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[Cyrano - Cdp] La maledizione della Saetta d'Oriente
#1
[Immagine: aa2161cb66a9a587b74cf03b20f3303d.jpg]

"Bene", siamo su una bagnarola che fa vela (quelle poche intere) verso il mare delle stelle cadute.
Non nego di avere una ciurma composta dal fior fiore tra i vermi da pesca, ma poteva finirmi peggio.
In effetti non credo. Non poteva...
Adbar, un nano che vomita più che respirare. Puzza di succo gastrico come un vicolo di Harrowdale...
Tenera, la voce della coscienza! Poveretta, ci prova! La teniamo per dare animo e tenerezza... Mi sa che anche la nave sta diventando tenera.. quasi marcia!
Qualunque! Il mio uomo di "punta".. Efficiente, abile, sveglio e tutto il contrario di questo. E' un mozzo completo!
Cornacchia.. tiene delle tette bene alte per appoggiarci il mento e dormirci sopra.. è utile come un capello!
Isabel dei venti.. La gelida!
Al momento stiamo seguendo quelle che sono le sue direttive, non sono sicuro di essere sicuro di avere la sicurezza di poter dire che non ci sta fregando, ma se ci frega torna nella bussola e finisce in fondo agli abissi!
Biglia, lui non vedrà un soldo. Questo è certo. Sua madre invece ne vedrà, al mio ritorno.

Devo capire cosa fare con i prigionieri nella stiva. 
Non ho mai adottato delle politiche che tenessero i prigionieri vivi. 
troppe spese, poco guadagno. Fosse la figlia del "re" di Ashbenford l'avrei tenuta appesa sottosopra sul ponte, ma quattro zhentilar da due soldi non li vogliono nemmeno i pesci cani, questo è certo.
Gli dei premino gli uomini di buona volontà che fanno da capitani su bagnarole prive di ogni speranza di far ritorno!
Possa Ashbenford, e il suo quartiere nord, Piangere la mia assenza... 

CApitano JAck LAne
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#2
[Immagine: messagebottle.jpg?w=685]

Una bottiglia galleggia alla deriva nel mezzo del Mare delle Stelle Cadute.
Se qualcuno riuscisse a leggere l’interno della pergamena, forse rimarrebbe sorpreso nel notare che il testo è in rune Dethek, la cui traduzione suona all’incirca così:

Belmara, amore mio
Per una serie di sfortunate circostanze, mi ritrovo in balia di eventi più grandi di me. Nel momento in cui ti scrivo, mi trovo a bordo di una nave, nel mezzo del Mare delle Stelle Cadute, verso una meta forse inesistente, guidato da un umano pazzo e dal fantasma di una genasi. Entrambi temo siano pirati.
Non so come io abbia fatto a ritrovarmi in questa situazione. Non immaginavo certo che aiutare uno spirito a liberarsi di una maledizione mi portasse così lontano e così in pericolo.
Come sai, non temo né orchi né giganti, nemmeno le bestie più pericolose e deformi che vivono nel sottosuolo. Moradin è con me, mi concede coraggio e Potere.
Ma qui non c’è pietra a proteggermi, non c’è roccia solida, se non un pugno di ciottoli che ho raccolto prima di partire e che conservo gelosamente in tasca, prezioso ricordo di una vita abbandonata. Persino i miei piedi faticano a tenere l’equilibrio, in un liquido rollio infinito e insopportabile, dove ogni pensiero diventa nauseante e rivoltante. Lo chiamano mal di mare. Sono stato malissimo, e ora riesco a malapena a gestirlo, grazie ad una gentile sacerdotessa umana che mi aiuta con tisane e infusi di erbe.
Mi ritrovo in un mondo che non conosco, a cui non appartengo e contro il quale non ho difese.
Belmara, il mare è solo acqua e cielo. Acqua e cielo. Una distesa infinita di Acqua, nient’altro che acqua, fino all’orizzonte lontanissimo. Mai avrei immaginato di essere in grado di vedere così lontano, senza il minimo ostacolo. E dove termina l’acqua, comincia il cielo. Quanto cielo. Esso incombe, a volte pare che mi schiacci, altre volte invece ho la sensazione di caderci dentro, verso un nulla azzurro e senza fine, perduto per sempre. Non riesco a reggere a lungo la vista del Mare. Resto per lo più chiuso nella stiva, al buio.
E’ il luogo che meglio sopporto, che più mi ricorda le comode e intime sale dell’enclave di Adbar, quando tutto andava come doveva andare.
Sorrido al pensiero del mio arrivo a Glen, quando per la prima volta sono rimasto sbalordito dall’immensità della foresta del Cormanthor.
Allora non avevo idea di cosa fosse davvero l’immensità, beata ignoranza.
Non so se tornerò mai più da questo folle viaggio in mare. Non so se rivedrò mai più i tuoi occhi, non credo. Ma nel caso il Buon Padre decidesse un giorno di riportarmi indietro, ti prometto che ti verrò a prendere e ti porterò con me, a Glen, e lì ci sposeremo e metteremo su casa e faremo tanti figli da formare un nuovo clan.


