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[Aslaug Ulricsdottir] Appunti di una cacciatrice
#21
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"Ti vedo più come una volpe" la voce e un misto di divertimento e sensuale provocazione


Le rimane impresso il sorriso ambiguo di lei, così simile al suo ma meno selvaggio, la prima che la definisce volpe e non lupa, forse ha visto oltre e la cosa le sembra strana, la chiacchierata nella stanza, prima di divenire amplesso e violenza e qualcosa di astratto, aslaug ci pensa e ripensa e l'immagine che le torna in mente e sempre la stessa, ne consegue agitazione e anche alcuni incubi.. proprio con lei vicino..

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*Si rivede.. in quella tenda, in cerca di una possibilità, in cerca di una via di fuga, prima che tutto si compia, ma nessuno la salverà se non se stessa e forse questo la renderà più forte, ma questo e un pensiero presente... non quello che provava lì, con colui che la prese e la sacrificò agli antichi dei, mischiando sacro e profano*
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#22
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Consegnò il ritratto a Mikael sorridendo verso il mago, anche lui partiva, come Renfri prima.. e poi Fjolnir.. ripensò al suo amico biondo e non potè fare a meno di rattristarsi, con la mente finì alla sera della sua partenza.. lo aveva raggiunto "dove c'è la vasca dei pesci" una cittadina che Aslaug non conosceva, lì avevano chiacchierato un po, Eitiel li aveva raggiunti e avevano visitato questa famosa vasca, che in effetti era lì, la cacciatrice sorrideva per la semplicità di Fjolnir, erano così diversi ma anche così complementari, non poteva togliersi il peso della perdita, per tre inverni era stato un riferimento e un fastidio, ma pur sempre un punto stabile per lei, un legame con la sua gente.. con le tradizioni, Renfri stessa anche se di un'altra cultura era simile a loro e proprio lei era il motivo di quella separazione, mentre si allontanavano dalla vasca, per andare alla taverna non poté fare a meno di rammaricarsi, poteva finire diversamente, se da un lato provava un forte affetto per loro dall'altra si sentiva ancora tradita, ma questo volle tenerselo per se, non era senza colpe e in fondo Fjolnir aveva sempre avuto buone intenzioni, ma ora era libero e questo per Aslaug era importante, quando si salutarono, con un forte e lungo abbraccio il bestione biondo le consegno una sacca, con alcune faretre e il famoso rametto per gli spiriti, essenze e una barchetta pieghevole ed in fine.. due anelli...


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Incisi con rune e il simbolo delle furie rosse e del suo clan, un regalo profondo, dal significato importante, Aslaug rimase stupita, non aveva immaginato che il guerriero si separasse dai simboli della sua gente, specialmente verso di lei, in fondo erano nemici di clan, la commozione fu ricacciata dietro al sorriso quando uscì dalla stanza ne senti il pesante vuoto, la mancanza della sua stazza nella stanza era palpabile, la ragazza che da poco aveva conosciuto cercò di consolarla, ma c'era poco da dire per lei, doveva farsene una ragione.

Ora guardava Mikael, il mago era stato una presenza silenziosa, ma incisiva, l'aveva aiutata e lei aveva aiutato lui, in oltre gli aveva donato la sua arte e consigli preziosi, un legame diverso da Fjolnir, con sfumature di utilità ma sicuramente profondo, si rammaricò anche per quell'addio, perdeva un alleato e un'amicizia che poteva diventare più profonda sicuramente, per quanto diversi amava l'ironia di quello strano uomo, ripensò a Renfri che imitava la sua risata e mentre si congedavano lo guardò allontanarsi... 
Solo allora si ricordò perché evitava legami profondi e preferiva tenersi distaccata, le vie si erano divise e non era come a Ruathym dove li aveva persi nel sangue.. ma rimaneva l'amaro in bocca lo stesso..

