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04-11-2017, 12:57
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 04-11-2017, 12:58 da Shiver89.)
In silenzio, Vilhelm osservava lo svolgersi degli esperimenti di Leliana e Mikael. Le sue conoscenze in campo alchemico erano pressoché inesistenti, quelle in campo magico gli permettevano al massimo di capire che azzardare ipotesi o suggerimenti avrebbe solo rallentato due incantatori chiaramente più esperti di lui.
Dunque il sacerdote osservava immobile le gocce di icore oleoso riflettere la luce del laboratorio improvvisato, goccia dopo goccia. Alchimia e Necromanzia, ignorava la prima e diffidava della seconda.
Dopo aver appurato con un esperimento sul campo che l’effetto di rianimazione in non morto non sembrava colpire gli animali, Vilhelm scortò i due arcanisti nel tempio di Selune, meditando sui prossimi passi da muovere per anticipare il nemico. V'era ancora da fare, strategie da elaborare e persone da tener d'occhio. Malgrado la giornata stesse volgendo al termine senza progressi particolarmente significativi per i due studiosi, il sacerdote non poté fare a meno di pensare di aver appreso molto, una volta oltrepassata la soglia dell'entrata del villaggio di cacciatori.
Lendral Ravenwood
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L'esile figura nera sfogliò svogliatamente il tomo seduto ad uno dei banchi del tempio. Evidentemente lì non avrebbe trovato quello che cercava ma almeno c'era silenzio. Si guardò intorno. Qualche banco, sedie di piccola taglia, una lavagna, armadietti e pergamene sparse ovunque...su una, caduta a terra, una calligrafia incerta, sbilenca, tentativi di scrittura da parte di un bimbo maldestro o di un adulto "poco brillante". Si alzò andando a raccogliere la pergamena posandola sul piccolo banco. Il suono del bastone riecheggiava nell'aula deserta a quell'ora della sera. Osservò la pergamena "Beh almeno ci ha provato!"
Già provare, non era quello che anche loro stavano facendo? Prove, esperimenti e deduzioni oramai si erano sprecate. Avevano scoperto molto, grandi passi per la loro conoscenza ma piccoli dal punto di vista dei Cacciatori. "Non posso aspettarmi che capiscano la raffinatezza di questo...vedono l'effetto, vedono il mezzo non vedono l'Arte". Non poteva biasimarli, non era certo un prodotto "sano". Forse nemmeno la Dea avrebbe approvato, anzi era probabile che non lo facesse ma si sa...è magnanima spesso.
Chiuse il libro e lo rimise sullo scaffale prendendo il successivo. Un fiore. Sfogliò alcune pagine poi tornò a sedere consapevole dell'inutilità di quella cerca ma desideroso di altre ore di silenzio.
Aveva fatto la sua parte, aveva dato una traccia, una pista ora stava ai Cacciatori seguirla, trovare quel nettare, circoscrivere una zona, un perimetro. Insomma cose loro, a lui interessava solo essere lì al momento giusto e strappare dalle sue fredde mani il suo tomo. Conoscenza nefasta? Probabilmente ma in ogni caso che non andava sprecata. Menti meno brillanti non vedranno l'ora di bruciare tutto perdendo informazioni, sciocchi. Sapere è potere, il potere di prevenire…o di replicare. Un sorriso tagliente si dipinse sul suo volto.
Il fu "Mikael Mannalin, emomago che ha ceduto al potere della figgia Trama"
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Aslaug si guardava intorno, immersa nei boschi, era stata in viaggio per capire la provenienza del nettare, ma non aveva ancora trovato il luogo, sospirò esasperata, aveva intuito qualcosa.. non poteva essere un posto caldo, ma questa pianta era rara, non presente nella sua terra e quindi si trovava in difficoltà, le serviva aiuto per completare la ricerca, qualcuno più esperta di lei, cosa rara, come cacciatrice ma sicuramente possibile come naturalista, in fondo era pur sempre una straniera, fino ad ora sapeva solo una cosa, il fiore cresceva in un posto mite e non troppo caldo, lentamente e con la riflessione nel viso tornò verso il villaggio.
