29-06-2017, 16:14
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 29-06-2017, 18:48 da Pickwich.)
Parole mai dette
Mi dicevano che eri persa, che ormai condividevi il destino di mio padre, mi dicevano di farmi forza, onorare il tuo ricordo e vivere.
Invece eri viva… Quanto hai sofferto? Quanto hai sopportato?
Nascosto da alcuni cespugli Elnae siede a gambe incrociate sulle rive dell’Ashaba, lontano dalla strada, lontano dal rumore della cittadina, immerso nella quiete di quella Natura che da sempre ha calmato il suo animo.
Rihal è accovacciata accanto a lui, lo guarda attenta coi suoi grandi occhi gialli dorati.
Elnae tiene, tra le mani posate in grembo, un sottile cristallo dal colore rosso brillante, lo stringe con forza, sentendone i bordi netti premere sulle carni del palmo. Non sa come fare, non ha mai avuto a che fare con nulla di simile...A quel mago è bastato tenerla tra le mani, Elnae prova a farlo concentrandosi, crede che basti, spera che basti.
Cerca di ricordare il viaggio in quei cunicoli, ogni particolare, mentre si concentra sulla pietra.
La loro oscurità non ha scalfito il tuo animo, mi hai salvato, ci hai salvati, spezzando i piani di quel Traditore.
Due volte mi hai dato la vita
Ricordo il tuo volto e ti dico grazie
Il silenzio è rotto solo dal mormorio gentile della corrente del fiume, un grosso pesce balza fuori dall’acqua, le scaglie argentee brillano ai raggi del sole, poi ricade tra i flutti con un tonfo sordo.
Elnae solleva lo sguardo dalla pietra, gli occhi bruciano, vi passa una mano, sono umidi, si sforza di ricacciare indietro quelle lacrime, si calma e poi con la memoria corre ai mesi, agli anni passati, alla vita in casa degli zii, ad Elionna, ai loro giochi mentre crescevano, ai momenti di studio, a Rihal orfana raccolta nella foresta, che ora lo accompagna.
Per quanto lui abbia provato dolore, ha avuto sempre chi era pronto a consolarlo, a lei questo non era stato concesso: quante volte si era chiesta cosa ne fosse stato di lui?
Il giovane elfo cercava ora di rispondere.
Questo è quello che sono, prego la Trina come tu mi hai insegnato a fare, seguo la strada che tu mi hai indicato.
Come te cerco la comunione con ciò che ci circonda, la calma dell’anima, la saggezza nelle parole e nei gesti.
Solo ora capisco quanto sia difficile il cammino, quanto chieda; il tempo concessoci è stato poco, ma persino nella fine mi hai mostrato che la fede di un animo forte può cambiare quello che sembra inevitabile.
Sei mia madre, la mia prima maestra, il mio esempio.
Io accetto te, come tu hai voluto me
Emette un sospiro, rilassando il corpo mentre allenta la stretta sulla pietra. Si sente meglio, fosse solo per aver espresso quello che non aveva mai detto, rigira il cristallo tra le dita: sa che non vi è solo un dare alla pietra, ma anche un ricevere, non quello che la pietra conteva, ma ciò che vi ha lasciato Indil.
Non ancora…
Ripose la pietra con cura in una tasca vicino al cuore della giubba di cuoio.
“Cos’è un ricordo? Qualcosa che hai o qualcosa che hai perso per sempre?”
Mi dicevano che eri persa, che ormai condividevi il destino di mio padre, mi dicevano di farmi forza, onorare il tuo ricordo e vivere.
Invece eri viva… Quanto hai sofferto? Quanto hai sopportato?
Nascosto da alcuni cespugli Elnae siede a gambe incrociate sulle rive dell’Ashaba, lontano dalla strada, lontano dal rumore della cittadina, immerso nella quiete di quella Natura che da sempre ha calmato il suo animo.
Rihal è accovacciata accanto a lui, lo guarda attenta coi suoi grandi occhi gialli dorati.
Elnae tiene, tra le mani posate in grembo, un sottile cristallo dal colore rosso brillante, lo stringe con forza, sentendone i bordi netti premere sulle carni del palmo. Non sa come fare, non ha mai avuto a che fare con nulla di simile...A quel mago è bastato tenerla tra le mani, Elnae prova a farlo concentrandosi, crede che basti, spera che basti.
Cerca di ricordare il viaggio in quei cunicoli, ogni particolare, mentre si concentra sulla pietra.
La loro oscurità non ha scalfito il tuo animo, mi hai salvato, ci hai salvati, spezzando i piani di quel Traditore.
Due volte mi hai dato la vita
Ricordo il tuo volto e ti dico grazie
Il silenzio è rotto solo dal mormorio gentile della corrente del fiume, un grosso pesce balza fuori dall’acqua, le scaglie argentee brillano ai raggi del sole, poi ricade tra i flutti con un tonfo sordo.
Elnae solleva lo sguardo dalla pietra, gli occhi bruciano, vi passa una mano, sono umidi, si sforza di ricacciare indietro quelle lacrime, si calma e poi con la memoria corre ai mesi, agli anni passati, alla vita in casa degli zii, ad Elionna, ai loro giochi mentre crescevano, ai momenti di studio, a Rihal orfana raccolta nella foresta, che ora lo accompagna.
Per quanto lui abbia provato dolore, ha avuto sempre chi era pronto a consolarlo, a lei questo non era stato concesso: quante volte si era chiesta cosa ne fosse stato di lui?
Il giovane elfo cercava ora di rispondere.
Questo è quello che sono, prego la Trina come tu mi hai insegnato a fare, seguo la strada che tu mi hai indicato.
Come te cerco la comunione con ciò che ci circonda, la calma dell’anima, la saggezza nelle parole e nei gesti.
Solo ora capisco quanto sia difficile il cammino, quanto chieda; il tempo concessoci è stato poco, ma persino nella fine mi hai mostrato che la fede di un animo forte può cambiare quello che sembra inevitabile.
Sei mia madre, la mia prima maestra, il mio esempio.
Io accetto te, come tu hai voluto me
Emette un sospiro, rilassando il corpo mentre allenta la stretta sulla pietra. Si sente meglio, fosse solo per aver espresso quello che non aveva mai detto, rigira il cristallo tra le dita: sa che non vi è solo un dare alla pietra, ma anche un ricevere, non quello che la pietra conteva, ma ciò che vi ha lasciato Indil.
Non ancora…
Ripose la pietra con cura in una tasca vicino al cuore della giubba di cuoio.
“Cos’è un ricordo? Qualcosa che hai o qualcosa che hai perso per sempre?”
Alyssa Azurflame
Zynira Ju'Ent
Brandi Feydove, Bardhin Pensionata
Zynira Ju'Ent
Brandi Feydove, Bardhin Pensionata