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Il corvo beccava avidamente i semi sul tavolo, guardando di tanto in tanto il suo compagno umano mentre tentava di medicarsi i numerosi lividi sul corpo...
Dervel era piuttosto malconcio, braccia e gambe erano stati ripetutamente colpiti, aveva un occhio nero e il labbro inferiore sanguinava, ma sembrava allegro e sorridente, anche più del solito.
"L'ultima volta che qualcuno me le ha suonate così forte stavo per andarmene da Halarahh e mi allenavo con mio padre...
Quel Darry, dannazione come si muove, mi ha chiesto di fargli vedere come usavo la spada, mi ha portato nella sala di allenamento della Gilda degli Avventurieri e si è limitato a usare un semplice bastone contro la mia lama... Eppure...
Eppure con dei movimenti minimi deviava ogni singolo colpo che tentavo di mettere a segno, i miei incantesimi di difesa venivano penetrati senza alcuno sforzo, era molto più che evidente che si stava trattenendo, valutando, studiando la mia tecnica ancora troppo grezza, ho dato fondo a tutte le energie che avevo, riuscendo a colpirlo di striscio giusto ad una gamba, più un colpo di fortuna che di abilità, e l'unico colpo davvero andato a segno è stata la freccia di acido che sono riuscito ad evocare per colpirlo da distanza ravvicinata nel momento in cui si era distratto seguendo i miei movimenti...
A quanto mi ha detto ha una sua Forgia, dalle voci raccolte in giro sembra un fabbro di grande abilità, nonchè, ho potuto constatare sulla mia pelle, un combattente davvero eccezionale, ma pare che mi abbia preso in simpatia e sembra voglia insegnarmi qualcosa..."
Gli occhi del giovane brillavano, anche quello tumefatto, il corpo era malconcio ma lo spirito era in fiamme, sorrise ampliamente pensando all'addestramento che ci sarebbe stato la mattina seguente, il labbro riprese a sanguinare con una fitta, ma lui scoppiò a ridere asciungandosi il sangue dalla barba
"Questa città diventa ogni giorno più interessante..."
Il corvo lo guardava con sufficienza, come non avesse mai capito la passione del suo compagno per lo scontro fisico, si appollaiò sullo schienale della sedia e si mise a sonnecchiare placidamente...
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Glaurung lisciava le piume con una calma angosciante per il suo compagno, che lo vedeva sul ramo di quercia che cresceva vicino a quella pozza d'acqua, nei pressi della Vecchia Cava, dove quello che ormai considerava il suo mentore gli aveva imposto un ora di nuoto...
l'allenamento consisteva in cinque chilometri di corsa sulle strade vicine al porto, un ora di allenamento di spada, l'ora di nuoto e poi il resto della giornata nella forgia.
"devi diventare più forte, e questo lavoro ti aiuterà a farlo..."
così aveva detto Darry...
Dervel si alzò a fatica, dolorante, la stanchezza si faceva sentire e per ora la sua resistenza non era migliorata molto, aveva fatto qualche progresso con la spada e nella forgia, ma con la costanza sarebbero arrivati risultati anche negli altri aspetti...
Il corvo ridacchiava sul ramo, vedendo la stanchezza sul volto del suo compagno, per poi spiccare il volo, osservando la zona dall'alto...
"Darry è un ottimo mentore, peccato lo sia solo su una metà del mio cammino, se mi concentrassi solo sui suoi allenamenti la mia Arte non avrebbe speranze di migliorare...
oh beh, dovrò impegnarmi il doppio allora!"
Scoppiò a ridere, con la sua risata calda, sincera e profonda, il corvo sentì istintivamente quella risata e, volando, scosse il capo...
Il giovane mago si rivestì, il sole era ancora alto, la Forgia lo aspettava, le braccia erano indolenzite ma questo non avrebbe fermato il martellare del suo Maglio, anche perchè se non ci avesse messo abbastanza forza, probabilmente sarebbe diventato lui l'incudine del suo mentore...
