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Eran era alquanto perplesso, e vagamente irritato. La questione che Laima gli aveva scaricato addosso si stava rivelando una rogna, e si sentiva molto più realizzato a combattere il male che a ripercorrere inutilmente l'indagine dalla guardia cittadina, che al momento non aveva rivelato alcuna falla.
Alla fine tutte le prove puntavano a loro, ed avevano mentito anche a lui. Il loro difensore. Forse fin dall'inizio.
Cominciava a credere l'unica cosa buona che potesse fare per loro sarebbe stata evitargli la forca.
Come ultima spiaggia andrò a sentire il loro vecchio caposquadra, un tale Eric che viveva al porto. Gli chiese come avesse conosciuto quella manovalanza, che opinione avesse del defunto signor Wilkins e dei suoi figli, se conoscesse qualcuno che gli volesse del male. Cercò d'informarsi sui suoi figli, presso la gilda del Soffio di Drago. Chiese a Dervel di controllare alla locanda del porto se qualcuno avesse niente da dire su di loro. Ed in ultimo, chiese ad Orog dove avesse comprato il liquore a basso costo che diceva di aver bevuto, cercando di rintracciare il venditore e scoprire se li ricordasse.
Avrebbe voluto credere che fossero stati incastrati, ma al momento non aveva trovato nessuna prova che indicasse come qualcuno ce la potesse avere seriamente con loro o con la vittima.
Eran Blackmore
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Eran trovò Eric in locanda, la lingua sciolta da qualche bicchierino di troppo, cosa che certamente influenzò le risposte che gli diede. Era un uomo sulla cinquantina, aveva iniziato a lavorare lui stesso come manovale, più di trent'anni prima, sotto il padre di Wilkins - uomo anziano all'epoca, e quando Wilkins giovane aveva ereditato l'attività, era rimasto a lavorare sotto il padre.
I mezzorchi impiegati erano uno sviluppo relativamente recente, degli ultimi cinque anni o giù di lì, dovuto al fatto che il signor Wilkins non riusciva a tenere nessun altro lavoratore per più di un anno. A proposito del padrone, Eric disse:
<<Wilkins ha esattamente due pregi. Il primo è bravo nel suo lavoro, il secondo è che si fa vedere poco al magazzino.>>
Alla domanda su chi avrebbe potuto volergli fare del male, scrolla le spalle. Non era esattamente una persona affabile, ma ciò non era di certo raro a Hillsfar, e se ogni persona con un brutto cadavere fosse finita assassinata, Hillsfar sarebbe ben presto diventata una città fantasma.
Quanto ai figli, Eric li definisce senza mezzi termini dei buoni a nulla. Nonostante gli aiuti del padre, non erano mai riusciti a crearsi una propria attività, cosa che il padre auspicava fortemente - aveva avuto tre maschi, tre famiglie da mantenere, e il suo magazzino da solo non avrebbe dato da mangiare a tre famiglie. Passavano da un tentativo all'altro, ma ogni iniziativa falliva miseramente e si ritrovavano ancora una volta a bussare alla porta del padre, con la mano tesa.
***
Al Soffio del Drago inizialmente sono piuttosto restii a dare informazioni sui membri, ma con la giusta diplomazia riesci a scoprire che sì, i tre giovani Wilkins - Thomas, Jason e Ronald - si sono iscritti qualche anno fa. Il padre ha pagato a ciascuno la quota per il primo anno, ma poi nessuno l'ha rinnovata - le male lingue dicono che sia perché non avevano i soldi per pagare il secondo anno...pare che il più giovane, Ronald, si sia poi affiliato alla gilda degli Orefici, decisamente più economica.
***
Orog ti risponde che il liquore l'aveva comprato da un suo collega, Alan, un altro mezzorco - uno di quelli che erano stati rilasciati perché estranei alle proteste per il salario. La provenienza non era ben chiara, e Orog non l'aveva chiesta, perché...beh, a volte capitava che dalle navi cadesse qualche cassa - non al loro magazzino, beninteso, ma altri erano meno precisi e puntuali con i carichi.
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Eran, in uno dei suoi ultimi disperati tentativi di venire a capo di quella faccenda, incontrò Alan e gli altri mezzorchi lasciati liberi. Chiese loro di descrivere esattamente cosa avessero fatto la notte dell'omicidio, che tipo fosse George e se avesse chiesto loro di fare qualcosa per lui, in ultimo come e dove si fossero procurati i liquore dato ad Orog, e se l'avessero "condito" con qualcosa.
Poi tornò a trovare Nattie, affrontando il cerbero del padre e chiedendole come si sentisse, se le cose fossero migliorate, offrendole di aiutarla nuovamente come l'ultima volta. Infine le chiese se Wilkins fosse abituato a tenere del conio al magazzino, specie se in buona quantità, quanto e come, soprattutto in che modo, comunicasse con i figli e con quale frequenza venissero a battere cassa. A quali ore?
Concluse chiedendo a Dervel di andare a scoprire da Candy se avesse raccolto qualche informazione, non volendo lui stesso ripetere l'esperienza.
