprietario della casa dove vivevano era venuto a reclamare l'affitto, e la donna non aveva di che pagarlo. Il giovane minatore era frustrato e furibondo, e in un gesto di rabbia scagliò un pugno contro la parete. Subito venature di ghiaccio si diramarono dal suo pugno, congelando a tratti il muro.

La moglie urlò dal terrore, e l'uomo guardò la propria mano, incredulo...cosa gli stava accadendo? Scoprì così che riusciva a manipolare lievemente il freddo, e da allora la vita per lui e la sua sposa migliorò: iniziò a vendere ghiaccio alle massaie e alle taverne, e ben presto l'affitto fu pagato e la sua tavola si riempì di ogni leccornia.

Ma la moglie vedeva qualcosa che sfuggiva al marito: mentre la loro fortuna cresceva, la sua bontà sfioriva...era sempre più freddo e distante, a tratti addirittura crudele. La pelle del braccio era sempre più fredda al tocco, e la donna semplicemente non riconosceva l'uomo semplice e buono che l'aveva sposata.

Così un giorno raccolse le sue cose e si diresse da un anziano saggio...ma egli non seppe aiutarla. Allora viaggiò ancora per miglia e miglia, e quando le scarpe le si consumarono camminò scalza, graffiandosi i piedi nelle rocce dei boschi e scottandoseli sulle sabbie ardenti del deserto.

Viaggiò, viaggiò finché non si fu messa alle spalle tutto il mondo, e allora giunse al cospetto di una donna di basalto, dall'aspetto terribile ma dall'animo benevolo.


[Immagine: s378048256469131171_p216_i1_w300.jpeg]


[i]La donna di basalto la sottopose a difficili prove: le impose di camminare tra i carboni ardenti, di attraversare fuoco e fiamme, e le chiese tutto ciò che il suo cuore poteva dare e anche di più. Ma la giovane sposa gioì del suo sacrificio, poiché lo faceva per il suo sposo.

Quando ella si fu dimostrata degna, la donna di basalto si fece condurre dal suo uomo, e sciolse il ghiaccio che gli aveva attanagliato il cuore.

Da allora, l'uomo visse fino alla fine naturale dei suoi giorni...
[/i]

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[Immagine: 2014%2B-%2B1]



19 Eleint 1377, l'Anno dell'Ossessione

Garlak non sembra particolarmente influenzato da quel corpo estraneo nel braccio. Difficile però dirlo, è sempre stato un tipo freddo e distaccato. 

Non ho trovato abbastanza informazioni in biblioteca.

Non so come, Galak è venuto a conoscenza di oggetto in mano ad Alister: una cosa piccola, bianca e pelosa. Non sa cosa sia ma ha fretta di andare alla Stella, ultimamente siamo sempre li.



21 Eleint 1377, l'Anno dell'Ossessione

Garlak mi ha permesso di fare alcuni studi sul suo braccio con il supporto di Mamy. Nel mentre era più concentrato a chiederle del libro e a come contattare un esterno del fuoco.

Note degli studi:
Utilizzando del fuoco sulla ferita, il calore da sollievo e rimpicciolisce il cristallo mentre è in atto, ma una volta terminato torna com'era. Non vi sono effetti collaterali visibili. Applicando preventivamente una resistenza elementale su Garlak, il fuoco non sortisce più alcun effetto. I frammenti sciolti sono inerti, solo quelli innestati presentano auree appartenenti alla Scuola di Evocazione e Necromanzia.



22 Eleint 1377, l'Anno dell'Ossessione

L'oggetto peloso è dunque un codice per novizi di Auril già studiato da Seregon e totalmente inutile per noi. Eppure Garlak vuole controllarlo personalmente... strano, di solito lascia a me queste cose. Alister non sembrava entusiasta ma gli ha permesso di leggerlo. Abbiamo notato una certa insistenza così che Seregon ha deciso di metterlo al sicuro, fuori dalla portata di entrambi. Solo Zhes non sembra interessato particolarmente.

Mi sbagliavo, Garlak sta venendo influenzato eccome. Lo conosco abbastanza bene da notare in lui i piccoli cambiamenti del suo carattere. E' molto più brusco, insofferente e sempre più ossessionato.

Ho dovuto preso io il comando temporaneamente, per quanto ormai sia mera formalità tra noi, devo far leva sul suo senso di obbedienza e dovere per frenarlo.



