08-02-2021, 20:14
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 09-02-2021, 20:17 da Denoela.)
"E ora?"
Non ho ancora capito come si finita in questo casino... o se sia stata io a iniziare.
Ancor meno ho idea di cosa dovrei fare, cosa si aspetta da me.
Prima di Hillsfar non mi ero mai fermata in un posto abbastanza a lungo da preoccuparmi dei legami. Poi mi sono stancata di fuggire e sono venuta qui per fermarmi. E' abbastanza lontano, ho pensato, nessuno mi conosce e nessuno lo farà più dello stretto necessario. Poi è arrivato Luth, uno di quelli che non demordono finchè c'è una speranza e che vedono speranze finchè non sbattono contro un muro. Ma anche uno di quelli che non vorresti sbattere contro un muro.. A lui ci tengo, solo non come vorrebbe. E' un fratello ma non sostituisce Arun... un gemello è una metà che non si può compensare. Luth mi ricorda un po' chi ero ma neanche sa il mio nome.
Si era accorto lui di qualcosa, pensavo fosse la sua gelosia a parlare... non volevo soffrisse ma non avevo nessuna voglia di parlare e riparlare di cose che per me non esistevano. Era solo una festa, una sera per distrarsi dai casini quotidiani. Avevo invitato un altro per non illuderlo, sapeva che per me non c'era nulla di più. In più l'altro era piacente come richiesto da Thalia, era un amico fidato che mi avrebbe aiutata a evitare imbarazzi "da tappezzeria", senza fraintendere nulla. Non c'era altro, nessuna intenzione, non era neanche felice dell'invito! Quand'è che è cambiato tutto? Colpa di Dryden, che mi aveva chiamata per certe loro indagini.
In particolare mi ero fatta coinvolgere nel caso di un omicidio che affondava le radici in una vecchia questione, che al tempo non ci aveva portato a nulla. La vittima era un poco di buono ma ho pensato fosse un buon modo per ricambiare tutti i favori che mi ha sempre fatto, anche contro voglia. Così mi mossi da sola e scoprii che quelle radici affondavano in cose che conoscevo fin troppo bene e da cui non ne esci vivo, di solito. Ho avuto paura, come Fianna, come chiunque sano di mente.
Così, mentre il cervello mi diceva "taglia la corda finchè puoi" la mia bocca gli diceva chi sono e da dove vengo. Brava Echo, complimentoni! Lui non capì perchè lo avessi fatto, ma manco io... era come se mi fossi tolta un peso. Accantonai la cosa, come fosse stato solo un momento di panico. Così, quando arrivarono le minacce, le restituii buttandole in mare. Tanto ormai, nemico più... nemico meno.. La mia prudenza si limitò nel valutare piani d'azione diversi dal mi solito "fare quello in cui riesco meglio", perchè avrei rischiato di mettere nei guai più lui che me... o forse temevo che con la divisa mi vedesse diversamente ora. E forse lo stava facendo davvero, ma non come pensavo!
Mi era più vicino, o forse io a lui. Il nocino al porto, la passeggiata al molo ed il bracciale con le conchiglie... erano solo lavoro. O forse no? La sera della festa mi diede una spilla, una foglia in arandur. Era il 18 Ukthar 1391... fu la sera più bella della mia vita! Cioè rischiai il disastro scoprendo che il mio vestito aveva lo stesso taglio di quello indossato da Thalia, ma per fortuna non se la prese molto. Anzi la trovai simpatica coi suoi giochi divertenti e lui fu un vero gentil uomo, accompagnandomi nei balli cui non ero molto avvezza. Poi ci fermammo a parlare e fu molto chiaro, conciso, senza smancerie e "cuori in mano". Temeva di tirarmi addosso il suo peggior nemico, come se uno in più mi cambiasse la vita! Forse dovevo essere più dolce, ma penso che Maalthiir a sia più impegnato a contarsi le grinze della pelle che pensare a noi. Restano tante cose non dette che sarà meglio lasciar coperte anche dalla luce delle stelle.
"Come ti chiami?" "Echo" "Echo?" "Echo"