Dirigendosi alla Forgia ridacchiava al pensiero, più divertito che preoccupato, dopo le ore alla forgia e un bagno caldo, si sarebbe rimesso a studiare nella biblioteca della Gilda dei Maghi, doveva ancora comprendere al meglio come infondere il potere dell'Arte nel metallo che forgiava...
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In una delle sue solite serate, Darry si ritrovò a bere la sua rituale birra e a smangiucchiare qualcosina.
La sua giornata fu molto lunga, e tra pensieri e la stanchezza fisica che si faceva sentire, Si fermò a chiacchierare con un giovane appena conosciuto.
Il ragazzo sui 20 anni appariva maturo, ma ciò che non dispiaceva a Darry, era il suo costante sorriso e l'anima che sembrava gioisa.
Portava una spada,certo, non un opera d'arte, incastonata con un gioiello, di cui Darry dubitava l'utilità.
Parlando con il ragazzo,questo gli disse che era interessato nell'uso della spada e, con suo stupore,nella forgia.
Sapeva bene cosa voleva dire trovarsi solo in una città straniera.
Per poterlo aiutare a "crescere" aveva bisogno di capire a quale livello si trovava.
Lo portò nela palestra della gilda degli avventurieri e dopo essersi spogliato degli oggetti magici, lo affrontò.
Il ragazzo non era male, ma si vederva che non aveva ricevuto grossi insegnamenti.
Cercò di correggerlo, dandogli alcune randellate di incoraggiamento.
Al termine,però, il ragazzo non era affranto anzi, i suoi occhi brillavano della fiducia e della voglia di migliorare,
decise di prenderlo sotto la sua ala protettiva, cercando di aiutarlo a crescere come guerriero e come fabbro.
Maximilian Goldentouch
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Il giovane mago, con delle martellate precise, stava terminando di assicurare il pomolo dell'ultima spada realizzata...
Si voltò appena, osservando le altre due già pronte e riposte nei loro foderi.
La soddisfazione riempì i suoi occhi, era riuscito a procurare quei tre metalli, sia grazie alle esplorazioni, sia grazie al gentile dono del suo Mentore alla Forgia.
In ognuna delle tre spade aveva usato la sua tecnica particolare, difatti tutte e tre le lame avevano riflessi rossi, oltre alla sua runa personale incisa sulla lama, una sorta di firma di quello che, seppur per scherno, era cresciuto sentendosi chiamare il Mago delle Lame...
Presto le avrebbe infuse della sua energia magica, ma per ora era molto più che soddisfatto, le lame erano di una fattura tale per cui, senza infonderle di magia, un risultato migliore non sarebbe stato ottenibile...
Bob passò dietro al giovane osservando un momento le tre spade, per poi tirargli una notevole pacca sulla spalla, che lo fece distrarre per un istante
"Suppongo abbiate apprezzato la mia opera, per quanto sia ancora solo un apprendista...
sarò più che felice di informare il Signor Arner del fatto che nella sua Forgia ora è possibile realizzare anche armi magiche, per quanto basilari"
Bob lo guardò sorridendo appena, i modi di quel giovane gli sembravano ancora strani, ma quel ragazzo aveva la sua utilità alla forgia e si impegnava a migliorarsi più della maggior parte degli apprendisti con cui aveva avuto a che fare...
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Dervel fissava quei frammenti di metallo...
Darry glie li aveva affidati per studiare il materiale, quel metallo riluceva appena, riflettendo il fuoco della Forgia.
Il giovane mago percepiva qualcosa, era come se in quel metallo scorresse una parte della Trama stessa, lui era uno studioso dei materiali, aveva sentito parlare di qualcosa del genere nella sua terra natia, sarebbe potuto esserlo... Lui lo sperava...
L'Arambarium, se di quello davvero si trattava, era in grado di facilitare lo scorrimento della Trama al suo interno, quasi amplificando i poteri dell'incantatore, incamerando al suo interno un'energia che in altri metalli sarebbe stato molto più arduo infondere...