23 Eleint 1377, l'Anno dell'Ossessione

Garlak e Alister sembrano sempre più ossessionati dal libro e non lasciano Seregon un istante. I poteri legati al gelo sembrano evolversi, le ferite sono cristallizzate. Anche le loro menti vengono influenzati troppo velocemente, inutili le Protezioni dal male, tenterò con Eroismi continuativi.

Il sacerdote di Chauntea non sembra avere grandi soluzioni ma tenteremo le vie preposte. 

Nota sulla storia:
La moglie ha chiesto aiuto a una creatura o sacerdotessa di una qualche divinità legata al fuoco. Nonostante fosse benevola ha sottoposto la moglie a dure prove legate al fuoco per dimostrare di essere degna, solo allora la Dama di Basalto ha guarito il marito. Viene sottolineato che diede volontariamente tutto ciò che il suo cuore poteva dare e anche di più, per amore. Forse è stata disposta a diventare una serva del fuoco, poichè non si parla di una sua morte e non viene inclusa nella vita felice che il marito ebbe per il resto dei suoi giorni.



25 Eleint 1377, l'Anno dell'Ossessione

Oggi Garlak sembra più calmo e meno ossessivo, lontano da Seregon. Tende a combattere in modo leggermente più irruento, ponderato al mimino indispensabile e più individualista. Il dolore non sembra neanche più infastidirlo, so che lo sente seppur abbia un'alta sopportazione, semplicemente se ne frega finchè può.

Nonostante sia solo un palliativo, Zhes ha voluto fuoco magico sulla sua ferita per avere sollievo. Non ha risentito del bruciore in apparenza, come Garlak. Sembra meno influenzato mentalmente e molto più combattivo.

Non credevo fosse umanamente possibile ma ho reso Viola più silenziosa con la mia interpretazione della storia. Io non farei mai un sacrificio simile neanche per Garlak.


"Dai Alister, in fondo il freddo è una vendetta che va servita piatta..."

"Per gli Dei, Mamy!"

Salvare Alister, Garlak e Zhes non sarà per niente semplice, inoltre Alister inizia ad avere seri problemi, segue Seregon continuamente illuso che lui abbia il codicillo di Auril, ma non sa che è stato già trafugato all'interno della stella.

Un passamano necessario e un ottimo piano di Seregon in caso di problemi che coinvolgano un grosso cacciatore arrabbiato e un piccolo mago elfo con le ossa rotte.

Rain sta raccogliendo le sfere infuocate, ma molte di queste sono andate praticamente perdute insieme ai possessori che non sembrano più calcare il suolo di queste valli.

Cosa potrei fare per dare una mano?

Se le cose iniziano a mettersi male dovrò cercare di dominare la mente del cacciatore per tenerlo buono, questo ci farà guadagnare un po di tempo, ma la soluzione è ancora lontana.

Il frammento influirà su di voi, fino a quando riuscirà a trasformarvi.
Per ora quella storia gli era costata un taglio sulla caviglia ed una bruciatura sul petto. Cicatrice più, cicatrice meno. Se non altro, quel ridicolo tatuaggio ormai era scomparso, Vee ne sarebbe stata contenta. Ma aveva importanza?
I suoi compagni, i suoi amici, persone con le quali ora faticava a capire perché avesse intessuto certi legami, si erano inventati una soluzione tramite alcune sfere, che non sapeva perché fossero disperse tra una quantità di gente, e non gli era stato chiaro a cosa servissero, fino a quando non vide l'efreeti. Ma non doveva essere una donna di basalto?
Qualcuno doveva sacrificare qualcosa, ma in fondo non gli interessava. L'unica cosa che voleva assolutamente era il codicillo, che ingenuamente aveva consegnato, ed ora gli era stato nascosto. Era un suo bottino di guerra, spettava a lui, ed a nessun altro.
Gli dissero che doveva opporsi al tocco del gelo, comportandosi in modo opposto. Doveva essere appassionato. Vi era però un problema di fondo: in tutta la sua vita, aveva provato passione per solo due cose, la caccia e le donne. Ed ora non la provava nemmeno per quelle...

Un sacrificio, per chi? Per Alister, Garlak e Zhes? 

Dovrei essere franca non capisco perchè dovrei farlo, priva della necessaria conoscenza dei fatti passati, sono purtroppo per loro, priva della memoria che mi ha portato a non odiare tali persone.

Perchè oltre a non ricordare perchè non dovrei odiarle, non ricordo nemmeno perchè dovrei ammirarle, perchè dovrei tenere a loro.

