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Guida Off alle Gilde "Segrete"
#3
I Maghi Rossi di Thay


Odiati dalla maggior parte delle organizzazioni buone del continente e temuti nel proprio paese da chi ha la sfortuna di deluderne uno, i Maghi Rossi sono donne e uomini di origine mulan (e quindi esclusivamente umani) che hanno superato un durissimo apprendistato per arrivare a indossare le caratteristiche vesti rosse. Le famiglie bene del Thay fanno a gara per affidare il proprio figlio alle "cure" di un mago rosso nella speranza che sopravviva al noviziato e riesca a ingraziarsi il mentore quel tanto che basta per poter conseguire la scalata al potere. Nel Thay infatti i Maghi Rossi rappresentano la classe dominante, una elite di studiosi arcani dall'ambizione sfrenata a cui tutte le altre caste (nobili, cittadini e schiavi) devono sottomettersi per non incorrere in sanzioni pesantissime che possono anche condurre alla morte per esecuzione immediata. Uno dei crimini più gravi è proprio quello di impersonare un mago rosso, e non è raro che qualcuno di loro faccia trovare una veste sul luogo del delitto per giustificare l'omicidio di un personaggio scomodo. Questo provoca solitamente due conseguenze sociali: la prima è che un mago rosso sia abituato alla totale obbedienza da parte del popolo, per cui tende a prendere molto poco in considerazione la vita altrui e soprattutto quella dei suoi apprendisti che vengono spesso trattati come poco più che passatempi a cui lasciare le proprie briciole; la seconda è che, al contrario, un mago rosso tenderà sempre a guardarsi le spalle nei confronti dei suoi simili, raramente stringendo un rapporto che va aldilà della mera collaborazione professionale. Questa caratteristica è croce e delizia del Thay, che nonostante l'immenso potere di cui dispone non è mai riuscito a imporsi nel resto del continente proprio a causa delle rivalità interne che ogni volta spaccano il consiglio degli zulkir che dovrebbe guidare il paese. Dove fallisce con la guerra aperta il Thay riesce con il suo piano alternativo, installando in più città possibili un'enclave che venda oggetti magici a prezzi stracciati per entrare nelle grazie di cittadini e regnanti, offrendo un trattamento di riguardo alle personalità di spicco che possano aiutarli a stanziarsi sul territorio. Naturalmente i più accorti sono sospettosi, per non dire apertamente ostili, alla finta neutralità dei mercanti rossi, ben consapevoli che i proventi delle vendite finanzino il paese d'origine che un giorno potrebbe sentirsi sufficientemente ricco da far cadere la propria maschera e portare a compimento l'espansione armata dei confini.


Consiglio degli zulkir

Il paese è guidato da 8 zulkir ovvero da 8 maghi specialisti ognuno rappresentante una scuola di magia. In Rdv la Spellplague non è mai avvenuta pertanto si considerano vivi e vegeti tutti gli zulkir degli ultimi anni della 3.5: Lallara Mediocros (abiurazione), Nevron (evocazione), Yaphyll (divinazione), Lauzoril (ammaliamento), Kumed Hahpret (invocazione), Dmitra Flass (illusione), Szass Tam (necromanzia) e Samas Kul (trasmutazione). Questi zulkir sono perennemente in lotta tra loro per ottenere più influenza possibile e l'equilibrio delle alleanze può cambiare ogni momento. Szass Tam è al momento l'unico lich tra gli zulkir, che si dividono tra il supportarlo e ostacolarlo nella sua ascensione a signore del Thay. 


