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[Autoquest] Sul filo della tempesta.
#1
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Guardo l'orizzonte e chiudo gli occhi, è presto, il sole deve ancora sorgere, la città è alle mie spalle, e la solitudine di fronte a me, l'orizzonte a malapena visibile mentre l'idea della prima luce del mattino comincia ad infestare l'oscurita che ancora cerca di regnare nel cielo.
Sento il rassicurante peso delle mie spade assicurate ai lati della cintola , in fin dei conti , sono qui per loro, ogni mattina, ogni giorno, costantemente. 


Yondalla è certamente nel mio cuore, e guida i miei passi, ma gli insegnamenti di mio zio, e la via di Arvoreen è ciò che reggo nelle mie mani, semplici insegnamenti, un guerriero non ha bisogno di tanti fronzoli o abbellimenti, poche parole che guidano la mia via in combattimento ed ogni mattina, li ripeto a me stessa prima di allenarmi.

Nell'oscurità, sarò la luce.
Nell'incertezza, terrò la mia fede.
Nella morsa della rabbia, affinerò la mia abilità.
Nella vendetta, non avrò pietà.
In combattimento non mostrerò timore
Nella morte, non avrò rimorso.

Dopo le preghiere a Yondalla, il mio mantra è questo, e lo ripeto spesso, lo ripeto mentre sento l'elsa della mia spada, familiare , nella mia mano, lo rpeto mentre  mi lascio trasportare dal ritmo delle spade, un ritmo sempre diverso, costante solo nella sua intensità.

Non mi sono mai vista combattere, ovviamente,  ho solo sentito descriverlo da chi mi era vicino, e non so come ne perchè, avesse speso tempo a guardarmi invece di continuare a combattere, mi sono state dette parole come "Danza", termini poetici...
Ma non so che farmene, il mio modo di combattere non ha nulla a che vedere con la danza, e meno che mai i poeti,  rimanere calmi, concentrati, efficenti, con un solo scopo, la distruzione del mio nemico.

Questo guida le mie lame in combattimento, e questo guida le mie lame in addestramento. Chiudo gli occhi per bloccare il resto del mondo, non lo farei mai in un combattimento vero, ma in allenamento, ogni tanto, è bene sentire il proprio corpo senza vedere. Così faccio, sento il terreno duro sotto i miei stivali, il peso, moderato, dell'armatura sulle spalle, ed il lieve rumore che fa quando mi muovo, lo scricchiolare delle cinghie di cuoio che tengono tutto insieme, il rumore della lame che fendono l'aria, prima regolari, poi, varia, sempre variare, mai ripetere lo stesso schema, mai offrire al nemico  una ripetizione, una finestra sui tuoi pensieri, li c'è la morte.

Schivare, deviare, colpire, deviare, colpire, schivare e ancora, e ancora. Il vento del mattino non è freddissimo ancora, ma ghiaccia il sudore sulla mia pelle, ma questo non mi ferma, se mi fermassi per qualsiasi motivo, non sarei degna degli insegnamenti di mio zio, ne della guida di Arvoreen in battaglia.

Quando finisco l'allenamento oramai il sole è comparso in cielo, sento i muscoli piacevolmente distesi, una leggera stanchezza è benvenuta, segno di un allenamento giustamente intenso.

Soddisfatta, prendo le redini di Vercingetorix e mi dirigo verso la locanda.
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#2
L'orco è li, davanti a me, torreggiante, inamovibile. Posso vedere le curve dei muscoli sulle braccia possenti, le vene grosse sotto la pelle ruvida e verde.

L'aria è decisamente calda, sento il sudore scorrermi dietro la schiena, poco male, nel Luiren era peggio, avrei giurato che giu, nella mia patria, fosse possibile annegare semplicemente respirando tanto era umido li, per non parlare dei sei mesi di pioggia continua, li, qualcuno è annegato veramente lontano miglia e miglia dalla costa.

Vedo la faccia dell'orco contorcersi in un sorriso trionfante, dopo tutto non devo sembrare un granchè come avversario,  la bestia verde sta gia probabilmente pensando al suo prossimo avversario, questo combattimento gia fatto e finito nella sua mente.
Sorrido anche io, prego sempre Arvoreen e Yondalla per un avversario stupido, dopo tutto , certi nemici sono doni degli dei.