Nella mente del mago di Halruaa era già ben chiara l'immagine della spada che avrebbe realizzato con quel metallo.
Darry gli aveva detto che quell'opera sarebbe dovuta essere la sua migliore spada, Dervel era più che d'accordo, ma non aveva intenzione di rischiare di realizzare un'arma che non fosse assolutamente perfetta nella fattura, avrebbe quindi studiato meglio quel metallo e praticato l'arte della Forgia fino a che non fosse stato sicuro dell'esito del processo...
Glaurung, appollaiato su una credenza, gracchiò un insulto inerente la distrazione del suo padrone.
Bob scoppiò a ridere, mentre il giovane mago smise di sognare ad occhi aperti e tornò al lavoro, prima di realizzare La Spada che desiderava doveva applicarsi ancora nel suo lavoro...
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31-03-2022, 14:37
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 31-03-2022, 14:40 da Askelaad.)
Gli studi del mago di Halarahh procedevano nel migliore dei modi, aveva trovato colei che lo avrebbe addestrato ad unire Spada e Magia, Jelene gli aveva richiesto di trovare un'arma a cui si sarebbe dovuto legare in modo permanente.
Dervel aveva già forgiato tre spade lunghe che portava sempre con sé, riteneva, infatti, che l'utilizzo di una sola lama fosse riduttivo, oltre ad ambire a poter creare lame di vario tipo con la magia...
Le parole di Jelene però lo fecero riflettere, aveva, in effetti, un progetto, inerente al metallo che Darry gli aveva fornito...
Dervel passò alcune settimane a studiarne le proprietà, saggiando la sua lavorazione su piccole quantità, ciò che possedeva di Arambarium era la quantità perfetta per la creazione di una spada lunga, non un oncia di più, il che non avrebbe lasciato spazio ad alcun errore nel procedimento...
Aveva necessità di potenziare le sue capacità per lavorare quel metallo essendo certo del risultato finale... Si rivolse così a quella che in molte occasioni si era rivelata una fidata compagna di avventure, la quale sembrava in qualche modo incuriosita dal percorso scelto dal giovane mago...
La porta della Forgia Arner si aprì lentamente, Dervel aveva concordato che in quella giornata si sarebbe dedicato alla realizzazione della sua migliore spada, Vanyria aveva acconsentito a supportare col suo canto tale opera...
Fece il suo ingresso nella forgia, il passo delicato, al punto da sembrare che neppure poggiasse i piedi sulla stessa terra di chi la circondava, un sorriso gentile ma, in qualche modo, distaccato, accompagnò il suo sguardo quando incrociò quello di Bob, il quale si bloccò per qualche istante, osservandola passare, quasi incapace di parlare, oltre il bancone e dirigersi verso la postazione dove Dervel stava già preparando tutto il necessario per l'opera che si accingeva a compiere.
L'elfa indossava un lungo abito del colore del bosco, la sua bellezza era qualcosa di sorprendente, come proveniente da un altro mondo, sorrise con gentilezza verso il mago e si limitò a sedersi su una cassa accanto a lui, con un'eleganza tale da distrarre entrambi i presenti per qualche istante.
Dopo qualche respiro profondo, Vanyria iniziò ad intonare un canto nella lingua del Popolo, la melodia di quella voce delicata riempì tutto l'ambiente, infusa di una magia sottile e rassicurante, il solo udirla concedeva una visione più chiara di ogni cosa; Dervel concentrò anche la sua magia personale per aumentare le sue capacità, quegli effetti, combinati insieme, concessero al giovane fabbro una comprensione dei procedimenti nella creazione di spade che mai aveva raggiunto prima...
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Il lavoro del mago procedeva di buona lena, inondato dal dolce canto che ormai permeava tutta la forgia, alcuni dei clienti spesero molti più momenti del dovuto all'interno del laboratorio, solo per udire una parte di quella melodia, nella quale i colpi del martello di Dervel cadevano senza disturbarne il ritmo, scandendo quasi il tempo di quella splendida melodia, adattandosi ad essa mentre plasmavano il raro metallo...
