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[Echo] L'eco dei miei passi
#11
Avrei voluto annotare più cose nell'ultimo periodo, ma non ho mai tempo e molte cose bhe.. nemmeno potrei annotarle. Non che queste mie parole siano destinate a qualcuno se non me stessa. Sta di fatto che quelle due notti a nascondermi tra vicoli e ombre mi sono persino divertita. Era proprio tanto che non facevo più cose simili e stavolta, farle per una giusta causa, gli da tutto un altro sapore. I tempi sono ormai maturi e presto qualcosa cambierà qui in città, non so bene come ne verremo fuori ma sono fiduciosa.

Purtroppo il tempo dedicatovi mi ha fatto trascurare altre cose di cui dovrei occuparmi e come se non bastassero, Darry e Cassandra sono riusciti a mettersi nei guai. Lui di proposito ovviamente e dubito per altruismo. Non ho le conoscenze per capire cosa sia stato fatto loro ma farò comunque quanto posso per aiutarli. Inoltre devo fargli comprendere quanto sia stato... imbarazzante? ...dichiararsi così davanti a tutti gli avventori della locanda. Che si aspettava? Una botta fine a se stessa non è cosa mia e una relazione vera non dovrebbe basarsi sulle mie mezze verità e bugie. Ma come gle lo spiego? Fosse un altro lo avrei allontanato e basta.
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Sintomi:
Entrambi accusano amnesie casuali su vicende recenti o dialoghi avvenuti. Cassandra ha avuto anche una perdita momentanea della vista. L'ultima amnesia di Darry ci ha fatto comprendere che non si tratta di una semplice dimenticanza. Non ricordano certi fatti perchè non sono stati compiuti da loro, ma da qualcuno o qualcosa che assume la loro identità. Tuttavia le conseguenze fisiche di tali azioni sono visibili su di loro. Esempio: mentre eravamo a Elventree pare che un secondo Darry abbia pestato a sangue il marito della fruttivendola di Hillsfar, le nocche contuse erano evidenti nel Darry originale.

Ballata:
Si tratta di una specie di canto popolare triste, non il mio genere preferito ma ha commosso persino Cassandra!
A cantare era Gruf il monco, un bardo famoso e molto bravo. Adoro gli spettacoli con giochi di luci magiche, resterei a guardarle brillare per ore. Sembra una persona un po' permalosa ma tranquilla e gentile, non ho idea di come sia finito con un orecchio mozzato.

Vi parlo di un amore tradito

"un giovane orefice di buona famiglia
ed una dolce fanciulla rispettosa
faceva la conciatrice ma sognava sol di divenire sposa

tra i banchi del mercato
tra sorrisi e giochi di parole
la promessa di condividere per tutta la vita l'amore

ma la famiglia del giovane
non volle la ricchezza mischiare
ed il buon nome di mercante rischiare

la svergognarono in pubblica piazza
e lei scappò nella foresta
non trovò più pace e fece una fine... funesta"

Poi Gruf il monco ci cantò altre versioni in cui si faceva riferimento alla fine funesta, la parte d'interesse maggiore per noi. Soprattutto quella narratagli da un boscaiolo in una locanda di Hillsfar.

Molti dei finali della storia recitano più o meno così:

"o dolci fanciulle che l'amore anelate
non è sempre come sentite dire
ciò che vi può dar felicità vi può anche ... maledire"

ma pochi di voi sanno che esistono anche altre versioni
una di esse mi fu tramandata da un boscaiolo e recita:

"ma il ragazzo affranto la inseguì nel bosco
amaramente troppo tardi, la ragazza la sua fiducia aveva mal riposto
una megera scura, orribile, imponente
vicino alla casa del vecchio Royan aspettava la piangente

la convinse ad illudere
la convinse a colpire
la convinse ad uccidere
la sua innocenza fece svanire

il ragazzo morente contro l'amata inveì
tu perdesti la faccia davanti alla gente ma non l'amore
e poi proseguì
finchè non avrai l'amore ritroverai solo un volto
che non riuscirai a guardare nello specchio per molto

il ragazzo cadde morto
della fanciulla non si seppe più molto"

Aura di necromanzia, trasmutazione, divinazione:
Riguardo la nercomanzia, Adrien afferma si tratti di una sorta di vincolo con la creatura senza volto. Quanto accade ai due è ciò che è accaduto a lei. Sospetta si tratti di una Annis o una strega notturna, non che mi sia chiara la distinzione.
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#12
Questo è il racconto di John Rayan, diverso da quanto narrano le canzoni locali, narra dei fatti accaduti 140 anni fa:

Anis era un dolce fanciulla
sorrideva sempre, era gioviale e spensierata.
I suoi genitori lavoravano sodo
ma lei non voleva rilevare l'attività di famiglia
la trovava una cosa noiosa.
Amava fantasticare con me su mondi lontani
su viaggi in mare.
Ci frequentammo per un lungo tempo
e poi la chiesi in moglie.
Le nostre famiglie erano felici del nostro amore
e ci sposammo
e questo fu l'inizio della mia rovina.

Poco dopo il matrimonio mio padre e mio fratello morirono
ora so che fu lei ad ucciderli.
Voleva che io divenissi il capo famiglia
cosicché fossi io a gestire tutto.
Non mi ricordo più se lo scoprii o fu lei a dirmelo
non mi capacitavo ero fuori di me
la rifiutai pubblicamente come moglie e chiesi alle autorità di farla esiliare.
Dopo qualche anno conobbi un'altra donna
cercai di ricominciare
la presi in moglie ed anche lei fu avvelenata da Anis.
Mi lasciò un biglietto
io appartenevo a lei.

Fuori di me la cercai per ucciderla
mi avventurai nella foresta ma non ero un avventuriero
né un soldato od un guardavia
Morente l'unica cosa che desideravo era vendicarmi.
ed una creatura si avvicinò a me
mi disse che poteva aiutarmi nella mia vendetta
che sarebbe stato ancora meglio maledire Anis
condannarla ad una eterna dannazione.

accettai

Essa mi condusse da Anis ed io feci quello che mi aveva detto, la maledii
lei pronunciò delle parole di magia.. non sapevo che avesse dei poteri... 
mi uccise
o almeno pensai così fino a quando non mi risvegliai.
Non ero un guardavia ma per tornare a casa credo di avere provato più volte la sensazione di morire
non mi è dato di morire dopo quello che ho fatto.

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Non so cosa sia esattamente John, secondo Adrien un costrutto inconsapevole del suo stato. Però lui crede di essere qualcosa, stava per dirlo ma poi si è fermato dicendo solo "io sono una..". Afferma di mangiare anche se meno di una persona normale e nel petto mostra il segno di una ferita. Abbiamo pensato fosse quella infertagli di Anis ma dal contesto delle sue parole forse è una ferita auto infertasi con la propria lancia per tentare di togliersi la vita.
Mi ha colpito il meccanismo della trappola nell'armadio con cui custodiva il mantello, con le iniziali J.R. Non è una cosa che si vede tutti i giorni, quella è roba di altissima qualità oltre che letale. Ha due sfere ai lati che è quasi impossibile evitare. E' molto complicato disinnescare una cosa simile, eppure John non è uno avvezzo a questi meccanismi, l'attivazione infatti era piuttosto visibile. Disse che era un regalo ma non di Anis, non ci ha detto altro.
Tutto ciò che vuole e vendicarsi e ucciderla, per questo ha aiutato diversi maledetti ma ogni volta senza successo. Quando Anis ne uccide uno, poi sparisce per un decennio come saziata dalla loro forza vitale. La difficoltà dell'ucciderla consiste nel fatto che Anis assume l'aspetto dei maledetti ed è difficile distinguerli. Mi chiedo se quella trappola o quel mantello abbiano a che fare con la maledizione che tiene in vita John. Ad ogni modo Anis si trova nelle foreste sud, noi però vogliamo trovare la megera.
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#13
*una pagina viene inserita al diario in un secondo momento*

Mi ero resa conto da piccole cose che qualcosa si stava muovendo e coinvolgeva alcune persone che avevo conosciuto qui. Qualcosa di cui non parlavano ma che era importante. Mi conoscevano da poco e non mi aspettavo certo si fidassero ciecamente di me, ma poi mi resi conto che non si trattava di quello. Volevano semplicemente evitarmi guai, del resto metà di loro erano più esperti e capaci di me in certe cose. Io però lo ero in altre e mi feci avanti lo stesso, con una dose di discrezione, un bel faccino tosto e tanta determinazione nel voler far qualcosa di buono con queste mie capacità da ladruncola. Già che mi erano state insegnate e non certo da mio padre.