Forse con la memoria è scomparso anche altro, emozioni, sentimenti? Solo ora mi accorgo che molto mi è stato rubato.

E ora dovrei sacrificare qualcosa di mio per salvarli dalla bastarda divinità del gelo.

Cosa dovrei fare mia signora?

Io, ora..

non

provo

niente.


[Immagine: Fire+Cat.jpg]

18 Marphenot Foglie Cadute - 1377, l'Anno dell'Ossessione

Perché ti chiamai Luna? Eri più piccola della mia mano, tutta nera come una notte buia con quegli occhietti così sporchi che neanche li aprivi, miagolavi affamata e i tuoi dentini brillavano come piccole stelle. Ti chiamai Luna per completarti e ti nascosi li nel mio armadio, già traboccante dei fin troppi vestiti e balocchi che si danno ad una bambina adottata. Come me eri una piccola orfana ed io volevo darti una casa ed una famiglia. Di nascosto ti portavo il latte della mia colazione, dividevo con te la mia carne e il formaggio ma le verdure no, quelle neanche tu te le mangiavi. Il mio Patrigno e Maestro probabilmente già sapeva della tua presenza nella mia camera, quando ruzzolasti fuori dall'armadio in una intrepida lotta all'ultimo sangue contro il mio più bel vestito di tulle rosso. Rotolasti proprio li fin contro i suoi mocassini, mentre io sbiancavo e tu sorpresa e curiosa ti fermasti a guardarlo. Baldanzosa e irriverente lo salutasti con un sonoro mao, ed io dovetti rassettare tutta la biblioteca quel giorno per punizione. Poi mi fu permesso di tenerti ad una condizione, dovevi essere il mio Famiglio... neanche sapevo cosa volesse dire al tempo, finché non sentii per la prima volta i nostri cuori battere all'unisono.

Ed ora dove sei? Che cosa ho fatto... perché l'hai fatto? Non eri tu il sacrificio che avevo programmato di fare e per cui mi ero preparata. Avevo chiamato tutti in Biblioteca perché ognuno ponderasse per se stesso un'adeguata scaletta graduata di sacrifici da compiere uno alla volta senza essere costretti a strafare necessariamente, cadendo nel "gioco" dell'efreeti. Impossibile quantificare la loro preziosità ma vedendo le loro reazioni, la mia scelta divenne chiara. Con una sorta di risentimento custodivano ancora gelosamente il diritto di un possesso su un qualcosa che non era più loro, come se qualcuno potesse rubarlo loro solo a parlandone, come se i miei intenti fossero dettati da egoismo più che razionalità. Qualcuno pareva addirittura sentirsi un eroe per quanto stava compiendo. I loro sentimenti erano del tutto comprensibili e di certo non li biasimavo poiché perdevamo tutti qualcosa di prezioso.. ma era anche un chiaro segno che non erano tutti pronti ad accettare una vera perdita. Una rinuncia umile e serena di dare tutto in ogni caso, fregandosene se era troppo, nulla è mai troppo per chi si ama. Anche se in questo modo avrei fatto proprio ciò che volevo evitare in tutti i modi, capii che dovevo farlo. Non potevo rischiare, il mio sacrificio anche da solo doveva bastare almeno per Garlak.
Vi era una sola regola certa su cui basarmi per quantificare tale scelta: lo scambio equivalente. La base di tutta l'Alchimia si fonda sulla regola per cui nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma mantenendo il suo equilibrio. Dunque si trattava di dare una vita per averne salva una. Ma io ero un'orfana, il mio patrigno malato non aveva altri figli o parenti, ne io conoscevo altro uomo. Avevo solo Luna e Garlak come pari compagni. Te lo dissi onestamente mentre gli altri cominciavano a scendere per richiamare il genio. Ti chiesi di farlo per noi e tu ti sei ritratta, amareggiata e delusa. Ti accarezzai per rassicurarti che non eri obbligata, non ti avrei mai cacciata e rinnegata per un rifiuto. Nemmeno un istante ti sentii dubitare se per lui ne sarebbe valsa la pena. Non hai mai mostrato grande affetto per lui ma forse ne vedevi l'importanza per me. Eri così triste quando accettasti di farlo, soltanto per me, perché non rimanessi sola. Il cuore mi salì in gola pieno di gratitudine e dolore e ti sciolsi dal nastro rosso che adornava il tuo piccolo collo. Ti accarezzai un'ultima volta mentre Garlak mi richiamava. Era l'ora.

