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[AQ] Come scoglio infrango, come onda travolgo
#13
Chissà perchè il nome di Nelyssa gli evocasse una slanciata e prestante donna dai capelli rossi.
Sturm era stato ricevuto dal Comandante Shendean dopo il calare del sole.

Davanti a lui una donna, vigorosa e prestante, ma dalla chiara e luminosa chioma, tendente al bianco. Una donna matura e già bella fatta, nella sua tenuta in armatura completa. Aveva dinanzi il Comandante dei Cavalieri di Mistledale.
La mancanza di rosso nei capelli stonò con l'immagine che si era fatto Sturm il quale non si trattenne neanche un pò dall'esporre il proprio disappunto.
L'occhiata che gli lanciò la donna non fu ostile ma ben sì perplessa.

Cominciava bene.

Il ragazzone ruathen  non nutriva chissà quante speranze per quell'incontro: sapeva che Nelyssa era una campionessa di Chauntea, per di più a capo di folto manipolo di Cavalieri e miliziani. Conclamato baluardo della legge e difensore dei deboli. Sturm si aspettava le stesse domande e la stessa ramanzina che tempo prima gli avevano dispensato Areskahan Figlio di Drago e Nityalar Occhi d'Ametista.
E invece Nelyssa ascoltò, mostrandosi dubbiosa e perplessa circa l'unica testimonianza che aveva in possesso, ossia quella di Sturm.

«Qual'è la condanna per un omicidio qui nelle Valli?»
L'esordio fu diretto e conciso.

Il ruathen le aveva esposto la faccenda a grandi linee, senza entrare troppo nei particolari, sia perchè ogni volta era supplizio decidere da che parte cominciare la storia, sia perchè sorprendentemente Nelyssa non aveva voluto indagare più a fondo.
Forse che Sturm stesse imparando a parlare per bene? Aveva reso bene l'idea del suo caso complicato senza usare troppi giri di parole?
L'unica domanda che lei pose fu quella che inevitabilmente andava sempre a ripetersi: chi erano?

La gente voleva assicurarsi, sempre, di non voler andare contro degli innocenti immacolati vestiti di bianco. Tutti avevano paura di macchiarsi le mani di qualche orrendo misfatto. A Sturm non importava, se doveva uccidere o distruggere lo faceva, senza troppi ripensamenti.
Ma Sturm comunque descrisse chi cercava: chi erano e cosa avevano fatto per meritarsi la sua vendetta. Diede alla donna una copia dei ritratti disegnati da Ronda.

Nelyssa parve comprendere. Alla fine, pensò Sturm, anche lei poteva immaginare lo stato d'animo di chi era riuscito a sopravvivere a degli aguzzini di cui poi aveva insperatamente ritrovato le tracce. L'animo umano era per certi versi ripetitivo.
Lei voleva chiamarla giustizia. Sturm la considerava semplice e naturale vendetta.
Si accorse della smorfia di disapprovazione trapelata dal volto della donna. Rimaneva comunque una paladina di Chauntea. Sotto sotto simile ad una ffolk, ma dall'animo più deciso e risoluto di quanto si aspettasse Sturm.

Nelyssa spiegò lui come funzionasse il sistema di legislatura, che non aveva potere per emanare condanne a fronte di crimini così efferati, ma che c'era bisogno che l'Alto Consiglio si riunisse e decidesse dando l'ultima parola all'Alto Consigliere di cui ovviamente Sturm non conosceva il nome. O forse sì, ma non lo ricordava neanche un pò.
Un sistema troppo macchinoso perchè si potesse somministrare la giustizia personale che andava cercando Sturm.
Il Comandante Shendean tuttavia gli venne incontro, avrebbe fatto il possibile per rintracciare quei cinque. Avrebbe chiesto ai suoi sottoposti e fatto sottoporre i ritratti ad altri suoi conoscenti e fidati colleghi.

«Ovviamente non vi chiedo di rimanere con le mani in mano. Non posso impedirvi di cercarli. Anzi, dovete trovarli»
«Certo che lo farò, devo»
«Solo che, una volta che li avrete trovati, vi chiedo di placare la vostra sete di... » lo guardò intensamente «... giustizia e di avvisarmi»
«Anche se si dovessero trovare in un'altra valle? L'ultima volta uno di loro è stato visto a Essembra, a Battledale»
«In quel caso non potrò esservi d'aiuto, piuttosto siate cauto lì le leggi sono piuttosto rigide ed intolleranti»
A Sturm riecheggiava l'eco delle parole del ligio Aldric.
«Ma spero che quei balordi abbiano ciò che si meritano» fu l'ultimo commento di Nelyssa.
A Sturm piacque.
Magari potevano svilupparsi ulteriori margini di manovra qual'ora li avesse trovati a Mistledale.
Fjolnir figlio di Bjorful aveva ragione, c'aveva visto lungo nel descriverla come una donna determinata ed assennata.

Prima di farsi ricevere da Nelyssa, Sturm era in compagnia di Majuk e di Dyane, una mezzelfa conosciuta da poco che gli ricordava la spigliata Morganelle, o Capitano Morgan.
Quando Sturm aveva detto loro che stava per andare in caserma le due avevano commentato dicendogli che probabilmente sarebbe finito dentro una cella.
Ne era convinto anche Sturm mentre s'avvicinava alla caserma: trovare e uccidere cinque uomini. Si era immaginato una reazione scandalizzata e infervorata della Comandante che lo avrebbe poi fatto arrestare per evitare che un potenziale assassino potesse girare libero per Mistledale, intaccando le leggi della valle.
Ovviamente non era andata così ma a Sturm sembrò di sfiorare quell'esito.

Prima di andarsene dalla stanza di Nelyssa si era fermato ad osservarla.
Era davvero una bella donna. Prestante. Matura.
Sturm azzardò.
«Avete un compagno?»
La reazione scandalizzata ed indignata del Comandante Shendean lo convinsero a non spingersi oltre.

Ma in futuro, chissà.

Ora finalmente poteva volgere la sua attenzione ad Hap.
E ad un altro comandante.
Il Comandante Sturnn.
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RE: [AQ] Come scoglio infrango, come onda travolgo - da cotoletta - 05-10-2017, 14:35

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