Nashan mi affidò così un compito preciso e devo ammettere mi divertii a portarlo a termine. Due volte. Poi quando finalmente arrivò il momento spiegò il piano. Presi parte al gruppo che passò dai cunicoli che collegavano l'arena col castello, scoprendo che non erano semplicemente chiusi, ma murati, rallentandoci notevolmente l'avanzata. L'unica porta da scassinare era protetta da viverne, mi infilai quatta quatta tra loro e la serratura e quasi mi venne un infarto quando Eitinel la fece scattare attirando l'attenzione di quelle bestie. Mi spalmai sulla porta sperando non mi mangiassero e fortunatamente se la presero con gli altri, che le abbatterono. Non so se così abbiamo fatto davvero prima ma di certo mi ha messo pepe al culo. Parlo come Cassandra ormai...

Raggiungemmo le porte che furono disintegrate e si riversarono dentro tutti i combattenti, tra cui un Davian vestito da sacerdote di Torm. A tal proposito, devo sfotterlo alla prima occasione. Il combattimento nella sala del trono fu più cruento e così feroce che non riuscii nemmeno ad avvicinarmi. Colpivo con l'arco dove potevo finchè una pioggia di non so che diavoleria magica ferì Luth e ci fece arretrare. Poi era tutto finito. Più rapido di quanto immaginassi. Il resto della notte lo dedicai al piccolo Miro, salvato dalle celle delle loro prigioni disgustose. Mi sorprese un po' come Luth se lo prese a cuore ma qualcuno doveva pur portarlo al sicuro.

Ora volevo capire come sarebbero funzionate le cose. La liberazione era stata fatta per la gente ma per quanto ora spettasse alla gente decidere come organizzare la propria città, erano stati presi accordi. Qualche compromesso per cui in pratica quattro consiglieri erano già al loro posto. Del mercante Blake parlavano tutti più o meno bene a parte Annette ed io l'avevo conosciuto alla festa, bisognava vedere se avrebbe rappresentato i profughi o solo se stesso. Glinda invece era una maga che non aveva alcuna voglia di star lì e si sarebbe fatta sostituire da chissà chi. Ilandra mi piacque subito, era un tipo pratico e grintoso tanto prendere a pugni Mordak proprio li al tavolo. Lui invece non lo avevo mai visto prima, indubbiamente sapeva farsi conoscere e ascoltare i bisogni della gente ma poi bisognava vederne le azioni.

Buttai lì un po' di disprezzo per il tempio della bestia al quartiere nord e mi spiegò che era lì da molto. Ne parlava più come di una tradizione più che un vero culto diffuso, qualcosa che era sempre stato lì per i cacciatori locali. Come se fosse l'unica divinità della caccia che conoscessero. Accennai anche allo schiavismo, che ho sempre disprezzato ma avevo già capito che era una questione da prendere con le pinze. Le nuove autorità avrebbero tenuto più a proteggere i beni cittadini o la povera gente? Finchè un oggetto aveva più valore della vita degli ultimi strati della popolazione, forse era meglio che questi fossero trattati da oggetti.

Avevo compreso che nessuna richiesta al consiglio avrebbe migliorato queste cose. Perchè erano legate alla mentalità delle persone. Non dico che sia una città di gente infame e senza scrupoli ma semplicemente, han sempre ragionato adeguandosi alle autorità locali. Se volevo che le cose cambiassero, dovevo far conoscere loro una mentalità diversa. Far capire che il valore di una vita non era mai inferiore nemmeno ad un diamante. Lo stesso valeva per i cacciatori, dovevano conoscere divinità migliori di una bestia che li avrebbe guidati e protetti nelle foreste.

Non sarebbe stato facile.





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Emmet dai rossi capelli un altro ragazzino di Hillsfar che si è messo nei guai. Suo padre Ernst, un uomo semplice che si occupa di accendere i fuochi dei lampioni, è venuto in locanda per appendere degli annunci, pochi fogli che gli erano costati addirittura 2 settimane di paga. Basta guardarlo così trasandato e due occhiaie da spavento, per capire quanto fosse in pena. Suo figlio di soli 8 anni mancava da casa da due giorni, la moglie era rimasta a casa nella remota speranza tornasse. Erano persone semplici, povere direi e incapaci di leggere o scrivere. Abitano in una delle case lungo il muro della zona nord, verso il mare, non dico un posto malfamato ma sicuramente non ricco.
A quell'età non si scappa di casa per delle ragazzate, non so che ne pensassero le attuali guardie ma avevamo tutti capito che doveva essergli successo qualcosa. Ma nessuno rapisce il figlio di un povero che non ha nemmeno debiti e nemici particolari. Niente riscatto, pensavamo a qualche incidente, una disgrazia. Emmet spesso giocava per le strade con gli altri bambini ma al tramonto di due giorni prima non era rientrato. Ci eravamo recati sul posto ma era mattino presto, nessun bambino giocava ancora in strada e probabilmente dormivano ancora o facevano colazione. Non volevamo però perdere tempo fermi ad aspettarli.
Decidemmo di fare un giro in cerca di potenziali pericoli o qualcosa di insolito, io temevo fosse caduto in uno dei pozzi ma io già conoscevo le loro posizioni e avevo già studiato per conto mio buona parte dei vicoli cittadini. Il pozzo più vicino non era così vicino, dunque guidai direttamente il gruppo dalla parte opposta, nord ovest, per vedere se ci fosse qualcosa di insolito. Eravamo io, Luth, il sacerdote Eric e un tizio che da pochi giorni frequentava il locale di nome... Ignazio? non me lo ricordo. Darry voleva venire anche lui ma ho idea che fosse piuttosto provato... dev'essere faticoso baciare empie fanciulle!

Non riesco a mandar giù quella stupidata. So che non era nulla di che ma penso di essermela presa tanto perchè stavo davvero considerando l'idea di dirgli la verità. Non è tanto il bacio o che fosse il secondo, che peraltro è stato orripilante a prescindere: un Darry che bacia sè stesso! E' che mi ha ignorata totalmente ammettendo di volerlo fare, nonostante le mie opposizioni e senz'altro aggiungere. Anche solo un "non vorrei ma voglio tentare" lo avrei capito. Col rischio di peggiorare la sua situazione... gli sarebbe stato di lezione! Intanto io mi tengo la mia di lezione, ho chiuso con queste cavolate.

Lungo il vialetto vicino c'era del terriccio, probabilmente fuoriuscito dal mattonato stradale rotto. Notammo subito dei strani filamenti bianchi e segni di trascinamento ma c'era anche qualcos'altro che riconobbi. Erano segni particolari, non umani, come quelli del passaggio un ragno. Ma com'era penetrato nelle mura cittadine? Poco più in là trovammo un tombino che dava alle fogne cittadine. Giustamente un bimbo non poteva averlo aperto ma un ragno così grosso sì e non c'era tempo. Balzai dentro mentre discutevano sulle possibilità di trovarlo vivo, certa che mi avrebbero seguita e che ci saremmo insozzati di liquame di dubbia provenienza. Anzi, sapevamo tutti cosa fosse...
Le ragnatele presenti e le miriadi di piccoli ragni non lasciarono dubbi in merito all'accaduto. I miei compagni avevano un solo antidoto e come ormai d'abitudine, il primo ad averne bisogno fu Luth, assalito da un ragno più grosso lungo il cammino. Per fortuna quel tratto di fogne non aveva molti svincoli così, Ignazio faceva luce con una torcia e ci aprimmo la strada fino ad un tratto completamente ostruito da ragnatele. Segno che eravamo vicini ad un nido di ragni o quanto meno la sua dispensa. Usammo le spade per tirar giù quei fili grossi, perdendo un sacco di tempo e attirando ragni sempre più grandi. Quanto meno conoscevamo il "nemico" a parte il sacerdote che si disse più esperto di pesci che di "insetti" ed evidentemente anche di aracnidi.
Di tanto in tanto le armi e le nostre braccia restavano impigliate, tanto da dover prendere a calci alcuni ragni. Poi sentimmo un rumore di chele più cupo e molti ragnetti si ritirarono verso l'interno passandoci letteralmente addosso. Me li sentivo lungo tutta la schiena ormai! Arrivati in fondo vidi la sagoma di quel grosso ragno giacere nell'ombra, non dava segni di attaccarci così lo facemmo noi. Lo aggirai furtivamente per colpirlo da dietro e causargli ferite maggiori ma subito venimmo attaccati da tutti i ragni che prima si erano ritirati. Alcuni di noi vennero morsi ma riuscimmo ad avere la meglio.

