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[R/Q] Il colore della follia
#1
- Svariate settimane prima -

Charlotte socchiuse gli occhi dopo averli aperti e inspirò profondamente col naso, gli incubi degli ultimi giorni l'avevano scossa profondamente. Un fetore dolciastro di decomposizione persisteva nell'aria umida e si mescolava con l'odore delle stalle situate in cortile. Era un odore nauseante. Era l'odore della fattoria del nonno, di terra e di sterco. Un odore che non desiderava l'ora di perdere, ritornando a Peldan's Helm.
Gli stivali erano lordi di fango e lasciavano orme lungo tutto il pavimento della camera.
Per diverso tempo, Charlotte rimase in silenzio, osservando ciò che accadeva nel cortile della fattoria. Gli unici suoni erano il nitrire sofferenti dei cavalli sistemati nelle stalle. Da alcuni giorni i cavalli di suo nonno Thomas, si erano ammalati, avevano cominciato a perdere del pelo e a vomitare bava.
Anche il nonno di Charlotte aveva cominciato a star poco bene, la notte tossiva rumorosamente e aveva cominciato ad avere sfoghi lungo tutto il corpo, oltre ad aver cominciato a maturare un comportamento molto scontroso, più del solito.
Spostò gli occhi all'entrata delle stalle. Dalla finestra, vedeva tutto il terreno della fattoria, fattoria che visitava molto spesso per stare con il proprio nonno.


"GRUAAARH"

Charlotte strinse la mascella per la frustrazione. Aveva ancora in mente il verso agghiacciante che aveva udito giorni prima e che ora al solo pensiero le provoca tremendi incubi.
"Charlotte, ho preparato il carro e sistemato i maiali dentro le gabbie, portali a Peldan's Helm e vendili, dai i soldi che guadagni a tuo padre... come regalo da parte mia per il suo compleanno."
Lei si strinse nelle spalle. "È meglio che io vada nonno, ma sei sicuro di voler rimanere solo? sono rimasta così pochi giorni questa volta...ed io vor-"
"Ho detto di andartene via, voglio rimaner da solo, VATTENE ORA!" La prese per il braccio e la trascinò fuori dalla casa quasi facendola cadere a terra per l'irruenza.
Charlotte aggrottò le sopracciglia dolorante. "Nonno mi fai male!!!! Lasciami!"
"VATTENE HO DETTO"
Prima che Charlotte potesse aggiungere altro, un grido risuonò dall'interno della stalla.
"Io vado a vedere cosa succede, al mio ritorno, non ti voglio vedere qui Charlotte" l'uomo recuperò un accetta che aveva sistemato accanto al portone della stalla per poi sparire dietro il portone di legno.
Quando il carro cominciò a seguire il sentiero consumato che conduceva alla strada principale, in quel momento.. quel suono si fece sentire nuovamente, quell'urlo.

"GRUAAARH"
***

Erano trascorsi giorni da quando era ripartita ed ormai le porte del villaggio di Peldan's Helm non erano così distante, tra poche ore poteva finalmente riabbracciare l'amato padre e l'amata madre.
Forse lei stava sorridendo, ma l'idea di aver lasciato solo il nonno in quella fattoria le faceva rabbrividire l'anima.
Le ore trascorsero e finalmente raggiunse il villaggio. Charlotte portò il carro con gli animali alle stalle del villaggio, per vendere immediatamente i maiali e portare il denaro al padre.

"Piccola Charlotte, cosa ci fai qui?" Chiese l'anziano uomo che si stava occupando delle stalle in quel momento. "Ah Gastone! sono qui per vendere alcuni maiali del nonno!"
"Ah avevamo proprio bisogno di alcuni maiali, abbiamo bisogno di molta carne! a breve ci sarà un banchetto per festeggiare la partecipazione di Siobhan al torneo! tutto il villaggio spera che sia lei a diventare la nuova campionessa della gara individuale!"
Charlotte indicò un angolino della gabbia, nascosto nell'ombra "uh ma quel maialino sembra star poco bene Gastone"
Dopo aver percorso l'intera stalla, l'anziano uomo osserva il maialino.
"mah il viaggio l'avrà scombussolato, non temere per lui ormai! sarà un ottimo arrosto!"
***
[Immagine: Firma-DM-Nyx-2.jpg]
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#2
Xenia non avrebbe mai dimenticato gli orrori di quella notte. 
Come se non fosse bastato il vecchio che aveva decapitato tutti i suoi animali, ora si erano aggiunti il sangue, le grida di disperazione nell'oscurità, le persone fatte a pezzi... 
E la bambina. Una ragazzina, Charlotte, con un buco in testa da quale colava... quella roba...
No, non ci voleva pensare. Non ci doveva pensare. 
Gli altri l'avevano portata al tempio, indubbiamente sperando di salvarla, ma Xenia aveva i suoi dubbi. Aveva un buco in testa. Non sapeva nemmeno come facesse ad essere ancora viva, se in quello stato si poteva considerare viva. 
Dea, e quella... creatura? No, non pensava fosse mortale. Cosa aveva detto? Faceva fatica a ricordare le sue parole, la sua mente si rifiutava. Rimembrava soltanto di civiltà... aveva visto civiltà nascere, crescere e morire... 
E quella specie di propaggine che aveva lasciato indietro. Eitinel aveva detto che era solo un'ombra, non il vero lui... 
Xenia continuò a rigirarsi nel suo letto, incapace di prendere sonno. Aveva detto che sarebbe tornato, o era solo una sensazione rimasta dentro di lei?
Di questo passo, il giorno in cui avrebbe smesso di bere non sarebbe mai arrivato.

[Immagine: 4ba020b7864942276432cdbe13d8ad64.jpg]
Eran Blackmore

"Come i bambini, bisogna minacciarli" - DM Artemis, 2022
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