Se l'opera che stava cercando di creare non fosse stata così importante per lui, avrebbe volentieri indugiato con lo sguardo sulla figura al suo fianco, il cui innegabile fascino non lo lasciava certo indifferente...
La mente di Dervel era focalizzata sul lavoro, ma una parte di essa era come trascinata da quella canzone, dalle sue parole, dalle dolci note che attraversavano il suo pensiero, facendogli percepire un ambiente totalmente diverso mentre le sue mani si muovevano con una maestria molto superiore al solito...
Immergendosi in quella melodia, una parte di lui stava quasi mutando, immergendosi in quello scenario, non era più nella Forgia Arner, non era nemmeno nella città, non era neppure più lui, grandi ali bianche piumate lo sollevarono dal terreno madido di rugiada, volando attraverso alberi alti quanto i palazzi di Halarahh, vedendo ogni cosa nella penombra attorno a sè, piante e fiori di cui ignorava l'esistenza, dai colori soffusi, quasi confusi con l'ambiente circostante ma di una bellezza mai notata nella sua vita, piccoli scoiattoli dal manto più nero della notte che sgattaiolavano tra i rami...
Il volo proseguiva nella selva più fitta, intravedendo dall'alto del suo volo branchi di lupi correre liberi e veloci quanto la stessa brezza che gli scivolava sulle piume candide, i riflessi della luce lunare che filtravano dalle alte fronde si specchiavano sulle rapide figure creando giochi di luce argentea riflessi nei suoi grandi occhi...
Il bosco si aprì poi in una radura, uno specchio d'acqua cristallina rifletteva l'argento della splendida luce lunare, una luce come Dervel mai aveva visto nella sua esistenza, la luna gli dava un senso di benessere, una luce dolce e gentile, che abbracciava ogni cosa attorno a sè senza invaderla ed accecare come quella del sole...
Sulla superficie immobile del laghetto danzavano creature di zaffiro e di smeraldo, libellule come mai viste prima, i cui corpi, ben più grandi di quelle incontrate, si libravano con eleganza, quasi disegnando una musica composta dalla brezza stessa nell'aria...
Atterrò così accanto al laghetto, rendendosi conto di essersi totalmente perso nella melodia.
Guardandosi attorno Dervel comprese dove si trovava davvero, nella Forgia di Darry, il canto era terminato, i suoi occhi, lucidi per lo splendore intravisto attraverso quella melodia, fissavano l'opera che stringeva tra le mani, La Spada era stata forgiata.
Vanyria osservava il mago e la lama che aveva creato, lo sguardo gentile e lo splendore ultraterreno, si era resa conto che il giovane mago aveva compreso le parole della sua canzone, percependo lo Splendore di cui aveva cantato...
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Il sole stava sorgendo, illuminando debolmente la superficie del Mare della Luna, dalla finestra della Forgia Arner iniziavano, lentamente, a penetrare le prime tiimide luci del giorno, ma la Fiamma al suo interno aveva bruciato intensamente tutta la notte, non era rimasto molto tempo alla Festa della Commemorazione della Liberazione di Hillsfar, ma il lavoro del Mago delle Lame era finalmente concluso...
Dervel osservava la sua opera, non certo una delle migliori a livello tecnico e di magia, ma sicuramente una delle meglio realizzate.
C'era voluto molto tempo per procurarsi abbastanza argento che fosse adatto al processo alchemico indurente necessario a realizzare una lama di dimensione sufficiente al suo progetto, per ore ed ore aveva ripiegato il metallo, battendolo con perizia e precisione, usando i suoi composti per rendere quella lama forte e robusta a sufficienza, con i tipici riflessi rossastri che ogni Spada forgiata da lui possedeva...
Per l'elsa aveva usato una lega di oro e ottone, lavorandola in modo da non essere troppo pesante, ma mantenendo la lucentezza del metallo più pregiato, ponendo al centro del pomolo un rubino intagliato a forma di semisfera....
