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Era passato del tempo e per quanto avesse provato ad aiutare la sacerdotessa di Mystra con i suoi obiettivi ella aveva in fine trovato progetti più accomodanti alla propria natura, liberandola da certe occupazioni.
L'aria di guerra invece, contro i lucertoloidi in particolare, si respirava ogni giorno di più, coinvolgendo quasi ogni avventuriero che calcava le valli ma la mezzacelestiale era certa che avrebbero vinto, c'erano tra i più abili, esperti e capaci ad occuparsi della questione e questo le diede modo di approfondire quegli studi e quelle sperimentazioni che da diverso tempo, esattamente da quando aveva incontrato il primo costrutto, le erano cari. Nonostante questo non poteva che chiedersi se e in cosa sarebbero cambiati gli eventi se avesse potuto dare il proprio apporto alla causa.
Erano tuttavia domande che non avrebbero trovato risposta, poichè era finalmente giunto il momento di tornare dall'Arcimago, nella speranza che lo stesso volesse ancora mantenere la parola data prima del torneo ed istruirla. Del resto aveva sentito della torre che si muoveva e chi meglio di lui poteva insegnarle in quel frangente?
[Grazie kakashi per la firma <3]
Vanyrianthalasa Guenhyvar
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Come ogni volta, la porta si aprì da sola, senza nessun maggiordomo o servitore ad accoglierla sulla soglia. La voce della casa le indicò che il padrone la stava aspettando nel laboratorio, aprendo la porta che dava sulle scale in modo da indicarle la via.
Una volta giunta nel laboratorio, trovò Kevamros ad attenderla: il mago le rivolse delle domande nel suo solito tono brusco, chiedendole innanzitutto se avesse completato gli studi preliminari su armi e armature. Alla risposta positiva, il mago le lanciò in grembo un grembiule di pelle, simile a quello usato dagli artigiani.
Di fronte alla prevedibile perplessità della ragazza, Kevamros replicò bruscamente: <<Non basta la magia per costruire un costrutto, bisogna anche crearne il corpo. E come pensi di farlo se non hai l'adeguata manualità? Affidandoti ad artigiani e scultori che non capiscono niente di magia? Eh no bella mia, se vuoi che qualcosa sia fatta bene, a questo mondo, devi farla da te.>>
Il mago le indicò tre blocchi di materia, ognuno con i propri rispettivi attrezzi per essere lavorati: dell'argilla, dello stagno e del legno.
<<Voglio un vaso di argilla, un piatto e una tazza in stagno, e una bambola di legno. Puoi lavorare qui quando vuoi, a qualsiasi ora, Jarvis ti aprirà la porta. Per quel che mi riguarda ci puoi pure dormire qui. Non seccarmi ulteriormente finché non avrai completato questi tre esercizi.>>
Il mago fece per uscire dal laboratorio, poi si fermò come se avesse avuto un ripensamento, e si girò nuovamente verso la mezza celestiale. Forse voleva scusarsi per la sua mancanza di maniere? Forse voleva augurarle buona fortuna?
Naturalmente, niente di tutto questo...
<<Sei una sacerdotessa. In linea di principio, i sacerdoti fanno schifo nel creare costrutti e hanno molte limitazioni a causa degli incantesimi che non sono in grado di lanciare. Ti consiglio vivamente di ampliare la tua istruzione arcana, o quantomeno di imparare a imbrogliare le pergamene come fanno i cantastorie, ecco, chiedi a quel Cristopher, sono sicuro che lui sa di ciò che parlo. Ovviamente non devo neanche dirti che studiare davvero la magia sarebbe preferibile, ma figuriamoci.>>
Con queste ultime parole, il mago si chiuse sonoramente la porta alle spalle, lasciando Victoria sola con l'argilla, lo stagno e il legno.