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04-10-2018, 12:24
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 04-10-2018, 12:26 da Denoela.)
La sera trascorse lenta alla vigilia del passo che stava compiendo. Prima di addormentarsi, Darsa ripensava all'Espiazione cui si sarebbe sottoposta, non la entusiasmava ma era convinta. Harald non condivideva pienamente la sua scelta ma aveva accettato di intercedere per lei. Avrebbe rimosso così il peso degli atti malvagi e colpevoli che gravavano sulla sua anima. Tutti gli atti, non certo solo per qualche alberello.
Aveva già deciso di tornare sui suoi passi, la scoperta di una via più breve per farlo era solo benvenuta. Le fu proposta da Nashan ma lei non lo faceva per gli elfi o per mostrare ai buonisti il suo profondo pentimento. Lo faceva solo per se stessa. Nemmeno Aldric approvava la cosa ma nemmeno ci provava più a scoraggiarla, era fiato sprecato.
Semplicemente la strada che aveva intrapreso non era la sua, aveva preso una volta sbagliata e ora voleva tornare sui suoi passi per ripercorre la via giusta. Desiderava ritrovare il suo equilibrio originario tra il potere distruttivo e riattivatore del suo stesso elemento. Era questa la sua natura e solo così sarebbe stato un cambiamento sincero. Il suo debito con gli elfi, l'avrebbe pagato dopo.
C'era poi un delizioso effetto collaterale che ovviamente considerava. Tipo guardarsi allo specchio e riconoscersi, invece che dialogare con un'altra se stessa. Una più caotica e ancora più spietata e sprezzante, una che agiva in modo subdolo e per niente chiaro nemmeno a se stessa, probabilmente. Darsa sapeva che diventando più simile a lei, le aveva dato forza.
Con l'arrivo del suo vecchio Domatore, Morihaus Tankas, era solo questione di tempo. Ogni contatto con lui era un pugno nella sua mente, prima o poi Darsa avrebbe ceduto e lei avrebbe ripreso il controllo sulla sua vita. Non poteva certo "occuparsi" di lei mentre affrontava lui, quindi sperava che ritrovare l'equilibrio l'avrebbe indebolita. Ma sarebbe bastato?
Il giorno dopo Darsa si alzò di buon mattino per preparare i suoi incantesimi quotidiani e attivare l'ormai consueta Individuazione dello Scrutamento. Poi si lavò con cura per purificare innanzitutto il proprio corpo e vestirlo del rosso primario di una veste leggera. Quando il sole si fece più alto e caldo nel cielo di mezzogiorno, raggiunse la Ferventissima Fiamma nella sala del Tempio.
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Harald sospirò tra sé e sé, lisciandosi la veste cerimoniale con le mani aperte. Non era affatto contento della situazione, da nessun punto di vista la si volesse guardare. Se Darsa avesse comandato, se si fosse imposta come il suo sangue e il suo signore avrebbero voluto, non sarebbe successo niente di ciò che era successo nell'ultimo anno.
E adesso, per cercare di rimediare con gli elfi, aveva deciso di sottoporsi a una Espiazione. Harald non richiedeva volentieri quella preghiera al signore delle Fiamme; pensava che le azioni contassero di più delle parole o degli incantesimi, ma Darsa aveva bisogno di una soluzione drastica e rapida per mostrare agli elfi il suo sincero pentimento.
Il sacerdote non dubitava che fosse pentita. Forse non era esattamente pentita di ciò che avrebbero voluto gli elfi, ma di sicuro si rammaricava sinceramente. Si rammaricava di essersi fatta trascinare, di essersi fatta invischiare in una situazione che non la riguardava, di avere chinato la testa davanti al Tiranno. Quelle driadi e quei treant erano soltanto una conseguenza spiacevole; nella mente di Harald sarebbero potuti essere benissimo umani, animali o draghi, e non sarebbe cambiato niente. Darsa aveva fallito, aveva abbassato la testa di fronte a una fede inferiore, ma il fuoco l'avrebbe purificata.
Ripensò con un sorriso alla genasi che all'inizio l'aveva attratto per il suo retaggio, per le possibilità che accompagnarsi a lei gli avrebbe aperto. Ora la situazione si era rovesciata, ma nel tempo aveva maturato per Darsa un sincero rispetto. Ne sarebbe uscita bene, purificata dal fuoco e più forte di prima. Non si aspettava che gli elfi capissero, ma dopotutto non gli importava molto.
Sistemò per l'ultima volta la veste cerimoniale, e si avvicinò a Darsa nella sala del tempio.
Iniziò a formulare l'incantesimo scandendo bene le parole, con movimenti lenti e deliberati. Recitò la sua litania per un'ora, mentre Darsa attendeva. Infine, fu posta la domanda alla quale solo Darsa poteva rispondere, senza alcuna costrizione od obbligo: avrebbe accettato di allineare nuovamente il suo animo a quello di Harald? Avrebbe rinunciato al male con cui il seguace di Bane l'aveva corrotta, per perseguire la via dell'equilibrio tra purificazione, rinnovamento e distruzione? Avrebbe accettato di essere purificata dalle fiamme di Kossuth, sapendo che la sua fede l'avrebbe sempre messa alla prova, che si sarebbe dovuta meritare ogni nuovo successo, ogni nuovo potere?
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Accetti di allineare nuovamente il tuo animo al mio?