Non si trattava di una semplice spada lunga, ma di un bastone elegante che nascondeva la lama incantata al suo interno, nel metallo aveva infuso la sua energia magica, potenziandone robustezza ed affilatura, ma apponendo anche su di essa una protezione magica che agisse costantemente sul suo portatore.
Anche il fodero del bastone animato aveva richiesto non poco lavoro, si era procurato del legno di Helmthorn, intagliandolo poi con cura, un legno resistente ma estremamente leggero, in modo da bilanciare al meglio il bastone in modo che pesasse poco più di un corrispettivo che non celasse una spada lunga.
Gli sarebbe piaciuto applicare anche un potenziamento elementale a quella spada, rendendola una delle migliori lame che avesse mai forgiato, ma i tempi ed i componenti necessari non erano stati sufficienti...
Dervel osservò con occhi stanchi il sole sorgere, poi il suo sguardo tornò sull'elsa che aveva appena finito di lucidare, solo ad uno sguardo attento, al di sotto della gemma che sovrastava l'impugnatura, era visibile la runa arcana rossa simile ad una spada che ne contraddistingueva l'autore.
Stiracchiandosi si alzò dal suo bancone, quel lavoro aveva richiesto molte ore tra forgiatura e rituali magici di potenziamento, prese un grosso boccale di rame ed andò nel suo ufficio, dove conservava le botti di eccellente Birra Nanica fornitagli da Mastro Tharmyr, dopo un paio di boccali per lenire la sete avvolse con cura il bastone animato in un panno di velluto rosso, probabilmente non sarebbe stato in grado di partecipare attivamente alla Festa, ma la sua Lama era pronta come premio...
Glaurung si lisciava le penne, posato sull'incudine finalmente fredda, Bob stava entrando, salutando, per iniziare i lavoretti prima dell'apertura del negozio, mentre il Mago delle Lame si avviava per consegnare la spada che aveva richiesto tanto tempo a chi di dovere, con un sorriso ed un inchino... come sempre...
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Le ultime luci del giorno stavano per cedere il passo all'imbrunire, mentre il Mago delle Lame sedeva nel suo ufficio, aprì uno dei cassetti della scrivania estraendo un confanetto in legno scuro rifinito d'argento...
Si prese un momento per riflettere, aveva passato gli ultimi giorni forgiando ed incantando quella lama, una lama speciale per lui, per quanto non fosse una delle sue spade, ma qualcos'altro...
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Lentamente le sue mani, ormai robuste e ruvide, aprirono lo scrigno, alla fioca luce che ancora filtrava dalla finestra dello studio, un riflesso scarlatto balenò al suo sguardo, aveva infuso parte della sua energia in quel metallo, per quanto non si trattasse di un'arma eccezionale...
Aveva attinto alle sue riserve di Hizagkuur, lavorando con cura e dedizione il raro metallo fino a plasmarne la forma, inserendo nel processo le misture presenti in ogni sua lama, che rendevano il colore del metallo rosso come il sangue, nella gemma dell'elsa era visibile la sua runa, simile ad una spada, era stato, poi, incantato affinchè fosse più robusto e preciso, oltre a fornire una piccola protezione al suo proprietario...
Dervel sorrise appena all'idea... La persona a cui era destinato non aveva certo bisogno di una protezione simile, l'aveva vista affrontare nemici incredibili, sfruttando un'agilità ed una destrezza con la lama che raramente aveva potuto ammirare in altri...
Lei era stata una dei primi compagni con cui il mago aveva affrontato innumerevoli sfide e combattimenti quando era giunto ad Hillsfar, guardandola sempre come un esempio di maestria nel brandire una spada, per quanto il suo stile di combattimento rispecchiasse poco quello di Dervel.
I duri allenamenti e studi a cui si era sottoposto avevano migliorato notevolmente le capacità del mago delle lame, sia con la Spada che con l'Arte, giungendo, finalmente, a poter stare al suo fianco.