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Seduta nel tavolo della taverna aslaug osservava il corno, lottando contro la voglia di berne il nettare, fece una smorfia e sospirò, troppi l'avevano messa in guardia per ignorare la cosa, Darsa.. Fjolnir.. Aldric voleva distruggerlo e aveva sentito di strane conseguenze per gli altri doni, non era così stupida da ignorare tutto questo, il gesto di derek però aveva posto un limite che la cacciatrice prese in considerazione, aveva rubato il corno.. dopo averla portata in stanze in condizioni pessime, erano state settimane di alcol e cacce, poco cibo e riposo, ne era uscita malconcia, smagrita e pallida era stata ripresa ma aveva ignorato tutto e tutti, sfogando il suo malessere e l'insonnia con l'alcol, Derek aveva proposto una alternativa, erba di giullare.. l'aveva calmata, privata della tempesta infuocata che provava dentro riuscì a dormire.. ma al suo risveglio un biglietto le spiegava che lo faceva per lei, come una belva in gabbia aveva girato in tondo presa dall'ira, infine era uscita come una furia, aveva trovato le sue tracce... braccato, lui lo sapeva e stava rischiando grosso, infine raggiunto nella foresta, una casa abbandonata in mezzo ad un laghetto, creature fatate e animali feroci erano in zona, lei passò inosservata, raggiunse la casa studiando derek che nella casa aveva acceso un fuoco, pronto ma ignaro della sua presenza, invece della solita prepotenza era diventata silenzisoa, salendo sul tetto senza far rumore l'aveva attirato fuori.. infine le era saltata sopra disarmandolo e ferendolo a morsi, sfogando la sua rabbia

Mentre lo faceva dentro qualcosa gridava... sentiva il ringhio del lupo, lo sguardo della volpe e il grido di una bambina... che non voleva più restare sola, quando si staccarono lo fissò per tanto tempo, mentre lui si spiegava e cercava di ragionare con lei, non poteva negare che aveva messo a rischio tutto.. sapeva come poteva finire, rubare ad Aslaug era morte.. a prescindere da cosa, ma al contrario di quel che si credeva in giro lei non era così stupida e selvaggia.. il cervello le funzionava, l'aveva punito ma non ucciso e nello stesso tempo aveva apprezzato il gesto, da quel momento aveva smesso di bere dal corno, con l'aiuto della maga e guaritrice Eitinel aveva ripreso a mangiare abbondantemente, così da tornare ad Hap in condizioni normali, tranne per un lieve pallore. 
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#23
*Aslaug buttò la sacca nel letto, con fare stanco, guardò la stanza familiare, con fare lento ma deciso si spogliò e iniziò a lavarsi dal catino, la lunga chioma scendeva selvaggiamente nella candida schiena, striata di qualche cicatrice, dopo essersi rinfrescata indossò le vesti e si mise nella scrivania, aprendo il diario*



Guardando le pagine la cacciatrice sorrise e fece smorfie a seconda della pagina, i disegni sparsi le ricordavano la miriade di avventure e i visi di chi l'aveva, più o meno partecipe, circondata nell'ultimo periodo della sua vita.
Con la mano sfiorò i ritratti di Fjolnir e Renfri.. poi quello di Derek, guardò quello di Sturm, chiedendosi dove fosse il grosso guerriero ed infine quelle delle lame, Exem, Aldric.. sorrise toccando quello di Darsa e fece una smorfia con quello di Majuk, guardò meglio quello di Nathan ed infine sospirò guardando il soffitto.

Dopo diversi minuti si scosse e si mise a scrivere.



Sono tornata nel villaggio dei cacciatori, questo periodo e stato molto agitato per me, mi sono concessa il lusso dei sentimenti, pagandone le conseguenze e nonostante le batoste continuo in questa strada, legandomi a persone e situazioni, mi ero ripromessa di guadagnare, senza farmi coinvolgere ma non ci riesco, Ariah mi ha contattata mentre ero ad Hap, con qualcosa che somiglia molto ad una vita quotidiana, scandita da missioni con le lame, cene con derek e sfide interessanti, tornare qui e non vedere Fjolnir.. Renfri o Mikael in giro e strano, sono malinconica, mi mancano più di quanto voglia ammettere, anche se ero distante al mio ritorno li trovavo sempre qui, Ariah c'è ancora e la sua chiamata ha sfumature strane e mistiche, non sono mai stata una che va dietro alle divinità, salvo la mia signora che mi lascia libera di esprimermi, ma le coincidenze di questi tempi mi hanno colpita, prima incontro una druida dei venti, una piacevole sorpresa e rarità come incontro, ma forse c'è qualcosa di più perché sono stata chiamata a proteggere qualcosa di misterioso, un legame con la terra e il vento, mi hanno chiesto se proteggo i boschi, domande strane ed io ho detto che non proteggo nessun bosco, ma conosco le regole delle foreste... delle montagne e del vivere tra i lupi e gli orsi, Oltre Ariah c'era un druido un uomo dal sorriso calmo e dalla parlantina strana, chiede continuamente scusa e pare sempre calmo, ma quello che mi ha colpita e l'incontro con la druida dei venti, per la seconda volta nel giro di un mese, i seguaci della mia signora sono rari e lei pare sentirne la voce, sono abituata a tenere nascosta la mia fede, nelle mie terre e considerata una debolezza e per la prima volta mi sono espressa liberamente, davanti ad ariah.. al druido e alla druida dei venti, questa strana e bizzarra situazione mi incuriosisce e mi spaventa, mi sento spinta da qualcosa che non comprendo e la brezza.. mi pare più forte sul mio capo. 



