10-04-2019, 19:01
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 10-04-2019, 19:04 da Galduran_Niire.)
La fioca luce della candela poggiata sul vecchio tavolo di legno grezzo, illuminava a tratti il viso del paladino che seduto alla scrivania della sua stanza ai 6 Scudi, era concentrato nel leggere una lettera consegnatali da Ser Valen Drake.
Gli occhi stanchi del mezz’elfo lessero quelle parole impresse con l’inchiostro 1,2,3...10 volte, ad ogni lettura Galduran sembrava assorbire sempre di più il significato di ogni singola parola ed il sorriso che si dipingeva sempre di più sulle sue labbra era intriso di gioia.
Nel tempo passato in queste terre prima di partire forse era servito a qualcosa o meglio, forse era servito a qualcuno.
Richiuse la lettera ripiegandola con cura, poggiò le pallide labbra sulla carta dandole un lieve bacio come a sigillarla, mormorò infine una breve preghiera prima di riporla con cura nel proprio diario.
Sospirò sollevato, spostò lo sguardo verso la finestra ad osservare il cielo notturno e le sue stelle, con un filo di voce mormorò: <<La vita ti ha sottratto molto da quando sei nata e solo gli dei possono ridarti più di ciò che hai perso, sono felice.>>
Restò ancora per alcuni istani a riflettere, seduto su quella vecchia sedia in legno scadente.
Scosse la testa, indossò il suo solito sorriso celando ogni altra espressione, si avvolse nel mantello alzando il cappuccio sulla testa ed aprì la porta uscendo dalla sua stanza.
Immerso nei pensieri si ritrovò a camminare per le vie silenziose dei quartieri poveri di Ashabenford, pensando a quanto queste terre gli avessero donato ed a quanto lui potesse ancora donare a queste terre. Forse era giunto il momento di smettere di viaggiare e di concentrarsi unicamente sul bene di questo luogo a cui erano legati la maggior parte dei suoi più bei ricordi.
Gli occhi stanchi del mezz’elfo lessero quelle parole impresse con l’inchiostro 1,2,3...10 volte, ad ogni lettura Galduran sembrava assorbire sempre di più il significato di ogni singola parola ed il sorriso che si dipingeva sempre di più sulle sue labbra era intriso di gioia.
Nel tempo passato in queste terre prima di partire forse era servito a qualcosa o meglio, forse era servito a qualcuno.
Richiuse la lettera ripiegandola con cura, poggiò le pallide labbra sulla carta dandole un lieve bacio come a sigillarla, mormorò infine una breve preghiera prima di riporla con cura nel proprio diario.
Sospirò sollevato, spostò lo sguardo verso la finestra ad osservare il cielo notturno e le sue stelle, con un filo di voce mormorò: <<La vita ti ha sottratto molto da quando sei nata e solo gli dei possono ridarti più di ciò che hai perso, sono felice.>>
Restò ancora per alcuni istani a riflettere, seduto su quella vecchia sedia in legno scadente.
Scosse la testa, indossò il suo solito sorriso celando ogni altra espressione, si avvolse nel mantello alzando il cappuccio sulla testa ed aprì la porta uscendo dalla sua stanza.
Immerso nei pensieri si ritrovò a camminare per le vie silenziose dei quartieri poveri di Ashabenford, pensando a quanto queste terre gli avessero donato ed a quanto lui potesse ancora donare a queste terre. Forse era giunto il momento di smettere di viaggiare e di concentrarsi unicamente sul bene di questo luogo a cui erano legati la maggior parte dei suoi più bei ricordi.