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[DM Odisseo] La tavoletta misteriosa ; Spargere la voce
#5
Il primo incarico assunto come Lame. Nessuna quota fissa, solo quanto si trovava addosso ai nemici e quanto non fosse di natura strettamente di interesse per studi arcani. Non un granché, ma Exem sosteneva la necessità di doversi fare pubblicità anche a questo modo.
Fatto sta che visti i contraenti, sarebbe stato necessario non invocare le mie preghiere, limitandomi all'utilizzo delle bacchette che creo ormai a ritmo continuo, vista la tendenza a lanciarsi sulle lame altrui dei miei compagni.

Arrivare a questo laboratorio segreto nel Cormanthor, in mezzo a una dannata palude, raggiungere l'ingresso, aprirlo mediante delle chiavi in possesso ai contraenti, e prendere tutto quel che c'era. Per quel bardo, Karim, interessava solo una bottiglia...
Tuttavia, l'intera situazione poteva rivelarsi anche una prima prova della tenuta del gruppo come suo insieme. Era la prima operazione, dopotutto. E direi che molti dei problemi vergono attorno alla tiefling.

Zarhkath sapeva come farsi odiare, né più né meno. E di conseguenza, poteva provocare distrazioni e debolezze.
Per il resto, per quanto non ci muovessimo con l'auspicabile rapidità necessaria, ognuno assolveva debitamente al suo compito. E quindi, gli orchi che ci si paravano di fronte venivano rapidamente tolti di mezzo. Fu vicino a la porta a questo laboratorio, che fu vista la prima cosa strana.
Alcuni umani, in una stanza, che parlavano con una figura traslucida. La quale, scomparve nel niente. Ma in fondo, non era per questo che eravamo qua. E della "concorrenza", pare, era messa in conto. Dunque, gli umani fecero la stessa fine degli orchi di prima.

Guadagnato infine l'ingresso, il laboratorio era più ampio di quanto mi aspettassi. Sfortunatamente, era privo di particolari testori. In una stanza, del primo piano, conteneva uno strano pozzo, celato interamente nell'oscurità. Per il resto un laboratorio, delle piante da alchimista, era quel che offriva il luogo.
Prima di muovere verso gli alloggi privati, due stanze contenevano, chiusi in circoli di evocazione, due elementali. Uno dell'aria, e uno del fuoco. Darsa non poté resistere, e facendo comprendere le proprie intenzioni all'elementale igneo, lo liberò. Il fuoco, non controllato, è un pericolo. Ma non avevo voglia di oppormi a questo. In fondo, il peggio che poteva fare era incendiare parte del Cormanthor... e non mi sarebbe dispiaciuto.

Al piano superiore, oltre le stanze da letto, trovammo la cosa più... particolare: una serie di cristalli alimentavano l'oscurità, e come avremmo scoperto poi, una barriera, del pozzo sottostante, convogliando le energie di un essere planare dalle fattezze femminili, imprigionata in un cerchio di evocazione. La seduttrice, le cui origini, a... intuito, probabilmente erano dei piani inferiori, ha tentato con lusinghe e promesse, anche direttamente nella nostra mente, a convincerci a liberarla. Probabilmente togliendola da lì, le protezioni si sarebbero annullate. Ma non eravamo né certi che sarebbe davvero successo, né che non ci si sarebbe ritorta contro. Inoltre, avevo altri possibili motivi, perchè rimanesse al suo posto. E quindi... non fu liberata. Solo il sapere che il pozzo era a proteggere qualcosa, ci era bastato in fondo. A volte le informazioni vengono fornite inavvertitamente. E così una supposta "manipolatrice" fece un banale errore.

Lasciata alla sua prigionia la donna, siamo dunque tornati verso il pozzo. Per quanto volessi gettare la tiefling su di esso, per vedere cosa accadeva, fu così avventata da salirci da sola. Così fu scoperto che oltre all'oscurità, vi era anche una barriera di forza magica ad impedire l'accesso. Allora, incitai Darsa a dissolvere le magie, con le bacchette in nostro possesso. Al terzo tentativo, Zarhkath cominciò la sua caduta... già che non si era tolta di torno, con la disperazione di Exem. Ma la soddisfazione di vederla pagare la sua stessa avventatezza fu più che sufficiente anche per sopportare eventuali successive prediche. E mal che vada, un altro membro per la Compagnia potevamo sempre trovarlo...

Ad ogni modo, Zarhkath era ancora viva e senza nulla di rotto, quindici metri più in basso. Inizialmente, io, Zigrin e Mikael eravamo rimasti di sopra, mentre gli altri si calavano, visto che il muro si riformò, così da eventualmente risolvere la situazione da sopra. Ma quando ci siamo accorti che non passavano i suoni, abbiamo dissolto di nuovo il muro e ci siamo calati a nostra volta.
La stanza era un largo laboratorio, il cui accesso "normale" era crollato. Numerosi tomi, solo alcuni integri, riempivano le librerie. E al centro, c'era la tanto agognata bottiglia, intarsiata in metalli. Quel Karim non perse tempo, la prese, e la spezzò al suolo.

Ne fuoriuscì una alta figura femminile, che Darsa individuò come un genio dell'aria nobile, una djinni. Deprecabilmente, tutta l'operazione era per "salvare l'innamorata". Il che mi solleva dubbi su chi sia effettivamente quel Kalim... aveva sin troppe arpe addosso, per restarmi simpatico.
Dopo breve, i due se ne andarono mediante un incanto, lasciandoci alle nostre beghe per uscire. Con qualche trovata, chi con incanti, chi con le corde, siamo usciti dal foro, per riguadagnare poi l'uscita.

La prova della Compagnia, si può reputare sufficiente. Sulla sua tenuta futura... staremo a vedere.

In fondo, ho un paio di cose da verificare, dopo quanto ho visto...
Asher Hargrave, incantatore della Gilda dei Maghi di Hillsfar
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RE: [DM Odisseo] La tavoletta misteriosa ; Spargere la voce - da TheBerserk - 16-10-2017, 16:57

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