*un ritratto del druido appena stilizzato su una pergamena*
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#24
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Lo sguardo della cacciatrice era fermo, inchiodato sulle due figure, Derek la fissava intensamente, senza battere ciglio e muovendosi già lateralmente, spadone in mano, mentre Sturm con scudo e ascia ammiccava, il solito sguardo indecifrabile, carico di pensieri misti che si intravedevano nella faccia truce, aslaug sorrise sadicamente, mentre con un sussurro evoco delle radici dal terreno, i due non poterono avanzare direttamente, con velocità incredibile la donna scocco subito una serie di frecce che colpirono derek, prima di giungere da lei, il calcolo era stato veloce, conosceva entrambi, molto bene ma a parte questo i due si erano divisi i compiti, sturm che era corazzato aveva pensato di resistere meglio avanzando, ma era lento, mentre derek sperava nella distrazione di Aslaug, le radici però avevano costretto i due ad un giro largo, quando derek e sturm arrivarono da lei, il primo aveva già due frecce piantate nella spalla, se pure erano smussate facevano male, i due caricarono senza remore, il premio era ambito e lo scontro rischioso, ma aslaug amava la tensione della caccia e loro si credevano forse predatori? lei era certa di esserlo

Prima dell'incontro fisico aslaug recitò un'altra preghiera, gli occhi blu si illuminarono mentre la sua vista diventava più potente, sfiorò la spilla e non toccò ne scudo ne lama. ma rimase con l'arco

La lama di derek calò pesantemente alla sua destra, mentre sturm cercava di spingerla con lo scudo, con agilità aslaug si piegò evitando il fendente e con un calcio spinse di lato lo scudo, con movimento fluido e veloce piantò la fresccia sotto l'ascella dell'armatura di sturm, proprio mentre alzava l'ascia e con l'arco colpì alla testa derek che scartò di lato sorpreso, mentre si due stavano per riprendersi dalla sorpresa la donna sfruttò il momento con l'arco sbilanciò derek e assestando un calcio lo fece cadere a terra, mentre sturm caricava verso il fianco della rossa, con la coda dell'occhio intravide il movimento, ma il ruathen per quanto forte era lento, aslaug riuscì a deviare i colpi con movimenti fulminei e aggirando il bestione e colpendolo dietro le ginocchia, incoccò nel momento in cui i due erano sbilanciati e a terra e piantò qualche freccia in parti non vitali...


In piedi aslaug sorrideva selvaggia osservandoli a terra, il braccio le sanguinava per alcuni colpi di striscio, sene rese conto solo dopo però, la sfida era stata eccitante, si morse il labbro pregustando il suo premio, li avrebbe avuti entrambi inermi, nel suo sadico gioco. 



Tornati alla bottega si rilassarono, curandosi le ferite e lavandosi, gli sguardi dei due uomini erano diversi, Sturm era quasi compiaciuto, per quanto era chiaro la delusione del mancato premio, Derek faceva smorfie cocenti, molto orgoglioso quella sconfitta pesava, ma sembrava accettare l'evidenza.
Lo scopo della ruathen non era puramente ludico, la sua frase infatti imbastì l'obbiettivo


"Ora.. merito di più il vostro rispetto" 

Non era stupida, i due uomini rappresentavano la base della sua sigga, le persone più fidate che aveva in questo momento, doveva mostrare la sua forza, determinatezza, a loro poteva far capire chi era veramente e quanto pericolosa poteva diventare, gli altri per ora li teneva nell'illusione che lei fosse prevedibile. 

