30-09-2017, 22:12
Un normale ruathen non concederebbe mai attenzione alcuna ad un raugh ruathen.
Un atto del genere avrebbe attirato una maledizione senza precedenti che si sarebbe ripercossa sulle future generazioni.
Al raugh ruathen era riservata solo indifferenza. O insofferenza. O viscerale avversione. O tutte e tre le cose insieme.
Fjolnir figlio di Bjorful, l'Orso Biondo di Ruathym, onorevole guerriero ruathen del clan Rauðurhrafnar, i Corvi Sanguinari. Aveva reagito alla rivelazione di Sturm come quest'ultimo si era esattamente immaginato.
L'aria giovale che aleggiava nella sala termale scomparve lasciando il posto ad una palpabile tensione.
Le solide tradizioni ruathen eruppero in tutto il loro brutale disprezzo attraverso le azioni e le parole del biondo.
Non voleva sentire alcunché da uno scarto vivente.
Sturm lo aveva apertamente sfidato.
Rimanere o andarsene.
Fossero stati soli, e Fjolnir non lo tenne nascosto, l'Orso Biondo l'avrebbe fatto a pezzi. La riteneva una grande offesa che uno sporco esiliato si rivolgesse a lui, che si stanziasse anche solamente dinanzi il suo sguardo.
A giocare un ruolo fondamentale fu Aslaug Baciata dal Fuoco.
La sua presenza, così come quella di Renfri la Volpe, aveva evitato colpi di testa da parte di Fjolnir.
Le sue parole parevano aver quietato il guerriero ruathen.
Il suo corpo... no, il suo corpo anche in quel frangente aveva la capacità di destare selvaggi istinti.
Sorprendentemente anche Renfri la Volpe parve capire la situazione di Sturm e della sua complicata storia, ponendosi quasi a difesa del massiccio ruathen. O almeno le sue parole avevano fatto trasparire una sorta di comprensione e propensione al lavoro di gruppo. E alla vendetta.
Aslaug riuscì a far rimanere Fjolnir.
Sturm non seppe cosa disse la Baciata dal Fuoco al suo protettore Orso Biondo, ma sicuramente fu qualcosa che riuscì a far desistere Fjolnir dal piantarli lì.
Il biondone rimase e acconsentì ad ascoltare la storia di Sturm malcelando un'espressione dura, di diffidenza, ostile. E omicida. Non senza mettere in chiaro sinistre e mortali conseguenze che si sarebbero verificate se solo Sturm non fosse stato all'altezza delle aspettative del ruathen.
Niente a cui Sturm non fosse già abituato.
Ma era necessario rivelasse la verità a Fjolnir.
Oltre che per il rispetto che Sturm nutriva per il formidabile combattente c'era di mezzo la riuscita della propria vendetta.
Se non avesse detto niente a Fjolnir e insieme, facendo gruppo, avessero trovato i cinque balordi?
Se Rasten o qualcuno degli altri lo avesse riconosciuto?
Sturm era sicuro che quei cinque avrebbero fatto leva su di tutto. Tra le varie ipotesi spiccava la possibilità che fossero loro a rivelare l'autentica natura di Sturm, comportando così un cambio di fronte considerevole: Fjolnir lo avrebbe ucciso sul posto senza pensarci due volte.
Affrontare l'ostacolo rappresentato dalla mentalità di Fjolnir si era rivelata una mossa azzeccata. Per di più suggerita e sollecitata dalla stessa Aslaug.
Sturm stava maturando una sempre maggiore consapevolezza di rispetto nei confronti della rossa cacciatrice. Ma anche di debito.
In qualche modo doveva rifarsi.
Sturm alla fine si concesse un paio di bicchierini ricolmi di aspro rhum.
Il fuoco che gli esplose in petto fin sopra il capo gli ricordò di essere ancora vivo e che anche quella insidia era stata superata. Almeno momentaneamente.
Ora veniva il tempo di controllare come Fjolnir avrebbe assorbito l'intera situazione.
Collaborare con un raugh ruathen.
Realizzare che la ragazza a cui era indissolubilmente legato patteggiava per quello stesso raugh ruathen.