Per quanto, dal suo punto di vista, ci fosse ancora un abisso tra le loro abilità di spadaccini, ora poteva gioire dell'onore di aver combattuto davvero al suo fianco, sfoderando insieme le loro lame contro le avversità...
Proprio ora, tuttavia, la strada scelta, per amore della sua famiglia, dalla Barda, la costringeva a lasciare per sempre Hillsfar, una decisione che rammaricava non poco Dervel, ma comprendeva perfettamente le sue motivazioni, se lui si fosse trovato nelle medesime condizioni, probabilmente avrebbe agito allo stesso modo.
Glaurung, appollaiato sul suo trespolo accanto al camino, gracchiò forte, riportando Dervel alla realtà, l'oscurità era ormai scesa sul Mare della Luna e lui si trovava al buio, tra le mani la lama rossa che aveva creato per quella che aveva avuto al fortuna di definire un'amica.
"Hai ragione... pollastro nero che non sei altro... non c'è tempo da perdere ora... o ci perderemo la festa per salutarla!"
L'oscurità venne dissipata da una sfera di luce, il Mago delle Lame si alzò richiudendo lo scrigno e mettendolo nella borsa...
"Al massimo potrà usarlo come tagliacarte quel coso... lo sai vero?"
La voce gracchiante del corvo ruppe il silenzio che era sceso, mentre si lisciava le piume di un'ala.
Bob stava ultimando le pulizie, sentì poi una fragorosa, calda, risata provenire da dietro la porta dell'ufficio, una risata che aveva imparato a conoscere molto bene...
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Le braci si spegnevano lentamente, nella penombra della Forgia Arner, la notte era calata da ore, alcune candele illuminavano debolmente il tavolo da lavoro su cui Dervel aveva posto quell'enorme arma...
Biancacciaio, un metallo più che raro, quasi leggendario per chi, come lui, era esperto nel produrre lame...
Il processo di produzione era lungo e laborioso, possedeva una durezza identica a quella dell'Adamantio, senza il Maglio donatogli dai Nani delle montagne, non sarebbe riuscito a modellare quel metallo.
Ci erano voluti giorni di innumerevoli sforzi per rendere quella grossa, pesante, massa di metallo rovente una lama degna di nota.
Il peso era notevolmente superiore rispetto a qualunque altro materiale avesse mai usato, ma il mago decise di sfruttarlo in un modo che gli era inusuale, più una sfida a sé stesso che altro...
La lama era spessa e robusta, scelse di mantenere la brunitura dovuta alla Forgia ed alla tempra a cui era stata sottoposta, anzichè lucidarla.
In questo modo l'enorme spada appariva opaca, nera come la notte, priva dei riflessi tipici di ogni altra sua spada, anche quella era stata una scelta, questa spada era diversa da tutte le altre.
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Nella sua intera lunghezza, raggiungeva il metro e settanta, era quasi alta quanto chi l'aveva forgiata, e ben più pesante di una sua controparte in altro materiale...
La sua affilatura era impareggiabile, dopo giorni di lavorazione e rifinitura.
Una spada di simile fattura richiedeva incantesimi che ne esaltassero ancora di più la potenza... Non si trattava di una lama da usare in ogni occasione, anzi, lo sforzo che richiedeva brandirla era notevolmente superiore rispetto alle spade lunghe usate solitamente da Dervel, ma tale sforzo era compensato da una notevole potenza distruttiva.
Nelle settimane successive, il mago passò molto tempo ad esercitarsi in tecniche efficaci per sfruttare al meglio l'enorme spada, uno stile di combattimento ben diverso da quello che aveva appreso, ricordava però gli insegnamenti del suo mentore, Darry, da cui aveva ereditato la Forgia, e che brandiva una spada di dimensioni simili a questa...
Forse, proprio per non perdere il ricordo delle tecniche di quello che, in parte almeno, era stato il suo Maestro, quella spada possente era stata realizzata...
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