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[Darsa Naur] Voci crepitanti dell'anima
#36
VISITA ALLA MAGIONE DI AENCAR

Agili guizzi gagliardi
Di vivida fiamma furenti
Da ceneri spente sortite
D’ombrosa dimora han già fatto l’aringo

Scintilla schiocca vorace
Affamata di muri di sedie e di stanze
Morde con denti felini rapace
Ghiotta di tetti e di cuori

Ci sono cose che vorrei annotare tra queste pagine ma non posso, sono costretta a lasciare che siano perse nel vento. Cose pericolose solo a pensarci, cose immorali da celare nell'ombra, cose importanti ma coperte da contratti insopportabilmente efficaci, ed anche cose inutili che non val la pena ricordare se non per amor di cronaca. Pazienza dico io e ripete il mio eco, vorrà dire che il loro ricordo sarà custodito dal fumo sublime di un camino. Ci sono però cose che per quanto mi sforzi, non riesco a scordare. Riecheggiano nella mia testa e più le scaccio più tornano. Ed è allora che il mio sguardo va alle le braci crepitare placidamente nel silenzio e le mie preghiere alla loro luce abbastanza forte da scacciare il buio e i suoi pensieri.
Ma quelli brutti sono come l'erbaccia cattiva, persiste e ritorna. E io non dormo. Tutti i ricordi inquietanti, i turbamenti del passato che riemergono. Ma perchè devono farlo? Ma statevene lì nel dimenticatoio no? Neanche ci pensavo più a quelle cose, quegli strumenti e marchingegni di tortura, e me li trovo qui. In luoghi nuovi, dove non mi aspettavo di trovarne. Cioè forse stando più attenta a che mi circondava magari potevo capirlo. Ma che saranno mai? Orride cose create per dare dolore e sofferenza, strumenti che chi mi sta attorno saprebbe usare pure molto meglio di me. Senza pietà ne rimorso, senza piacere ne disgusto, con la stessa meccanicità che io uso per allacciarmi le scarpe.

Rosse lingue ridenti
Ballo tribale sui muri ardenti
Come serpi sinuose
Frenetica danza ch’avvinghia e inganna

Fuoco rabbioso e attraente
Non sazia l’acqua l’ardore rovente
Che i rochi vagiti del bimbo novello rapisce
Sedotto dall’orrido rogo danzante

Io che pure li ho usati, si, ma dall'altra parte! Dovrei solo distruggerli e scordarmi di averli visti. Scordarmi di quei momenti infiniti e ripetuti, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Embè? Sono passati, andati, finiti. IO vi ho posto fine e nemmeno mi sforzo di ricordarli. Non so come ne perchè ma ne ho perso gran parte della loro memoria. Suppongo sia un mero meccanismo di difesa perchè se ricordassi ne sarei uscita pazza. Io ci tengo alla mia sanità mentale. Tanto ricordare a che serve? Una volta superate le prove della vita, si guarda avanti alla prova successiva, ricchi della nostra vittoria. Si guarda avanti e a cosa possiamo prenderci, mai indietro alle cose perdute.
Però a volte faccio incubi. Stupido inconscio, dovresti ubbidirmi! Pure stanotte ho fatto incubi e non so perchè. Cioè lo so, perchè li ho visti lì tutti quegli strumenti di torture, pozzi nel buio, catene e tavoli da macello, stanze di ghiaccio, creature putride o incorporee che ti tolgono la vita dissanguandoti con un gesto. Dannata magione di Aencar, esplodi! Mentre il silenzio pesava neii tuoi corridoi tetri e polverosi, potevo sentire nella mia testa riecheggiare le urla agonizzanti dei prigionieri in cella. Urla inesistenti inesistenti ascoltate per anni dalle mura di pietra di quel posto orribile.

Sale sul tetto la fiamma che spira
Fa della candida casa orrida pira
Par demone che in alto svolazza maligno
Ch’orchestra soave il dramma sublime

Crolla il grigio granito colpito
A morte dalla fiamma che inghiotte
Si innalzano al cielo castelli, croci e denaro
Ceneri sparse dal vento che fischia

Ah ma io tornerò per bruciare quei sotterranei intrisi del sangue. Sangue e dolore di.. di ...che ne so di chi era. Non mi importa chi ci è morto, lo faccio per me! In realtà non so perchè voglio farlo, però lo voglio. Anzi è chiaro: voglio dormire serena! Mi disturba la loro stessa esistenza fisica e materiale. La faccio sparire dalle Valli, ma che dico, dal piano materiale! Dannazione. Sto qua sveglia sotto le coperte e cerco di pregare. Con occhi che si rifiutano di chiudersi, osservo il braciere che crepita placidamente a poca distanza dal letto. Pensando che dopotutto, dovrei stringere la mano a chi si è inventato certi strumenti tanto ingegnosi ed efficaci, e poi lo devastarlo consumandogli la carne viva nel fuoco più grande che abbia mai visto. Tanto per mostragli il vero potere di chi, come me...

Ian nhan shhi tisshagnhi ti sstrrannenti derr tirrh lhi sstesssshi thalharre!
*non ha bisogno di strumenti per infliggere lo stesso tormento!*
"Come ti chiami?" "Echo" "Echo?" "Echo"
[Immagine: d74f984f6804a4af70519c18280b3419.jpg]
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RE: [Darsa Naur] Voci crepitanti dell'anima - da Denoela - 23-02-2018, 13:09

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