20-04-2019, 16:54
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 20-04-2019, 18:09 da Eryx.)
Il fuoco scoppiettava al centro della casupola ma il suono era coperto dall'incessante ticchettino della pioggia che fin dal mattino batteva imperterrita sul villaggio.
Il giorno scorreva lento ma la giovane mistica era seduta alla scrivania, il bastone appoggiato lì a fianco ronzava sommessamente ma costantemente. Davanti a sé un quadernetto rilegato in pelle su cui muoveva rapidamente la piuma.
Gli occhi della donna erano socchiusi e la sua mano vergava d'inchiostro le pagine come se mossa da un'altra mente che andava delineando un suo tema.
Un rumore fuori posto.
L'imbrunire era calato e i suoni della cittadella elfica giungevano ovattati e lontani, Eitinel si era scossa e faceva scorrere attentamente lo sguardo attorno a sé cercando di orientarsi e localizzare la fonte della dissonanza.
Una smorfia le percorreva il viso alla sbavatura sulla pagina ingiallita, un gracchiare infastidito proveniva dalle assi del tetto dove la cornacchia si agitava. Il resto della casa giaceva immoto compresa la piccola lepre con le orecchie ritte e l'insalata ancora in bocca.
Il rumore, di nuovo.
Era più forte questa volta o l'aveva solamente colta pronta? Uno stridio acuto, fastidioso e gelido lontano nel bosco. La pioggia e la notte incombente rendevano le finestre delle macchie scure ed impenetrabili.
Aveva attraversato ansiosamente la stanza e spalancato l'uscio senza pensare, non vi era nulla che turbasse i dintorni dove tutto era soffocato dall'oscurità e l'acquazzone. Un elfo solitario passeggiava lungo le mura, il viso nascosto sotto il cappuccio.
La foresta non le era mai sembrata così estranea ed opprimente, il suo sguardo cercava invano di penetrare quella coltre oscura mentre anche l'orsa si rifugiava alla sicurezza del focolare.
Il buio sembrava osservarla di rimando, una figura pallida e solitaria si avvicinava dal sentiero distraendo la mistica che, spaventata, già preparava un incantesimo.
Il giorno scorreva lento ma la giovane mistica era seduta alla scrivania, il bastone appoggiato lì a fianco ronzava sommessamente ma costantemente. Davanti a sé un quadernetto rilegato in pelle su cui muoveva rapidamente la piuma.
Gli occhi della donna erano socchiusi e la sua mano vergava d'inchiostro le pagine come se mossa da un'altra mente che andava delineando un suo tema.
Un rumore fuori posto.
L'imbrunire era calato e i suoni della cittadella elfica giungevano ovattati e lontani, Eitinel si era scossa e faceva scorrere attentamente lo sguardo attorno a sé cercando di orientarsi e localizzare la fonte della dissonanza.
Una smorfia le percorreva il viso alla sbavatura sulla pagina ingiallita, un gracchiare infastidito proveniva dalle assi del tetto dove la cornacchia si agitava. Il resto della casa giaceva immoto compresa la piccola lepre con le orecchie ritte e l'insalata ancora in bocca.
Il rumore, di nuovo.
Era più forte questa volta o l'aveva solamente colta pronta? Uno stridio acuto, fastidioso e gelido lontano nel bosco. La pioggia e la notte incombente rendevano le finestre delle macchie scure ed impenetrabili.
Aveva attraversato ansiosamente la stanza e spalancato l'uscio senza pensare, non vi era nulla che turbasse i dintorni dove tutto era soffocato dall'oscurità e l'acquazzone. Un elfo solitario passeggiava lungo le mura, il viso nascosto sotto il cappuccio.
La foresta non le era mai sembrata così estranea ed opprimente, il suo sguardo cercava invano di penetrare quella coltre oscura mentre anche l'orsa si rifugiava alla sicurezza del focolare.
Il buio sembrava osservarla di rimando, una figura pallida e solitaria si avvicinava dal sentiero distraendo la mistica che, spaventata, già preparava un incantesimo.
Nimirielveren
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