25-02-2021, 19:03
[Parte II]
La pioggia cadeva dal cielo greve del Cormanthor. Avrebbe probabilmente continuato per tutta la mattinata, forse.
Grigor pensò che andasse bene anche così. La pioggia avrebbe coperto il loro passaggio, e ne gli animali predatori della foresta ne altro li avrebbe individuati.
Erano circondati da una foresta viva, ricca di fauna, ricca di cibo nonostante l'inverno. Sopra di loro si stagliava un cielo greve di nubi grigiastre, e gli alti alberi che svettavano come torri naturali sembravano afferrare il ventre del cielo come artigli.
Se Grigor chiudeva gli occhi, poteva udire il cinguettio degli uccelli non molto lontani da loro.
Si avvicinò alla piccola Licia, che era sempre accanto a Luth e gli passò un pugnale.
"Mi rendo conto che sei ancora una cucciola, ma devi imparare a essere autonoma, è il momento che impari a recuperare la carne e la pelliccia dalle tue prede."
Quello, pensò, era un momento buono per insegnarle la dura legge della sopravvivenza, uccidere per sfamarsi, non per sadismo.
Non fu affatto facile, la piccola, giustamente, non era pronta a spellare il coniglio che poco prima era stato catturato da Luth, ma era una lezione importante, fondamentale quasi.
Sicuramente, rispetto a Luth, era l'insegnante più brusco, con i modi meno delicati, ma lo era, perché sapeva benissimo che la natura non perdonava, e che non ci si poteva mostrarsi deboli o avere delle esitazioni quando in gioco c'era la propria sopravvivenza.
La mattinata passò e con lo scorrere del tempo passò anche la pioggia.
"Fa freddino ora, eh?" Grigor avvolse il mantello di pelliccia attorno a Licia, mentre seguivano la strada tracciata da Luth.
"Domani, vorrei insegnarti una cosa molto importante, è il momento che tu apprenda il modo di sfruttare e controllare i doni che ti sono stati concessi alla nascita." Licia silenziosa si limitò ad annuire.
"È importante per te capire chi e cosa sei, per il tuo bene e non solo."
Grigor chiuse gli occhi e ispirò profondamente. Il sentore dell'inverno persisteva nell'aria umida e si mescolava con il profumo dei fiori che fieri resistevano al clima rigido. Era un buon odore. Sapeva di famiglia, un odore che portava tanti ricordi.
Gli stivali dell'esploratore non facevano alcun rumore mentre proseguivano lungo la strada. Come sempre era Luth ad aprire la strada e a guidarli nella profonda foresta.
Per diverso tempo, Grigor rimase in silenzio, lasciando il chiacchiericcio a Licia e a Luth, godendosi semplicemente la loro compagnia. Gli unici suoni, oltre il loro parlare, erano il canto degli uccelli che salutavano il sole calante e il dolce bramito dei cervi, dolce perché stava a significare che quella sera, per cena si sarebbe mangiato dell'ottima carne di cervo.
La pioggia cadeva dal cielo greve del Cormanthor. Avrebbe probabilmente continuato per tutta la mattinata, forse.
Grigor pensò che andasse bene anche così. La pioggia avrebbe coperto il loro passaggio, e ne gli animali predatori della foresta ne altro li avrebbe individuati.
Erano circondati da una foresta viva, ricca di fauna, ricca di cibo nonostante l'inverno. Sopra di loro si stagliava un cielo greve di nubi grigiastre, e gli alti alberi che svettavano come torri naturali sembravano afferrare il ventre del cielo come artigli.
Se Grigor chiudeva gli occhi, poteva udire il cinguettio degli uccelli non molto lontani da loro.
Si avvicinò alla piccola Licia, che era sempre accanto a Luth e gli passò un pugnale.
"Mi rendo conto che sei ancora una cucciola, ma devi imparare a essere autonoma, è il momento che impari a recuperare la carne e la pelliccia dalle tue prede."
Quello, pensò, era un momento buono per insegnarle la dura legge della sopravvivenza, uccidere per sfamarsi, non per sadismo.
Non fu affatto facile, la piccola, giustamente, non era pronta a spellare il coniglio che poco prima era stato catturato da Luth, ma era una lezione importante, fondamentale quasi.
Sicuramente, rispetto a Luth, era l'insegnante più brusco, con i modi meno delicati, ma lo era, perché sapeva benissimo che la natura non perdonava, e che non ci si poteva mostrarsi deboli o avere delle esitazioni quando in gioco c'era la propria sopravvivenza.
La mattinata passò e con lo scorrere del tempo passò anche la pioggia.
"Fa freddino ora, eh?" Grigor avvolse il mantello di pelliccia attorno a Licia, mentre seguivano la strada tracciata da Luth.
"Domani, vorrei insegnarti una cosa molto importante, è il momento che tu apprenda il modo di sfruttare e controllare i doni che ti sono stati concessi alla nascita." Licia silenziosa si limitò ad annuire.
"È importante per te capire chi e cosa sei, per il tuo bene e non solo."
Grigor chiuse gli occhi e ispirò profondamente. Il sentore dell'inverno persisteva nell'aria umida e si mescolava con il profumo dei fiori che fieri resistevano al clima rigido. Era un buon odore. Sapeva di famiglia, un odore che portava tanti ricordi.
Gli stivali dell'esploratore non facevano alcun rumore mentre proseguivano lungo la strada. Come sempre era Luth ad aprire la strada e a guidarli nella profonda foresta.
Per diverso tempo, Grigor rimase in silenzio, lasciando il chiacchiericcio a Licia e a Luth, godendosi semplicemente la loro compagnia. Gli unici suoni, oltre il loro parlare, erano il canto degli uccelli che salutavano il sole calante e il dolce bramito dei cervi, dolce perché stava a significare che quella sera, per cena si sarebbe mangiato dell'ottima carne di cervo.
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Yves Borealvalley