24-07-2017, 17:41
Il mago stava seduto sulla sedia, giocherellando con una piuma d’oca. Ripensò per un momento al corvo che aveva visto sul davanzale della stanza di Kalim scoprendosi a pensare che poteva essere un cattivo segno. “Stupide superstizioni senza senso alcuno!”
Rilesse la ballata del tono triste e melanconico. Per colpa della traduzione sia le rime sia la ritmica ara andata perduta ma era facile risalire a quest’ultima, più o meno.
“Beh almeno non è così melensa anche se speravo in qualcosa di meno fantasioso e più concreto”. Si rimise a leggere la ballata speranzoso di aver commesso errori o sviste, ma quasi certo di non averlo fatto.
La storia era semplice un mercante che si innamora di una “principessa dei venti” (che sipatico artifizio letterario) e per riuscire a stare insieme si rivolgono ad un vecchio saggio. “Vecchio ma mica scemo!” Tant’è che il saggio rapisce la “principessa” per acquisirne la ricchezza mentre il mercante resta come un fesso in mezzo al deserto. Il mago scosse il capo “Per gli sciocchi non c’è paradiso amico mio” quasi come se il mercante lo potesse sentire.
Ovviamente la ballata trovata i classico espediente per aiutare lo sfortunato protagonista, infatti il mercante pareva destinato a errare senza speranza di rivedere l’amata quando il vento del deserto gli sussurra la via da intraprendere.
Dopo qualche istante si poggiò di nuovo allo schienale. Era tempo di cercare un po’ più approfonditamente. Voleva concentrarsi sul prisma, sulla sua fattura, gli altri elementi del mosaico erano più cose che si adattavano gli altri. Paludi e domande non erano il suo forte.
Prese il bastone e si incamminò verso le carovane. Era ora di andare in un luogo alquanto confortevole: la Biblioteca.
Rilesse la ballata del tono triste e melanconico. Per colpa della traduzione sia le rime sia la ritmica ara andata perduta ma era facile risalire a quest’ultima, più o meno.
“Beh almeno non è così melensa anche se speravo in qualcosa di meno fantasioso e più concreto”. Si rimise a leggere la ballata speranzoso di aver commesso errori o sviste, ma quasi certo di non averlo fatto.
La storia era semplice un mercante che si innamora di una “principessa dei venti” (che sipatico artifizio letterario) e per riuscire a stare insieme si rivolgono ad un vecchio saggio. “Vecchio ma mica scemo!” Tant’è che il saggio rapisce la “principessa” per acquisirne la ricchezza mentre il mercante resta come un fesso in mezzo al deserto. Il mago scosse il capo “Per gli sciocchi non c’è paradiso amico mio” quasi come se il mercante lo potesse sentire.
Ovviamente la ballata trovata i classico espediente per aiutare lo sfortunato protagonista, infatti il mercante pareva destinato a errare senza speranza di rivedere l’amata quando il vento del deserto gli sussurra la via da intraprendere.
Dopo qualche istante si poggiò di nuovo allo schienale. Era tempo di cercare un po’ più approfonditamente. Voleva concentrarsi sul prisma, sulla sua fattura, gli altri elementi del mosaico erano più cose che si adattavano gli altri. Paludi e domande non erano il suo forte.
Prese il bastone e si incamminò verso le carovane. Era ora di andare in un luogo alquanto confortevole: la Biblioteca.
Endry Stormwood
Spoiler:
Il fu "Mikael Mannalin, emomago che ha ceduto al potere della figgia Trama"