Addio amore mio, che la Pietra ti protegga
Almeno te.

Tuo Thrain”

Realgar
Thrain Stoneshield
   
                                                              

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#3
Le notti si susseguivano mentre il suo sguardo si perdeva fra il cielo e l'acqua, e le stelle lasciavano spazio al vuoto e l'uniformità di quella distesa che sembrava così infinita.
Non aveva mai avuto la possibilità di osservare il cielo notturno da quella prospettiva, ed un senso di immensità la attanagliava, così come la certezza di essere così piccoli di fronte a un universo così grande. 
Lì non vi erano luci, se non il bagliore della Luna e lo scintillio dei corpi celesti.. lì non vi erano rumori, se non il sussurro del vento unito alla musica del mare che sovraatavano i suoi pensieri e il suo respiro.
[Immagine: j5lbvm.jpg]
Sapeva che se Lurue l'aveva guidata in quella direzione c'era un motivo, e ogni volta che volgeva lo sguardo al cielo ne era ancor più convinta. Dopotutto era stata nominata "la Voce della Coscienza" e il suo obiettivo era quello di risvegliare l'incoscienza di Lane.. più e più volte aveva dimostrato di essere piuttosto superficiale, ma Alyssa sapeva in cuor suo che per riuscire a smuovere quell'uomo doveva dargli risultati, non parole. 
Avevano preso il controllo della nave, irrompendo come una tempesta nelle vite di coloro che prima di loro ne erano i "guardiani".. erano riusciti a non mietere vittime, a mantenere un equilibrio in ciò che stavano facendo, ma ancora dentro di lei lottava l'indecisione fra reputare giusto o sbagliato tutto questo.
Aveva deciso di dedicarsi ai prigionieri con tutta sè stessa, mentre intervallava la cura di essi alla preparazione di tisane per dare sollievo al nano; portava loro cibo e acqua, ogni volta che si fermavano procurava loro dei vestiti puliti ed assieme ad Axel ogni tanto li facevano salire sul ponte per prendere aria. 
Stava camminando sul filo del rasoio, lo sapeva benissimo.. Lane era poco tollerante a tutto questo, ma lei sperava di riuscire a far sì che loro iniziassero a darle un minimo di fiducia, e conseguentemente a darla a tutti i suoi compagni.. portarli a non vederli come una minaccia era il passo fondamentale per far sì che loro rimanessero vivi e al contempo per non riachiare le vite di Axel, Lane, Isabella, Thrain e la sua. Non conosceva molti modi per fare ciò, se non quelli che sua madre le aveva trasmesso con gli insegnamenti e suo padre con il retaggio.. ma sperava fortemente che cercare in loro quella scintilla sopita di luce e alimentandola ci sarebbe riuscita. 
Dopotutto Lurue le aveva insegnato che imboccare strade improbabili e mirare ad obiettivi impossibili era la sua vocazione, e in effetti una delle parole più adatte a Lane era impossibile. 
Così i giorni passavano, mentre il cielo e l'acqua si univano di notte come in un abbraccio, come se il primo, stretto in un mantello di stelle, proteggesse la seconda e la cullasse, mentre essa cantava una melodia antica quanto il piano stesso. 
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#4
[Immagine: cd9e1fa999cadcb2bdce6d7ae22636ee.jpg]

HAHAHAAHAHRRR! 
Ogni cosa prende la giusta piega com'è corretto che sia. 
Come diceva mia madre al bordello di Harrowdale il "tempo sistema le cose e gli affari". 
Bene, direi che la ciurma di Corey Grey ora è la ciurma di J. Lane. 
Non c'è nulla di meglio della sana ragionevolezza e della metodicità della dialettica in questi casi.
Onestamente non credo che ci siano Marinai che possano vantare Dialettica come quella del sottoscritto. 
Tenera e Qualunque si stanno occupando di chi si occupa della nave, io mi occupo di essere preoccupato per me stesso e per la sorte del mio oro.
Il nano sta diventando un hin a forza di vomitare nanismo in giro per la nave, ben gli sta, magari inizia a tornare utile. 
Isabella deve essersi appartata con qualche mozzo, quella donna ha un dono tutto suo... 
Isabell dei venti è utile come un sasso in una scarpa. 
La nave è stata ribattezzata come Patata Bagnata d'Oriente.
Questo è quanto.
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