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[Ivor Chernov] Il Palmo e il Pugno.
#15
[. . .]

22 Marphenot 1388

Il viaggio è stato abbastanza tranquillo, per mia fortuna non ho incappato in ostacoli che non potessi gestire con le mie sole forze. Ritornare sui miei passi in quelle città oppresse è stato doloroso, ma questa volta sapevo di poter aiutare un minimo coloro che ne avevano bisogno, evitando di sconvolgere l'ordine pubblico al mio passaggio e limitandomi ad offrire i miei servigi di guaritore le cosiddette autorità hanno preferito spesso chiudere un occhio, anche se di malavoglia.
Devo anche ammettere che portare con me una bara con il cadavere della mia madre degenere ha scongiurato la gente dal fare troppe domande, aldilà dei soliti controlli.

Rivedere alcuni dei fratelli e delle sorelle con cui sono cresciuto mi ha come rinvigorito, nonostante il monastero portasse ancora i segni della Furia dei Draghi la gran parte era stata ricostruita e restaurata. La differenza tra la nuova architettura e le rovine antecedenti la fondazione dello stesso Ordine ora era ancora più evidente, ma la mia curiosità in merito non trovò grandi risposte nella nuova biblioteca. Ormai mi ero allontanato molto dal sentiero ascetico della Rosa Gialla e non ero più uno di loro.

Questa differenza mi fu evidente molto presto: non mi era permesso ricorrere al Potere dei mantra durante gli allenamenti e a parte gli osservatori delle terre selvagge in pochi mostravano interesse verso la disciplina del Pugno Sacro tramandatami dal maestro Xavier, ma neppure questi ultimi comprendevano il totale ripudio di ogni arma.
Nonostante tutto erano comunque entusiasti di come gli insegnamenti del Piangente stavano mettendo radici nelle Valli e il Gran Maestro dei Fiori sembrava l'unico a non essere sorpreso, nè di quelle buone nuove nè della mia decisione di unirmi all'ordine militante degli Affranti.

Passata la nostalgia, ho sepolto le spoglie di Zora in un angolo remoto del ghiacciaio sul quale mi abbandonò quel giorno di molti anni fa, forse il giorno in cui decise di non voler essere mai più una vittima, ma un terribile carnefice.
Guardando verso Nord la mia "vecchia" patria si stagliava fino all'orizzonte frastagliato del tetto del mondo, presto le prime nevi sarebbero cadute ricoprendo anche le alte torri d'avorio di Heliogabalus. In quel momento di contemplazione non ho potuto fare a meno di chiedermi cosa ne abbia fatto Lei della sua vita, o se davvero volessi scoprirlo, dopo l'amara verità sui miei genitori forse non era affatto il caso di indugiare su un capitolo ormai chiuso della mia vita, il cui solo ricordo mi riempiva ancora di vergogna.

Questa nuova saggezza appresa con sofferenza mi ha così riportato alle Valli, dapprima soltanto con la mente e il pensiero rivolto ai sodali e compagni di ventura che attendevano il mio ritorno, poi come la Stella Solitaria mi ha indicato la via attraverso i cieli del Vast e del Cormanthor, che ho potuto solcare grazie a quei portentosi bracciali celestiali in poco tempo.

C'era ancora così tanto da fare: bisognosi da aiutare, torti da raddrizzare, santuari da erigere...

Non abbiate fiducia nella violenza,
non mettete vane speranze nella rapina;
se le ricchezze abbondano,
si distacchi da esse il vostro cuore.

[. . .]
"I live...AGAIN!"
IVOR CHERNOV (e JASSIN OAKSTAFF)
[Immagine: Firma-Ivor.jpg]
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RE: [Ivor Chernov] Il Palmo e il Pugno. - da Caleb89 - 23-07-2019, 15:59

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