22-02-2019, 10:33
La tana della dragonessa era grande, ma molto spartana. Era proprio vero che non era abituata a ricevere ospiti. Ciò nonostante, aveva trovato delle coperte per tutti, e al mattino dopo era andata a pesca in forma di delfino, tornando con un buon numero di pesci che aveva arrostito e servito per colazione insieme a bacche e altra vegetazione raccolta sulla piccola isola.
Ben presto era arrivato il momento di partire. Sunsettalithanz aveva ripreso la sua forma naturale, stiracchiandosi con le enormi zampe a mollo nell'acqua del vulcano spento, con il possente collo e la schiena a livello dell'altura dove si trovavano Valen, Xenia, Ariah e Vadlev.
<<Dovrete tenervi forte, andremo veloci. E farà freddo. Saltate tu e aggrappatevi, forza.>>
Cavalcare un drago non era affatto come cavalcare un cavallo. Le gambe erano parecchio più divaricate, non c'era una sella, e l'unica cosa a cui aggrapparsi erano le dure scaglie della dragonessa...le stesse scaglie sulle quali sedevano, probabilmente in modo non molto comodo.
Sunsetthalitanz spiegò le ali e prese il volo verso l'alto, muovendosi praticamente in verticale e raggiungendo con il primo slancio il vecchio cratere del vulcano spento.
Virò subito verso nord ovest, evitando il folto della foresta a sud e Zhentil Keep a nord, e sorvolando mare, città, prati e colline.
Se per caso fossero caduti, tutti sapevano che sarebbero morti in un modo orribile. E probabilmente in certi momenti, quando la dragonessa virava troppo rapidamente o scendeva in picchiata, erano davvero convinti di stare per cadere.
Una cosa però era chiara: Sunsetthalitanz si stava divertendo moltissimo. Volava in modo acrobatico, quasi come se fosse un'esibizione, e soprattutto non smetteva un attimo di parlare. Descriveva loro il mare e i villaggi che sorvolavano, parlava loro del Cormanthor e di Myth Drannor com'erano prima della caduta, raccontava loro aneddoti e curiosità del tempo in cui aveva vissuto in forma umanoide.
Dopo qualche ora di volo, finalmente iniziarono a vedere il profilo di Shadowdale: videro la caratteristica Torre Contorta con il suo tetto piatto da cui si alzavano in volo i grifoni, e l'enorme fenice rosa eretta - per la terza volta - dal clero di Lathander. Ma soprattutto, videro moltissime persone terrorizzate, che guardavano in alto e cercavano rifugio negli edifici più vicini.
In effetti, un drago che sorvola una valle non è proprio cosa da tutti i giorni, e a quella distanza era probabilmente difficile distinguerne il colore.
Sunsetthalitanz virò per un'ultima volta, e planò delicatamente verso la collina del Vecchio Teschio. Una volta atterrata, si piegò sulle zampe anteriori per permettere ai quattro passeggeri di scendere agevolmente - se un salto di soli due o tre metri si può definire agevole, naturalmente.
Intorno alla draghessa si era radunata una piccola folla, costituita principalmente da miliziani ed ex avventurieri venuti a stabilire l'entità della minaccia. Se ad atterrare fosse stata Narlgathra, sicuramente sarebbero morti tutti, ma bisognava di certo apprezzare il loro coraggio.
La draghessa sembrò apprezzare notevolmente il pubblico, e mostrò le scaglie, la testa e la coda con una certa vanità. Ciò nonostante, ben presto decise di rialzarsi nuovamente in volo, e si diresse verso il Bosco dei Ragni.
Tutto sommato, forse non era il caso di continuare ad attirare così tanto l'attenzione...una forma più discreta sarebbe stata più appropriata.
Ben presto era arrivato il momento di partire. Sunsettalithanz aveva ripreso la sua forma naturale, stiracchiandosi con le enormi zampe a mollo nell'acqua del vulcano spento, con il possente collo e la schiena a livello dell'altura dove si trovavano Valen, Xenia, Ariah e Vadlev.
<<Dovrete tenervi forte, andremo veloci. E farà freddo. Saltate tu e aggrappatevi, forza.>>
Cavalcare un drago non era affatto come cavalcare un cavallo. Le gambe erano parecchio più divaricate, non c'era una sella, e l'unica cosa a cui aggrapparsi erano le dure scaglie della dragonessa...le stesse scaglie sulle quali sedevano, probabilmente in modo non molto comodo.
Sunsetthalitanz spiegò le ali e prese il volo verso l'alto, muovendosi praticamente in verticale e raggiungendo con il primo slancio il vecchio cratere del vulcano spento.
Virò subito verso nord ovest, evitando il folto della foresta a sud e Zhentil Keep a nord, e sorvolando mare, città, prati e colline.
Se per caso fossero caduti, tutti sapevano che sarebbero morti in un modo orribile. E probabilmente in certi momenti, quando la dragonessa virava troppo rapidamente o scendeva in picchiata, erano davvero convinti di stare per cadere.
Una cosa però era chiara: Sunsetthalitanz si stava divertendo moltissimo. Volava in modo acrobatico, quasi come se fosse un'esibizione, e soprattutto non smetteva un attimo di parlare. Descriveva loro il mare e i villaggi che sorvolavano, parlava loro del Cormanthor e di Myth Drannor com'erano prima della caduta, raccontava loro aneddoti e curiosità del tempo in cui aveva vissuto in forma umanoide.
Dopo qualche ora di volo, finalmente iniziarono a vedere il profilo di Shadowdale: videro la caratteristica Torre Contorta con il suo tetto piatto da cui si alzavano in volo i grifoni, e l'enorme fenice rosa eretta - per la terza volta - dal clero di Lathander. Ma soprattutto, videro moltissime persone terrorizzate, che guardavano in alto e cercavano rifugio negli edifici più vicini.
In effetti, un drago che sorvola una valle non è proprio cosa da tutti i giorni, e a quella distanza era probabilmente difficile distinguerne il colore.
Sunsetthalitanz virò per un'ultima volta, e planò delicatamente verso la collina del Vecchio Teschio. Una volta atterrata, si piegò sulle zampe anteriori per permettere ai quattro passeggeri di scendere agevolmente - se un salto di soli due o tre metri si può definire agevole, naturalmente.
Intorno alla draghessa si era radunata una piccola folla, costituita principalmente da miliziani ed ex avventurieri venuti a stabilire l'entità della minaccia. Se ad atterrare fosse stata Narlgathra, sicuramente sarebbero morti tutti, ma bisognava di certo apprezzare il loro coraggio.
La draghessa sembrò apprezzare notevolmente il pubblico, e mostrò le scaglie, la testa e la coda con una certa vanità. Ciò nonostante, ben presto decise di rialzarsi nuovamente in volo, e si diresse verso il Bosco dei Ragni.
Tutto sommato, forse non era il caso di continuare ad attirare così tanto l'attenzione...una forma più discreta sarebbe stata più appropriata.