In mera forza non potrei competere, mi spezzerebbe in due come un fuscello. No, forza contro forza contro avversari simili è qualcosa che Ares può fare, con la sua pesante corazza, con la sua mazza, che onestamente credo pesi piu di casa mia giù nel Luiren, mettendoci forse anche le case di mio zio e tutto il tempio di Arvoreen per buona misura....

Il mio stile è diverso, sposto il peso leggermente verso avanti,  tenendo il possente avversario sott'occhio, intorno a me I miei compagni sono impegnati, ognuno a modo suo facendo in modo che un pelleverde di meno piaghi queste lande, con la coda dell'occhio vedo i loro movimenti, ma il mio personale problema è davanti a me, e si fa avanti senza timore.

La pesante spada a due mani, rozza e scheggiata che fischia sopra la mia testa sarebbe stata abbastanza per tagliarmi in due, purtroppo per l'orco, e per mia fortuna,  non sono piu li quando il colpo arriva, le mie spade saranno si è no un terzo della lunghezza dell'arma del pelleverde, quindi ho bisogno di andare vicino e sul personale per colpirlo.
Sopra di me o qualche tonnellata di orco teso ancora cercando di recuperare la sua postura dopo il colpo, perfetto per me, il sotto delle sue braccia e le sue gambe, non tanto protette sono davanti  e sopra di me, è una faccenda rapida, per come sono fatta io, tutto deve essere rapido, sento la vibrazione sull'elsa delle mie spade, e la parte inferiore del braccio di un orco e la coscia corrispondente dal quel lato ora presentano un bel taglio profondo, ho sentito la resistenza dei muscoli e poi la durezza dell'osso, il taglio sul braccio ha colpito in profondità, sangue scuro e denso mi è schizzato sulla faccia e sui capelli, riesco a piazzargli un'altro colpo veloce, verso la schiena, ma la dura pelle della sua.. hum.. corazza, così per dire,  mi impedisce di fare danni soddisfacenti.

Lo vedo perplesso, si aspettava di farmi fuori con il suo primo colpo,  non è così, e non riesce a spiegarselo, se fossi una persona cortese gli spiegherei che la mia gente combatte contro avversari immensamente piu grandi di noi dall'inizio dei nostri tempi, che un combattimento per un hin non è mai alla pari . Ma non sono una persona cortese, per cui approfitto della sua esitazione e mi faccio sotto.

L'aria fischia sopra di me, mentre cerca di tagliarmi in due di nuovo, in verticale questa volta, ma il braccio ferito lo rallenta abbastanza abbastanza per permettermi di schivare il colpo, fosse stato un umano, o qualcosa di meno imponente forse avre pensato di deviarlo leggermente, ma contro di lui, no, schivare è l'unica possibilità. Mi presenta un perfetto bersaglio e gli pianto una delle due spade sotto l'ascella, e girandomi, gli colpisco il retro del ginocchio con l'altra.

Sento un grugnito di dolore provenire da sopra di me, lo vedo cadere, e senza esitazione lo finisco mentre sta andando a terra, ora che il suo collo è a portata.

Mi giro ansimando e vedo che il resto dei miei compagni ha finito con il resto della piccola banda orchesca, recupero la spada ancora incastrata sotto l'ascella orchesca, mi dovrò ricordare di usare l'acido per pulire le armi stavolta, mi torna lla mente una lezione di mio zio, mi disse che non è elegante uccidere con la punta della spada, molto piu elegante usare il filo, ma lezione nella lezione, mi disse ai nove inferi l'eleganza, il risultato finale è quello che conta.

Guardando il sangue ancora sgorgare dall'orco e la profonda ferita che gli ho inferto sprofondando la lama nel suo corpo, annuisco in silenzio, come al solito  zio Mattiath aveva ragione. 
Mi devo ricordare di spedirgli una lettera per informarlo dei miei progressi... chissà magari per una volta sarà contento.


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#3
"Forse stavolta non ce la faccio..."