Perquisendo la stanza trovammo bozzoli con scheletri ma per fortuna da uno usciva ancora un flebile gemito. Era proprio lui, da come era pallido doveva essere già stato avvelenato ma le cure di Eric e una di quelle piccole pozioni verdi riuscirono a farlo star meglio. Trovammo infine lo scolo da cui erano entrati i ragni, il tubo era stato sfondato dall'interno e sempre il sacerdote con un qualche incantesimo riuscì a richiuderlo quanto basta. Tornando verso l'uscita venimmo travolti dai topi che si riprendevano la loro casa e dovemmo uccidere persino qualcuno di quei piccoli ingrati!
Una volta usciti incrociammo gli altri bambini, che riconobbero il loro amico ancora privo di sensi e ci seguirono tutti gioiosi fino alla casa, dove lo riconsegnammo ai suoi genitori. Questi uscirono tutti grati e riconoscenti ma ci riusciva un po' complicato convincere i bambini a giocare lontano dal tombino almeno finchè non fosse stato riparato. Notai Ignazio giocare a un giro tondo con loro facendoli divertire. Non sapevo niente di lui, a parte che doveva davvero essere senza un soldo ma sembrava una brava persona. Chissà, magari un vestito pulito glie lo avremo trovato. Intanto andai a riposare presto, ma alcune parole di Ernst mi avevano colpita, sulla reputazione non proprio rosea degli avventurieri come noi.
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#14
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Recentemente abbiamo conosciuto un mezzelfo, completamente matto a vedersi coi vestiti tagliati a metà e che parlava come se avesse perso metà di sé stesso. Per gli altri era solo un matto scappato dal tempio di Selune, anche per me lo era all'inizio.. Ma poi quando ci ha parlato di quella sua sensazione e da cosa proveniva, io gli credetti. Riconobbi qualcosa di familiare in quel senso di incompletezza di cui parlava ed ero convinta che in lui fosse tanto forte, al punto di confonderlo, proprio perchè la sua metà perduta era in pericolo.

Era nato da un parto gemellare da madre umana, proveniente da Elventree. Quando erano molto piccoli lei non poteva occuparsene, ma essendo mezzelfi non poteva affidarli a chiunque. Lui fu dato ad una famiglia di Deepingale che gli diede il nome Caleb e lo crebbe fin'ora, disse di avere 21 ma ne dimostra si e no 17. La sua gemella fu riportata a Elvetree e affidata ad un mago, un avventuriero di nome Radalf, sempre in viaggio che l'ha chiamata Elora e cresciuta come sua apprendista e una figlia.
Speravano che senza essersi mai conosciuti non si sarebbero ricordati l'uno dell'altra, ma Caleb per tutta la vita si è sentito come se gli mancasse qualcosa. Aveva incubi che peggioravano col tempo, poi un giorno arrivò a tagliare a metà tutte le sue cose, vestiti compresi, non riconoscendoli più come suoi. Ritiene che quello è il giorno in cui la sorella è scomparsa dopo la morte del mago durante una spedizione... quasi un anno fa.

Tutti sono convinti che ormai sia tardi, non possa essere sopravvissuta tanto e anche io l'ho creduto... finchè non mi ha preso la mano. Mi ha guardata negli occhi, sembrava spiritato e ha detto nel suo cuore sa che è ancora viva.. anzi ha detto vivo... poi si è corretto. Nei suoi incubi Caleb vede un labirinto e sa che deve arrivare al centro ma non riesce mai. Ci ha descritto vagamente il posto e Leonides sembrava averlo visto una volta. Quanto basta da preoccuparlo molto l'idea di tornarci. Caleb però era così sicuro da essere disposto ad andarci da solo.
Nei suoi incubi Caleb entra nel labirinto al tramonto e sotto la luce lunare vede i suoi genitori. Vede in particolare sua madre e sa che è lei anche se non riesce a vederne il volto. Poi vede tutte le cose di cui ha avuto paura ma più grosse e terribili di come dovrebbero essere. Ha elencato il cane dei suoi vicini, i goblin che minacciavano il villaggio, ragni ... tutti enormi. Poi ha parlato degli specchi, che non guarda mai perchè sa che facendolo vedrebbe qualcosa che non dovrebbe esserci. Inoltre aveva la sensazione di aver fatto cose che in realtà non aveva mai fatto, l'esatto contrario della situazione di Darry e Cassandra.

Poco prima di andare, Caleb ci ha guardati. Stavo pensando come muoverci e non ci ho fatto molto caso finchè non ha detto che non era colpa nostra, ma stava guardando me. Caleb si è stupito per averlo detto, disse che gli era solo venuto in mente e nemmeno lui sapeva a che si riferisse. Poi lungo il cammino compresi che non si riferiva a Elora ma a me e non ne parlai oltre.
Trovammo poi il labirinto e dovendo pronunciare delle "nostre verità assolute" per aprirlo, dissi che ero nata da un parto gemellare. Tobin confessò di aver timore dei coleotteri e Xovar di essere troppo orgoglioso per ammettere i suoi errori.. entrambe cose che già sapevamo tutti. Eric non ricordo, sicuramente qualcosa sui pesci, Ignatius disse la sua età. Poi ci siamo ritirati per tornare più in forze.

Ho litigato con Darry per questo, che ritiene quel Caleb solo un pazzo. Nemmeno io posso esserne sicura, ma sono convinta che Elora sia viva e credo di avere una vaga idea di come abbia fatto... o meglio credo sia stato il mago a salvarla ma nel contempo imprigionarla. E' tutto perfettamente logico!
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#15
Sono stata alla Gilda dei maghi per verificare se la mia teoria era una possibilità, altrimenti non mi avrebbero mai creduta. Inizialmente nessuno ricordava il mago Radalf, ma i maghi si intrigarono molto all'idea che qualcuno potesse essere imprigionato in uno specchio. Fecero delle ricerche e mi dissero che in effetti esiste uno specchio magico in grado di farlo, ma si tratta di un oggetto raro e di grande potere. Dissero che era ingombrante, per cui difficilmente il mago se lo portava in giro. Che lo avesse trovato sul posto? O magari non c'entrava niente ma non avevo altre idee.
Alla Gilda videro che in effetti c'era un certo Radalf iscritto alla Gilda, ma da circa 15 anni non rinnovava più l'iscrizione annuale. Mobilitarono quindi i maghi più anziani e scoprirono che Radalf veniva da loro quando passava da Hillsfar nel periodo in cui era rettrice Glinda. In tal modo non era costretto a fingere costantemente che Elora fosse sua schiava. Quando Girella ha preso il posto di Glinda, era cambiata anche la linea morale della Gilda e non si era più fatto vedere.
Glinda fu molto disponibile ma non aveva notizie molto recenti del mago, ovviamente. Il suo racconto fu però interessante. Mi raccontò che Radalf era un divinatore fedele a Savras, un semidio legato alle sfere della magia e della divinazione. Aveva preso Elora con sé perchè durante la festività nota come La Visione, che i fedeli di Savras celebrano durante la Festa della Luna, aveva avuto una visione. Savras gli aveva chiesto di cercare due gemelli, maschio e femmina, che sarebbero diventati dei veggenti nel suo nome.
Il mago riuscì a trovare Elora e a prenderla con sé, ma non trovò mai l'altro bambino, anche se non perse mai le speranze. L'ultima volta che Glinda vide Elora, era una graziosa mezzelfa di 4 o 5 anni. Glinda ricorda anche le ricerche di Radalf. Egli cercava un luogo particolare nel Cormanthor che fu caro a Savras, ma che poi fu corrotto da Cyric, Principe delle menzogne. Da quel che ricorda Radalf non era mai riuscito a trovarlo o capire quale fosse il luogo, forse però lo scorso anno lo aveva individuato nel labirinto e per quello vi si era recato con Elora.

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L'idea dello specchio intrigò anche gli altri abbastanza da credermi, anche se era solo un'ipotesi. Così tornammo al labirinto consapevoli che avremmo dovuto affrontare le nostre paure in qualche modo. Il fatto che anche io fossi una gemella non era più un segreto ma tanto il Faerun era pieno di gemelli. Ero molto legata al mio ma non so se ci saremmo mai "percepiti" come Elora e Caleb. D'altro canto facevamo tutto assieme, eravamo inseparabili un tempo, in un'altra vita. Sento sempre la sua mancanza.
Pochi passi nel labirinto in una strana nebbia e i miei compagni iniziarono ad essere strani. Poi toccò anche a me e mi ritrovai Arun accanto, così com'è stato l'ultima volta che lo vidi. Solo che stavolta parlava, accusandomi e insultandomi come non avrebbe mai fatto il vero Arun. Capivo che erano solo menzogne di quel posto ma era impossibile non sentirlo. Ripetevo che non era colpa mia, che fu una sua scelta, una terribile scelta e non ebbi modo di fermarlo.
Evitavo di guardarlo ma faticavo a ignorarlo per trovare una strada che non fosse l'ennesimo vicolo cieco. Poi sentii Leonides che spronava me e gli altri a proseguire senza fermarci. Risate misteriose e inquietanti ci sfottevano ogni volta che sbagliavo strada. Mi accorsi che tutti cercavamo di scacciare qualche "fantasma", qualcuno piangeva. Ricordai le parole di Caleb che ora acquistavano un senso.

