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[AQ] Canto celeste e ruggito di fuoco.
#1
Althimara chiuse gli occhi e inspirò profondamente dal naso. Un sentore di primavera persisteva nell'aria umida e si mescolava con il profumo dei fiori che lentamente sbocciavano e che facevano capolino tra le pietre del lastricato della strada principale di Elven Crossing.
Era un buon odore. Sapeva di ricordi, di terra. Era un odore che era determinata a non perdere.
Gli stivali della rossa non fecero alcun rumore mentre si avvicinava.
Velyahn, come sempre, era accompagnata dal profumo delle rose natie dei laghi che frequentava. Althimara avrebbe riconosciuto quel profumo ovunque ormai.
Per diverso tempo, l'elfa rimase in silenzio, godendosi semplicemente la sua compagnia.
Gli unici suoni erano il canto degli uccelli che salutavano il sole calante e il dolce nitrito dei cavalli che stavano rientrando nelle stalle.
Aprì gli occhi. Da sotto il portico di pietra, vedeva tutta la tenuta della Coronal, non molto distante dal grande tempio.
Spostò infine lo sguardo su Velyahn sorridendo gentile.

"Sei pronta? iniziamo la lezione! ma direi di passare direttamente dalle basi no?. Sono passata alla biblioteca di Elven Crossing ed ho lasciato una piccola donazione oltre ad aver preso in prestito il materiale necessario per l'apprendimento!"

Althimara sistemò sopra la panca di pietra i libri presi dalla biblioteca.

"La lingua dei draghi è molto antica, si vocifera che sia antica quanto le stesse lingue degli esterni, ed ogni lingua comune delle razze mortali, derivano in buona sostanza da quella draconica."

Althimara tirò indietro il cappuccio, scoprendo i suoi lunghi capelli blu notte "È probabile che la sua forma scritta venne alla luce in seguito alla standardizzazione della forma parlata, dopotutto i draghi hanno meno bisogno, rispetto alle razze mortali, della scrittura. Vi sono degli studiosi che ritengono che la forma scritta della lingua dei draghi, potrebbe aver subito un influenza dalle rune naniche, ma ovviamente chi è abbastanza intelligente e prudente, evita di dire tale opinione in presenza di un drago. Molte razze di rettili, come per esempio i coboldi, parlano una versione molto semplificata della lingua Draconica."

Althimara si scostò una ciocca di capelli blu notte indisciplinati dagli occhi. "C'è ovviamente da dire, che anche il Draconico che tenteremo di parlare noi è una mera semplificazione della loro lingua, poiché siamo anatomicamente diversi, e non possiamo gorgheggiare come loro."

Althimara si lasciò sfuggire una risata, morbida e armonica. "Mi viene da ridere al ricordo di me che tentavo di imitare un vero drago." per poi sospirare.

"Vi sono delle piccole varianti del Draconico in base al tipo di drago. Possiamo definirle come piccoli accenti regionali! Come la differenza di accento nel comune tra un cormyriano ed un calishita." 

Althimara si alzò dalla panca. "Vediamoci domani, sempre alla solita ora! per oggi abbiamo finito, leggiti con calma questo testo! è un introduzione più semplificata per il Draconico!" 

porgendo poi un librone a Velyahn per poi salutarla con un delicato sorriso.
"Ti attendo! a domani!"
Yves Borealvalley
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#2
"Bene, allora. Ecco, in questo passaggio del Tradimento di Triel, questa parola che finisce in -yl, cos'è?"
"...Un nome?"
"E grazie. Ma grammaticalmente?"
"Un... uhm... ah..."
"A...?" 
"A..."
"Aaa...?" Velyahn le fece un leggero sorriso incoraggiante.
"Aaaa..." gli occhi dell'elfa si illuminarono di consapevolezza "Aaaaaccusativo!!"
"No testona, è un vocativo!"
"Ma..."
La rossa sollevò platealmente gli occhi al cielo, poi ghignò, ben sapendo di essere stata lei a trarre in inganno la sua compagna di studi.
"La settima declinazione Althimara!"
"Eh... è vero..."
"D'accordo... e questa, che finisce in -ulle?"

Ormai erano diverse settimane che i loro studi congiunti proseguivano. E a parte qualche scherzo e trabocchetto in cui ogni tanto la infilava, Althimara si era dimostrata un'ottima compagna. La lingua che le stava insegnando non era affatto semplice, ma l'elfa blu ci si era tuffata con interesse e dedizione.
Nei momenti di tranquillità, o quando si accampavano, riuscivano spesso a ritagliarsi un'oretta di tempo per proseguire, una volta l'una una volta l'altra, nonostante i tentativi di disturbo causati soprattutto da Lendral e Xenia quando erano in loro compagnia, o ancora peggio Eitinel con i suoi aneddoti di quand'era lei a studiare il celestiale.
Oramai avevano terminato gli appunti su cui lei stessa aveva studiato l'anno prima con Ivor, e si dedicavano alla traduzione dei testi e, saltuariamente, in brevi discorsi a voce.
Ovviamente sarebbe stato utopistico sperare di poter parlare fluentemente quella lingua in così poco tempo, ma questo d'altro canto valeva anche per se stessa anzitutto. Però, almeno saper comporre qualche frase di senso compiuto e comprendere quello che viene detto, è comunque un ottimo inizio.
Per le lezioni successive, Velyahn aveva già copiato un paio di librettini di canzoni e composizioni di firre ed eladrin, era sicura che i temi trattati e la bellezza della loro arte sarebbero riusciti a farle comprendere meglio i testi pur grammaticalmente convoluti e i termini non esattamente da principianti.
[Immagine: 6d5d781e0dabaceac4feb581d06e8ff5.jpg]

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