Se mi avesse sentito Zio Mattiath mi avrebbe dato uno sganassone, mi ripeteva sempre che un combattimento si vince in primis nella mente, qualsiasi dubbio su se stessi deve svanire se si vuole emergere vittoriosi in battaglia...

Ma santo Arvoreen me lo sarò ripetuto almeno quindici volte da quando siamo scesi in questo buco nero di caverna...


Anche adesso sto faticando a stare appresso a questo bastardo nero,  Yondalla se mi ricordano I Crinti questi bastardi di drow, vent'anni a combattere Crinti mi ha in qualche modo preparato anche a questo, ma l'avversario che ho davanti mi sta facendo sudare colpo su colpo.

Mi fa impazzire, il suo stile è quasi una copia del mio, quasi, lui è piu bravo, mi fa impazzire di rabbia come I suoi movimenti siano esattamente quelli a cui sto aspirando io.

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Una lama corta mi fischia vicino alla faccia, riesco a deviarla leggermente, pochissimo un capello, abbastanza per non farmi prendere,   e con l'altra spada cerco di restutuirgli il favore, ma con una mossa identica alla mia, il mio colpo viene deviato.

Sorride il fetente, io sono troppo occupata a tenergli testa per avere un espressione, è energia che proprio non posso sprecare, di nuovo sotto, incessamente, esattamente come voglio fare io,  ringrazio Zio Mattiath per l'armatura che mi ha regalato, senza di quella avrei almeno una decina di tagli addosso, ma un paio di colpi me li ha piazzati bene addosso , mi bruciano le ferite, e se non riesco a metterlo a terra, questa volta darò lavoro ad Uoragalan.

Beh, ho sempre detto che nella morte non avrò rimorso, e per la spada arruginita di Arvoreen, costi quello che costi ci presenteremo insieme nell'adilà.
Con un grugnito mi rifacio sotto accellerando il ritmo, cambio presa leggermente sulla spada che tengo nella sinistra , al diavolo lo stile , al diavolo tutto.

Sembra che le sue spade  siano ovunque, parando e deviando le mie , riesco a pizzargli un bel taglio sulla gamba e riesco a rallentarlo un pochino, se sopravvivo a questo scontro dovrò andare dal fabbro a far controllare le spade, ho paura che con tutti I colpi che stanno prendendo prima o poi cedano, il filo delle lame, oramai me lo sono lasciato indietro sei scontri fa.

Riesce a penetrare le mie difese, mi prendo una bella spadata nella spalla che mi sbilancia, grugnisco, il mithral dell'armatura fa il suo lavoro, ma il colpo lo sento eccome , ma vedo che si è sbilanciato, un apertura, nonostante il dolore sento che un ghigno mi si forma sul viso, solo un istante e gia vedo la mia spada infilarsi nel suo collo...

Una mazza enorme cala dall'alto sul drow distratto, sento un fiotto di liquido caldo colpirmi il viso e vedo che il drow non c'è piu. Non sotto forma di drow almeno, quello che rimane dopo il colpo di Ares non so classificarlo... frittata forse... 
Il mezzo drago mi sorride chiedendomi se va tutto a posto,  rispondo con un sorriso ed annuisco, mi massaggio la spalla e cerco di levarmi pezzetti di drow dal viso, liberandomi gli occhi dal sangue, dentro sto urlando, se potessi lo terminerei a capocciate sui gioielli di famiglia, ero sicura di averlo, solo un'istante in piu....

O forse mi avrebbe staccato la testa... guardo il miscuglio di nero e rossastro che sino a pochi istanti fa stavo combattendo...  che dire.. almeno ho imparato qualcosa... 
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#4
"Piu in alto... si ora piu in basso... e di nuovo.. di nuovo.. ripetete... di nuovo.. .parata.. parata.. attacco.. affondo... parata"
Continuo a ripetere al gruppetto di hin che sono riuscita a radunare , nel quartiere hin , dove tutto è a grandezza giusta.
Ci è voluto un po di lavoro, ma come Arovreen dice, meglio prevenire e attaccare prima che il pericolo raggiunga la tua gente.... Però è anche vero che se qualche pericolo ti casca in testa dal nulla,  è meglio avere la gente piu preparata possibile.

