08-01-2023, 19:17
Dopo aver ricevuto l'invito di Daphne, Dervel decise che avrebbe potuto aiutare la sua causa, lezioni sulla natura della Magia, sull'arte della Forgia o sugli stili di scherma sarebbero stati fuori luogo nell'aula, non erano tuttavia gli unici argomenti di cui il giovane mago poteva parlare, a quanto detto dalla Sacerdotessa, comprendere le differenti culture del mondo che li circondava avrebbe contribuito ad aprire le giovani menti, il Mago delle Lame ebbe quindi un'idea, sarebbe stato più un intrattenimento che una vera lezione....
Dervel entrò in aula, i giovani lo guardavano perplessi, era stato loro detto che un mago sarebbe venuto a far lezione, ma le quattro spade ai suoi fianchi stonavano con ciò che avevano tutti immaginato.
Ridacchiando appena l'uomo osservò i ragazzi, una volta preso posto alla cattedra, scrutandoli per qualche istante... poi cominciò con un sorriso...
"C'era una volta..... Netheril!"
recitò una formula arcana, iniziando a tracciare simboli nell'aria, la quale fremette un istante, poi, come dal nulla, il soffitto dell'aula scomparve lasciando il posto ad una visione particolareggiata, un cielo annuvolato racchiudeva ciò che sembrava un monte rovesciato, dopo alcuni istanti fu ben visibile che sopra di esso si sviluppava una città
"Antico impero della razza umana, vetta storica di ciò che fu la conoscenza magica della nostra razza, i loro incantesimi piegavano la natura stessa alla loro volontà, plasmandola secondo il loro pensiero...
Molte erano le fazioni all'interno di quell'impero, alcune di esse, rese arroganti dal loro potere, ne bramavano sempre di più, cercando di piegare la Magia stessa ai loro scopi...
Ma non tutti i Netheresi erano così, l'arroganza portò un cataclisma che quasi spazzò via la Magia stessa dal nostro mondo, alcuni di coloro che, però comprendevano come la Magia fosse qualcosa di vivo ed andasse preservata, scelsero di andarsene, appena in tempo aggiungerei"
Dervel smise di concentrarsi sull'incantesimo di illusione, il quale lentamente svanì, rivelando nuovamente il soffitto dell'aula...
"Centinaia di leghe a sud, i fuggitivi trovarono un regno nascosto, viaggiando su navi che solcavano i cieli sorvolarono la catena montuosa che lo circondava, trovandovi all'interno solo delle piccole comunità, meno avanzate, ma la cui collaborazione permise a tutti di coesistere per secoli...
Così nacque il Regno di Halruaa, dove io sono nato..."
Il mago formulò un incantesimo più potente del primo, voltandosi poi verso la parete alle sue spalle e con un gesto della mano sembrò che si dissolvesse, divenne come una finestra su qualcosa di mai visto, alte torri giungevano quasi alle nuvole, porzioni di palazzi sospesi nell'aria scintillavano alla luce del tramonto con vetrate multicolori, una brezza calda inondò l'aula, una nave volante passò a poca distanza da loro, poterono sentire le vele gonfiate dal vento della sera mentre attraversava il loro sguardo.
"Halarahh, capitale del Regno di Halruaa, dove sono cresciuto...
La città delle Alte Torri, della Navi Volanti, dove la Magia costruisce i palazzi...
Un luogo in cui le spade vengono viste come una debolezza, qualcosa di inutile, un regno di Maghi, studiosi dell'Arte Magica, che collaborano per migliorare i loro studi, ricordando sempre ciò che portò alla caduta dei nostri antenati, un arroganza che ha rischiato di distruggere ogni cosa che amavano, ogni forma di comprensione della Trama stessa...
Ricordatevi, la ricerca del potere fine a sè stessa porta alla rovina, il mio popolo si è salvato perchè era consapevole di questa verità, che il potere significa poter proteggere ciò che si ama, ciò che si rispetta....
Chissà se un giorno qualcuno di voi visiterà la mia terra natia, il mondo è pieno di meraviglie, così come di orrori indicibili, ma ognuna di esse vale la pena di essere conosciuta e studiata, poichè più conoscerete del mondo che abitate, più sarete in grado di viverci appieno..."
Dervel si concentrò un altro momento, una delle navi volanti sopra ai palazzi deviò la propria rotta dirigendosi verso la "finestra"...
Prese velocità, gonfiando le vele, la brezza nella stanza divenne un venticello, mentre il veliero si avvicinava sempre di più.
