26-11-2020, 19:14
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 26-11-2020, 22:50 da Denoela.)
Una delle tante volte che abbiamo intrapreso un'esplorazione a sud di Elventree, è stata diversa. Gli esploratori ci avevano già avvisato dell'insolita presenza di numerosi orchi, praticamente in tutta la zona. Così ci siamo incamminati lasciandoci alle spalle le nostre ricerche di risorse minerarie e legname, iniziando una vera e propria caccia agli orchi. Una come non facevo più da tanti anni, da quando lasciai le mie terre del nord, dove gli orchi erano all'ordine del giorno ed il mio più grande nemico.
Ricordavo il passato di Luth, vissuto poco più su di Jalanthar, dove con gli orchi non aveva certo avuto più fortuna. Dunque non mi stupì la sua dedizione nel scovare tracce ormai vecchie di giorni, curiosamente simili a quelle lasciate da Darry e Dryden. Ma la capacità che dimostrò quel giorni, mi stupì eccome! Era riuscito a scovare tracce così nascoste e irrisorie che erano sfuggite anche a me, purtroppo però nessuno dei due riuscì a seguire una pista più vecchia, che si perdeva poco prima del ponte grande lungo l'Elvenflow.
Durante quella caccia eravamo riusciti a scovare un primo gruppo di orchi, ma troppo tardi, ormai avevano già ucciso e decapitato un gruppo di esploratori. Recuperammo tre teste, mentre in un secondo accampamento ritrovammo solo i corpi decapitati. Due di questi però avevano alcuni oggetti che ci permisero di identificarli, rendendoci messaggeri di malasorte al nostro ritorno a Elventre. Uno di loro era Jamie, "amico speciale" di una cameriera elfa di nome Alienor, a cui restituimmo il piccolo ritratto di lei che l'uomo portava con sè. L'altra era la fede nunziale di un certo Luke, che affidammo a un ranger per restituirla alla moglie, ora vedova.
Notammo che tutti quegli orchi sanguinari portavano il simbolo dell'occhio che Eric associò a Gruumsh. Una parola che non sentivo più da quando ero bambina, quando più o meno equivaleva all'orco cattivo che ti portava via se non finivi tutta la zuppa. ma che in qualche modo rabbuiava lo sguardo dei cacciatori. Ora che sono cresciuta, capisco perchè. Ho scritto l'altro giorno una lettera alla conestabile, ma non credo sarà possibile identificare tutte le vittime con esattezza.
In un secondo momento siamo tornati a caccia degli orchi, senza una pista precisa da cui partire. Siamo semplicemente andati a sud con l'idea di girare il più possibile spostandoci da prima a ovest. Del resto anche la pista da noi seguita in precedenza sembrava girare come se fossero a caccia... di teste umane. Notai una palizzata in lontananza, probabilmente una vecchia miniera abbandonata e forse crollata, ma un possibile punto di riparo per accamparsi. Trovammo difatti una dozzina di orchi che grugnivano litanie al loro dio, notai uno decorato che poteva essere un capo e un paio agghindati come sacerdoti o stregoni.
Ne catturammo uno vivo, a gran fatica e quasi perdendo la giovane Fianna, che non avremmo dovuto portare con noi. Darry lo legò a modo e letteralmente io lo trascinai nella sua stessa merda in un angolo dell'accampamento. Trovammo un totem fatto di argilla e fango ancora imbevuta di sangue. Appena Eric finì di esaminarlo, lo feci crollare a spadate e scavando rinvenimmo tre teste in diverso stato di decomposizione. Poi ci dedicammo al prigioniero, trascinato da Dryder e bersaglio di un gratuito pugno volante di Darry.
Faccia a faccia con un orco ricordavo ancora troppo bene quel brutto giorno di tanti anni fa, giù al fiume, i suoi occhi erano gli stessi dell'orco che ci inseguì. Non importa dove sei, gli orchi sono tutti orchi e tutto ciò che volevo era ucciderlo. Luth da parte sua, si tenne a distanza e al nostro rientro, sotto la luce delle stelle, mi propinò una versione breve dei suoi migliori pipponi notturni. Quando l'orco grugnì in comune, le sue prime frasi notai una certa somiglianza con Cassandra, da cui giurerei che ha imparato il linguaggio. Lei da lui... ovviamente! Gli parlai in orchesco, che per la cronaca non ho imparato da Cassandra, finchè non si decise a rispondere e farsi capire.
Con tanta enfasi l'orco parlò dell'avvento del figlio di Gruumsh, che regnerà su tutti gli orchi del Faerun dal suo grande trono fatto di teste dei suoi nemici. Per questo si stanno radunando da ogni dove per giungere al suo cospetto con altre teste in dono. Il problema fu capire dove questo fosse. Disse che era in un posto rubato agli elfi dove non cresce il prato sugli alberi. Sia che intendesse le piattaforme elfiche sugli alberi dove non cresce l'erba, o semplicemente il sud, le rovine di Eventide sembrano la più probabile meta indicata.
Tornati a Elventree, parlammo con il sacerdote Lennar che nel frattempo aveva riportato Fianna tra i vivi. Volevo però più informazioni su Eventide e della sua rovina, tale da divenire un posto dove gli spiriti degli elfi non trovano pace e vagano come spettri. Lennar ci indicò un sacerdote di Deneir chiamato Thondar, un mezzelfo solito a far lezione ai bambini del luogo. Il mattino seguente passeggiammo per i verdi prati rigogliosi di Elventree, cercando presso i focolari un sacerdote circondato da bambini o qualche buon'anima a cui chiedere indicazione.
"Come ti chiami?" "Echo" "Echo?" "Echo"