Ho creato qualche rozza spada di legno per allenamento e adesso mi sto impegnando ad insegnare o in alcuni casi solo a raffinare, l'arte della spada per un po della mia gente.

Ci siamo incontrati nel parchetto, con il benestare della sacerdotessa, dopo tutto sto pensando di stabilirmi qui per un po e comprare una casa. E' l'unico posto che mi ricordi in qualche maniera casa e non  è eccessivamente distante da dove tutti gli avventurieri si radunano.

Controllo posture e affondi, scambio qualche colpo con gli allievi piu promettenti per mostrare di nuovo e di nuovo e di nuovo a quelli un po piu lentini.

Dopo tutto suppongo che Zio Matthiath potrebbe quasi essere fiero di me, in fin dei conti non sto facendo altro che ripetere quello che mi ha ripetuto lui per anni, inculcandomelo nella testa a suon di mazzate.

Mentre seguo alcuni, prendo una nota mentale di chi dimostri attitudini particolari, dopotutto passato un certo punto, l'unica maniera per migliorare il proprio stile è insegnare.
Nessun'altra attività può farti ripassare il tuo intero bagaglio di conoscenze,  cose che davi per scontate, ma mostrandole ad occhi nuovi ed attenti, si riscoprono vecchi errori e concezioni errati che neanche si sapeva di avere.

Dopo tutto la giornata scorre bene ed è divertente, abbastanza da farmi pensare di farlo piu spesso, comunque non bastano poche ora di lezione, cosi decido di perdere qualche ora durante la settimana per chi è interessato, non è una vera e propria scuola , ma molto piu di niente.

Guardo Vetcingetorix e giurerei che l'ultimo nitrito fosse una risata, quel cavallo non ha mai smesso di giudicarmi, dal primo giorno che mi ha disarcionata.

L'unica cosa che non gli posso veramente insegnare... e come affrontare una vera battaglia, il rischo di morire o perdere una parte del tuo corpo... soprovvivere mutilati... posso parlarne, ma finchè non si è vissuta, non posso farci niente.... magari piu avanti li porterò con me per le cose piu facili...
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#5
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Stili diversi... vite diverse...

I miei occhi non sono fatti per il deserto, forse troppo chiari, venivo contiuamente abbagliata dal abbacinate luce perenne ed il riflesso sulle sabbie chiare, ho dovuto imparare ad annerire attorno agli occhi come fanno alcuni dei locali.

La sabbia è insidiosa e tiranna, ti aggrappa il piede nel momento meno opportuno, o si sposta facendoti scivolare, un  miracolo che sia sopravvissuta ai primi giorni in quel luogo magico e pericoloso, ma dopotutto, se voglio affinare la mia arte, non posso aspettarmi che il mio avversario sia tanto cortese da venirmi in casa, possibilmente in una arena ben ventilata e con terreno solido.

Ho dovuto lasciare i miei allievi per molto tempo, ma li ho preparati bene per la mi assenza, e dopotutto porto indietro con me un bagaglio di conoscenze preziose, valeva la pena affrontare questo lungo viaggio.

I predoni del deserto prediligono armi veloci e corte, e ovviamente armi da lancio, abituata alle foreste e le paludi, questo era del tutto nuovo, e Arvoreen, sanno combattere, ne tendono a sottovalutarti solo perchè sei sotto il metro di altezza... anzi...  
 
Ho sentito lame ricurve fischiare accanto alla mia testa piu volte di quanto pensassi, lame lunghe e corte, sempre veloci, armature troppo pesanti non sono ottimali per il caldo e il terreno sabbioso, ho trovato pane per i miei denti, ma tra Memnon e Calimport, passando accanto alle rovine di antiche città, all'ombra di oasi che solo i mercanti sono in grado di trovare in quel mare di sabbia, ho lentamente imparato a danzare sulla sabbia, a farla mia e apprezzarne le difficoltà ed i pregi.

Quasi mi dispiace abbandonare questo reame, non sono sicura di Vercingetorix.. lui non sembra apprezzare il luogo e ho ricevuto piu di qualche strana occhiata quando ho aperto un barilotto di birra per lui, ma so che la apprezza, perchè dovrei privarlo, la vita è gia abbastanza difficile, e la strada verso il ritorno è lunga.
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