Si preannunciava una convivenza ostica e pericolosa.
Un atto del genere avrebbe attirato una maledizione senza precedenti che si sarebbe ripercossa sulle future generazioni.
Al raugh ruathen era riservata solo indifferenza. O insofferenza. O viscerale avversione. O tutte e tre le cose insieme.
Fjolnir figlio di Bjorful, l'Orso Biondo di Ruathym, onorevole guerriero ruathen del clan Rauðurhrafnar, i Corvi Sanguinari. Aveva reagito alla rivelazione di Sturm come quest'ultimo si era esattamente immaginato.
L'aria giovale che aleggiava nella sala termale scomparve lasciando il posto ad una palpabile tensione.
Le solide tradizioni ruathen eruppero in tutto il loro brutale disprezzo attraverso le azioni e le parole del biondo.
Non voleva sentire alcunché da uno scarto vivente.
Sturm lo aveva apertamente sfidato.
Rimanere o andarsene.
Fossero stati soli, e Fjolnir non lo tenne nascosto, l'Orso Biondo l'avrebbe fatto a pezzi. La riteneva una grande offesa che uno sporco esiliato si rivolgesse a lui, che si stanziasse anche solamente dinanzi il suo sguardo.
A giocare un ruolo fondamentale fu Aslaug Baciata dal Fuoco.
La sua presenza, così come quella di Renfri la Volpe, aveva evitato colpi di testa da parte di Fjolnir.
Le sue parole parevano aver quietato il guerriero ruathen.
Il suo corpo... no, il suo corpo anche in quel frangente aveva la capacità di destare selvaggi istinti.
Sorprendentemente anche Renfri la Volpe parve capire la situazione di Sturm e della sua complicata storia, ponendosi quasi a difesa del massiccio ruathen. O almeno le sue parole avevano fatto trasparire una sorta di comprensione e propensione al lavoro di gruppo. E alla vendetta.
Aslaug riuscì a far rimanere Fjolnir.
Sturm non seppe cosa disse la Baciata dal Fuoco al suo protettore Orso Biondo, ma sicuramente fu qualcosa che riuscì a far desistere Fjolnir dal piantarli lì.
Il biondone rimase e acconsentì ad ascoltare la storia di Sturm malcelando un'espressione dura, di diffidenza, ostile. E omicida. Non senza mettere in chiaro sinistre e mortali conseguenze che si sarebbero verificate se solo Sturm non fosse stato all'altezza delle aspettative del ruathen.
Niente a cui Sturm non fosse già abituato.
Ma era necessario rivelasse la verità a Fjolnir.
Oltre che per il rispetto che Sturm nutriva per il formidabile combattente c'era di mezzo la riuscita della propria vendetta.
Se non avesse detto niente a Fjolnir e insieme, facendo gruppo, avessero trovato i cinque balordi?
Se Rasten o qualcuno degli altri lo avesse riconosciuto?
Sturm era sicuro che quei cinque avrebbero fatto leva su di tutto. Tra le varie ipotesi spiccava la possibilità che fossero loro a rivelare l'autentica natura di Sturm, comportando così un cambio di fronte considerevole: Fjolnir lo avrebbe ucciso sul posto senza pensarci due volte.
Affrontare l'ostacolo rappresentato dalla mentalità di Fjolnir si era rivelata una mossa azzeccata. Per di più suggerita e sollecitata dalla stessa Aslaug.
Sturm stava maturando una sempre maggiore consapevolezza di rispetto nei confronti della rossa cacciatrice. Ma anche di debito.
In qualche modo doveva rifarsi.
Sturm alla fine si concesse un paio di bicchierini ricolmi di aspro rhum.
Il fuoco che gli esplose in petto fin sopra il capo gli ricordò di essere ancora vivo e che anche quella insidia era stata superata. Almeno momentaneamente.
Ora veniva il tempo di controllare come Fjolnir avrebbe assorbito l'intera situazione.
Collaborare con un raugh ruathen.
Realizzare che la ragazza a cui era indissolubilmente legato patteggiava per quello stesso raugh ruathen.
Si preannunciava una convivenza ostica e pericolosa.