22-03-2021, 12:34
Daphne tornò dalla spedizione con Athelstan, Darry, Luth ed Eric lurida di sangue fino ai capelli, e decisamente piena di rabbia e frustrazione. Erano riusciti a salvare solo quattro persone, quattro su...quaranta? cinquanta? Aveva perso il conto degli zombie e degli scheletri che erano stati costretti a combattere per farsi strada, tutti vestiti da contadini.
Luth aveva - giustamente - impedito ad Athelstan di dare fuoco alla casa. Per Daphne era un bene, perché il loro lavoro non era finito. Dovevano tornare lì, catalogare zombie, ogni scheletro, cercando di individuarne il genere, l'età approssimativa e documentando abbigliamento, accessori, segni particolari.
Sarebbe stato un lavoro lungo, difficile, soffocante. Un lavoro che, come sacerdotessa di Deneir, sarebbe ricaduto su Daphne. Era la via che aveva scelto, catalogare e documentare le informazioni, perciò avrebbe dovuto ingoiare la rabbia e il disgusto, e fare il suo lavoro per permettere al massimo numero possibile di famiglie di avere una risposta, anche se non era la risposta che avrebbe dovuto portare loro.
Avrebbe anche portato con sé tutto l'occorrente per consacrare zone strategiche di quel luogo: l'ingresso, la tana del vampiro, la stanza con le vasche. Grazie anche all'idea di Luth di portare dell'aglio e nasconderlo in giro, avrebbero reso quel posto inospitale per i vampiri.
In tutto questo, c'era ancora qualcosa che le sfuggiva, un'idea che le premeva in fondo alla testa...gli scomparsi non erano tutti là. Non potevano esserlo. Era certa di non avere visto nessun bambino, per esempio, e d'altra parte Petra e Sam erano scomparsi di giorno...Catalogare i cadaveri avrebbe dato una risposta.
Inspirando profondamente, si recò in caserma ed espose il suo piano ad Athelstan, dicendo che avrebbe avuto bisogno di una scorta per tornare lì, e del permesso di bussare a tutte le case nella zona delle campagne, facendo domande, cercando di dare risposte e portando conforto alle famiglie dei caduti. Suggerì caldamente che un soldato la scortasse in questa opera, lei aveva la diplomazia e - all'occorrenza - la magia per calmare le persone eccessivamente turbate, ma la gente aveva bisogno di vedere la presenza della milizia, di non sentirsi abbandonata.
Prima di andare via, come ripensandoci, chiese ad Athelstan se avesse già deciso cosa fare del soldato traditore. Gli ricordò che non avevano ancora recuperato tutte le copie in giro, c'erano altre due creature che avevano preso alcune pergamene e si erano poi spostati verso ovest...e tra di loro uno yugoloth.
Luth aveva - giustamente - impedito ad Athelstan di dare fuoco alla casa. Per Daphne era un bene, perché il loro lavoro non era finito. Dovevano tornare lì, catalogare zombie, ogni scheletro, cercando di individuarne il genere, l'età approssimativa e documentando abbigliamento, accessori, segni particolari.
Sarebbe stato un lavoro lungo, difficile, soffocante. Un lavoro che, come sacerdotessa di Deneir, sarebbe ricaduto su Daphne. Era la via che aveva scelto, catalogare e documentare le informazioni, perciò avrebbe dovuto ingoiare la rabbia e il disgusto, e fare il suo lavoro per permettere al massimo numero possibile di famiglie di avere una risposta, anche se non era la risposta che avrebbe dovuto portare loro.
Avrebbe anche portato con sé tutto l'occorrente per consacrare zone strategiche di quel luogo: l'ingresso, la tana del vampiro, la stanza con le vasche. Grazie anche all'idea di Luth di portare dell'aglio e nasconderlo in giro, avrebbero reso quel posto inospitale per i vampiri.
In tutto questo, c'era ancora qualcosa che le sfuggiva, un'idea che le premeva in fondo alla testa...gli scomparsi non erano tutti là. Non potevano esserlo. Era certa di non avere visto nessun bambino, per esempio, e d'altra parte Petra e Sam erano scomparsi di giorno...Catalogare i cadaveri avrebbe dato una risposta.
Inspirando profondamente, si recò in caserma ed espose il suo piano ad Athelstan, dicendo che avrebbe avuto bisogno di una scorta per tornare lì, e del permesso di bussare a tutte le case nella zona delle campagne, facendo domande, cercando di dare risposte e portando conforto alle famiglie dei caduti. Suggerì caldamente che un soldato la scortasse in questa opera, lei aveva la diplomazia e - all'occorrenza - la magia per calmare le persone eccessivamente turbate, ma la gente aveva bisogno di vedere la presenza della milizia, di non sentirsi abbandonata.
Prima di andare via, come ripensandoci, chiese ad Athelstan se avesse già deciso cosa fare del soldato traditore. Gli ricordò che non avevano ancora recuperato tutte le copie in giro, c'erano altre due creature che avevano preso alcune pergamene e si erano poi spostati verso ovest...e tra di loro uno yugoloth.