Fissavo le fiamme che ti avrebbero portata via da me per sempre, stringendoti con forza tra le braccia, mi avvicinavo lenta e titubante. Non volevo farlo. Arrivata a pochi passi mi fermai per compiere il sacrificio più grande, ma esitai persuasa quasi ad entrare con te tra le fiamme. Ti stringevo al petto, i nostri cuori ancora uniti battevano all'impazzata per la paura. Sentii il tuo fremito lungo la schiena e allargai le braccia sperando che fuggisti via lontano tutto questo. Invece mi sei rimasta fedele e capendo che non ce l'avrei fatta sei saltata tu via da me, verso la più atroce delle morti per amor mio. Compresi allora uno delle più grandi lezioni del mio Patrigno e Maestro. Parole incomprensibile per me prima d'ora: era più facile sacrificare la propria vita che quella di chi si ama.
Mi sentivo un mostro e mi voltai per non vedere come le fiamme della Fontana eterna ti consumassero inesorabili. Ma non potevo ne volevo evitare in alcun modo di sentire tutto il tuo tormento, il tuo terrore e la sofferenza così forti da farmi quasi impazzire. Sentivo il tuo morbido e minuto corpicino come fosse il mio, impotente mentre le fiamme più ardenti lo divoravano. Si consumava lentamente nutrendole della tua stessa preziosa vita fino a spegnerla nel silenzio. Senza lasciar nulla al suo posto se non un grande vuoto incolmabile. Per un tempo che mi parve eterno non c'era più niente e nessuno intorno a me, neanche il calore, non sentivo ne vedevo più nulla. Tutto ciò a cui riuscivo a pensare in quel silenzio rimbombante era perché mai ti avessi chiamata Luna.

Dobbiamo aiutare Alister, tu non ti ricordi ma ne ha passate tante e siamo gli unici amici che ha."

Parole accorate quelle di Seregon, parole che mi hanno convinta più del colloquio con mia madre.

Gli unici amici che ha, gli unici su cui può davvero contare.

Sono una di quelli, è innegabile, questo non è qualcosa che dipende dalla mia scelta ma un fatto, innegabile, che mi ha dato la possibilità di prendere una posizione vera.

Non mi fido del tutto degli altri che ci hanno accompagnati in questa disavventura, il mio sacrificio era per uno e uno soltanto.

Sacrificio, coraggio e passione, il mio liuto magico era l'unica cosa che mi ha accompagnata mentre vagavo solitaria e senza ricordi.

Ed ora è cenere, insieme ai doni degli altri, tra chi ha donato la propria fede nuziale e chi ha gettato nelle fiamme persino il suo famiglio, chi la propria vista addirittura.

Speravo che dopo tutto la tranquillità sarebbe tornata alla sede ma presumo che questi doni abbiano persino complicato i rapporti tra alcuni.

Se sperano che mi metterò a risolvere problemi esistenziali si sbagliano di grosso.

La ballata del gelo è infine completa.

05-12-2017, 08:29 AM
In tutto questo Soloth mi sento come Rain.. sostanzialmente cieca..
Sono stata sorda alla richiesta di aiuto ed incapace al primo disinteresse generale di ergermi di emergere al di sopra delle voci e approfondire i dubbi emersi sotto forma di timide domande.
Darylia ha rinunciato a qualcosa di intimo per riavere Garlak, lei che per prima temeva un gesto insensato di altri ha fatto dono alla fiamma purificatrice di qualcosa di immenso.
Perché piccolo mio amico non mi sono soffermata su Rain? io credo sapesse di quale misura doveva esser il dono .. perché è andata oltre?
L'unica cosa che mi conforta è il sentimento vero che ci lega, ci aiuteremo e troveremo il modo di proporzionare lo scambio.. ritenuto oltremodo sbilanciato dallo stesso Sultano.
Ha detto che la Fiamma Purificatrice renderà ciò che è stato donato oltre.. ma non oggi.
Si so a cosa stai pensando con quell'anello si è dissolta anche una parte di me.. cioè di noi, per quanto Seregon si è dimostrato consenziente e ragionevole credo ne sia profondamente dispiaciuto .. come del resto ne sono addolorata io stessa.. ma stavo per sacrificare più di quanto dovevo, sono certa che la Signora dei Sogni mi abbia guidata verso una scelta meno ..drastica e profondamente più dolorosa per me.. per Seregon .. per Alister e per tutti quelli a cui tengo, Mamy e Rain fra le prime, per quanto la piccola Hin giustamente fatica a riconoscermi.


Legewien Le'dwetheren