"non era colpa vostra"

Raggiunto al centro tutte le illusioni scomparvero così come erano apparse e ci fu silenzio. Davanti a noi c'era solo un ingresso per una costruzione che si sviluppava sotto terra. La porta iniziò a sanguinare formando una scritta: Spargi il sangue del più debole. Sembrava un invito alla scazzottata. In diversi ci tagliammo una mano ma funzionò con Tobin. Che poi tanto debole non era, quando una sua copia uscì dalla porta.
L'ingresso dava su una fontana da cui si aprivano altre porte. Guardai nell'acqua e, potrei essermelo immaginato, ma per un istante mi parve che invece del mio riflesso ci fosse un demone sogghignante. Forse erano solo nervi tesi oppure era per quello che Caleb evitava specchi. Intanto il nostro gran casino attirò un sacco di demoni da tutte le stanze intorno.
Finito il combattimento i muri si misero a sanguinare formando la scritta: Chi di voi possiede l'autorità? Qualcuno disse che ero la loro guida e me li trovai inginocchiati a leccarmi gli stivali in modo imbarazzante... tutti tranne Leonides ed Eric. Dissi che ero io per farli smettere e subito sentii una vocina deridermi. Xovar fece i gargarismi. Nelle varie stanze trovammo poco ma i vari libri di divinazione e magia suggerivano che fosse proprio quello il luogo di Savras. Trovammo anche una specie di occhio di vetro, troppo piccolo per uno Xovar, non pareva magico ma lo portammo con noi incuriositi.
In un'aula piena di banchi rotti comparve sulla lavagna la scritta: Chi è l'assassino? Ci sentimmo tutti assassini, tra chi negava con vigore chi lo ammetteva colpevole. Venimmo derisi dalle solita risa e chi si era opposto si ritrovò con le mani colme di sangue caldo. Trovammo altri demoni ma nessuno specchio. Non un vero e proprio specchio almeno.

Ci ritrovammo infine in una sala per rituali, molte statue erano state distrutte per far posto ai simboli del Sole Nero. Fermi in cerchio c'erano le nostre esatte copie, che ci fissavano sogghignanti. Al centro era legata una donna svenuta. La mia Echo prese parola invitandoci a liberarla, tanto il Principe delle Menzogne avrebbe vinto lo stesso. Discutemmo un po' tra le sue provocazioni e poco velate frecciate al mio mentire.. quando tutto qui era una menzogna. Chi chiese chi volesse sacrificarsi per Elora e alluse al sacrificio di Arun.
Allora mi stufai e dissi di guardarli attraverso l'occhio di vetro. Tobin disse che erano tutti demoni a parte la ragazza, che era umana ma particolare. Forse aveva il segno della veggenza, un terzo occhio sulla fronte. Intanto ognuno se la vide con le provocazioni del proprio demone personale. Il mio cominciava a parlare un po' troppo allusivamente dei fatti miei, distorcendoli tanto per irritarmi meglio. Poco importa, non me ne sarei mai andata da lì senza averli uccisi. Spronai all'attacco e partii proprio da quella piccola bastardella lei.
Fu un lungo combattimento. Cioè, noi ci abbiamo messo poco a sconfiggere i nostri demoni, qualcuno fu ferito, ma Leonides... erano pari e noialtri rimasti non riuscivamo a colpirlo in modo decisivo. Alla fine fu la sua copia ad arrendersi, gesto alquanto sospetto ma non ce lo facemmo ripetere. Presa la ragazza tornammo a Elventree solo per l'amara scoperta.

Avevano preso Caleb.
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#16
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E' stato trovato il cadavere di Lazlo al porto, uno degli uomini al servizio dei Morris. Parlava di un quadro e un pagamento, affari di Cassandra di cui non m'impiccio, lei semplicemente lo aveva rimandato dal padre perchè avevamo cose più urgenti da fare. Voci descrivono il corpo ritrovato come orrendo, lievemente rinsecchito, le orecchie atrofizzate e incartocciate, la bocca piena di piaghe e senza denti, gli occhi vitrei senza pupilla e il naso senza la cartilagine terminale. Le stesse voci dicono che si spacciasse per un parente dei Morris. Sappiamo essere Anis la colpevole, ed è terribile. Le sarà stato facile avvicinarlo con l'aspetto di Cassandra e maledirlo...

Nessuno dovrebbe finire così, nemmeno il peggiore dei criminali. 

Noi invece siamo riusciti a portare Anis da John e farli parlare, ma non è bastato. Ogni volta che John sembrava convincersi una strana ombra fuoriusciva dal suo petto per poi venirne nuovamente risucchiata e lui diventava violento. Anis ci ha costretti a non fargli del male in ogni caso, altrimenti avrebbe ucciso Cassandra e Darry. Loro due comunque non riuscirebbero a fargli del male nemmeno volendo. Questo ha reso le cose più complicate finchè non siamo riusciti a disarmarlo e immobilizzarlo.
Adrien ha dovuto aprirlo, letteralmente, proprio dove aveva la ferita annerita e ricucita in malomodo. John non si addormentava con le droghe e nemmeno provava dolore, ma la cosa più assurda...  era che non aveva più il suo cuore. Una sorta di necromanzia disse Adrien e tra i simboli strani Adrien anche una scritta in lingue strambe:

"il cuore è mio, il corpo è tuo"

Dovevamo ritrovare il suo cuore, in mano a quella dannata megera. La nostra unica pista era la scia di cadaveri di gnoll senza cuore che aveva lasciato nella foresta a sud est. Fu allora che Cassandra propose a Cassanis di tenere John legato e proteggerlo coi suoi gnoll fino al loro ritorno. Ma le propose anche di mangiarsi i pirati bastardi lungo la costa vicina. Non dissi niente sul momento, pensavo Anis fosse sazia fino al prossimo decennio... e invece no. Cercò di raggiungere Karl, il vecchio aiutante di John, che avevamo rinchiuso di sopra. Voleva divorarlo cosa che non le permettemmo. Promise quindi di proteggerli entrambi e tenerli qui ma dovevamo dargli qualcuno, non poteva farne a meno.
Mi tornarono subito in mente le voci che giravano al porto sull'orribile morte toccata a Lazlo. Qualcosa non mi tornava ma in quel momento il mio pensiero era solo fermarla. Impedirle che altri facessero una fine così atroce, c'erano stati già abbastanza morti e uno di troppo. Nessuno darebbe mai un fico secco per un bandito ma non m'importava. Non si trattava di fermare o punire dei malvagi ma di dargli la morte per un nostro interesse. Non potevo accettarlo, fu una pessima idea la mia ma dovevo impedirlo.

Mi offrii e lasciò che mi desse quel suo lungo bacio ironicamente dolce nella sua crudeltà.

Non mi interessava che nessuno avrebbe mai capito il mio gesto, a malapena lo capivo io. Quelle erano robe da Arun, lui era il "paladino" sempre pronto a difendere i deboli a costo della sua stessa vita. Io ero solo una stupida e sapevo benissimo che mi sarebbe costato caro e probabilmente la vita. Eppure ancora non me ne pento, anche se ho dovuto abbandonare Caleb per trovare la megera. Spero solo che gli altri riescano a ritrovarlo sano e salvo. Un pensiero però mi tormenta ancora... Perchè Lazlo non ha saziato Anis?
"Come ti chiami?" "Echo" "Echo?" "Echo"
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#17
Devo annotare tutto prima che dimentichi. Non so quanto ci vorrà prima che la maledizione faccia effetto, qualche giorno dovrei averlo ancora. Consegnerò Georg al Tempio di Selune con gli altri ma poi dovrò rientrare subito.

I malariti voglio Georg o ci daranno la caccia uno ad uno.
Ho provocato il sacerdote, non devo scordarlo.
Cinque giorni.

Ho segnato in alcune pagine i sentieri principali che attraversano la foresta.
Comincio a dimenticare persino i collegamenti tra le cittadine.
Ho usato i vecchi segni dei cacciatori del nord.

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La strega si trova a sud est di Hillsfar.
Dirigersi a est del forte degli gnoll.
Seguire le tracce dei corpi senza cuore a sud est.
Sud est, importante, sud est.

