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06-04-2019, 18:05
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 06-04-2019, 18:07 da Caleb89.)
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19 Ches 1388
Speravo che con la fine di questa guerra sarei potuto tornare presto ad occuparmi dei bisognosi del quartiere Nord, che con la sconfitta dei grandi draghi rossi e dei loro alleati shadovar avrei potuto apprezzare la pace ritrovata e le celebrazioni per la vittoria.
L'ultima cosa che mi aspettavo era che un fantasma mi facesse visita dal mio passato, chiedendomi qualcosa che potrebbe portarmi a infrangere i miei stessi voti.
Se non si tratta di un elaborato scherzo di cattivo gusto, quella donna che ho incontrato al Cervo Bianco stamane è davvero mia madre: Zora Nemetsk, colei che mi ha messo al mondo più di 30 anni fa.
E sostiene persino che mio "padre" , un vecchio ufficiale del Vaasa che osò prenderla con la forza durante l'occupazione, ora stia per stabilirsi a vita privata nella vicina Battledale, con una moglie molto più giovane e dei figli.
Costui si chiamerebbe Kosef Starag, lei dice di averlo trovato e seguito fino a qui e che rappresenti ancora un pericolo.
Se ciò fosse vero non potrei comunque starmene a guardare: sebbene nessuno di questi nomi mi apparterrà mai sarebbe mio dovere ottenere Giustizia, anche per dei crimini di guerra di tanti anni fa.
Il fatto che la vittima sia anche la madre che mi avrebbe abbandonato alle porte del Monastero potrebbe indurmi a fare di questo un problema molto personale, e temo di essere gia troppo coinvolto per gestire tutto questo da solo in modo lucido e obiettivo.
Ora più che mai credo di aver bisogno dell'aiuto e del consiglio dei miei amici e fratelli, prima di prendere una decisione su come sarebbe più saggio aiutarla.
Possa il Piangente guidare la mia mano con la sua luce compassionevole.
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IVOR CHERNOV (e JASSIN OAKSTAFF)
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4 Flamerule 1388
La situazione mi è sfuggita rapidamente di mano. Le nostre indagini ci stavano ormai portando ad escludere che quell'uomo potesse rappresentare quel genere di pericolo.
Certo rimaneva ancora un poco di buono forte e in salute, ma ormai esclusivamente interessato ai suoi affari e , penso, occuparsi della sua famiglia. Le sue due figlie potrebbero davvero essere la sola cosa buona che quell'uomo abbia mai fatto in vita sua, e per questo ero restio a trascinare degli innocenti nella vergogna. Se questa fosse una battaglia noi non colpiremmo dei non combattenti anche se i nemici si facessero scudo con loro.
Forse avrei trovato il modo di ottenere giustizia in forma privata , un accordo tra le due parti per un qualche tipo di compensazione o espiazione, per evitare un possibile scandalo o allontanamento della famiglia dalla città.
Ma ora tutto questo non ha importanza. Ho sottovalutato l'intraprendenza di Zora, la quale probabilmente è riuscita a coinvolgere nel suo piano la più giovane delle figlie di Chesduk, Baernysse. Non dev'essere stato così facile, giacchè entrambe portavano evidenti segni di una qualche colluttazione, ma non posso ancora escludere che una terza persona ne sia responsabile. Si sono presentate alla cena e assieme devono aver avvelenato alcune delle vivande riposte nella dispensa della cucina, senza alcun rimorso o esitazione per quanto riguardava le due figlie o la madre. Voglio credere che Baernysse si sia opposta a questo piano crudele e ne sia scaturita una zuffa violenta tra le due, mi dispiacerebbe dover dire a suo padre che sua figlia voleva che accadesse una cosa simile.
Ora entrambe sono introvabili, forse ancora assieme nella fuga, mantenendo un qualche tipo di morboso rapporto di paura e complicità, o forse si sono separate. Non abbiamo altre piste valide salvo quelle che le divinazioni possono fornirci e continueremo a servircene.
Dopo quello che è accaduto non posso arrendermi così, è una mia responsabilità: ho insistito io affinchè restasse vicina come ospite della locanda e ho deciso io di tenerla fuori dalle indagini perche gia troppo coinvolta. Che il Piangente possa perdonarmi se fossi stato io a spingerla a fare proprio quello che temevo.
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IVOR CHERNOV (e JASSIN OAKSTAFF)
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(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 18-06-2019, 18:44 da Caleb89.)
