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[AQ] paveldą
#1

Un ora prima dell'alba, il giorno dopo la festa di Myth Drannor, il Cavaliere di Bahamut si trovava in un isolata radura all'interno della cittá del canto, circondato dalla vita ed allo stesso tempo in totale solitudine. 


Meditava, come gli era stato insegnato dal suo Mentore, entrambe le ginocchia sul terreno, il busto dritto e gli occhi chiusi, mentre si concentrava sul battito del propio cuore. Incapace di svuotare la propia mente, le immagini della battaglia contro Narlgathra continuavano ad affiorare, vivide, come se le vivesse in quello specifico momento. Il ruggito della Dragonessa, dimostrazione di un potere davvero terrificante. Le sue ali perforate e lacerate quando erano scese nuovamente al suolo. Il feroce combattimento contro Sunsettalithanz al quale aveva assistito. L'attimo esatto quando le zanne della Dragonessa di Bronzo perforavano la gola della Wyrm rossa, un suono impossibile da dimenticare. Il ruggito stritolato e soffocato, trasformato in lamento dalle zanne di Bronzo, prima di vederla crollare al suolo. Il suo ultimo alito

Narlgathra era stata un essere maestoso, pieno di forza, potere e vita, con pochi eguali presenti ancora su Faerun. Nonostante la sua profonda corruzione, la malvagitá con la quale si era modellato il suo cuore. Non poteva fare a meno di provare un senso di rammarico per la perdita di un altro Drago. Una parte di lui, ancora legata ai sogni dell'infanzia, vorrebbe che esistesse un altro modo.

Ora una frazione del potere di Nargathra era stata affidata a lui come ricompensa, dagli stessi leader di quella citta, per il suo ruolo nella guerra contro i quattro Draghi. Avrebbe fatto in modo che la memoria di Narlgathra non venisse persa, ed allo stesso tempo, avrebbe usato quello che ora possedeva di lei, per fare il bene e perseguire la Giustizia, in modo che il poco rimasto di quel potere che una volta possedeva in vita, fosse posto al servizio dei Giusti.

Scuotendo il capo il giovane Aasimar scaccio nuovamente quei pensieri, cercando di tornare a concentrarsi sul battito del propio cuore, per lentamente spostare la propia attenzione sul flusso di sangue che scorreva lungo il suo corpo ad ogni battito. Cercando di richiamare a se, quella sensazione che da poco aveva iniziato a provare. Sensazione che gli era stata solamente descritta da Kirixiaex. Quella sensazione di calore interno e la pelle rinfrescata da un leggero vento che portava l'eco di un ruggito. Ma c'era altro che sfiorava i suoi sensi, una sensazione, impossibile da descrivere, permeava lo scorrere del sangue ad ogni battito. Non sapeva definirlo.

L'alba infine giunse e Basilius salto sulle gambe del giovane Cavaliere, era tempo di andare.
Vadlev Litke
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