25-10-2019, 12:01
Ho tentato di dimenticare il passato e lui ha chiesto ospitalità al futuro. Così non me ne libererò mai.
Cercava disperatamente un’apertura tra la pietra, in una fredda stanza senza porte o finestre. Il liquido sul pavimento aumentava, bagnava prima le caviglie, poi le ginocchia. Sapeva che sarebbe affogato in quella cosa viscosa, rossa scura, quasi nera. Sapeva che si trattava di sangue.
Si trovava nel mezzo di un corridoio. Da sinistra provenivano delle urla acute, di un bambino. A destra, una porta. L’angoscia data dall’indecisione, quale direzione prendere.
Vedere se stessa attraverso gli occhi di uomo, mentre facevano sesso, nel loro vecchio rifugio. E di nuovo il sangue, che le usciva dagli occhi, dal naso, dalla bocca, da ovunque.
Di nuovo posti chiusi, la mancanza di respiro, il terrore. Sangue in ogni dove. Grida strazianti di bambini.
E poi di nuovo un corridoio. A sinistra un bambino seduto a terra, con gli arti crudelmente spezzati, che lo guardava con aria d’accusa. A destra una folla, tra cui molti non umani, ed i suoi genitori. Anche loro lo guardano giudicandolo, accusandolo.
Quando finalmente riaprì gli occhi ed uscì dalla trance, avvertì immediatamente il bisogno di un bicchiere di rum, forse di più, e di un bel po’ d’erba.
Lo sciocco si era infilato in una situazione che la sua testa non era stata in grado di gestire, era chiaro. Lei poteva solo intuire cosa significassero quelle immagini, forse sarebbe stato meglio chiedere alla sacerdotessa di Selune, se non avessero cercato nuovamente di arrestarli mentre, per una volta, cercava di fare qualcosa di altruistico. Ma cos’era l’altruismo, se non il cercare di sentirsi bene aiutando gli altri? Il fine era egoistico, dopotutto.
Si sorprese a sghignazzare. Stava diventando filosofica, il che significava che il liquore stava facendo effetto. Notò la bottiglia mezza vuota, ed una parte di lei considerò come ce ne volesse sempre di più perché facesse effetto. Se non altro era la roba buona, non il piscio allungato. Fissò intensamente il tiefling che era sicura la stesse tenendo d’occhio, fin quando non trovò di meglio da fare.
Robb stava cominciando a somigliare di nuovo all’uomo che era stato un tempo, e questo le rendeva ancora più difficile considerare l’idea di farlo sparire per sempre. Ma come avrebbe potuto eliminare coloro che lo minacciavano? Ne sarebbero arrivati altri, ed altri ancora. Come avrebbe fatto a provare la sua innocenza? Le possibilità di ritrovare quel diario erano remote a dir poco.
Un passo alla volta. Purtroppo poteva fare soltanto un passo alla volta.
Cercava disperatamente un’apertura tra la pietra, in una fredda stanza senza porte o finestre. Il liquido sul pavimento aumentava, bagnava prima le caviglie, poi le ginocchia. Sapeva che sarebbe affogato in quella cosa viscosa, rossa scura, quasi nera. Sapeva che si trattava di sangue.
Si trovava nel mezzo di un corridoio. Da sinistra provenivano delle urla acute, di un bambino. A destra, una porta. L’angoscia data dall’indecisione, quale direzione prendere.
Vedere se stessa attraverso gli occhi di uomo, mentre facevano sesso, nel loro vecchio rifugio. E di nuovo il sangue, che le usciva dagli occhi, dal naso, dalla bocca, da ovunque.
Di nuovo posti chiusi, la mancanza di respiro, il terrore. Sangue in ogni dove. Grida strazianti di bambini.
E poi di nuovo un corridoio. A sinistra un bambino seduto a terra, con gli arti crudelmente spezzati, che lo guardava con aria d’accusa. A destra una folla, tra cui molti non umani, ed i suoi genitori. Anche loro lo guardano giudicandolo, accusandolo.
Quando finalmente riaprì gli occhi ed uscì dalla trance, avvertì immediatamente il bisogno di un bicchiere di rum, forse di più, e di un bel po’ d’erba.
Lo sciocco si era infilato in una situazione che la sua testa non era stata in grado di gestire, era chiaro. Lei poteva solo intuire cosa significassero quelle immagini, forse sarebbe stato meglio chiedere alla sacerdotessa di Selune, se non avessero cercato nuovamente di arrestarli mentre, per una volta, cercava di fare qualcosa di altruistico. Ma cos’era l’altruismo, se non il cercare di sentirsi bene aiutando gli altri? Il fine era egoistico, dopotutto.
Si sorprese a sghignazzare. Stava diventando filosofica, il che significava che il liquore stava facendo effetto. Notò la bottiglia mezza vuota, ed una parte di lei considerò come ce ne volesse sempre di più perché facesse effetto. Se non altro era la roba buona, non il piscio allungato. Fissò intensamente il tiefling che era sicura la stesse tenendo d’occhio, fin quando non trovò di meglio da fare.
Robb stava cominciando a somigliare di nuovo all’uomo che era stato un tempo, e questo le rendeva ancora più difficile considerare l’idea di farlo sparire per sempre. Ma come avrebbe potuto eliminare coloro che lo minacciavano? Ne sarebbero arrivati altri, ed altri ancora. Come avrebbe fatto a provare la sua innocenza? Le possibilità di ritrovare quel diario erano remote a dir poco.
Un passo alla volta. Purtroppo poteva fare soltanto un passo alla volta.
Eran Blackmore
"Come i bambini, bisogna minacciarli" - DM Artemis, 2022
"Come i bambini, bisogna minacciarli" - DM Artemis, 2022