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13 Eleasias 1388
Tra i più alti valori che i Celestiali incarnano c'è la Verità. Pura, cristallina, indissolubile. Come monaco mi è stato insegnato a perseguirla, se non come valore assoluto come fonte d'integrità per lo spirito. Eppure da quando sono divenuto un guaritore, mi sono spesso chiesto se la Verità non facesse che portare più dolore che sollievo.
E' così sbagliato mantenere dei segreti quando temiamo che la verità possa sconvolgere la vita di qualcuno e causargli ulteriori sofferenze?
Forse, se fossi stato onesto e insensibile fin dal principio, avrei potuto evitare che tutto questo accadesse?
Grazie ad un piccolo inganno, Baernysse è stata ricondotta dalla sua famiglia e da coloro che la amano. Spero che con il tempo riescano a farle dimenticare le assurdità che quella donna malvagia le ha messo in testa.
Quanto a Zora, dopo un duro scontro siamo riusciti a catturarla viva è vero, ma ormai aveva quasi consumato del tutto la propria insana vendetta sull'uomo che l'ha spinta ad abbracciare le Tenebre. Ora attende il giudizio delle autorità di Battledale per i suoi crimini inenarrabili. Per quanto voglia credere che ci sia una speranza anche per lei di pentirsi e di fare ammenda per i suoi peccati, temo che non ne avrà la possibilità o il tempo a questo punto: finchè mia madre avrà vita, con quei poteri rappresenterà una grave minaccia per altri innocenti.
Non restava molto di Kosef quando lo abbiamo trovato, la sua vita era appesa a un filo e agognava soltanto la fine di ogni tormento. Cosa che ho voluto negargli, affidandolo alle cure rigenerative del priore Whiteshield. Perchè l'ho fatto? Perchè sono un mostro come mia madre e voglio che soffra ancora per il male che ha causato?
Perchè lasciare che morisse sarebbe stato come ammettere la sconfitta?
Ogni setta o congregazione che in passato ha praticato l'eutanasia è stata corrotta da forze oscure e inquisita. Così io devo credere che ci sia speranza anche per lui, la speranza di superare ciò che posso soltanto immaginare, ciò che solo un santo martire potrebbe sopportare senza mai arrivare a supplicare il suo carnefice di dargli la morte. Perchè se per miracolo ne uscisse un uomo migliore di quanto non sia mai stato, magari col tempo, potrebbe tornare ad essere il marito e il padre che la sua famiglia merita. Devo avere fede in questo.
Coloro che patiscono le sofferenze più grandi sviluppano una maggiore empatia verso gli altri, se non si lasciano spezzare nella mente o non restano prigionieri del desiderio di vendetta.
Ora sembra che anche la madre delle mie "sorellastre" sia venuta a conoscenza della verità, come mi aspettavo non l'ha presa bene. Almeno loro tre sono in salvo e sopporterò volentieri il suo disprezzo pregando che un giorno possa perdonarmi. Che il Piangente mi sia testimone: non ho mai voluto altro che il loro bene da quando le ho conosciute.
Alla fine di questa storia sento più che mai il bisogno di tornare dall'unica famiglia che abbia mai avuto, l'unica che non mi abbia mai abbandonato nonostante io mi sia dimostrato indegno più e più volte. Ho nostalgia di quei giorni al Monastero e forse rivedere i fratelli gioverà al mio spirito inquieto.
Ma non voglio lasciare faccende in sospeso prima di partire. Lo devo ai miei amici e compagni di ventura, soprattutto a coloro che non ci sono più.
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(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 06-07-2019, 15:12 da Caleb89.)
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16 Eleint 1388
Quest'oggi si è spenta Zora Nemetsk, per mano di Lord Ilmeth la Giustizia della valle ha infine fatto il suo corso.
Ma il suo sangue è anche sulle mie mani, poichè è stata anche una mia decisione quella di lasciarla al suo destino. Se solo mi avesse chiesto di salvarle la vita le avrei teso una mano, se solo avesse mostrato un briciolo di pentimento o di dubbio per ciò che ha fatto avrei raccomandato la sua anima ai miei fratelli e ad Ilmater stesso.
Invece ha proseguito con i suoi vaneggiamenti di lucida follia, ridendo della mia pietà la sola cosa di cui si era pentita era di avermi abbandonato alla porta dei nemici della sua fede contorta.