Si, accetto e non avrò più indugi e debolezze
Kossuth manda il suo fuoco sacro a purificare la tua fedele e a temprare la sua anima affinchè possa ritrovare uno stato di purezza.
Guiderò gli altri verso la pura luce della fiamma di Kossuth, affinchè egli possa ricondurre tutte le essenze vitali al loro stato essenziale.
Rinunci al male con cui il seguace di Bane ti ha corrotta, per perseguire la via dell'equilibrio tra purificazione, rinnovamento e distruzione?
Si, rinuncio per perseguire la via che Kossuth ci insegna
Colui che merita la vittoria la otterrà, perché la fede in Kossuth è per sua natura superiore alle altre fedi.
Fuoco e purezza sono una cosa sola. Il fumo che l’aria produce è conseguenza della sua gelosia.
Accetti di essere purificata dalle fiamme di Kossuth, sapendo che la tua fede ti metterà sempre alla prova, che dovrai meritare ogni nuovo successo, ogni nuovo potere?
Si, accetto e affronterò le mie prove per meritare la vittoria
Sono pronta ad affrontare le sfide che la vita mi pone davanti per mettermi alla prova, e sostenerle nonostante le difficoltà e il dolore che comportano.
Il premio dell’uomo ambizioso è la conquista del potere, anche se raggiungere una posizione di prestigio comporta inevitabilmente difficoltà e sofferenze personali.
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Harald alzò lo sguardo verso la genasi, con aria confusa. Aveva sentito le parole di Darsa, eppure qualcosa era andato storto.
<<Darsa, devi accettare...non l'hai fatto, l'incantesimo non è andato a buon fine.>>
Prima che la genasi potesse rispondere, una voce familiare e beffarda le si fece strada nella testa...
<<Ti piacerebbe, eh?! Proprio adesso che le cose stavano andando come dico io. Te lo puoi scordare, smidollata. Non accetterò di essere di nuovo messa da parte! Non vuoi tornare a divertirci insieme come quando abbiamo rubato il corpo di quella megera banita? Ho, abbiamo...dettagli irrilevanti. Il nostro nuovo animo oscuro mi piace molto, di' pure al capellone che non si disturbi a riprovare...così stiamo benissimo.>>
Con una risatina malefica, Draxa si congedò momentaneamente dalla mente di Darsa...
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E' stata lei.. non io.. Io lo volevo davvero!
Darsa restò a fissare Harald alcuni lunghissimi attimi, incredula. Credeva di controllarla e invece il suo rifiuto era bastato perchè l'Espiazione fallisse. Evidentemente era troppo forte, doveva liberarsene, ma sapeva che qualunque altra cosa avrebbe tentato lei l'avrebbe saputo. Doveva per forza affidarsi ad altri, ma chi l'avrebbe aiutata? Anzi.. ma chi le avrebbe creduto?
Harald se per voi non è un problema, meglio che per adesso nessuno sappia quanto successo. Non mi crederebbe nessuno.
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29-10-2018, 13:30
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 29-10-2018, 13:31 da Denoela.)
Il giorno dopo la morte di Morihaus Tankas, Darsa restò a lungo a pregare al tempio fin dal mattino, attendendo la Ferventissima Fiamma. Ancora poco abituata a tutto quel silenzio, sedeva sulla panca ascoltando il piacevole crepitio dei fuochi nei numerosi braceri. Fissava il Sacro Fuoco e ripensava a quanto successo da quando era giunta a Battledale, quanto fosse cresciuta in un modo o nell'altro. Dalla ragazzetta sprovveduta e impetuosa che era, alla donna e madre impetuosa che era diventata. Girava tra le dita l'anello di suo padre, certa che oggi sarebbe fiero di lei. Aveva fatto molti sbagli certo ma si era anche conquistata la sua libertà.
Tra le fiamme giacevano ancora i resti del suo vecchio Domatore confusi con quelli della sua copia Draxa. Per i profani era stato solo un gesto orribile e brutale o... piacevolmente apprezzabile per i baniti. Non capivano che offrendo i suoi "carcerieri" alla distruzione del fuoco, Darsa si sarebbe purificata e liberata da ogni catena. Forse aveva eseguito un po' troppo alla lettera e teatralmente le parole di Harald "solo tu puoi ucciderla", ma a quanto pare questo simbolismo era stato efficace. La sua mente era in pace, ma quanto sarebbe durata?
Quando il sacerdote arrivò nella sala del tempio, iniziò nuovamente a formulare l'incantesimo di Espiazione scandendo bene le parole con movimenti fluidi e lenti. Darsa era sicura che stavolta niente e nessuno si sarebbe messo in mezzo impedendole di accettare quando la Ferventissima Fiamma chiedeva. Le furono poste le stesse domande, e lei rispose nel medesimo modo ad ognuna traendo maggior convinzione proprio grazie ai resti consumati nel fuoco lì davanti a lei.
Accettò di allineare nuovamente il suo animo a quello di Harald. Rinunciò al male con cui il seguace di Bane l'aveva corrotta, per perseguire la via dell'equilibrio tra purificazione, rinnovamento e distruzione. Accettò di essere purificata dalle fiamme di Kossuth, sapendo che la sua fede l'avrebbe sempre messa alla prova, che si sarebbe dovuta meritare ogni nuovo successo, ogni nuovo potere.
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