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[AQ]Quella Casa nel Bosco
#1
Il fuoco scoppiettava al centro della casupola ma il suono era coperto dall'incessante ticchettino della pioggia che fin dal mattino batteva imperterrita sul villaggio.

Il giorno scorreva lento ma la giovane mistica era seduta alla scrivania, il bastone appoggiato lì a fianco ronzava sommessamente ma costantemente. Davanti a sé un quadernetto rilegato in pelle su cui muoveva rapidamente la piuma.
Gli occhi della donna erano socchiusi e la sua mano vergava d'inchiostro le pagine come se mossa da un'altra mente che andava delineando un suo tema.

Un rumore fuori posto.

L'imbrunire era calato e i suoni della cittadella elfica giungevano ovattati e lontani, Eitinel si era scossa e faceva scorrere attentamente lo sguardo attorno a sé cercando di orientarsi e localizzare la fonte della dissonanza.
Una smorfia le percorreva il viso alla sbavatura sulla pagina ingiallita, un gracchiare infastidito proveniva dalle assi del tetto dove la cornacchia si agitava. Il resto della casa giaceva immoto compresa la piccola lepre con le orecchie ritte e l'insalata ancora in bocca.

Il rumore, di nuovo.

Era più forte questa volta o l'aveva solamente colta pronta? Uno stridio acuto, fastidioso e gelido lontano nel bosco. La pioggia e la notte incombente rendevano le finestre delle macchie scure ed impenetrabili.
Aveva attraversato ansiosamente la stanza e spalancato l'uscio senza pensare, non vi era nulla che turbasse i dintorni dove tutto era soffocato dall'oscurità e l'acquazzone. Un elfo solitario passeggiava lungo le mura, il viso nascosto sotto il cappuccio.
La foresta non le era mai sembrata così estranea ed opprimente, il suo sguardo cercava invano di penetrare quella coltre oscura mentre anche l'orsa si rifugiava alla sicurezza del focolare.

Il buio sembrava osservarla di rimando, una figura pallida e solitaria si avvicinava dal sentiero distraendo la mistica che, spaventata, già preparava un incantesimo.
Irikah Gloomhart
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#2
Orma da qualche giorno non sentiva più quell'orribile verso ma si era premurata di non passare mai le notti, soprattutto quelle particolarmente buie e piovose, da sola. Con una scusa o l'altra convinceva i compagni o il paladino a pernottare da lei offrendo buon cibo e vino.

L'audacia di qualsiasi cosa si era divertita a spaventarla quella notte non era tale da riprovarci quando non era sola e questo le diede parecchio tempo per proseguire con i suoi inusuali studi.
Le veniva particolarmente facile imparare quando la lezione arrivava direttamente nella sua testa ma la fonetizzazione di queste nozioni si confondeva con i suoi sbuffi di frustrazione tanto era similare quella lingua.

La mistica passava gran parte delle giornate seduta comodamente tra i cuscini ad occhi chiusi, tenendo il bastone appoggiato alla spalla, a soffiare, sospirare e sussurrare. Una visione piuttosto inquietante per i diversi ospiti che le facevano compagnia.
Irikah Gloomhart
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#3
All'inizio era determinata, per davvero!

Seduta al solito posto ascoltava con attenzione mentre il tempo passava lentamente e quella vocina nella testa iniziava a farsi sentire, sommessa come un sibilo appena percettibile nei meandri della sua mente.

La scacciò, voleva davvero imparare e  tirò fuori il suo quadernetto degli appunti segnandosi tutte quelle nozioni importanti. Il sibilo aumentava vorticando sempre più acuto e pressante come una bambina che non riesce a stare ferma.

La mistica socchiuse gli occhi lasciando che le voci dell'aula si perdessero in una cacofonia indistinta mentre le parole fluivano nella sua mente e sul foglio… “Stiamo scendendo!” Guardò l'elfa, la cui voce la riportava alla realtà della lezione.

Lanciò un'occhiata in tralice alla compagna che l'aveva distratta prima di raccogliere le sue cose e seguire il maestro al piano inferiore.
Irikah Gloomhart
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#4
Il sole stava ormai calando e nella casetta della mistica non rimaneva che una soffusa penombra mentre lei concludeva gli studi quotidiani.

Nel pentolone l'acqua ribolliva ed il nuovo esperimento si avvicinava alla cottura. Carne senza carne, era infatti un miscuglio di funghi, melanzane ed un raro ingrediente che era riuscita a procurarsi di recente, i semi di soia.

La calura pomeridiana ancora non si era dissipata e molte finestre rimanevano spalancate quando all'improvviso la giovane sentì alcune parole sommesse e distanti giungere dal bosco. Nonostante non riuscisse a distinguerle erano piuttosto differenti dallo stridio inquietante dei mesi precedenti quindi si fece coraggio e uscì nel bosco per controllare.

Percorreva, invisibile, i sentieri nascosti nel bosco ma non riusciva ad avvicinarsi alla fonte di quella voce, era solo una? Ora arrivava alle spalle? Le parole erano sconnesse e a volte incomplete.

Con l'ultimo raggio di sole che svaniva dalle fronde più alte degli alberi la mistica sollevò lo sguardo sui rami smossi dalla brezza serale rimanendo stordita per alcuni secondi mentre realizzava il suo errore.

In tutta calma ritornò alla sua dimora ricordando di aver lasciato là il suo bastone...
Irikah Gloomhart
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