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Ronda... La cacciatrice ripensò alla ragazza, l'aveva conosciuta appena giunta nelle valli, simpatica e ironica le era subito andata a genio, i tempi erano più semplici, viaggiava con fjolnir e le lame ancora non esistevano, ma iniziava a crearsi il gruppo, Ronda era come lei nei limiti dei due mondi, uno fatto di avventurieri scapestrati, viaggiatori e di imprese confusionarie e bonarie e l'altro fatto di organizzazione, scopi precisi e privi di sentimenti e scrupoli, come aslaug si era destreggiata ma alcuni sospetti avevano minato la fiducia di molti, Aslaug divideva le due cose ed era rimasta amica di Ronda, il periodo successivo, nel villaggio dei cacciatori aveva avvicinato Fjolnir e Renfri e chi orbitava nel loro mondo, la ragazza aveva confidato alla rossa la speranza di una nuova.. realtà e famiglia con loro, il progetto del Clan saltato a causa delle incomprensioni e per Aslaug dei tradimenti alla sua persona, poi era partita, di colpo per la sua terra natia, in effetti era stata la prima partenza, prima di Renfri e della catena che ne seguì, lasciando la cacciatrice in una condizione pessima.

Quando entrò alla bottega e la rivide fu una sorpresa, in qualche modo Ronda le ricordava quello che poteva nascere, anche perché lei ne era una sostenitrice accanita, Derek l'aveva invitata senza dirle nulla degli ultimi avvenimenti, cosa che però era trapelata in giro, perché volle sapere cosa fosse successo, dopo un abbraccio riconciliatorio visitarono la bottega e mangiarono, quella notte, aslaug la ospitò nella stanza, al contrario del suo solito fu una serata di chiacchiericcio e riassunti. 
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#25
Il Rapimento 

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Non ricordava bene cosa era successo, mentre l'acqua salata le sferzava il viso, era legata, ricordi confusi, un uomo dalla lunga barba con due lupi, il saluto nella sua lingua e poi il buio

Era stata presa, sdraiata nel duro legno della Drakkar, file di uomini che vogano con forza, e l'uomo con la barba la fissa ghignando mentre sbuccia una mela con un coltello, da quanto stanno viaggiando? non sa dirlo ma dalla bocca asciutta e il senso di intorpidimento sembrano.. anni

"ben svegliata principessa!" *la voce gracchiante dell'uomo e carica di scherno*

"figlio di puttana!" *sputando verso l'uomo la rossa cerca di liberarsi*

"OH! calma.. non vogliamo che ti rovini, ci sono voluti mesi per trovarti e ora.. devi aiutarci a fare fuori tua madre!"

*La risata che seguì fu lunga e priva di gioia.. fu così che Aslaug, figlia di Ulric sparì dalle valli.. senza lasciare traccia.* 
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#26


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Il campo di battaglia era pieno di cadaveri e moribondi, era stato uno scontro terribile, da entrambe le parti le perdite erano enormi, e la notte perenne non aiutava, i saggi dicevano che la fine era vicina, che il cielo sarebbe caduto schiacciando forti e deboli, così dopo anni di lotta lo scontro finale era giunto.

Aslaug aveva vissuto questi anni con contrasto, le era stata offerta la libertà dopo la prigionia, rapita e arrivata in terra natia imprigionata, se pur trattata con riguardo, una condizione impossibile da sopportare per lei e il suo credo, ma era sopravvissuta, sua madre era diventata lo Jarl del suo villaggio, non sapeva nemmeno come, aveva accettato la libertà combattendo contro sua madre, pronta a tradire chi l'aveva rapita, Jarl Einar, dalla lunga barba, era "impressionante" con due lupi enormi sempre con se e la desiderava come Regina, non era stupida, l'alternativa era la morte, dopo molta sofferenza, così aveva combattuto aspettando la giusta occasione per tradirlo e vendicarsi, ma non era mai giunta..

