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[Dervel Rehearth] la Forgia e l'Arte
#1
il corvo picchiettava sulla finestra della stanza...

Dervel aveva appena finito le flessioni, appena alzato vide Gaurung che chiedeva di entrare, camminando con passo svelto aprì la finestra lasciando entrare l'uccello che si appollaiò subito sulla sedia accanto al tavolo.

L'uomo sistemò i suoi abiti, su cui poi appoggiò la spilla rossa a otto punte

"E così ora sono un Mago della Gilda di Hillsfar, devo dire che è sorprendente quanto sia aperta la mentalità di queste zone, l'accesso a questa associazione è stata molto più semplice di quello che mi sarei aspettato..."

Prese un sorso di birra dal boccale sul tavolo, per poi scoppiare a ridere da solo

"D'altronde non siamo più ad Halarahh mio veccio amico, a quanto pare inoltre qui ci sono individui interessanti, ho sentito che il capo della gilda degli avventurieri che ha sede qui sotto è un incantatore e uno spadaccino, dubito mi prenderà come apprendista, ma forse in futuro potrei vederlo in azione e comprendere meglio la sua tecnica.."

il corvo lo guardava a tratti, distranedosi poi con le noci lasciate sul tavolo e rompendole a beccate

Dervel prese la sua spada dai riflessi rossi, osservandola alla pallida luce che filtrava dalla finestra, iniziò quindi a moverla, la tecnica era ancora troppo imprecisa, il corpo non rispondeva come la sua mente avrebbe voluto, ma con l'addestramento e la costanza questo sarebbe cambiato

"la Spada e la Magia si possono fondere, il Popolo Elfico lo fa da secoli, molti umani sono giunti a ottenere questo risultato, mia madre è sempre stata convinta fosse una inutile perdita di tempo, mio padre non comprendeva come la magia e la Spada, alla quale lui mi aveva istruito, potessero coesistere...

Recarmi in questo luogo è stata una buona idea, a poco tempo dal mio arrivo ho potuto vedere molti avventurieri, le voci dei movimenti in questa zona sono numerose ed offrono molte sfide, dovrò riuscire a dimostrare di cosa sono capace, sono ancora solo un dilettante..."

Posata la spada sul letto si stiracchiò appena, la runa rossa sull'elsa di quella spada di notevole fattura era quella del mago il cui soprannome era uno scherno di disprezzo nella sua terra natia, Dervel sorrise a ripensarci...

"inutile come una lama ad Halarahh... così si diceva... ed io ero il Mago delle Lame, per i miei compagni ero il mago dell'inutilità, ma l'ottusità non porta mai benefici... beh, dovrò dimostrare come le loro idee siano solo un punto di vista limitato"

Era molto difficile abbattere lo spirito di quel Mago, vedeva sempre nel prossimo una possibilità di migliorarsi, non si sarebbe fermato di fronte alle sfide del destino e sarebbe diventato ciò che ambiva fin da quando aveva memoria...

"Chissà se al buon fabbro di questa città può servire un apprendista" 

una risata fragorosa si sentì fino in corridoio
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[Dervel Rehearth] la Forgia e l'Arte - da Askelaad - 26-01-2022, 00:44

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