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[Ivor Chernov] Il Palmo e il Pugno.
#9
[. . .]

9 Ches 1387


La prima volta che la Fiamma Sacra ha avvolto le mie mani non credo neppure di essermene accorto, se non quando tutto era finito. Fu durante un duro scontro, vidi cadere un caro amico colpito da un incantesimo mortale. Lo avevo gia visto accadere in passato e una parte di me aveva fede che il Piangente avrebbe ascoltato la mia supplica, che sarei riuscito a riportarlo indietro; E anche se così è stato in seguito, non è stato l'attimo di afflizione a scatenarla, è stato il suo sorriso, quella risata malvagia sul suo volto mentre si crogiolava per aver estinto una vita. Quanti altri quella femmina drow aveva torturato e ucciso con la stessa soddisfazione negli occhi? Tutti quei cadaveri che avevamo trovato poco prima erano stati solo gli ultimi di un'intera esistenza consacrata alla perfidia, tutti loro ammassati in un angolo della cella, dopo aver passato l'inferno nella loro sala delle torture.
La disperazione per non essere giunto in tempo per salvarli si tramutò presto in Ira, desideravo cancellarle quel sorriso dalla faccia, annientarla completamente. Questo non era da me, anche nelle situazioni peggiori spero sempre che il mio avversario getti le sue armi e si arrenda, che si penta delle sue azioni per poter intraprendere un cammino più alto, ma non quella volta. Quella volta non so se avrei avuto pietà del mio nemico e questo mi tormenta: se ho peccato nell'abbandonarmi all'ira , per quanto potesse essere giustificata, perche Ilmater mi ha concesso questo potere distruttivo? Uno strumento non fatto per salvare vite o redimere anime, ma per mondare l'impuro tra le fiamme.

E' questo ciò che dovrò essere per il mio signore? Un vendicatore per coloro che non possono esigere più alcun pentimento, un carnefice per coloro che non desiderano più alcun perdono?
Non era questo ciò che avrei voluto per me stesso, ma forse significa soltanto che non sono tagliato per redimere anime così come non lo ero per cavarmela da solo nelle terre selvagge, quando ho deluso i discepoli di San Sollars.

Ebbene, se il Dio Affranto ha voluto farmi questo dono è mio dovere servirmene, il minimo che possa fare è imparare a controllarlo e valutare la vera necessità. Non permetterò nuovamente alle emozioni di avere la meglio su di me.

"perché la sua ira dura solo un momento, ma la sua benevolenza dura tutta una vita.
Il pianto può durare per una notte, ma al mattino erompe un grido di gioia."
Sollars 30:5

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"I live...AGAIN!"
IVOR CHERNOV (e JASSIN OAKSTAFF)
[Immagine: Firma-Ivor.jpg]
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RE: [Ivor Chernov] Il Palmo e il Pugno. - da Caleb89 - 30-09-2018, 19:51

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