30-03-2019, 01:25
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 30-03-2019, 02:01 da Nightmare.)
"Quando guardi a lungo nell'abisso, l'abisso ti guarda dentro" - Friedrich Wilhelm Nietzsche.
Dieci millenni di arroganza, tradimento e fallimento.
Le Casate Dimenticate, alcune erano le più antiche e potenti.
Spietate portatrici di guerre fratricida, chi nella propria ricerca di potere e forza tanto da mescolare il proprio sangue con quello immondo e chi, nella rabbiosa preservazione della propria superiore purezza era divenuto vessillo di odio verso le altre razze.
Lei, a metà tra quelle due stirpi, discendente e affiliata a coloro che in epoche differenti il Popolo aveva ritenuto vergogne così grandi da maledirle e dimenticarle.
Destinata ad alcuna gloria e a continuare quell'infinita e utopica guerra per ripulire un'onta così distante nel tempo la cui memoria permaneva in davvero pochi, stava godendosi un raro momento di pace destinato ad infrangersi a breve.
Sfogliava sotto le stelle quei documenti così a fatica recuperati, rari superstiti di una cancellazione, una negazione durata millenni e stava iniziando a capire che sarebbe stata solo una dei tanti che combattevano, pagavano il prezzo e sarebbero morti, anzi, che erano morti per gli errori di altri di cui neanche avrebbero potuto portare il nome.
Dimenticati come quelle casate.
A poco a poco succube di quei pensieri, tutto perdeva lentamente valore, nulla di ciò in cui aveva creduto e che aveva fino ad allora compiuto illudendosi di essere libera e di averlo voluto, poteva cambiare quel suo essere un granello di sabbia destinato all'oblio e ad un sacrificio inutile per i peccati di altri.
Lo avrebbe scelto lo stesso magari, se solo qualcuno glielo avesse detto prima ma così non era stato e si sentiva come poteva sentirsi Myth Drannor prima della Crociata: uno dei più grandi fallimenti degli elfi.
Iniziò a sospettare, che forse gli antichi si riferissero proprio a quello quando le dissero che tanto del Popolo mancava in lei, del resto gli elfi hanno i modi più disparati e le parve davvero strano potesse essere qualcosa di altrimenti così superficiale.
Una vita di perdite, di rinunce, di delusioni, di tradimenti subiti le aveva insegnato a dare un estremo peso alla fiducia e alle aspettative da riporre in qualcuno che non fosse se stessa ma quelle Valli l'avevano rammollita, in un certo senso.
Di fronte a quella nuova verità, valeva davvero la pena di continuare a quel modo la propria vita?Essere quell'ombra che nessuno poteva dire di conoscere davvero, nonostante il potenziale nel rovinare un'intera Valle, un fantasma di cui nemmeno i famigerati impiccioni delle Valli, gli Arpisti, ne avevano capito davvero il cuore.
Quindi per cosa? Per chi?
Persino quell'uomo torvo, così ligio e preciso, che tanto diceva di fidarsi di lei e di esserle legato, era stato in fine manchevole.
Quindi perchè non essere la prima a tradire, ad ingannare, prima di un'ennesima, inevitabile, delusione più grande?
Dieci millenni di arroganza, tradimento e fallimento.
Le Casate Dimenticate, alcune erano le più antiche e potenti.
Spietate portatrici di guerre fratricida, chi nella propria ricerca di potere e forza tanto da mescolare il proprio sangue con quello immondo e chi, nella rabbiosa preservazione della propria superiore purezza era divenuto vessillo di odio verso le altre razze.
Lei, a metà tra quelle due stirpi, discendente e affiliata a coloro che in epoche differenti il Popolo aveva ritenuto vergogne così grandi da maledirle e dimenticarle.
Destinata ad alcuna gloria e a continuare quell'infinita e utopica guerra per ripulire un'onta così distante nel tempo la cui memoria permaneva in davvero pochi, stava godendosi un raro momento di pace destinato ad infrangersi a breve.
Sfogliava sotto le stelle quei documenti così a fatica recuperati, rari superstiti di una cancellazione, una negazione durata millenni e stava iniziando a capire che sarebbe stata solo una dei tanti che combattevano, pagavano il prezzo e sarebbero morti, anzi, che erano morti per gli errori di altri di cui neanche avrebbero potuto portare il nome.
Dimenticati come quelle casate.
A poco a poco succube di quei pensieri, tutto perdeva lentamente valore, nulla di ciò in cui aveva creduto e che aveva fino ad allora compiuto illudendosi di essere libera e di averlo voluto, poteva cambiare quel suo essere un granello di sabbia destinato all'oblio e ad un sacrificio inutile per i peccati di altri.
Lo avrebbe scelto lo stesso magari, se solo qualcuno glielo avesse detto prima ma così non era stato e si sentiva come poteva sentirsi Myth Drannor prima della Crociata: uno dei più grandi fallimenti degli elfi.
Iniziò a sospettare, che forse gli antichi si riferissero proprio a quello quando le dissero che tanto del Popolo mancava in lei, del resto gli elfi hanno i modi più disparati e le parve davvero strano potesse essere qualcosa di altrimenti così superficiale.
Una vita di perdite, di rinunce, di delusioni, di tradimenti subiti le aveva insegnato a dare un estremo peso alla fiducia e alle aspettative da riporre in qualcuno che non fosse se stessa ma quelle Valli l'avevano rammollita, in un certo senso.
Di fronte a quella nuova verità, valeva davvero la pena di continuare a quel modo la propria vita?Essere quell'ombra che nessuno poteva dire di conoscere davvero, nonostante il potenziale nel rovinare un'intera Valle, un fantasma di cui nemmeno i famigerati impiccioni delle Valli, gli Arpisti, ne avevano capito davvero il cuore.
Quindi per cosa? Per chi?
Persino quell'uomo torvo, così ligio e preciso, che tanto diceva di fidarsi di lei e di esserle legato, era stato in fine manchevole.
Quindi perchè non essere la prima a tradire, ad ingannare, prima di un'ennesima, inevitabile, delusione più grande?
[...]
[Grazie kakashi per la firma <3]
Vanyrianthalasa Guenhyvar