23-09-2019, 15:46
Una nuova prova per Mike arrivava proprio durante le indagini sui misteriosi attacchi di bestie magiche ad Ashabenford: resistere alle malattie. Tra le creature che avevano assaltato la capitale di Mistledale c'erano dei rylkar, ratti del Sottosuolo tanto orrendi quanto coriacei, così tanti e veloci da mandare in confusione totale anche avventurieri più esperti di lei.
Ma la cosa peggiore era una caratteristica comune ai cugini di superficie: i rylkar erano portatori di malattie. La paladina aveva sentito parlare della leggendaria resistenza ai morbi dei paladini, ma non aveva ancora raggiunto un'esperienza sufficiente affinché Ilmater le facesse questo dono, visto che dopo appena un paio di morsi Mike cominciò a sentirsi indebolita. Forse era un caso, ma se si trattava di una Prova che il suo dio le aveva assegnato poteva considerarla superata: la sua forte fibra riuscì infatti ad aggredire la malattia lasciandola comunque spossata ma senza altre ripercussioni.
"I doni vanno guadagnati", pensò Mike, "e non importa quanta sofferenza dovrò patire per diventare più forte e più utile agli altri."
Le lezioni di alchimia intanto furono intense ma piacevoli. Mike migliorava giorno dopo giorno, anche se ciò che creava non era che distillati di poco valore, sia per un avventuriero che per una taverna. Ma aveva talento, curiosità e pazienza, doti necessarie per questa professione. Presto sarebbe diventata una discreta alchimista: restava solo da capire perché il suo avo celeste avesse chiesto una cosa davvero inusuale per una paladina.
Ma la cosa peggiore era una caratteristica comune ai cugini di superficie: i rylkar erano portatori di malattie. La paladina aveva sentito parlare della leggendaria resistenza ai morbi dei paladini, ma non aveva ancora raggiunto un'esperienza sufficiente affinché Ilmater le facesse questo dono, visto che dopo appena un paio di morsi Mike cominciò a sentirsi indebolita. Forse era un caso, ma se si trattava di una Prova che il suo dio le aveva assegnato poteva considerarla superata: la sua forte fibra riuscì infatti ad aggredire la malattia lasciandola comunque spossata ma senza altre ripercussioni.
"I doni vanno guadagnati", pensò Mike, "e non importa quanta sofferenza dovrò patire per diventare più forte e più utile agli altri."
Le lezioni di alchimia intanto furono intense ma piacevoli. Mike migliorava giorno dopo giorno, anche se ciò che creava non era che distillati di poco valore, sia per un avventuriero che per una taverna. Ma aveva talento, curiosità e pazienza, doti necessarie per questa professione. Presto sarebbe diventata una discreta alchimista: restava solo da capire perché il suo avo celeste avesse chiesto una cosa davvero inusuale per una paladina.