31-03-2022, 14:37
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 31-03-2022, 14:40 da Askelaad.)
Gli studi del mago di Halarahh procedevano nel migliore dei modi, aveva trovato colei che lo avrebbe addestrato ad unire Spada e Magia, Jelene gli aveva richiesto di trovare un'arma a cui si sarebbe dovuto legare in modo permanente.
Dervel aveva già forgiato tre spade lunghe che portava sempre con sé, riteneva, infatti, che l'utilizzo di una sola lama fosse riduttivo, oltre ad ambire a poter creare lame di vario tipo con la magia...
Le parole di Jelene però lo fecero riflettere, aveva, in effetti, un progetto, inerente al metallo che Darry gli aveva fornito...
Dervel passò alcune settimane a studiarne le proprietà, saggiando la sua lavorazione su piccole quantità, ciò che possedeva di Arambarium era la quantità perfetta per la creazione di una spada lunga, non un oncia di più, il che non avrebbe lasciato spazio ad alcun errore nel procedimento...
Aveva necessità di potenziare le sue capacità per lavorare quel metallo essendo certo del risultato finale... Si rivolse così a quella che in molte occasioni si era rivelata una fidata compagna di avventure, la quale sembrava in qualche modo incuriosita dal percorso scelto dal giovane mago...
La porta della Forgia Arner si aprì lentamente, Dervel aveva concordato che in quella giornata si sarebbe dedicato alla realizzazione della sua migliore spada, Vanyria aveva acconsentito a supportare col suo canto tale opera...
Fece il suo ingresso nella forgia, il passo delicato, al punto da sembrare che neppure poggiasse i piedi sulla stessa terra di chi la circondava, un sorriso gentile ma, in qualche modo, distaccato, accompagnò il suo sguardo quando incrociò quello di Bob, il quale si bloccò per qualche istante, osservandola passare, quasi incapace di parlare, oltre il bancone e dirigersi verso la postazione dove Dervel stava già preparando tutto il necessario per l'opera che si accingeva a compiere.
L'elfa indossava un lungo abito del colore del bosco, la sua bellezza era qualcosa di sorprendente, come proveniente da un altro mondo, sorrise con gentilezza verso il mago e si limitò a sedersi su una cassa accanto a lui, con un'eleganza tale da distrarre entrambi i presenti per qualche istante.
Dopo qualche respiro profondo, Vanyria iniziò ad intonare un canto nella lingua del Popolo, la melodia di quella voce delicata riempì tutto l'ambiente, infusa di una magia sottile e rassicurante, il solo udirla concedeva una visione più chiara di ogni cosa; Dervel concentrò anche la sua magia personale per aumentare le sue capacità, quegli effetti, combinati insieme, concessero al giovane fabbro una comprensione dei procedimenti nella creazione di spade che mai aveva raggiunto prima...
Il lavoro del mago procedeva di buona lena, inondato dal dolce canto che ormai permeava tutta la forgia, alcuni dei clienti spesero molti più momenti del dovuto all'interno del laboratorio, solo per udire una parte di quella melodia, nella quale i colpi del martello di Dervel cadevano senza disturbarne il ritmo, scandendo quasi il tempo di quella splendida melodia, adattandosi ad essa mentre plasmavano il raro metallo...
Se l'opera che stava cercando di creare non fosse stata così importante per lui, avrebbe volentieri indugiato con lo sguardo sulla figura al suo fianco, il cui innegabile fascino non lo lasciava certo indifferente...
La mente di Dervel era focalizzata sul lavoro, ma una parte di essa era come trascinata da quella canzone, dalle sue parole, dalle dolci note che attraversavano il suo pensiero, facendogli percepire un ambiente totalmente diverso mentre le sue mani si muovevano con una maestria molto superiore al solito...