E anche se fosse stato inevitabile a questo punto, mi chiedo se merito davvero una "promozione" per una cosa simile: mandare la propria madre al patibolo. Quale figlio lo farebbe?
Se non altro la mia pietà incondizionata sembra aver avuto un primo esito positivo su Kosef, che ha persino voluto lasciarmi buona parte delle sue ricchezze, le quali ammontano a un valore di 50.000 monete d'oro. E' una somma che normalmente non avrei accettato, troppo generosa anche per le esigenze di un sacerdote avventuriero. Sono tentato di abbracciare per davvero il Voto di Povertà, che solo i più caritatevoli tra noi fanno, ma forse scrollarsi dalla responsabilità di spenderle saggiamente a beneficio degli altri non sarebbe la motivazione migliore per farlo in questo momento.
A differenza di altre volte, il Priore Benedictus me le ha affidate affinchè io ne faccia qualcosa di "costruttivo" che renda omaggio al Piangente. Io avrei pensato al restauro di quell'antico Santuario nel cuore del Cormanthor, che nell'età d'oro del Patto delle Valli offriva riparo e ristoro ai viaggiatori lungo la strada, il luogo sacro in cui abbiamo recuperato il Paniere qualche anno fa. Se ci riuscissi, potrebbe essere la prima vera "scuola" dell'arte marziale degli Affranti, giacchè l'Ordine non ha mai potuto o voluto erigere monasteri nelle Valli, questa forse sarà la cosa che più ci si avvicinerà.
Ma tutto questo dovrà attendere il mio ritorno dalla Madrepatria, dove ho intenzione di ricondurre le spoglie di Zora e seppellirle, credo di doverle almeno questo.
Se il Piangente vuole partirò dopo l'incontro con il lord cormyriano, sperando che possa aiutarci con il caso di Ylenia, anche se ormai tutto sembra ben oltre la giurisdizione di Mistledale.
In ogni caso lascerò l'ingente somma di denaro in custodia al Consorzio delle Vie Alberate aggiungendola alle mie volontà testamentarie in favore del Tempio, nel caso mi capiti qualcosa lungo il viaggio e non dovessi tornare: la prima volta che ho affrontato questo viaggio da solo non ero nessuno, ma in questi anni credo di essermi fatto un buon numero di nemici, nemici che si trovano molto più a loro agio di me nelle città ammorbate da despoti e criminali del Mare della Luna.
Possa San Morgan il Taciturno guidarmi attraverso quelle empie coste e permettermi di fare del bene lungo la via di casa.
Quando i malvagi, miei nemici ed avversari,
mi hanno assalito per divorare la mia carne,
essi stessi hanno vacillato e sono caduti.
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(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 23-07-2019, 16:04 da Caleb89.)
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22 Marphenot 1388
Il viaggio è stato abbastanza tranquillo, per mia fortuna non ho incappato in ostacoli che non potessi gestire con le mie sole forze. Ritornare sui miei passi in quelle città oppresse è stato doloroso, ma questa volta sapevo di poter aiutare un minimo coloro che ne avevano bisogno, evitando di sconvolgere l'ordine pubblico al mio passaggio e limitandomi ad offrire i miei servigi di guaritore le cosiddette autorità hanno preferito spesso chiudere un occhio, anche se di malavoglia.
Devo anche ammettere che portare con me una bara con il cadavere della mia madre degenere ha scongiurato la gente dal fare troppe domande, aldilà dei soliti controlli.
Rivedere alcuni dei fratelli e delle sorelle con cui sono cresciuto mi ha come rinvigorito, nonostante il monastero portasse ancora i segni della Furia dei Draghi la gran parte era stata ricostruita e restaurata. La differenza tra la nuova architettura e le rovine antecedenti la fondazione dello stesso Ordine ora era ancora più evidente, ma la mia curiosità in merito non trovò grandi risposte nella nuova biblioteca. Ormai mi ero allontanato molto dal sentiero ascetico della Rosa Gialla e non ero più uno di loro.
Questa differenza mi fu evidente molto presto: non mi era permesso ricorrere al Potere dei mantra durante gli allenamenti e a parte gli osservatori delle terre selvagge in pochi mostravano interesse verso la disciplina del Pugno Sacro tramandatami dal maestro Xavier, ma neppure questi ultimi comprendevano il totale ripudio di ogni arma.
