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[Sturm Greif] Come Folgore dal cielo.
#8
VIII

~ Attualità ~

Erano trascorsi anni da quando aveva scoperto la verità su tutto. Verità che lo aveva condotto molti mesi dopo nelle Valli, in cerca di una famelica vendetta.
Aveva compiuto quella che per lui sarebbe stata una delle decisioni più sofferte di tutta la sua vita: dividersi da Ffolk e Erlend, gli unici che di quel lungo viaggio irto di ostacoli mortali erano riusciti a sopravvivere insieme a lui. Rappresentavano l'unico legame che gli era rimasto di Ruathym e lui, di propria volontà, aveva deciso di mozzarlo. Infondo, sia Ffolk che Erlend, si erano ampiamente abituati alla loro nuova vita.
Sturm no. Un tarlo nella mente gli si riproponeva troppo spesso perchè potesse reprimerlo, un pallino che aveva il potere di rendere amaro tutto, che scatenava nel suo animo un subbuglio omicida, turbolento, che ben conosceva: trovare e massacrare chi aveva distrutto la sua esistenza.

Ora si trovava sdraiato sulla propria branda, nella locanda dell'Occhio Vigile, ad Essembra. Diversi boccali erano stati svuotati e giacevano disordinatamente sul pavimento. Si sentiva la testa pesante, ciondolante, alquanto stordito dalla grande quantità di alcool ingurgitato. Era solito fare così quando pensieri fastidiosi gli ronzavano in testa. In quel caso erano fastidiosi per le scelte che aveva fatto, per come era apparso davanti ai suoi non più compatrioti. Ma c'era anche dell'ardore. Un ardore di semplice libidine.
Scosse il capo per colpa di una mosca che aveva cominciato a ronzargli intorno. Gli occhi socchiusi per la spossatezza della giornata.

Nella mente si arrovellavano immagini recenti. L'ultima cosa che si aspettava era di trovare altri ruathen lì, nell'entroterra più totale del Faerun. Ruathen di una abilità fuori dal comune che tutto sommato gli ricordavano l'immenso Ffolk, o il pacato Dargouwf.

L'ultimo conosciuto portava il nome di Kolbjorn. Aveva tutti i tratti perchè passasse per un tipico ruathen scontroso ma in lui c'era qualcosa di anomalo, di strano. Un palpabile alone di saggezza lo circondava. Sturm sapeva che di mezzo c'era la mano degli Æsir che avevano deciso che i due dovevano incontrarsi. C'era qualcosa di conciliante tra i loro due animi, qualcosa che ancora doveva venire a galla, che doveva maturare.
Bisognava pazientare.

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Poi c'era Fjolnir. Fjolnir figlio di Bjorful.
Un biondone dalla forza e una resistenza invidiabili, già conosciuto per buona parte delle Valli per il suo animo ardimentoso. Sturm sapeva che prima o poi si sarebbe dovuto misurare con lui. Non sapeva spiegarsi il perchè di quella sensazione. La sentiva e basta, come fosse un evento ineluttabile che prima o poi doveva avvenire, indifferentemente dal motivo, dal luogo o dalla situazione. In lui aveva rivisto la fermezza trascinatrice di Ffolk e la compostezza Dargouwf. Forse, per certi versi si era dimostrato anche troppo composto, totalmente fuori dalle righe, come aveva testimoniato il fatto che aveva giurato di proteggere una tregua per dei pelleverde.
C'era di peggio. Fjolnir non lo era. Tra tutte le stranezze che abitavano le Valli lui era quanto più ci fosse di normale.

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Infine veniva Aslaug Baciata dal Fuoco.
Tra i tre ruathen era stata la prima che aveva incontrato. Ed era stata lei ad avvicinarlo a Fjolnir prima e a Kolbjorn poi. Il suo aspetto selvaggio, e il suo portamento così spigliato avevano risvegliato brutalmente impetuose sensazioni in tutto il corpo.
Non c'era di mezzo solo fascino selvaggio, complici erano anche i ricordi. Aveva già conosciuto una ragazza simile che tuttavia aveva perso a causa di quella infamante condanna.
Aslaug era una cacciatrice esperta, indomita, precisa nel colpire quanto veloce nello scoccare. I suoi occhi erano perennemente attenti a qualsiasi cosa. Trasmettevano una furba pericolosità ed altri più ambigui e forse piacevoli intenti.
Amava qualsiasi cosa per lei rappresentasse una sfida, e come una degna ruathen, era attratta da tutto ciò che trasudava forza e bellezza, quasi fosse luce per una falena.
Per di più non le dispiaceva affatto farsi ammirare in un pò tutte le sue forme.
Nonostante i suoi modi gretti e mascolini possedeva un volto da definire quasi incantevole. Selvaggiamente incantevole. Come la cicatrice del morso che si era procurata su una natica. O la cascata di rossi capelli che le ricadevano sulle spalle.
Di lei tuttavia sapeva poco e niente. Giusto qualche frammento sul suo passato che le aveva permesso di raggiungere il Faerun con Fjolnir a farle da guardaspalle. E proprio come Fjolnir anche lei aveva una reputazione che la precedeva di gran lunga.
Fu comunque per intercessione della Baciata dal Fuoco che Sturm potè essere introdotto al cospetto della neonata compagnia mercenaria delle Lame d'Argento.
Un evento quello, secondo Sturm, degno di nota. Un punto di svolta.

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Alla fine il sonno vinse su Sturm che si accasciò di lato sulla branda, ronfando rumorosamente. Prima che tutto si fece buio rivide il caldo e soffocante vapore di un'ampia stanza. Una larga vasca ricolma d'acqua. Una figura seminuda al centro di essa.
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RE: [Sturm Greif] Come Folgore dal cielo. - da cotoletta - 16-09-2017, 02:39

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