Luth mi ha chiesto di mio fratello, ricordavo tutto di lui ma non il suo volto. Non posso aver dimenticato il suo volto!
Dovrei annotarmi ciò che mi ha confidato, almeno lui è stato discreto.


*seguono alcune pagine strappate, dove Echo aveva segnato velocemente alcuni appunti in diversi momenti dei giorni successivi.*
"Come ti chiami?" "Echo" "Echo?" "Echo"
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#18
Seguendo tracce lasciate dagli gnoll a cui era stato strappato il cuore, trovammo il covo della megera. Era protetto da grossi esseri orribili, fatti di pezzi di carne diversi e uniti in qualche modo. Fu arduo combattere contro di lei, era molto forte e ogni volta che riuscivamo ad avere le meglio, spariva. Poi rideva e ci attaccava ancora nei momenti peggiori. Così fece quando rimanemmo di guardia mentre metà di noi si erano calati nel suo nascondiglio. Riuscimmo a respingerla ma era quasi costata la vita, così ci calammo di sotto coperti da Darry. Lei attaccò proprio quando era solo, senza permettergli di scendere. Io finii a gambe all'aria e insistemmo per prendere su quanto potevamo e andarcene, prima che si portasse via Darry.
Durante il tragitto di ritorno forzammo il passo nonostante le ferite fino a Elventree. Avevo la chiara sensazione di essere seguiti e non potevamo permetterci di essere raggiunti. Ci fermammo a Elventree per rimetterci in salute mentre Brandi e Adrien cercavano di capire cosa avessimo recuperato. Passai la maggior parte del tempo al Tempio dell'Unicorno, ogni volta che uscivo avevo una brutta sensazione. Mi sentivo continuamente spiata da qualcuno del luogo, che poi spariva appena lo inseguivo. Giurerei di aver sentito per un attimo riecheggiare nell'aria alcune parole incomprensibili. Come se non bastasse, di giorno il sole non mi dava calore, la notte il sonno era privo di sogni o incubi. Era come se fossi vuota, nemmeno la birra e il cibo mi davano piacere.

Tre giorni dopo finalmente eravamo pronti per tornare alla casa di John. Adrien disse che dal covo avevamo recuperato un pugnale sacrificale, 4 cuori e uno scrigno. Riguardo quest'ultimo parlò di un focus ma non capii bene che intendesse. Per noi erano comunque più importanti i cuori e questi erano segnati dalle lettere T, J, J, A. L'unico privo di cuore era John ma Adrien riteneva che la A fosse di Anis. I due con la J fortunatamente erano di misure diverse, uno troppo piccolo per appartenere a un umano adulto. Adrien non sembrava sicuro di come procedere, nessuno di noi aveva mai fatto niente di simile. Non restava che provare.
Sopportavo poco fin dall'inizio quella situazione e a furia di essere continuamente ignorata da loro... bhe si ero proprio in collera. Cassandra fu solo l'ultima goccia, disse che aveva portato ad Anis dei pirati per nutrirla nonostante il mio sacrificio. Non gli è mai importato un fico secco degli altri ed Adrien pendeva dalle sue tette labbra qualunque cosa facesse. L'errore è stato mio, devo fare più attenzione a chi presto aiuto... ci vorrà un po' per sbollire questa cosa. Dubitarono anche quando mi accorsi di un'altro elfo che ci spiava e che fuggì ridendo appena mi accorsi di lui. Gli altri pensavano me lo fossi inventato o che stessi impazzendo. Poi ancora lungo la strada notai che qualcosa ci seguiva, non ci diedero grande peso finchè la strega non ci ha attaccati nuovamente.

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Versando non poco sangue questa volta riuscimmo quasi ad averla vinta, così tornò cercò di patteggiare nascosta alla vista. Rivoleva il suo scrigno ma rifiutammo ogni accordo, così decise di minacciarci usando i nostri nomi. Passarono di lì Valen, il Braciere ed Annette e noi sembravamo dei pazzi che parlavano al vuoto in mezzo alla strada. Chiesero spiegazioni e con queste, al paladino ignaro sfuggirono alcuni nostri nomi. Divertita ribadii subito che non era certo quello il mio nome, a ruota lo fecero anche gli altri, in modo molto meno convincente. Incuriosii persino il Braciere stupito dalla mia affermazione. Cassandra minaccio di distruggere lo scrigno e la strega di uccidere Anis. Riassumere ai tre la situazione non li tranquillizzò affatto, anzi decisero di seguirci.
Arrivati sulla costa trovammo dei corpi, non era opera di Anis o della megera, bensì degli gnoll di guardia. Riconoscemmo molti avventori del Diamante, attirati da strane voci che circolavano nei bassifondi. Altro sangue versato senza motivo. Entrammo in casa, Valen e Luth rimasero di guardia fuori. Adrien cominciò ad armeggiare col cuore A quando la strega rinnovò le sue minacce. Voleva buttassimo lo scrigno fuori dalla finestra e Cassandra lo stava tenendo ma minacciando di bruciarlo se non avesse prima parlato. Una situazione di stallo che durò decisamente troppo. Brandi mi disse di agire, ma non era quello il cuore che ci serviva. Ci serviva il cuore J, ma non mi diedero retta finchè non lo disse la strega. Ed anche allora dovetti insistere che era quello più "grande", finchè il Braciere non confermò che l'altro era di elfo.

Finalmente si decise a operare, con qualche perplessità notando il coso con le rune che la strega aveva messo nel torace di John. Quando finalmente gli fu reso il suo vero cuore e guarito dalle ferite, nulla parve accadere. Allora dissi ad Anis di baciarlo, che era quello il momento e almeno lei mi ascoltò subito. John finalmente la riconobbe, per un attimo lei tornò al suo reale aspetto. Ci guardò sorridendo in lacrime, avrà avuto la mia età più o meno. Mentre si baciavano diventarono polvere che cadde al suolo in mille granelli. Dopo 140 anni erano finalmente tornati assieme, ma non era ancora finita.

Corsi di sopra cercando il vecchio Karl. Lo trovai in pessime condizioni, era stato legato troppo stretto e Anis si era scordata di nutrirlo. Lo trascinai di sotto chiedendo aiuto al Braciere, che lo curò facendo notare che stavamo ampiamente abusando della sua bendisposizione e che voleva parlarmi. Ma non era finita. Brandi spiegò che nel covo della strega c'era un altare col nome di Troz'Durc, una qualche sorta di principe demoniaco. Attirò l'attenzione di Annette e le disse di averne sentito parlare da un mago nella Città del Canto, come di un demone dedito alla corruzione e con un certo seguito. Come la strega che su quell'altare metteva insieme i pezzi delle sue creature. Poi Brandi ha parlato di un teschio con una A rovesciata ma avevo già perso il filo. E non era finita!
Sentimmo volare un Tyr da fuori e scoprimmo che era il paladino ad essere finito giù dal dirupo. Nel farlo si era rotto una gamba, un braccio e chissà che altro.. però aveva atterrato anche la strega spaccandole la testa. A occhio Luth ne aveva fatto un puntaspilli per sicurezza. Così abusammo ancora della benevolenza del Braciere che recuperò e curò Valen e infilò la strega in una borsa conservante in attesa di un camino adatto. Luth recuperò invece lo scrigno che porsi a Brandi, certa che sicuramente lo aveva già scassinato Cassandra. In effetti Brandi lo aprì facilmente, ma era vuoto. Non ho ben capito se era una roba magica, o se Cassandra aveva rimosso il teschio preventivamente. Ora si che era finita, a parte una cosina.

Di solito non sono vendicativa ma stavolta... giuro.
NESSUNO
mi toglierà la soddisfazione di ricordare a Darry che è stata la teoria di una cacciatrice a funzionare!