[Lascio a Dervel come giocarsela ]
Eran Blackmore
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All'inizio, i mezzorchi non sono proprio felici di parlare con quell'umano in armatura dall'aria così seria, ma dopo le spiegazioni di rito, una volta compreso che Eran sta dalla parte di Orog e degli altri, si sciolgono e iniziano a parlare. Il portavoce del gruppo è Alan, madre umana e padre ignoto, abbastanza sveglio e articolato per essere un mezzorco.
Alan risponde che lui, dell'assassinio, non ne aveva saputo niente fino al giorno dopo i fatti, perché - a differenza degli altri - lui abita con sua madre e quella sera era a casa con lei, sua madre può confermarlo. Quanto al liquore, all'accusa di averlo drogato si inizia ad agitare un po', si offende, poi fa un gran sospiro e riconosce che sì, ci sta che sospetti di lui, dopotutto lo fanno tutti appena vedono le sue zanne...e racconta loro come sono andate le cose.
Quanto al liquore, lui e George avevano una specie di "accordo" per cui, se a George "capitavano" merci interessanti per le mani, ne dava un po' da smerciare anche ad Alan in modo da dividersi i profitti. Questo liquore in particolare George se l'era procurato qualche giorno prima del fattaccio [dalla data che ti indica, ti viene in mente che possa essere dopo la pubblicazione dell'annuncio da parte di Orog, ma prima della risposta da parte dei pg] e gli aveva proprio detto, questa è roba buona non il solito aceto, vendilo un po' ai nostri compagni che se lo meritano dopo tante fatiche, è una cosa per le occasioni speciali.
Alan non aveva minimamente dubitato della cosa, dopotutto George era un tipo sveglio, e perciò l'aveva venduto a Orog e al suo coinquilino usando quelle stesse identiche parole. Gliene aveva vendute parecchie bottiglie.
Di George parla bene, un tipo generoso, che aiuta gli amici, a un certo punto qualche giorno dopo l'omicidio, quando erano tutti nei guai perché non avevano da lavorare e non sapevano come pagare l'affitto, aveva detto di avere avuto un "colpo di fortuna" e li aveva portati a festeggiare. Poi, che lui sapesse, aveva lasciato la città in nave, diretto a nord da qualche parte.
***
Nattie è più calma, anche il padre sembra essere più bendisposto, ma sempre abbastanza provata dagli eventi. Per quel che ne sapeva, Wilkins non teneva molto denaro al magazzino, giusto un piccolo fondo cassa per eventuali mance o piccole spese; i clienti pagavano quasi sempre con note di credito, e Wilkins aveva un forziere nella banca cittadina.
Quanto ai figli, era raro che venissero a battere cassa al magazzino, ma Wilkins si lamentava che lo facessero spesso e volentieri a casa, spesso portando con sé mogli e figli, un po' per impietosire, un po' per giustificare le varie richieste come imprescindibili necessità di coniuge e prole. Wilkins parlava sempre di chiudere definitivamente i cordoni della borsa, che lui alla sua età era indipendente da anni, ma Nattie non credeva che l'avrebbe fatto, credeva che sotto sotto Wilkins amasse la sua famiglia nonostante il pessimo carattere.
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Dervel scosse il capo ridacchiando al passaggio della "patata bollente" da parte del Sacerdote Eran
Candy si era però rilevata una informatrice davvero utile, aveva riferito a Dervel di aver saputo, da un marinaio, di un mezz'orco che aveva viaggiato sulla sua stessa nave, era diretto alla Costa del Drago, ma la nave era diretta ad Elmwood dove lo ha lasciato.
Il marinaio ha riferito che era stupito di quanto fosse abbiente il mezz'orco, cosa inusuale, dato che solitamente i mezz'orchi non hanno molti soldi e si ripagano il passaggio in nave lavorando.
Questo cliente della loro "amica" era da poco rientrato in città, secondo lui, comunque, il mezz'orco avrebbe dovuto aspettare un bel po' per una nave diretta verso sud per continuare il suo viaggio, a meno che non si accontentasse di un traghetto per il Guado di Lys.
Dervel si congedò quindi da Candy, dovendo ammettere però di aver indugiato qualche momento sull'idea di rimanere per qualcosa
che non fossero le informazioni, ma sapeva quanto Eran teneva a questa questione e non avrebbe perso tempo per riferire questi dettagli...
Sorrise gentile alla donna, lasciando i soldi concordati più una piccola mancia per la solerzia, poi sospirò prima di avviarsi, decisamente non immune alle provocazioni di quella che, chiaramente, era una professionista nel suo campo...
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Eran si ravvivò quando scoprì che George poteva essere ancora ad Elmwood. Contattò rapidamente gli altri interessati, mettendoli al corrente delle ultime notizie.
Scrisse anche una lettera alla Sergente, riassumendo quanto scoperto.
[Se serve dettagliata, appena ho il tempo di riassumere il tutto la posto.]
Eran Blackmore
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Eran fa circolare delle missive corpose per i suoi compagni.
