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Solo la statua di Tempus che lo guardava mentre usciva dal tempio poteva forse intuire lo sconforto nel cuore di Leonides. Aveva fatto quanto in suo potere per intercedere presso il Priore Guff chiedendo di riportare alla vita il padre del piccolo Liam. L'uomo ucciso durante la comparsa del paraelementale del fumo evocato da un folle mago che prima o poi avrebbe trovato e messo davanti alle sue colpe. Purtroppo il Priore si era mostrato contrario per varie ragioni, ed aveva solo acconsentito che in futuro se il ragazzo avesse dimostrato doti e capacità di dargli arruolarlo presso la milizia e che se Leonides avesse voluto poteva aiutarlo in questo prendendosene carico.
Questo era già l'intento del caporale senza quel suggerimento, ma ora il dolore scavava dentro il suo animo ed egli sapeva per esperienza che quel tarlo andava reso il prima possibile incapace di fare danni. Doveva fare del suo meglio almeno per rendere il futuro meno grave al bambino ed alla madre. Sapeva che non poteva darsi la colpa, in fondo aveva protetto il ragazzo dalla stessa fine del padre e l'uomo molto probabilmente avrebbe preferito così. Ciò non di meno non poteva non sentirsi almeno compartecipe di non aver saputo prevedere in anticipo quella cosa.
Andò quindi in banca a prelevare una somma e si diresse da un mercante a comprare un gioco al bambino. Un cavaliere in sella ad un cavallo.
Poi chiese al suo superiore di poter riconsegnare gli effetti personali dell'uomo e la salma.
Non voleva far finta di nulla e lasciare il compito ad un altro. Aveva in fondo dato una speranza al bambino e non avrebbe evitato la sua responsabilità. Pregò il Cavaliere e Tempus affinchè concedano a lui la forza di compiere quell'ingrato compito ed al ragazzo e la madre di sopportarne il peso negli anni.
Appena tutto sarebbe stato pronto si sarebbe recato alla loro abitazione nelle campagne...
Leonides Nathos
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Jolanda ascolta la tua richiesta mentre che continua a redigere delle carte.
Caporale Nathos, capisco la tua richiesta e non ho problemi al riguardo. Ovviamente trattandosi di qualcosa di soprannaturale non desidero mettere a repentaglio la vita della moglie e del bambino. Quindi acconsento che il corpo venga restituito alla sua famiglia perche' officino loro i doveri funebri ma prima deve essere confermato che non vi sia piu' alcun pericolo. Quindi ti chiedo di far visionare il corpo dal reparto arcano prima di riconsegnarlo.
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Leonides espletò tutte le pratiche per poter consegnare il corpo del padre di Liam, che grazie ai cieli non era stato intaccato da quell'essere.
Lo aveva condotto tramite un carro coperto ed aveva fatto in modo che la cerimonia di sepoltura fosse officiata nel modo più consono. Aveva lasciato il tempo alla moglie, al figlio ed ai vicini di dare l'ultimo saluto alla salma. Le parole per dire quanto fosse addolorato anch'egli di quella morte, che non era riuscito ad evitare, gli erano sembrate pesanti come macigni. Aveva cercato di essere il più attento e sincero possibile nel misurare le parole e nell'offrire alla donna il funerale ed un offerta economica per far fronte all'improvvisa scomparsa del marito.
Poi diede il dono a Liam e guardando il bambino non riuscì a proferire altra parola se non: "Era forte tuo papà, un giorno sarai come lui."
Leonides Nathos
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Marita ricevendo la visita di un caporale della guardia di Hillsfar aveva sistemato la modesta casa e si era cercata di dare un contegno. Per giorni aveva ricevuto le visite di amici che cercavano di consolarla. Ben presto questa forma di supporto sarebbe terminata e lei sarebbe stata sola con suo figlio. Non si faceva illusioni, era capitata la stessa cosa a sua madre, sapeva a cosa andava incontro. Gli affari stavano andando bene ma con la scomparsa di Geoffrey tutto sarebbe diventato complicato. Gia’ ora mancava a lungo da casa ed il piccolo cominciava gia’ a crescere per le strade del porto.