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#19
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C'è un'avventura di cui non ho ancora scritto, che ha richiesto diverso tempo e diverse volte fu lasciata da parte per cose più urgenti. Tutto è cominciato diverso tempo fa, quando con altri mi ero inoltrata nella foresta in cerca di legna e piante particolari, come spesso facciamo ancor oggi. Quel giorno però trovammo una lepre, che non aveva niente di strano all'apparenza, se non che in qualche modo aveva squartato una preda più grossa di lei. Mi pare una volpe o comunque sia un'animale ben al di sopra delle sue possibilità, normalmente. Una lepre ardita che poi tentò di caricarmi mentre la guardavo piuttosto perplessa da tanta aggressività.
Pareva sporca di uno strano liquame nero e ne seguimmo le tracce trovando una fiala rotta con tale sostanza. Non cresceva l'erba dove si era versata e Tobin riuscì a ricomporne l'etichetta. Pareva che la lepre si fosse sporcata o avesse ingerito tale liquido, cambiando la sua natura da paciocca palla di pelo a predatore feroce. La cosa più strana è che trovammo una conchiglia violacea, una cosa tipicamente marina, in piena foresta. Le tracce ci portavano verso un tempio in rovina, ma il sacerdote Thule non volle inoltrarsi con noi al momento, riconoscendo quel posto come troppo pericoloso.
Così tornammo e creammo due gruppi distinti. Il nostro doveva cercare altri esemplari di tale conchiglia, per capire da dove venisse. Altri, ben più preparati, andarono col Braciere a curiosare in tali rovine. Altri ancora fecero diverse ricerche su tale liquido, Adrien ci parlò persino del sangue nero di Bhaal e della sua morte al ponte Boareskyr, che ne inquinò le acque. Il gruppo del Braciere trovò fin troppo, un sacco di cose che richiedevano qualche approfondimento, un sacco di diavoli pericolosi ed anche un frammento dello stesso tipo di conchiglia a confermare che era il posto giusto.
Noi però non riuscivamo a trovare nessuna conchiglia del genere lungo la costa locale e nessuno pareva conoscerle. Qualcuno pensava che semplicemente si trovassero solo in mare aperto e i suoi colori di certo ricordavano tali acque. Testarda girovagai per il porto chiedendo ai marinai, che di cose sicuramente ne vedevano tante in giro. Qui conobbi il vecchio Sam, un anziano marinaio simpatico ma duro d'orecchi, tanto che gli altri marinai passandosi la conchiglia di mano in mano appesi alle vele, finirono col farla cadere in acqua quando arrivò a lui.
Il vecchio Sam fu gentile, mostrandomi la sua conchiglia, identica a quella perduta. La portava al collo come portafortuna da circa 30 anni e mi raccontò così la storia di un'isola misteriosa in mezzo al mare in cui incapparono per caso, sfuggendo a una tempesta. Non sapeva dirmi con esattezza la sua posizione e non vi tornò più, ma disse che era piena di tali conchiglie. Mi abbozzò alcune indicazioni nautiche che portavano da qualche parte a nord est del Faro. Un'altra storia fu spiegare al braciere che ero una cacciatrice e di carte nautiche ne sapevo tanto quanto lui.
Fu imbarazzante perchè non volevo deluderli ma lui era cocciuto e coi suoi poteri ci fece letteralmente volare come nuvole per raggiungerla. Arrivati al largo ci rendemmo conto che tal mezzo era inadeguato per attraversare i grossi temporali del mare aperto. Così tornammo indietro e un pescatore gentile spiegò le indicazioni di Sam e ci narrò di tale isola, come una sorta di leggenda. Pare che misteriosi temporali spesso la circondavano nascondendola ai marinai. Da quanto sapeva, non vi era nulla di interessante o prezioso da attirare viaggiatori, vi si avventuravano solo i curiosi e talvolta senza farne ritorno. Un'altra storia fu convincere il sacerdote di Kossuth a procurare una nave e imbarcarsi.

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Passò diverso tempo da allora e diverse cose successero a Hillsfar, di cui già ho scritto. Poi partimmo per mare diretti all'isola fantasma con la nave del capitano Kheesh. Il gruppo era composto da.. me... e quelli che erano conosciuti come gli eroi delle Valli, veterani di tante battaglie, che evidentemente non avevano trovato altri che... me... dotata di particolari capacità manuali e un certo fiuto. Si ero un po' il loro cagnolino da caccia tanto felice di aiutarli ma terrorizzata allo stesso tempo. Ma era solo uno scoglio deserto, che poteva mai succedere?
Il primo giorno di viaggio fu tranquillo e mi dilettai a guardare lo stoico sacerdote meditare nella stiva pur di non guardare quanta acqua lo circondasse. Il mattino dopo ci svegliò un forte temporale e tutta la sua stoica calma del Braciere si infranse contro un'onda che lo colpì in pieno viso, con nostro sommo divertimento. In breve appresi l'intero repertorio delle migliori bestemmie kossuthiane, comodamente seduta su una cassa... che... spero non contenesse nulla di importante, perchè ci vomitai dentro buona parte della colazione del mattino, punita dallo stesso mare movimentato. Una tempesta che con ogni probabilità avrebbe indicato il nostro arrivo... o che saremmo colati a picco.
Fu allora che il Capitano Keesh ci raccontò che l'isola veniva chiamata "fantasma" per via delle tempeste che la nascondevano, ma soprattutto che fu per lungo tempo un covo per i peggiori trafficanti del Mare della Luna. Di questi però non c'era più traccia da una quindicina di anni ormai, voci parlano di una battaglia sull'isola in cui sono morti tutti, senza alcun sopravvissuto. Ogni tanto arrivava qualche curioso o cacciatore di tesori che decideva di avventurarvisi spinto dai racconti misteriosi.
L'isola, effettivamente era cosparsa di conchiglie violacee ma anche innumerevoli scheletri e armi arrugginite. Più che una battaglia sembra esserci stato un massacro totale, dove nessuno pareva aver avuto la meglio. Molte cose erano state depredate e il poco rimasto era  marcio o di poco valore, così ci infilammo in una vecchia locanda abbandonata. Qui trovammo l'ennesimo scheletro riverso su di un letto e le pagine di un libricino  sparse accanto a lui. Lo scheletro cadde a pezzi appena lo sfiorai e il teschio rotolò sul pavimento con uno strano rumore. Non so ancora come ma dentro vi era incastrato un dado d'osso a 8 facce, solo rompendo il teschio riuscimmo a estrarlo.
Lessi le pagine ad alta voce di quello che pareva il diario di un capitano, probabilmente pirati. Avevano trovato questa pietra e delle boccette in una stanza segreta di un tempio lontano. Durante il viaggio uno dei suoi aveva perso una boccetta ed erano giunti qui, senza capire cosa fossero. Poi l'uomo descriveva orribili incubi in cui parlava del tempio, di sacrifici umani per aprire una grossa porta e cose assurde. Nelle ultime pagine pareva aver perso la ragione e in qualcosa lo indusse a usare le fiale per eliminare i suoi nemici. Le restanti pagine erano bianche, tranne l'ultima, che troppo tardi mi resi conto che era meglio non leggere.
Non so che lingua fosse ma ne seguì un rimbombo che risvegliò tutti, ma dico tutti, gli scheletri dell'isola. Ecco cosa può succedere quando ti porti dietro qualcuno che... ma io non avevo idea che fosse una formula magica, non ho nemmeno idea di che lingua fosse! Quei non morti per i miei compagni erano una bazzecola ma erano davvero tanti, ma così tanti che presto diventarono un problema e faticammo a raggiungere la riva. E io avevo solo un arco, avete mai provato a colpire una gabbia con delle frecce? ecco.
Valen mi tenne alle sue spalle per coprirmi perchè non facevo a tempo ad abbatterne uno che altri tre mi circondavano. Poi vidi Eitinel, quella che dice di non essere affatto combattiva, avvolgere un grosso essere tra le fiamme... ma poi si fece strada un'altra cosa ossuta ancora più grossa e gli scheletri stesi coi poteri divini si rialzavano ancora. Fortunatamente dalla nave videro lo scontro e ci vennero a prendere appena in tempo. Non se la presero con me ma ero molto dispiaciuta e ecco... Xovar non dovrà mai saperlo.