Nonostante tutto erano comunque entusiasti di come gli insegnamenti del Piangente stavano mettendo radici nelle Valli e il Gran Maestro dei Fiori sembrava l'unico a non essere sorpreso, nè di quelle buone nuove nè della mia decisione di unirmi all'ordine militante degli Affranti.
Passata la nostalgia, ho sepolto le spoglie di Zora in un angolo remoto del ghiacciaio sul quale mi abbandonò quel giorno di molti anni fa, forse il giorno in cui decise di non voler essere mai più una vittima, ma un terribile carnefice.
Guardando verso Nord la mia "vecchia" patria si stagliava fino all'orizzonte frastagliato del tetto del mondo, presto le prime nevi sarebbero cadute ricoprendo anche le alte torri d'avorio di Heliogabalus. In quel momento di contemplazione non ho potuto fare a meno di chiedermi cosa ne abbia fatto Lei della sua vita, o se davvero volessi scoprirlo, dopo l'amara verità sui miei genitori forse non era affatto il caso di indugiare su un capitolo ormai chiuso della mia vita, il cui solo ricordo mi riempiva ancora di vergogna.
Questa nuova saggezza appresa con sofferenza mi ha così riportato alle Valli, dapprima soltanto con la mente e il pensiero rivolto ai sodali e compagni di ventura che attendevano il mio ritorno, poi come la Stella Solitaria mi ha indicato la via attraverso i cieli del Vast e del Cormanthor, che ho potuto solcare grazie a quei portentosi bracciali celestiali in poco tempo.
C'era ancora così tanto da fare: bisognosi da aiutare, torti da raddrizzare, santuari da erigere...
Non abbiate fiducia nella violenza,
non mettete vane speranze nella rapina;
se le ricchezze abbondano,
si distacchi da esse il vostro cuore.
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25 Hammer 1390
E' gia trascorso più di un anno dalla morte di Zora e di certo posso dire di aver tentato di fare del mio meglio per non lasciarmi abbattere da tutto quello che è seguito.
Il ritorno di un vecchio nemico, il signore dei demoni Alfaroth, ha messo in serio rischio il mio progetto di restauro del santuario nel Cormanthor e anche dopo la sconfitta del suo culto qui nelle Valli e dei suoi alleati tra i lucertoloidi, ho cercato di affrettare gli ultimi lavori necessari alla costruzione, prima che il demone potesse architettare un nuovo piano per colpire me o chiunque mi fosse vicino. So bene che finchè lui esisterà nel Multiverso non si stancherà facilmente di darmi la caccia e che forse un giorno sarò costretto a ricambiargli il favore nelle profondità dell'Abisso per mettere definitivamente fine a questa minaccia. Non sarebbe la prima volta, in fondo. Quella stessa magione che sorge a poca distanza dal nuovo santuario, che porta gli stessi simboli deturpati del mio dio, potrebbe essere un ulteriore segno premonitore che le nostre strade si incroceranno nuovamente, là dove il confine tra i nostri piani d'esistenza si è fatto gia così sottile.
Ma pare che tutto questo dovrà attendere: un nuovo nemico si erge gettando la propria ombra su tutto ciò che conosco o che posso anche solo immaginare, non soltanto su ciò che ho costruito con lacrime e sangue. Un Male Antico, stando a quanto dice chi è molto più erudito di me, da segni di risveglio. Non sappiamo ancora di preciso quale o se abbiamo a che fare con più di uno di loro, ma ognuna di queste entità potrebbe aver gia consumato interi piani materiali, dei quali finora anche solo l'esistenza era argomento di dibattito, giacchè nella nostra arroganza definiamo il nostro "Primo".
Se una tale sciagura dovesse manifestarsi nel nostro mondo in tutto il suo orrore, forse questa volta neppure gli Dei potranno salvarci. Temo che persino le nostre stesse anime sarebbero a rischio contro qualcosa di più antico e malvagio delle immonde creature del Multiverso. Mi chiedo cosa ne sarà di noi o della moltitudine di creature che abitano l'intero Toril, anche solo sperare di arginare l'oscura tormenta che si sta abbattendo su di noi richiederà grandi sacrifici, dovremo dare tutto ciò che siamo e che abbiamo da offrire per salvare il possibile.
Prego solo che questo possa bastare.
E Ilmater asciugherà ogni lacrima dai loro occhi,
e non ci sarà più la morte né cordoglio né grido né fatica,
perché le cose di prima son passate.
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