La visita di questo Nathos era stata veloce. Le aveva portato il corpo di Geoffrey ma lei non riusciva a guardarlo. Ed inoltre avrebbe dovuto organizzare il prima possibile il funerale altro lavoro per lei. Si sorprese ad avere questi pensieri, la sua vita stava cambiando e con essa lei stessa. Si vergogno’ un po’ davanti all’uomo in uniforme ed si vergogno’ ancora di piu’ quando il caporale le allungo’ una somma in denaro. In silenzio guardando per terra dovette accettare, ne andava del suo futuro e di quello di Liam. Il ragazzetto interruppe il silenzio creatosi:
Era forte mio papa’ ma non forte quanto te. Perche’ non hai salvato anche lui? *tono inespressivo*
Liam, smettila! *lo riprese Marita*
Perdonatelo Caporale, e’ molto scosso dalla perdita del padre. Grazie mille per le vostre parole e la vostra visita.
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Leonides guardò la donna comprensivo.
"Non c'è nulla da scusare. Liam ha solo detto quello che pensa e lo ha fatto in maniera sincera, merita una risposta."
Poi rivolto al bambino piegandosi sulle ginocchia per guardarlo in viso.
"Avrei voluto proteggere anche tuo padre, ma ho agito come avrebbe fatto lui dovendo scegliere ho protetto te. Sò che tuo padre avrebbe voluto così. Un giorno se vorrai ti insegnerò ad usare uno scudo ed una spada così potrai difendere gli altri molto meglio di quanto ho saputo fare io. Che ne dici? Sono certo che tuo padre sarebbe fiero di te."
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Leonides nelle settimane successive quando possibile passava dalla fattoria di Marita per sincerarsi che le cose procedessero senza grossi problemi. Quando poteva faceva anche qualche piccola schermaglia con delle spade giocattolo in legno che aveva preso al ragazzo.
Aveva parlato con Marita dicendole che se il ragazzo in futuro avesse voluto avrebbe potuto tentare la carriera nella milizia, egli avrebbe cercato per quanto era nelle sue facoltà di concedergli un occasione. Se avesse invece scelto altre vie avrebbe aiutato per quanto possibile.
Si sincerò da Marita che necessità avesse la fattoria e fece in modo di pagare un paio di manovali suggeriti da persone fidate tra i valligiani.
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Marita accoglieva le visite del gentile caporale con un misto di gratitudine e felicita' da una parte e vergogna celata dall'altro.
Si prodigava per offrire qualcosa a Leonides ma non riusciva a nascondere che la casa le stava sfuggendo un po' di mano.
I manovali assunti dal caporale aiutarono grandemente a completare quei tanti lavoretti che la vedova non riusciva a fare.
Un sorriso poco convinto e teso le appariva sulla faccia ogni volta che dopo i piccoli combattimenti Leonids le parlava di una eventuale carriera militare per il figlio. Lei rispondeva che intanto doveva crescere forte e sano. Era difficile per lei riuscire a nascondere l'apprensione.
Liam si divertiva a combattere con quel uomo alto e forte. Si impegnava anche e muoveva sempre come un forsennato la spadina di legno. Uno degli ultimi giorni cerco' di sorprendere Leonides. Getto' una manciata di ghiaia fine verso gli occhi del uomo e poi si butto' a capofitto nello scontro. Reagi' un po' imbronciato quando vide che nonostante la sua trovata non era riuscito a cogliere il caporale di sorpresa. La madre lo rimprovero' e gli disse che erano trucchi sporchi quelli e che doveva smettere di farseli insegnare. Poi si scuso' con Leonides.
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Un giorno Marita si dimostro' irrequieta. Oramai conosceva da un po' di tempo Leonides ma ancora non voleva caricarlo di troppi problemi dato che il caporale li aveva aiutati gia' molte volte.
Infine si decise:
"sono un po' preoccupata per Liam ultimamente. Per guadagnare qualche soldo ha cominciato a lavorare saltuariamente al porto. All'inizio andava tutto bene, portava qualche moneta a casa o qualche uova, del pesce. Era felice e subito tornava ad allenarsi con la spada di legno. Ma nelle ultime decadi sembra che i suoi guadagni siano diminuiti. E' sempre di malumore e alle volta torna molto tardi a casa. Dite che devo essere piu' severa e che sono solo le preoccupazioni di una madre."
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16-06-2021, 11:03
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 16-06-2021, 11:05 da Brancaleone.)
Leonides ascoltò con attenzione la donna poi cercò di rassicurarla.
"I ragazzi a quest'età sono irrequieti. Tuttavia vedrò di parlare con Liam e capire se ha qualche problema."
Tornato in caserma al porto chiese ai suoi colleghi se avessero notato mai il ragazzo o qualche problema legato al giovane.
Leonides Nathos
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