Immergendosi in quella melodia, una parte di lui stava quasi mutando, immergendosi in quello scenario, non era più nella Forgia Arner, non era nemmeno nella città, non era neppure più lui, grandi ali bianche piumate lo sollevarono dal terreno madido di rugiada, volando attraverso alberi alti quanto i palazzi di Halarahh, vedendo ogni cosa nella penombra attorno a sè, piante e fiori di cui ignorava l'esistenza, dai colori soffusi, quasi confusi con l'ambiente circostante ma di una bellezza mai notata nella sua vita, piccoli scoiattoli dal manto più nero della notte che sgattaiolavano tra i rami...
Il volo proseguiva nella selva più fitta, intravedendo dall'alto del suo volo branchi di lupi correre liberi e veloci quanto la stessa brezza che gli scivolava sulle piume candide, i riflessi della luce lunare che filtravano dalle alte fronde si specchiavano sulle rapide figure creando giochi di luce argentea riflessi nei suoi grandi occhi...
Il bosco si aprì poi in una radura, uno specchio d'acqua cristallina rifletteva l'argento della splendida luce lunare, una luce come Dervel mai aveva visto nella sua esistenza, la luna gli dava un senso di benessere, una luce dolce e gentile, che abbracciava ogni cosa attorno a sè senza invaderla ed accecare come quella del sole...
Sulla superficie immobile del laghetto danzavano creature di zaffiro e di smeraldo, libellule come mai viste prima, i cui corpi, ben più grandi di quelle incontrate, si libravano con eleganza, quasi disegnando una musica composta dalla brezza stessa nell'aria...
Atterrò così accanto al laghetto, rendendosi conto di essersi totalmente perso nella melodia.
Guardandosi attorno Dervel comprese dove si trovava davvero, nella Forgia di Darry, il canto era terminato, i suoi occhi, lucidi per lo splendore intravisto attraverso quella melodia, fissavano l'opera che stringeva tra le mani, La Spada era stata forgiata.
Vanyria osservava il mago e la lama che aveva creato, lo sguardo gentile e lo splendore ultraterreno, si era resa conto che il giovane mago aveva compreso le parole della sua canzone, percependo lo Splendore di cui aveva cantato...
Dervel aveva già forgiato tre spade lunghe che portava sempre con sé, riteneva, infatti, che l'utilizzo di una sola lama fosse riduttivo, oltre ad ambire a poter creare lame di vario tipo con la magia...
Le parole di Jelene però lo fecero riflettere, aveva, in effetti, un progetto, inerente al metallo che Darry gli aveva fornito...
Dervel passò alcune settimane a studiarne le proprietà, saggiando la sua lavorazione su piccole quantità, ciò che possedeva di Arambarium era la quantità perfetta per la creazione di una spada lunga, non un oncia di più, il che non avrebbe lasciato spazio ad alcun errore nel procedimento...
Aveva necessità di potenziare le sue capacità per lavorare quel metallo essendo certo del risultato finale... Si rivolse così a quella che in molte occasioni si era rivelata una fidata compagna di avventure, la quale sembrava in qualche modo incuriosita dal percorso scelto dal giovane mago...
La porta della Forgia Arner si aprì lentamente, Dervel aveva concordato che in quella giornata si sarebbe dedicato alla realizzazione della sua migliore spada, Vanyria aveva acconsentito a supportare col suo canto tale opera...
Fece il suo ingresso nella forgia, il passo delicato, al punto da sembrare che neppure poggiasse i piedi sulla stessa terra di chi la circondava, un sorriso gentile ma, in qualche modo, distaccato, accompagnò il suo sguardo quando incrociò quello di Bob, il quale si bloccò per qualche istante, osservandola passare, quasi incapace di parlare, oltre il bancone e dirigersi verso la postazione dove Dervel stava già preparando tutto il necessario per l'opera che si accingeva a compiere.
