17-06-2017, 11:10
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 17-06-2017, 12:33 da Caleb89.)
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XY Eleasias 1384
E' davvero incredibile la quantità di orrende ferite che un avventuriero riporta in una giornata. I poteri che il mio Signore mi concede sono a malapena sufficienti per tenerli in piedi e il più delle volte devo attingere alla mia scorta di medicamenti magici forniti dal tempio della Triade.
Alcune giornate mi trovo persino a considerare l'idea di unirmi alla setta degli Alleviatori; spero di non mancare loro di rispetto con questo ma a volte mi sembra che predicare la via della semplice Sopportazione permetta loro di risparmiare non poco sui medicamenti.
Comunque è per ottimi motivi che sono restio ad impiegare l'oro raccolto grazie alle offerte di poche anime generose: il quartiere a nord ne avrà di certo maggior bisogno, così lo conserverò per i giorni di pioggia almeno finche il Padre Venerabile non mi dirà altrimenti.
Predicare gli insegnamenti di Ilmater mi riesce meglio con le azioni che a parole; anche volendo mi sembra che molti dei compagni con cui mi ritrovo a viaggiare abbiano sofferto nel corpo e nell'anima più di quanto io possa immaginare. Come posso anche solo pensare di insegnare loro qualcosa dall'alto di una vita trascorsa per la maggior parte al sicuro dietro le mura di un monastero?
Certo, c'è stata quella volta in cui i draghi ci hanno colpito davvero duramente, in quei giorni perdemmo molti dei nostri fratelli nella loro Furia ma anche allora ero così impotente da riuscire soltanto a scappare e cercare di mettermi in salvo con gli altri novizi.
Forse dovrei affrettare il rito della mia Prima Sofferenza, attraverso tale sacrificio Ilmater potrebbe concedermi una comprensione più profonda dell'animo di quelle persone che intendo aiutare, ma temo di peccare di arroganza o fare il proverbiale passo più lungo della gamba stavolta.
Non pretendo di essere un santo. Al loro confronto i voti che ho scelto di prendere non sono che il principio di un sentiero più alto, ma sto cercando comunque di fare del mio meglio tanto nell'ascesi interiore quanto nel lavoro di guaritore di ogni giorno.
Stamane ho rivisto il maestro Morn e ci siamo allenati assieme dopo la preghiera di mezzodì. Con poche rapide mosse mi ha fatto capire quanto avessi trascurato il mio stesso corpo, nella foga di apprendere i Misteri del divino attraverso formule e simboli. Mi ha persino concesso di ricorrere alla magia per "tentare" di tenere il passo, lui non ne aveva bisogno, ma non intendeva certo che sarebbe stato a guardare mentre cercavo di invocare le benedizioni del mio Signore, anzi ha fatto di tutto per spezzare la mia concentrazione ad ogni mio tentativo.
Il risultato possono testimoniarlo i lividi che mi ha lasciato sotto la tunica: ho ancora così tanto da imparare.
*la pagina successiva sembra occupata da una citazione trascritta da un altro testo*
XY Eleasias 1384
E' davvero incredibile la quantità di orrende ferite che un avventuriero riporta in una giornata. I poteri che il mio Signore mi concede sono a malapena sufficienti per tenerli in piedi e il più delle volte devo attingere alla mia scorta di medicamenti magici forniti dal tempio della Triade.
Alcune giornate mi trovo persino a considerare l'idea di unirmi alla setta degli Alleviatori; spero di non mancare loro di rispetto con questo ma a volte mi sembra che predicare la via della semplice Sopportazione permetta loro di risparmiare non poco sui medicamenti.
Comunque è per ottimi motivi che sono restio ad impiegare l'oro raccolto grazie alle offerte di poche anime generose: il quartiere a nord ne avrà di certo maggior bisogno, così lo conserverò per i giorni di pioggia almeno finche il Padre Venerabile non mi dirà altrimenti.
Predicare gli insegnamenti di Ilmater mi riesce meglio con le azioni che a parole; anche volendo mi sembra che molti dei compagni con cui mi ritrovo a viaggiare abbiano sofferto nel corpo e nell'anima più di quanto io possa immaginare. Come posso anche solo pensare di insegnare loro qualcosa dall'alto di una vita trascorsa per la maggior parte al sicuro dietro le mura di un monastero?
Certo, c'è stata quella volta in cui i draghi ci hanno colpito davvero duramente, in quei giorni perdemmo molti dei nostri fratelli nella loro Furia ma anche allora ero così impotente da riuscire soltanto a scappare e cercare di mettermi in salvo con gli altri novizi.
Forse dovrei affrettare il rito della mia Prima Sofferenza, attraverso tale sacrificio Ilmater potrebbe concedermi una comprensione più profonda dell'animo di quelle persone che intendo aiutare, ma temo di peccare di arroganza o fare il proverbiale passo più lungo della gamba stavolta.
Non pretendo di essere un santo. Al loro confronto i voti che ho scelto di prendere non sono che il principio di un sentiero più alto, ma sto cercando comunque di fare del mio meglio tanto nell'ascesi interiore quanto nel lavoro di guaritore di ogni giorno.
Stamane ho rivisto il maestro Morn e ci siamo allenati assieme dopo la preghiera di mezzodì. Con poche rapide mosse mi ha fatto capire quanto avessi trascurato il mio stesso corpo, nella foga di apprendere i Misteri del divino attraverso formule e simboli. Mi ha persino concesso di ricorrere alla magia per "tentare" di tenere il passo, lui non ne aveva bisogno, ma non intendeva certo che sarebbe stato a guardare mentre cercavo di invocare le benedizioni del mio Signore, anzi ha fatto di tutto per spezzare la mia concentrazione ad ogni mio tentativo.
Il risultato possono testimoniarlo i lividi che mi ha lasciato sotto la tunica: ho ancora così tanto da imparare.
*la pagina successiva sembra occupata da una citazione trascritta da un altro testo*
"E' meglio essere violenti, se c'è violenza nel nostro cuore,
piuttosto che indossare la maschera della non-violenza per nascondere la propria impotenza.
La violenza è sempre preferibile all'impotenza.
Per un uomo violento c'è sempre la speranza che diventi non-violento.
Per l'impotente questa speranza non c'è."
Anonimo, Saggi del Kara-Tur
(off: Mahatma Gandhi)
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"I live...AGAIN!"
IVOR CHERNOV (e JASSIN OAKSTAFF)