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Passò altro tempo in cui i nostri eruditi fecero delle ricerche su quanto trovato. Nel frattempo però qualcosa continuava a muoversi tra le oscurità di quel maledetto tempio che pareva ormai dimora di creature infernali piuttosto audaci. Noi stessi, cioè io con un altro gruppo di gente, ne trovammo alcune nella parte di foresta a sud di Elventree. Le seguimmo scoprendo che avevano massacrato, torturato e ucciso degli uomini, un gruppo di banditi tra cui un noto ricercato. Chi ne capisce spiegò che non si trattava di "semplici" evocazioni ma che probabilmente erano arrivate qui attraverso qualche portale. Entrammo nel tempio ma superammo appena il salone che dal pozzo uscirono alcuni di questi diavoli, sempre più forti e pericolosi, così fummo costretti a ripiegare.
Avvertii il Braciere che qualcosa stava succedendo rimise insieme il gruppo, quello forte, dicendomi che gli servivo assolutamente.. sempre per le mie manine capaci. Di solito capaci, ma come fai a lavorare bene quando ti tremano persino le gambe? Non mi azzardai a leggere niente di niente, e mi limitavo a ehm.. restare viva senza pesare su loro, toccare cose senza farle esplodere e cercare passaggi segreti. In qualche modo Eitinel aveva scoperto che c'erano 3 chiavi nascoste in questo tempio, di cui una era quella trovata sull'isola.
Il sacerdote e gli altri spiegarono molte cose su quel tempio, il dio morto e i tre dei orribili che si spartirono i suoi domini. Ma non ho fatto in tempo ad appuntarmi niente e ormai, con tutto quello visto e successo li sotto, non ricordo quasi niente. Dapprima il Braciere si azzardò a infilare il braccio in una polla di sangue, ancora non so perchè. Si arrabbiò tantissimo per averlo tirato fuori a forza quando ci sembrava stesse venendo risucchiato o stesse svenendo, va a capire. Disse che era sul punto di scoprire qualcosa, che non sapremo mai.
Ogni stanza successiva era piena di sangue, sporcizia e chiari segni di torture che questi abomini si erano inferti a vicenda nei loro giochi perversi. Molti diavoli erano ancora presenti ma fortunatamente eliminarli era compito loro. Io dovevo tastare, non far esplodere nulla, non leggere nulla e trovare le stanza segrete. In effetti ci misi un po' ma alla fine trovai due passaggi che portarono a piccole stanzine con queste strane chiavi. Si trattava di altre due pietre, una rossa e una nera, che con quella bianca avrebbero aperto una porta enorme nelle profondità del tempio.
Il Braciere con le sue conoscenze le mise nell'ordine giusto, ammetto che spiegò anche bene, in modo semplice e comprensibile tutta la storia che c'era dietro. Ma quella porta portava a qualcosa ancora più in profondità, qualcosa in rovina e ormai perduto da chissà quanto tempo. L'ingresso ci portò a un ponte di pietra che attraversava un enorme baratro, dal quale si alzavano fortissime folate di vento ad intervalli regolari. Finii quasi di sotto prima di capirne il rimo e superare il ponte riparandomi nei vari piloni.
L'aria era molto pesante e calda, come se fossimo vicini al magma e questo tempio sotterraneo si sviluppava in stretti corridoi da cui si aprivano diverse stanze ad oggi occupate da questi diavoli. C'era persino un'arena, sale di tortura, gabbie e varie cosine poco carine. Alla fine trovammo una grossa sala con un portale altrettanto grosso e incredibile che pareva aprirsi da qualche parte negli Inferi. Credo. Era circondato da diversi diavoli assassini che ci intrattennero mentre i più forti concentravano i loro colpi contro un diavolo ancora più grosso, imponente e più spaventoso di qualunque cosa abbia mai visto prima. Persino il Braciere fu quasi ucciso da questo... coso.
Rimasi a guardare ormai esausta, mentre alcuni cercano un modo per chiudere quel portale. C'erano dei grossi cristalli, qualcosa che dava energia per tenerlo aperto, forse il calore che usciva dai pilastri. Non lo so. A un certo punto Etinel pareva davvero spaventata da qualcosa che si avvicinava ed era sul punto di uscirne quando finalmente lo chiusero... facendo a pezzi qualunque cosa fosse su quei pilastri. Appena in tempo, alla sua chiusura un grosso braccio minaccioso cadde a terra reciso. Poi andammo via, ricordo molto poco del ritorno... ero così stanca...
"Come ti chiami?" "Echo" "Echo?" "Echo"
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#20
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Abbiamo iniziato a collaborare con la Spada Giurata Clyde, un ufficiale tempussiano, per indagare su una spiacevole situazione dell'ultimo mese. Un numero sempre maggiore di neonati viene al mondo con evidenti tratti immondi, adesso abbiamo capito che si tratta di una possessione demoniaca per opera di "quasit", dei demoni minori. Questi bambini vengono giudicati come "mostruosi" e creano panico nella popolazione, molti genitori preferiscono abbandonarli presso l'orfanotrofio o la fattoria dei Compton. Alcuni bastardi finiscono col sbarazzarsene commettendo un vero e proprio infanticidio o pagando altri per farlo. Ho scritto al sacerdote Lennar del Tempio dell'Unicorno e alla Conestabile di Elmwood per capire se tale situazione si stia verificando anche altrove. Lennar afferma che al momento non ci sono nuove nascite ad Elventee, ma è informato della situazione per via dei rifugiati.
Difatti il popolo ignorante ha subito scaricato la colpa sulle levatrici e sui non umani in generale. Le prime si sono rifugiate al Tempio di Chauntea dove possono aiutare Padre Brom e i sacerdoti, altri hanno lasciato la città almeno per ora. Lo stesso tempio è presidiato da guardie e noi stessi abbiamo respinto un gruppo di esaltati che volevano eliminare il problema alla radice prendendosela con degli innocenti. Purtroppo però anche tra le guardie ci sono mele marce. Se i tempussiani sono ben addestrati e poco inclini a certi comportamenti inappropriati e assolutamente criminali, non è così scontato per tutti gli altri miliziani, come Markus Werger.
Ad ogni modo abbiamo rintracciato alcuni genitori e parlato con essi per capirne di più. Nessuno di loro ha fatto qualcosa di "artificioso" per concepire, la gravidanza nei loro casi è avvenuta naturalmente ed è proseguita senza particolari problemi. Queste madri erano seguite da diverse levatrici, in alcuni casi sono state date delle bevande per aiutarle coi normali fastidi della gravidanza. Niente più che erbe e roba alchemica. Nessuna delle donne con cui abbiamo parlato pareva incline all'adulterio, è sarebbero stati comunque un numero spropositato di tradimenti. Per Candy ovviamente è diverso essendo una prostituta, ma in nessun caso pare rilevante chi fosse l'uomo.
Queste donne hanno avuto un parto naturale, ma sappiamo di un caso in cui invece il neonato è uscito direttamente dalla pancia della madre causandone la morte. Purtroppo però l'origine della maggior parte dei bambini è sconosciuta. Carilaea, una levatrice elfa, ci ha dato la buona notizia di neonati degli ultimi giorni che non presentano nulla di abominevole. Si tratta di bambini assolutamente normali e di questi sappiamo che quelli seguiti dalla levatrice non avevano lasciato la città. Restano però questi bambini, credo siano quasi una ventina ormai in tutto, i cui tratti anomali sono assolutamente evidenti e poco rassicuranti.
L'unica cosa che accomuna i genitori con cui abbiamo parlato è un pellegrinaggio verso la Fonte della Vita Benedetta. Un laghetto nella foresta sud, non particolarmente difficile da raggiungere ma abbastanza distante. Lo stesso sacerdote Lennar lo consigliò ad una coppia. Laggiù si trova un piccolo altare dedicato a Mielikki e si crede sia un toccasana per le gravidanze, la fertilità o per rilassarsi. Una vecchia usanza ancora in voga, le stesse levatrice danno dei pendenti ornamentali alle donne gravide, raffiguranti una corona di grano e la testa di un unicorno. Non hanno nulla di magico o sospetto, ma nessuna di queste coppia ha trovato niente di preoccupante nemmeno alla fonte. Andrebbe esaminata con qualcuno più esperto nelle cose arcane e divine. Candy è l'unica che non ha mai visto tale pendente ma sappiamo che comunque si recava a passeggio nella foresta... forse il problema non è alla fonte ma proprio nella foresta.
Alla scoperta della possessione per opera dei quasit, che secondo i sacerdoti sarebbe anche la causa dei particolari tratti fisici oltre che comportamentali e l'aura malvagia, hanno azzardato a provare una specie di cura su uno dei bambini, qualcosa che allontanasse in modo forzato l'immondo. Hanno detto si tratta di un "congedo" ma temevano per la salute del piccolo.. qualcosa però bisognava tentare.
Padre Brom disse che il piccolo "curato" era ancora vivo, ma inerte, come se tolta la possessione fosse rimasto privo di qualunque anima. Capimmo che gli era stata tolta e che per salvare lui e gli altri, dovevamo recuperare queste anime sperando fossero prigioniere e non in mano agli dei. L'aura malvagia era scomparsa ma l'aspetto fisico era immutato. Il Braciere disse che questa era come un riflesso del quasit, non mi è chiaro il concetto, ma sappiamo che anche nel piccolo ucciso in strada l'aspetto non era cambiato dopo la morte. Tuttavia il giorno dopo, un'adepta venne a dirci che quella mattina il piccolo era sveglio, non mostrava più l'aspetto immondo. Erano riuscite a nutrirlo ma di nuovo non reagiva ad alcuno stimolo.

