27-07-2017, 18:10
PROLOGO
C'è molta confusione nell'affollata locanda di un luogo non specificato. Sembra la locanda di una grande città, comunque, perché c'è tantissima gente che fa avanti e indietro, molti poco di buono e svariati avventurieri. Si odono fischi, esclamazioni e risate divertite, con un sottofondo musicale a malapena percepito in tutto il chiasso. Tre artisti, due uomini musicanti e una donna appesa a una corda che cala dal soffitto, concludono la loro esibizione mentre dei cenni magici fanno calare l'oscurità sul palco, lasciando al buio improvviso applausi e incitazioni.
Arriva nel retroscena per prima la donna, che ora vista da vicino appare slanciata e magra, con gonfissimi boccoli biondi fino alle spalle e grandi orecchini a cerchio, le gote rivestite da un rossore artificiale e il corpo interamente fasciato da del pizzo nero aderente che lascia poco all'immaginazione. Sembra ridere divertita mentre torna alla postazione del trucco seguita a ruota dai due compagni, giovani ben vestiti che reggono ognuno un liuto di forma diversa mentre si complimentano l'un l'altro per l'evidentemente buona riuscita della serata.
Mentre uno dei due comincia a riporre gli strumenti in apposite custodie e la donna ritocca il trucco guardandosi allo specchio, da una porticina di lato altri uomini, giovani e meno giovani, entrano nel camerino facendo il nome di lei a gran voce, come a richiedere la sua attenzione.
"Ragazzi, ragazzi!" la donna abbandona il piumino della cipria nel contenitore e si alza dalla sedia, guardandoli tutti con fare severo mentre pone i pugni sui fianchi. "Cos'è questo baccano?" Poi tramuta l'espressione infastidita in un ammiccamento civettuolo: "Lo sapete che non mi piace l'attenzione!"
Il gran vociare del suo nome si accavalla mentre viene circondata da mazzi di fiori e calici ricolmi... poi buio e silenzio totali. Da qualche altra parte una donna dai capelli corti e corvini si alza a sedere d'improvviso nel letto in cui dormiva. Si guarda intorno: una stanza spartana con arredamento logoro. Avvolta nelle coperte consunte, borbotta qualcosa massaggiandosi la radice del naso macchiato di lentiggini.