[ http://www.raccontidellevalli.eu/forum/s...p?tid=5707]
Eran Blackmore
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Eran aveva avvisato la Sergente Hunt del successo della missione tramite un incantesimo di Inviare, e dopo tre giorni fu di ritorno ad Hillsfar con il mezzorco George legato come un salame. Sapeva che l'operazione non era stata perfettamente da manuale, ma quattro uomini probabilmente innocenti rischiavano la forca. Il luogo dove avevano prelevato il presunto assassino non era sotto alcuna legge o giurisdizione, che lui sapesse, ma si era reso conto dalle rimostranze di alcuni dei residenti al campo che l'odio per Hillsfar poteva portarli addirittura a simpatizzare con un assassino. Presunto, certo, come anche i pensieri intercettati da Sophie mettevano in dubbio, ma certamente George rimaneva un elemento chiave per chiarire tutta la questione. Cercò brevemente di spiegarsi, forse in maniera troppo arrogante, e pregò per le loro anime.
«Andatevene, prima che i cacciatori tornino e pensino loro a voi» intimò l'uomo più riottoso.
Una voce profonda e che non era la sua, dentro di lui, si aprì nella sua mente. «Che ci provino. Che assaggino cosa vuol dire interporsi al percorso del bene. Se lo difendono sono feccia tanto quanto lui.» Sconvolto, rimase attonito per un momento, mentre Sophie e Laima cercavano di spiegare. Seraphina? Non ne era sicuro, non si era mai espressa in tali termini. La voce non aveva parlato in celestiale e non era femminile, sembrava più una bolla emersa dal profondo della sua coscienza. Helm, cosa significa?
No, non poteva essere la soluzione. Quelle persone avevano i loro motivi per esprimere tali opinioni, fossero l'ignoranza o un passato meno che felice con la città. Solo per i demoni, i diavoli ed altre creature come loro non c'era speranza. Per i mortali ci doveva essere.
Lì guardo con compassione mentre andava via.
In fondo non era andata male, non avevano usato la violenza. Un paio di incantesimi avevano risolto la questione pacificamente, anche se non sapeva quanto l'uso dell'ammaliamento fosse consentito su un sospettato. C'erano dettagli della giustizia cittadina che ignorava, ma in fondo erano ben lontani dalla città. Non ne andava fiero, ma visto ciò che c'era in ballo, non aveva visto alternative. E Sophie era stata molto brava in merito.
Lungo la via del ritorno, la giovane maga cercò d'interrogare più volte George, senza troppo successo. Laima provò a consigliare di scambiare la sua libertà con la verità, ma ad Eran non andava bene. Si erano già parzialmente sostituiti alla legge, il mezzorco andava consegnato alla giustizia. Probabilmente avrebbe confessato, in cambio di un accordo che avrebbe tolto la forca dal suo futuro.
Ad Hillsfar, la Sergente sembrò provare due emozioni. Prima, il sollievo per aver tra le mani un tassello importante del mosaico generale, poi una lieve irritazione per l'uso dell'ammaliamento, ma si limitò a consigliare ad Eran di tenerlo per sé. Però, ho fatto breccia nello scudo emotivo di una kelemvorita, pensò con un pizzico di divertimento l'aasimar. Le chiese cortesemente di poter partecipare all'interrogatorio, raccontandole tutto quello che avevano scoperto, e suggerì, anticipando che non intendeva insegnarle il suo mestiere, che forse con un accordo che avrebbe tolto la pena di morte dal tavolo magari George si sarebbe aperto.
Accomiatatosi con educazione dalla donna, si ritrovò a riflettere sulla questione. Lui rispondeva ai dettami terreni o a quelli divini? Aveva sempre ritenuto che le due cose non fossero separate, ma ad Hillsfar si stava rivelando tutto più complicato. Salvare degli innocenti era certamente prioritario. Sapeva che esisteva un ordine di helmiti, i Compagni della Vera Visione, che anteponevano il successo della missione ad ogni cosa. Sapeva anche come fossero finiti nel girone delle polemiche dopo Matzica.
Quando il fine giustifica i mezzi? Fu la domanda che si pose mentre rientrava all'abbazia, riflettendo.
Eran Blackmore
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La sergente accettò di buon grado di farlo partecipare all'interrogatorio, che si sarebbe tenuto un paio di giorni dopo.
Tuttavia, un giorno prima dell'interrogatorio, a Eran venne recapitato un breve messaggio da parte della sergente Hunt, che diceva:
All'attenzione del sacerdote Blackmore
Il sospettato George chiede di parlare con voi. Per motivi a me assolutamente incomprensibili, pare vi voglia come difensore.
Se accetterete, ve lo farò trovare il giorno che avevamo concordato per l'interrogatorio alla caserma del porto.
Sergente Megan Hunt
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Stimata Sergente Hunt,
avete fatto presente all'interessato che il compito del difensore è di assicurarsi l'assistito riceva un giudizio corretto? E che questo giudizio può variare sulla base dei reati commessi?
Non vorrei George si creasse illusioni.
Ad ogni modo, per amore della verità sono disposto ad ascoltarlo e vedere a cosa porterà.
Eran Blackmore
Eran Blackmore
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