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[DM Ignem] Nelle ombre
#1
Si era appena liberata di quella sgradevole sensazione.
Il timore di essere braccata, tenuta sotto controllo da quella persona ossessionata dal potere e dal controllo. Negli ultimi tempi, dopo la fine della guerra, aveva perfino smesso di utilizzare la collana, si era sentita più al sicuro e si era anche convinta di aver trovato un posto dove finalmente potersi costruire una vita. Una vita che, da adesso, era sua e sua soltanto.

Ora era ricominciato tutto e si rendeva conto che stava sfiorando la paranoia. Nelle caverne a Shadowdale, nelle profondità delle rovine di un vecchio tempio. L'aveva contenuta, classificandola come l'ansia di esplorare posti sconosciuti, senza sapere con esattezza chi potevano trovarsi a dover affrontare. Si fidava dei suoi compagni però e aveva proseguito, certa che si sarebbero protetti tutti a vicenda.
Certo a parte Darsa, lei era pazza, ma finora non aveva mai minacciato di farle del male, almeno.

Si rigirava una pietra di onice tra le dita, mentre riposava nella stanza della locanda a Myth Drannor. Stava cercando di indovinare se ci fossero dei collegamenti.
La sensazione di qualcuno che la stava osservando si era intensificata in quelle rovine ricolme di spettri, in alcuni momenti si era sentita migliaia di occhi puntati addosso. Aveva incolpato quelle presenze che potevano letteralmente sbucare dalle forcute pareti, accidenti!
Aveva visto però qualcosa, questa volta. Quella lettera scritta col sangue, quella creatura che si aggirava negli anfratti e nei corridoi più bui. Li aveva visti davvero. Il problema era che li aveva visti solo lei.
Era credibile per la creatura, si muoveva, poteva nascondersi. Ma il sangue sulla parete? Non appena erano arrivati gli altri era scomparsa. Ma non il sangue che le era rimasto sulle mani dopo averla toccata. Che avessse attivato una sorta di trappola?

Non aveva molte idee a cui appigliarsi. Seguendo il consiglio di Alakai uscì dalla locanda, salutando l'elfa al bancone, e si diresse al tempio di Oghma.
Meredith Ersiker

Per portare la luce, occorre entrare nell'oscurità.

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#2
Stava fissando di nuovo l'onice. Sfregava le dita sulla superficie irregolare della pietra, mentre ripensava all'ultima spedizione.

No, non aveva scoccato nessuna freccia da quella posizione. Di rado scoccava da quella distanza, era molto più sicuro piazzare un buon colpo dopo aver avvicinato e fiancheggiato i nemici, impegnati a combattere con i compagni.
Doveva trattarsi di un altro di quei drow in grado di nascondersi. Aveva raccolto una delle sue frecce e aveva scoccato. Ma per quale ragione?
E soprattutto... era stato davvero il sacerdote a urtarla o le era sfuggito qualcos'altro?

"Non c'è nulla che non vada in te, figliola. Sei sana come un pesce."
Nessuna maledizione, niente di magico di cui preoccuparsi. Un problema in meno.
"Perché sei venuta qui a cercare risposte?"
Questo... poteva essere un motivo? Forse era nel posto sbagliato?
No, impossibile. Certo, non che lei ne sapesse molto.

Di nuovo aveva visto qualcosa che agli altri era sfuggito. Possibile che non avessero notato nulla? Non era proprio... piccola. Ma tutti gli altri, a parte Darsa (che non brillava certo per attenzione) e Alakai, non potevano vedere nella notte con troppa chiarezza.
Anche la volta precedente c'era oscurità nei corridoi. Così come nelle caverne.
Era l'unico collegamento che aveva trovato con Alakai.

Rievocava l'immagine di quella creatura nel riflesso della pietra, chiedendosi quale aspetto potesse avere. Se solo fosse riuscita a vederla più da vicino.
Ma non era riuscita ad avvicinarsi, era scomparsa ogni volta troppo presto, rendendole impossibile avere qualche elemento utile come punto di partenza.
L'unica cosa che riusciva a pensare era che, per quanto minacciosa, non aveva dato l'idea di volerli attaccare, per ora.
Con un po' di discrezione, forse, poteva riuscire a invertire i ruoli, ad avvicinarsi quanto bastava per capire cosa fosse.

Spostò lo sguardo sull'ombra che si stagliava sulla parete, soffermandosi su quest'ultima ipotesi.

"No. - sussurrò tra sè - Non è decisamente il caso di mettersi nei guai da sole".
Meredith Ersiker

Per portare la luce, occorre entrare nell'oscurità.

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