Con un gesto della mano, all'ultimo, Dervel dissolse l'illusione rendendo di nuovo visibile la parete opposta agli studenti, quindi si girò, prorompendo nella fragorosa, calda, risata che chi lo conosceva aveva sentito tante volte...
colonna sonora consigliata:
Dervel entrò in aula, i giovani lo guardavano perplessi, era stato loro detto che un mago sarebbe venuto a far lezione, ma le quattro spade ai suoi fianchi stonavano con ciò che avevano tutti immaginato.
Ridacchiando appena l'uomo osservò i ragazzi, una volta preso posto alla cattedra, scrutandoli per qualche istante... poi cominciò con un sorriso...
"C'era una volta..... Netheril!"
recitò una formula arcana, iniziando a tracciare simboli nell'aria, la quale fremette un istante, poi, come dal nulla, il soffitto dell'aula scomparve lasciando il posto ad una visione particolareggiata, un cielo annuvolato racchiudeva ciò che sembrava un monte rovesciato, dopo alcuni istanti fu ben visibile che sopra di esso si sviluppava una città
"Antico impero della razza umana, vetta storica di ciò che fu la conoscenza magica della nostra razza, i loro incantesimi piegavano la natura stessa alla loro volontà, plasmandola secondo il loro pensiero...
Molte erano le fazioni all'interno di quell'impero, alcune di esse, rese arroganti dal loro potere, ne bramavano sempre di più, cercando di piegare la Magia stessa ai loro scopi...
Ma non tutti i Netheresi erano così, l'arroganza portò un cataclisma che quasi spazzò via la Magia stessa dal nostro mondo, alcuni di coloro che, però comprendevano come la Magia fosse qualcosa di vivo ed andasse preservata, scelsero di andarsene, appena in tempo aggiungerei"
Dervel smise di concentrarsi sull'incantesimo di illusione, il quale lentamente svanì, rivelando nuovamente il soffitto dell'aula...
"Centinaia di leghe a sud, i fuggitivi trovarono un regno nascosto, viaggiando su navi che solcavano i cieli sorvolarono la catena montuosa che lo circondava, trovandovi all'interno solo delle piccole comunità, meno avanzate, ma la cui collaborazione permise a tutti di coesistere per secoli...
Così nacque il Regno di Halruaa, dove io sono nato..."
Il mago formulò un incantesimo più potente del primo, voltandosi poi verso la parete alle sue spalle e con un gesto della mano sembrò che si dissolvesse, divenne come una finestra su qualcosa di mai visto, alte torri giungevano quasi alle nuvole, porzioni di palazzi sospesi nell'aria scintillavano alla luce del tramonto con vetrate multicolori, una brezza calda inondò l'aula, una nave volante passò a poca distanza da loro, poterono sentire le vele gonfiate dal vento della sera mentre attraversava il loro sguardo.
"Halarahh, capitale del Regno di Halruaa, dove sono cresciuto...
La città delle Alte Torri, della Navi Volanti, dove la Magia costruisce i palazzi...
Un luogo in cui le spade vengono viste come una debolezza, qualcosa di inutile, un regno di Maghi, studiosi dell'Arte Magica, che collaborano per migliorare i loro studi, ricordando sempre ciò che portò alla caduta dei nostri antenati, un arroganza che ha rischiato di distruggere ogni cosa che amavano, ogni forma di comprensione della Trama stessa...
Ricordatevi, la ricerca del potere fine a sè stessa porta alla rovina, il mio popolo si è salvato perchè era consapevole di questa verità, che il potere significa poter proteggere ciò che si ama, ciò che si rispetta....
Chissà se un giorno qualcuno di voi visiterà la mia terra natia, il mondo è pieno di meraviglie, così come di orrori indicibili, ma ognuna di esse vale la pena di essere conosciuta e studiata, poichè più conoscerete del mondo che abitate, più sarete in grado di viverci appieno..."
Dervel si concentrò un altro momento, una delle navi volanti sopra ai palazzi deviò la propria rotta dirigendosi verso la "finestra"...
Prese velocità, gonfiando le vele, la brezza nella stanza divenne un venticello, mentre il veliero si avvicinava sempre di più.
Con un gesto della mano, all'ultimo, Dervel dissolse l'illusione rendendo di nuovo visibile la parete opposta agli studenti, quindi si girò, prorompendo nella fragorosa, calda, risata che chi lo conosceva aveva sentito tante volte...