07-01-2019, 12:43
26 Eleint 1387
E' molto che non scrivo, per mancanza di voglia e di avvenimenti degli di nota.
Questa presunta guerra con la città volante aleggia nell'aria, difficilmente se ne parla apertamente, ma tra i sussurri ed i pensieri degli avventurieri è una costante. Immagino alcuni ci sperino, per farsi valere, coprirsi di gloria o semplicemente guadagnarci qualcosa, ma io non riesco a vederci niente di buono. Mi è stato insegnato che tutto diventa un'opportunità, dal punto di vista giusto, ma io di certo non commercio in forniture d'armi o vettovagliamenti per l'esercito. Gli avventurieri mi hanno preso per una specie di fonte d'informazioni, mi chiedono costantemente di scoprire qualcosa dal sottobosco della città, ignorando probabilmente quanto difficile sia portare a termine qualcosa tra soggetti che pensano solo al proprio tornaconto personale e che molto spesso si disprezzano a vicenda. Comincio a ritenere questa non sia una via percorribile, di dovermi trovare qualcos'altro da fare. Qualcosa che almeno mi renda qualche soldo. Nella vita sono stata in parecchie grandi città portuali, e c'era sempre qualche sbocco, qualche modo di procurarsi le cose senza dare nell'occhio. Qualche lavoro da fare. Ma qui è come se fosse tutto congelato, non capisco se sono io a sbagliare l'approccio, se siano più diffidenti nei confronti degli stranieri di quanto credessi, o se semplicemente vengo tenuta fuori per un qualsiasi motivo.
Sono qui da diverse lune oramai, e sono più povera di quando sono arrivata, e nemmeno di mezzo passo più vicina a scoprire qualcosa su Robb.
Stranamente, in questa depressione totale, mi ritrovo sempre più spesso in compagnia di Eitinel e Velyahn. Donne più differenti non potremmo essere e, dato che la solidarietà femminile in natura non esiste, non capisco effettivamente cosa ci leghi. Forse solo i capricci di Tymora, che per divertimento ha voluto mettere insieme la strana, l'ingenua e la poco di buono. Sembra il titolo di una ballata da quattro soldi.
E così Eitinel mi ha portato in quelle cripte, che non vedevo da... quella volta. L'ho fatto perché ho voluto affrontare la cosa, scacciare dalla mia mente il ricordo delirante di quella notte. Ma non ha funzionato molto bene. Continuavo a vedere ovunque quella stessa nebbia, quella moltitudine di porte che conducevano ovunque, tranne che alla salvezza... e quella creatura che m'inseguiva, le sue mani artigliate che uscivano dai muri. Le sue zanne che affondavano. E la sua voce... la sua voce che mi chiamava. Che mi faceva promesse.
Ma non è possibile. E' sicuramente colpa della suggestione, dell'alcool. Ho rimosso molto di quella notte, ma quella creatura è morta. Da anni. Il grande maestro se n'era assicurato.
E' solo lo shock.
E' molto che non scrivo, per mancanza di voglia e di avvenimenti degli di nota.
Questa presunta guerra con la città volante aleggia nell'aria, difficilmente se ne parla apertamente, ma tra i sussurri ed i pensieri degli avventurieri è una costante. Immagino alcuni ci sperino, per farsi valere, coprirsi di gloria o semplicemente guadagnarci qualcosa, ma io non riesco a vederci niente di buono. Mi è stato insegnato che tutto diventa un'opportunità, dal punto di vista giusto, ma io di certo non commercio in forniture d'armi o vettovagliamenti per l'esercito. Gli avventurieri mi hanno preso per una specie di fonte d'informazioni, mi chiedono costantemente di scoprire qualcosa dal sottobosco della città, ignorando probabilmente quanto difficile sia portare a termine qualcosa tra soggetti che pensano solo al proprio tornaconto personale e che molto spesso si disprezzano a vicenda. Comincio a ritenere questa non sia una via percorribile, di dovermi trovare qualcos'altro da fare. Qualcosa che almeno mi renda qualche soldo. Nella vita sono stata in parecchie grandi città portuali, e c'era sempre qualche sbocco, qualche modo di procurarsi le cose senza dare nell'occhio. Qualche lavoro da fare. Ma qui è come se fosse tutto congelato, non capisco se sono io a sbagliare l'approccio, se siano più diffidenti nei confronti degli stranieri di quanto credessi, o se semplicemente vengo tenuta fuori per un qualsiasi motivo.
Sono qui da diverse lune oramai, e sono più povera di quando sono arrivata, e nemmeno di mezzo passo più vicina a scoprire qualcosa su Robb.
Stranamente, in questa depressione totale, mi ritrovo sempre più spesso in compagnia di Eitinel e Velyahn. Donne più differenti non potremmo essere e, dato che la solidarietà femminile in natura non esiste, non capisco effettivamente cosa ci leghi. Forse solo i capricci di Tymora, che per divertimento ha voluto mettere insieme la strana, l'ingenua e la poco di buono. Sembra il titolo di una ballata da quattro soldi.
E così Eitinel mi ha portato in quelle cripte, che non vedevo da... quella volta. L'ho fatto perché ho voluto affrontare la cosa, scacciare dalla mia mente il ricordo delirante di quella notte. Ma non ha funzionato molto bene. Continuavo a vedere ovunque quella stessa nebbia, quella moltitudine di porte che conducevano ovunque, tranne che alla salvezza... e quella creatura che m'inseguiva, le sue mani artigliate che uscivano dai muri. Le sue zanne che affondavano. E la sua voce... la sua voce che mi chiamava. Che mi faceva promesse.
Ma non è possibile. E' sicuramente colpa della suggestione, dell'alcool. Ho rimosso molto di quella notte, ma quella creatura è morta. Da anni. Il grande maestro se n'era assicurato.
E' solo lo shock.
Eran Blackmore
"Come i bambini, bisogna minacciarli" - DM Artemis, 2022
"Come i bambini, bisogna minacciarli" - DM Artemis, 2022