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08-11-2017, 17:19
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 08-11-2017, 17:20 da Galduran_Niire.)
Ormai era quasi un mese che il paladino viveva Peldan's Helm. Aveva indagato sugli eventi accaduti, analizzato ogni indizio, parlato con i saggi e con le persone del posto e teso una trappola al misterioso necromante....ora non restava altro che aspettare e vedere se il suo piano avesse funzionato. Continò ogni giorno nelle sue ricerche e nelle sue ronde, il mattino riposava la notte vegliava sul villaggio....il necromante doveva essere catturato.
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Aslaug aveva fatto un buon lavoro. Beh certo forse non aveva trovato lei stessa l'origine del fiore ma in qualche modo aveva ricavato l'informazione richiesta e tanto bastava.
Dovevano confermare tale notizie e informazioni ma questo era facile, la cosa difficile era usare bene queste nuove conoscenze. Indagare se tre mesi prima qualcuno aveva chiesto informazioni su quel fiore in un posto tanto lontano poteva essere scomodo per lui, impegnato nel disbrigo del veleno e nell'ascolto nei suoi rari momenti liberi. Forse altri avrebbero svolto quel lavoro, aveva sentito Fjolnir parlarne convinto e sicuramente Renfri l'avrebbe seguito...uno dei due forse avrebbe ricavato qualcosa? Inarco un sopracciglio.
Guardò lo specchio dinnanzi a se...Malek era parso così convinto ma lui dubitava. Non solo era difficile ma anche improbabile. Improbabile come il piano del Paladino. Puro di cuore forse ma non sveglio nella mente probabilmente, se davvero voleva essere un bersaglio non doveva preoccuparsi di una pugnalata nella schiena ma di un calice di vino e di un bicchiere d'acqua...senza contare il resto. Un sorriso tagliente si dipinse sul volto del mago.
Frugò tra le carte sul tavolo riprendendo la copia della pergamena:
S'alzino lesti i venti impietosi,
consegnino ai ciechi i compagni omertosi.
Al tuo tavolo siede e banchetta il traditore,
insospettabile compagno, di sventura ambasciatore.
Qualcuno sapeva...qualcuno non parlava...chi? Scosse il capo. Forse non importava davvero più, era passato tempo dall'ultimo avvenimento, forse era morto, forse si era allontanato prevenendo scocciature...forse...o forse no.
Il fu "Mikael Mannalin, emomago che ha ceduto al potere della figgia Trama"
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21-11-2017, 00:29
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 21-11-2017, 00:30 da Galduran_Niire.)
Il paladino si assicurò che Ariah fosse in compagnia di Fjolnir e Renfri prima di rinunciare alla battuta di caccia. Decise di cogliere quelle ore di solitudine per recuperare le forze e riflettere. Salutò il gruppo e si sedette fuori dalla locanda di Peldan's Helm, aprì la nuova pergamena che era comparsa e iniziò ad analizzarla pensieroso. Passarono ore, il sole calò ed il gruppo con Ariah non era tornato, probabilmente avevano deciso di accamparsi fuori prima di tornare...ma il paladino era tranqullo sapendola in buone mani. Mise via la sua pergamena e si alzò stanco nel fisico e nella mente dallo sgabello, la guardia doveva cominciare. Si avviò per le strade buie del villaggio conscio del fatto che stava facendo il giusto. Vivere con Ariah giorno e notte, con le dovute precauzioni, gli avrebbe permesso di vegliare sempre su di lei perchè qual'ora le parole del necromante fossero state vere non potevano permettersi un altra strage. Tuttavia la situazione stava diventando forse troppo pesante e faticosa perfino per un paladino del piangente, bisognava accertarsi in fretta delle condizioni di Ariah e poi cercare nuovi indizi per stanare il necromante.
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