Diventare mago rosso

Il candidato ideale è un/a rampollo di famiglia benestante con trascorsi familiari di successo nel commercio o nella milizia, un ambizioso e giovane mago specialista che pragmaticamente sceglie di rischiare il tutto per tutto pur di entrare nei ranghi e ottenere più potere. Ha un rapporto con la religione di stampo politeistico e opportunista, perché una preghiera al signore della fiamma e dell'ambizione Kossuth è sempre considerata come buon auspicio; alcuni prediligono il signore della tirannia Bane in onore alle proprie origini, o anche alla signora della notte Shar, che tanto apprezza gli intrighi. L'apprendistato sotto un mago rosso esula però quello che ci si potrebbe immaginare tipicamente nel rapporto maestro-studente: il mentore non passa tempo con il suo protetto né spreca fiato a insegnargli quello che sa. Al contrario, il candidato si trova spesso ostracizzato e sabotato da altri candidati (o anche dallo stesso mago rosso, se particolarmente annoiato) perché il fine ultimo è quello di mettersi in mostra e arrivare a conseguire l'obiettivo dimostrando astuzia e padronanza dei propri mezzi, il che significa ritrovarsi lasciati a sé stessi dovendo conseguire dei risultati prima degli altri in un contesto in cui la magia è spesso l'ultima cosa, una linea comune che fa da sfondo all'arrampicata sociale ma che non è sempre determinante come ci si potrebbe aspettare da una istituzione arcana. In un certo senso infatti il livello degli incantesimi conosciuti non è funzionale al grado che si può ricoprire, anche se di certo maggiore è la conoscenza della materia e maggiori sono le probabilità di portare a termine un lavoro assegnato. Chi è nato e cresciuto nel Thay sa che schiavismo e tortura sono merce di scambio, ma sa anche che un rigido sistema di leggi impedisce l'anarchia e la prevaricazione aperta: farsi strada verso l'alto è quindi un continuo sgomitare di sottintesi e occasioni che passano una volta sola, e ciò spesso sembra avere l'unico scopo di testare la forza di volontà e i limiti dell'individuo. Gli apprendisti scoprono ben presto, qualora già non lo sapessero, che la loro posizione ingrata di pedine sacrificabili è disseminata di trappole e trabocchetti, poiché è ritenuto pienamente accettabile, per non dire ovvio, che un mago rosso usi a piacimento i propri sottoposti muovendoli contro gli altri maghi rossi pur di avanzare la propria carriera. Chi di loro sopravvive un giorno farà altrettanto al fine di assicurarsi che solo i più scaltri possano servirlo. Maggiore della spietatezza tuttavia è il senso degli affari, e i maghi rossi non sprecherebbero mai qualcosa che un domani può sempre tornare utile, pertanto i loro apprendisti non sono in balia del caso o della rabbia, quanto invece di una pianificazione attenta e ordinata. Che poi questa pianificazione tenga molto poco in considerazione la loro incolumità è un altro discorso. I pochissimi che emergono dall'apprendistato sono coloro che hanno trovato il modo di rendersi utili senza disturbare con la propria presenza, sono sopravvissuti agli incarichi affidategli riuscendo a finanziarsi da soli e hanno tessuto rapporti socialmente rilevanti sfruttando a proprio vantaggio quel poco prestigio che deriva dall'essere marionette del potente. 


Essere mago rosso

L'ingresso nell'ordine non rappresenta la conclusione di un percorso, ma semmai l'inizio. I maghi rossi novizi migliorano sensibilmente la loro qualità della vita, si elevano al di sopra di tutti gli altri cittadini del Thay e ottengono un ruolo di spicco nella società, ma certo rimangono in balia dei superiori come ultima ruota del carro. A questo punto un novizio deve cominciare a forgiare delle alleanze professionali, stando molto attento a bilanciare la propria ambizione con quelle dei colleghi, che se infastiditi da un sentore di minaccia potrebbero unirsi tra loro per mettere facilmente fuorigioco il nuovo arrivato. Con il passare del tempo diventa chiaro anche al novizio più disciplinato che per fare carriera è necessario scendere a compromessi, compromessi che di solito si concretizzano in patti di non belligeranza con i propri vicini o veri e propri scambi di favore in attesa di essere sufficientemente potente da non necessitarne più. L'ambizione per la carriera tende a prendere il sopravvento sull'eventuale scrupolo morale, se presente, verso il prossimo: i più resilienti mantengono una parvenza di empatia e interesse, ma la maggior parte dei maghi rossi agiscono continuamente spinti da un feroce opportunismo che non lascia spazio a seconde occasioni. 


Comportamento tipico

Il tipico mago rosso porta avanti gli interessi del proprio paese, disprezza in modo silenzioso e condiscendente chi non è come lui e lavora senza sosta per assicurarsi l'obiettivo. Ben inserito nel contesto di un'enclave (se residente all'estero) o di una provincia (se residente nel proprio paese) sta molto attento a esibire il proprio ruolo, dopo tutto quello che gli è costato assicurarsi un posto nell'organizzazione, ed è altresì inorgoglito dall'insulto di chi lo considera una minaccia, preferendolo alla più insolente indifferenza verso il suo retaggio. Non è un avventuriero da locanda amichevole e bonario, anzi è spesso riservato e calcolatorio, ma talvolta può scegliere di accompagnarsi a mercenari e viandanti purché il suo grado glielo consenta. Accetta di buon grado l'esistenza della rigida gerarchia che regola le dinamiche interne, sta attento a non pestare i piedi ai propri colleghi a meno che non sia pronto a usurparne il posto e farsi notare agli occhi dei superiori. Tenderà a considerare un vero fastidio tutti coloro che sentono di dover intervenire per la libertà degli oppressi, poiché la caste sociali meno abbienti per un mago rosso sono merce di scambio da usare a proprio vantaggio, nonché naturale e meritata conseguenza per chi non ha saputo sfruttare le proprie qualità per elevarsi sopra il volgo.
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RE: [Bozza] Guida Off alle Gilde "Segrete"" - da DM Unicorno - 02-10-2018, 13:21

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