Era riuscita ad avvertire la madre, ma non era bastato, lei giaceva morta insieme a molti, invece Einar era vivo.. così in mezzo alla battaglia e nell'oscurità, sapendo di non poter fare nulla per la propria Sigga, ormai estinta scappò 

Un viaggio lungo e interminabile, prima per mare.. mesi di navigazione, come marinaia, raggiungendo la costa della spada e poi via terra, giungendo vicino le valli, al suo ritorno aveva trovato distruzione e scompiglio, nella sua terra la strage era stata tra due clan, il suo mondo era crollato ma le isole del suo popolo avevano visto solo l'oscurità e la violenza era normalità, qui il mondo che aveva lasciato, le persone amate e gli amici erano morti.. o persi, un mondo di follia aveva pervaso le città che un tempo conosceva.
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#27
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Arrivo a Hillsfar

Era giunta di sera, stanca e sfiancata, era l'ombra della Aslaug di un tempo, molto del suo entusiasmo e della strafottente "sfida perenne" che le si leggeva negli occhi si era assopita, gli anni trascorsi erano stati duri, fisicamente era indebolita, dalla prigionia e dal lungo viaggio, il suo spirito si era abbattuto, aveva sperato di ritrovare i vecchi compagni di ventura, una traccia del passato ma non era stato così, dietro indicazione di alcuni mercanti aveva raggiunto Hillsfar, le strade della città erano poco frequentate di notte, tranne qualche guardia e alcuni avventurieri che uscivano da una taverna vicino il cancello, un tempo avrebbe preferito rimanere fuori, con i suoi lupi, oggi invece cercava calore, voci e agognava sentire ridere qualcuno..
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#28
Aslaug osservava la stanza, al contrario delle altre notti, trascorse fuori, nei boschi con il suo lupo, aveva preso la stanza e si era "sistemata" aveva acquisito più sicurezza, grazie alle recenti conoscenze e collaborazioni, piccoli lavori, un paio di incarichi più grossi e pericolosi e qualche caccia condivisa con altri avventurieri avevano rimpolpato la sacca delle monete, tanto da fare qualche acquisto e sistemarsi, certo non bastavano a vivere bene ma poteva permettersi qualche pozione in più

Spogliandosi si sedette nel letto, la stanza era pulita e sguarnita, senza fronzoli, questo non le dispiaceva, nell'angolo il suo fidato arco, lo scudo e il suo elmo sembravano fissarla quasi, erano il suo passato ma anche il presente, tutto ciò che le rimaneva.

Ripensando al suo ritorno rimase dubbiosa nel viso, era giunta ormai da qualche settimana.. forse un mese? non sapeva dirlo, si era iscritta alla gilda degli avventurieri e aveva iniziato a collaborare con alcune "personalità" del posto, persino persone familiari, che aveva visto anni prima, mentre calpestava le terre delle valli ancora intatte, Valen il paladino di tyr e Leonidas, un guerriero che ai suoi tempi era alle prime armi e ora sembrava un esperto combattente, Dervel un uomo che usa la lama e la magia, cose davvero strane per la ruathen, ma che ha chiaro sangue nordico, di pelo rosso come lei, Shakkara una elfa selvaggia sfidata nell'arena che l'aveva incuriosita, una sfida che per un attimo aveva acceso il fuoco ribelle della rossa. 

Poche settimane prima aveva rivisto Essembra, lì dove le lame avevano la sede e dove aveva vissuto per un po, una terra distrutta, piena di creature folli e ombre inquietanti, il ricordo della figura dagli occhi rossi, che la invitava ad entrare in una casa stranamente sana e con una luce fioca nell'oscurità la fece rabbrividire, si era forzata a partire, se pure pericoloso oltre le sue capacità, dietro invito di Luth il capo degli esploratori che la stava aiutando ad ambientarsi, insieme al Paladino e al Fabbro guerriero Darry,  ne era uscita quasi indenne se non per l'ultimo scontro, contro un enorme verme, dentro l'albero sacro dei druidi, una maledizione che quasi la uccideva, era stata salvata Da Valen, riuscendo e rientrare insieme al gruppo, lei era la "meno" capace tra loro, ma credeva di essersi distinta, nei giorni successivi aveva viaggiato insieme ad altri avventurieri alle prime armi, come Laima e Zyn, aiutato la Maga Sophie con alcune vicende di folletti e affrontato un esercito orco, quasi rimanendoci insieme al "paroliere" Jester un avventuriero giovane e intraprendente che l'accompagnava da quando era giunta. 


Il tutto mentre passava le serate a bere e mangiare e giocare a dadi nella cittadina, cercando di ambientarsi. 
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