L'elfa indossava un lungo abito del colore del bosco, la sua bellezza era qualcosa di sorprendente, come proveniente da un altro mondo, sorrise con gentilezza verso il mago e si limitò a sedersi su una cassa accanto a lui, con un'eleganza tale da distrarre entrambi i presenti per qualche istante.
Dopo qualche respiro profondo, Vanyria iniziò ad intonare un canto nella lingua del Popolo, la melodia di quella voce delicata riempì tutto l'ambiente, infusa di una magia sottile e rassicurante, il solo udirla concedeva una visione più chiara di ogni cosa; Dervel concentrò anche la sua magia personale per aumentare le sue capacità, quegli effetti, combinati insieme, concessero al giovane fabbro una comprensione dei procedimenti nella creazione di spade che mai aveva raggiunto prima...
colonna sonora consigliata XD:
Il lavoro del mago procedeva di buona lena, inondato dal dolce canto che ormai permeava tutta la forgia, alcuni dei clienti spesero molti più momenti del dovuto all'interno del laboratorio, solo per udire una parte di quella melodia, nella quale i colpi del martello di Dervel cadevano senza disturbarne il ritmo, scandendo quasi il tempo di quella splendida melodia, adattandosi ad essa mentre plasmavano il raro metallo...
Se l'opera che stava cercando di creare non fosse stata così importante per lui, avrebbe volentieri indugiato con lo sguardo sulla figura al suo fianco, il cui innegabile fascino non lo lasciava certo indifferente...
La mente di Dervel era focalizzata sul lavoro, ma una parte di essa era come trascinata da quella canzone, dalle sue parole, dalle dolci note che attraversavano il suo pensiero, facendogli percepire un ambiente totalmente diverso mentre le sue mani si muovevano con una maestria molto superiore al solito...
Immergendosi in quella melodia, una parte di lui stava quasi mutando, immergendosi in quello scenario, non era più nella Forgia Arner, non era nemmeno nella città, non era neppure più lui, grandi ali bianche piumate lo sollevarono dal terreno madido di rugiada, volando attraverso alberi alti quanto i palazzi di Halarahh, vedendo ogni cosa nella penombra attorno a sè, piante e fiori di cui ignorava l'esistenza, dai colori soffusi, quasi confusi con l'ambiente circostante ma di una bellezza mai notata nella sua vita, piccoli scoiattoli dal manto più nero della notte che sgattaiolavano tra i rami...
Il volo proseguiva nella selva più fitta, intravedendo dall'alto del suo volo branchi di lupi correre liberi e veloci quanto la stessa brezza che gli scivolava sulle piume candide, i riflessi della luce lunare che filtravano dalle alte fronde si specchiavano sulle rapide figure creando giochi di luce argentea riflessi nei suoi grandi occhi...
Il bosco si aprì poi in una radura, uno specchio d'acqua cristallina rifletteva l'argento della splendida luce lunare, una luce come Dervel mai aveva visto nella sua esistenza, la luna gli dava un senso di benessere, una luce dolce e gentile, che abbracciava ogni cosa attorno a sè senza invaderla ed accecare come quella del sole...
Sulla superficie immobile del laghetto danzavano creature di zaffiro e di smeraldo, libellule come mai viste prima, i cui corpi, ben più grandi di quelle incontrate, si libravano con eleganza, quasi disegnando una musica composta dalla brezza stessa nell'aria...
Atterrò così accanto al laghetto, rendendosi conto di essersi totalmente perso nella melodia.
Guardandosi attorno Dervel comprese dove si trovava davvero, nella Forgia di Darry, il canto era terminato, i suoi occhi, lucidi per lo splendore intravisto attraverso quella melodia, fissavano l'opera che stringeva tra le mani, La Spada era stata forgiata.
Vanyria osservava il mago e la lama che aveva creato, lo sguardo gentile e lo splendore ultraterreno, si era resa conto che il giovane mago aveva compreso le parole della sua canzone, percependo lo Splendore di cui aveva cantato...