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::: Laura e Mauritius Thaddeus Kroner :::
Mauritius ha ucciso il proprio figlio sfondandogli il cranio e tagliandogli le ali. Lo abbiamo trovato mentre cercava di impiccarsi in casa propria. La moglie Laura giaceva sul letto già morta, pare che il figlio sia uscito dalla sua pancia da solo. Aveva un pendaglio col grano e l'unicorno, oltre ad alcune pozioni datele dalla levatrice Carilaea per la gravidanza. Nessuno degli oggetti è magico o sospetto. L'uomo è stato portato in caserma, messo in isolamento e incatenato per evitare si faccia male da solo. Interrogarlo in quello stato è stato pesante, farfugliava e il più del tempo si perdeva in deliri. Clyde faticava a trattenerlo, il suo stato mentale è ancora fortemente compromesso e non se potrà mai riprendersi. Il più delle volte accusava la levatrice definendola una fattucchiera, solo perchè elfa, poi  chiunque gli venisse in mente e persino se stesso. Passava dalle lacrime all'aggressività, tanto che Clyde gli ha mollato un man rovescio esagerato. L'uomo affermava che tutti sapevano della gravidanza, ne andava molto fiero e lasciava il negozio agli apprendisti per passare le giornate con Laura. Lei non era razzista come il marito, tanto che l'aveva portata ricevere benedizioni sia in città che fuori. A Ivor ha farfugliato qualcosa riguardo i templi di Chauntea e Lliira e un pellegrinaggio a Elventree. Il sacerdote Lennar mi ha confermato che ha dato la sua benedizione personalmente alla coppia e ricorda di aver consigliato lui il pellegrinaggio alla Fonte della vita benedetta.

::: Carilaea, elfa levatrice :::
E' una delle levatrici della città e possiede piccolo negozio vicino al tempio di Llira. Non usa oggetti magici, le pozioni che da alle clienti sono solo erbe alchemiche. Possiede alcuni pendenti come quello di Laura che da alle clienti devote, come quelle che fanno il pellegrinaggio presso la Fonte della Vita Benedetta. Le persone con cui abbiamo parlato però non hanno notato niente di strano, il cammino è stato tranquillo e qualcuno si era procurato una scorta. Alla fonte avevano fatto un'offerta sull'altare per poi risposarsi a riva. Non avevano incontrato nessuno, niente di particolare. Le due coppie con neonati normali seguite da Carilaea invece non avevano fatto pellegrinaggi o lasciato la città. Adesso la levatrice è al sicuro al tempio e aiuta ad accudire i neonati. A lei chiediamo informazioni sulla situazione nascite. Il suo emporio invece è stato messo a soqquadro dalla folla inferocita.

::: Spada Giurata Clyde :::
E' l'ufficiale che ha preso in carico il caso di questi neonati "strani", soprattutto quando vengono uccisi. Il primo è stato l'infanticidio compiuto da Mauritius e il tempussiano ci ha proposto di aiutarli con le indagini, essendo a corto di uomini. Pertanto facciamo riferimento a lui in Caserma. Ovviamente non lo conosco ma si è mostrato un uomo duro ma giusto e poi il fatto che sia tempussiano da una certa garanzia di cocciutaggine ferrea, difficilmente corruttibile e ligia ai propri doveri. Cosa senz'altro buona per fidarsi in questa situazione. Mi aveva confidato che c'è un certo nervosismo anche tra le guardie, specie tra quelle meno esperte, perchè non sono sicuri di come affrontare la cosa. Nemmeno noi lo siamo. Tali preoccupazioni si sono rivelate corrette quando abbiamo scoperto una mela marcia nella milizia. Inizialmente Clyde pensava fosse uno dei nuovi che proveniva dalla pirateria. Di certo era uno che navigava nella malavita. Dell'ufficiale tempussiano ho apprezzato la sua reazione sdegnata quando gli abbiamo portato il nome e le prove. Certo finchè la milizia è affidata a loro possono importa a tutti i miliziani anche non tempussiani. Ma se questo cambiasse sarebbe tutto da vedere.

::: Markus Werger ::: 
Al Diamante abbiamo incontrato una donna incappucciata, una mercenaria che per ovvi motivi non ha detto il nome. Ha deciso però di parlare con noi, discretamente, perchè voleva tirare un brutto scherzo a chi le aveva dato un incarico, nonostante fosse stata ben pagata. Duemila monete subito e altre duemila a incarico compiuto. Raccontò di un tizio della milizia che l'aveva incaricata per sbarazzarsi di un neonato solo perchè un po' storipio, dove per "storpio" si intende con tratti immondi. Lei prese il bambino ma invece di ucciderlo gli ha tagliato un corno come prova e lo ha consegnato alla fattoria dei Compton, che accoglie molti orfani. Fu disposta a lasciarci il nome per farne ciò che ci pareva giusto, ma solo a sera, dopo che sarebbe partita via nave. Ora mi rendo conto che avremmo dovuto chiederle maggiore discrezione in merito. Al momento non ci abbiamo badato, ma scrisse il nome semplicemente su un biglietto piegato lasciato all'oste Lucas al Porto, leggibile da chiunque. Lo stesso oste conosceva tal miliziano, disse che non era un novellino e aveva conoscenze insolite per un soldato. Andammo dritti in caserma per consegnare nome e prove solo all'ufficiale Clyde. Ritengo ancora non sia il caso di creare scandalo in un momento simile, la milizia attuale è ancora troppo debole e scarna. Markus era una guardia assegnata alla zona del porto, fu arrestato e confessò praticamente subito di aver cercato di sbarazzarsi del figlio deforme. Mentre lo trasferivano in città, un capannello di uomini inferociti e alcune delle stesse guardie lo hanno linciato a morte. Dicono di averlo fatto per gli atti vili che aveva commesso ma Clyde sospetta che avesse chiesto i soldi in prestito a qualcuno che poi non ha apprezzato l'uso che ne ha fatto e come ha attirato l'attenzione, dunque abbia organizzato il linciaggio per coprire le proprie tracce. Non mi è chiaro se Markus appartenesse alla "vecchia guardia" o fosse un pirata reclutato dopo la cacciata degli Zhent.

::: Bea Compton, fattoria oltre il porto :::
Bea e suo marito vivono in una delle fattorie vecchie subito dopo il porto e ne hanno fatto una casa famiglia. Ci è stata indicata dalla mercenaria che gli aveva portato un bimbo. Bea avrà una cinquantina d'anni ma è ancora molto energica. Nel fienile aveva sistemato ben sei infanti, così da tenerli separati dagli altri. Ivor li ha visitati e provato a farli reagire con dell'acqua benedetta, non pareva ferirli ma solo infastidirli. I Comptono cominciavano già ad avere problemi a gestirli, così ci siamo fatti lasciare il piccolo col corno tagliato da portare in caserma e poi all'orfanotrofio. Intanto loro avrebbero portato qui anche gli altri e per fortuna, visto che nei giorni a seguire la gente cominciò a formare dei capannelli armati tentando di assalire persino il tempio col dichiarato intento di uccidere le levatrici "steghe" e i piccoli "mostri". Non dubito che avrebbero dato fuoco al fienile. La donna ha saputo fornici i nomi di alcuni dei genitori e organizzarci un incontro.

::: Candy, giovane prostituta dell'Albero Maestro :::
E' una delle mamme indicateci da Bea, dopo che le ha portato il neonato. Candy avrà pochi anni più di me e pare stare bene di salute. Ovviamente non ha cercato una gravidanza di proposito, era il primo figlio e si è recata da una levatrice qui al porto, da cui vanno tutte, di nome Clara o Clava, non ricorda. Le ha dato solo del the per calmare i muscoli ed ora è già andata via. Non è stata visitata da sacerdoti, stava bene. Non ha un pendente come quello di Laura, ma dicono che in un secondo momento abbia riferito a Darry che faceva spesso brevi passeggiate nei boschi, cosa che poi non le hanno più permesso di fare. Peccato non le abbia chiesto fin dove andasse. Non aveva clienti fissi o abituali, nessuno di strano. Abbiamo controllato la stanza e non presenta niente di anomalo, ma non è detto sia la sua personale. 

::: Famiglie incontrate al Tempio :::
Moira Corbin è l'ultima arrivata al tempio, con due gemelli. Invitati da Bea sono arrivati il ciabattino Wilson e i sarti Soren e Tilena Weavemarker. Sappiamo che un'altra famiglia che ha lasciato il figlio al tempio sono gli Hooper, ma non erano presenti. I genitori presenti si sono prestati a rispondere gentilmente alle nostre domande. La moglie del ciabattino era rimasta a casa riposare, stanca dal parto. Tutti loro hanno avuto un concepimento, gravidanza e parto normali, senza particolari problemi. Tutte si erano rivolte a levatrici. L'unica cosa cosa che avevano in comune era il pellegrinaggio, che proprio in questa occasione abbiamo scoperto.
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