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[AQ] Una nuova dimora
#1
Era dunque giunto il momento per Davian di cominciare ad agire, per portare avanti i suoi propositi. Lo studio affidato a Morris aveva portato i suoi frutti, e poteva quindi procedere.

Innanzitutto, ricercò una casa in vendita che rispondesse alle sue necessità. Si doveva trovare nel quartiere nord, ed essere il più vicina possibile al quartiere dietro l’arena. Doveva avere la quantità di materiali infiammabili minore possibile, e quantomeno il piano terra interamente in pietra. Dei contenuti, non gli interessava. Aveva intenzione di rinnovare tutto. Una volta individuata la casa, passò a alla fase successiva.

I primi giorni, si limitò ad aggirarsi per il quartiere nord ovest di Hillsfar, passeggiando col simbolo sacro in bella mostra, e limitandosi a qualche semplice saluto, e magari qualche sosta presso i panettieri e altri venditori di cibarie. Il quartiere era quello più disagiato della città, dove comunque non prosperava l’illegalità. Gente povera, ma che non si era arresa a soluzioni facili, ma deplorevoli.

Dopodiché, comincio a rivolgersi agli artigiani, falegnami, tappezzieri, e quant’altro potesse occorrergli. Si presentò cordialmente, spiegando come avesse necessità di sistemare ed arredare una casa, vicina al quartiere, e volesse quindi affidarsi alle mani degli abitanti della città. Sottolineava come non volesse badare troppo ai fronzoli e ai dettagli, ma che avesse bisogno di forniture robuste e ben fatte, e si raccomandava di ottenere i materiali migliori potessero ottenere.

Nel mentre che contrattava con i vari artigiani, richiedendo il massimo impegno, e promettendo un adeguato pagamento per i loro servizi, chiedeva ai singoli artigiani come andassero per loro le cose, cercando di conoscere meglio ogni persona con cui aveva a che fare nella sua ricerca. Sottilmente, introduceva i vari dogmi di Kossuth alle persone con cui parlava, nel mentre che descriveva il lavoro che a loro richiedeva, con paragoni e parallelismi, e accennava a come alcune cose della loro situazione potessero migliorare. Come, ad esempio, le strade potessero esser tenute più in ordine se organizzassero dei gruppi di pulizia. Aveva avuto alcune difficoltà a superare alcuni detriti, e sottolineava come con l’organizzazione, anche altri avrebbero potuto più facilmente accedere ai vari artigiani e venditori del quartiere. Migliorando il proprio quartiere, e quindi sé stessi, maggiore prosperità sarebbe potuta giungere per tutti.

Non intendeva comunque esagerare, e evitò di divagare troppo in questa occasione. Utilizzò comunque maggiore attenzione e precisione per coloro che avrebbero dovuto arredare il piccolo tempio personale che intendeva allestire, sottolineando gli aspetti che dovevano essere maggiormente curati. 

Aveva anche bisogno di alcune forniture per i suoi incantamenti. Era forse l'unica cosa per la quale avrebbe dovuto rivolgersi al di fuori del quartiere, qualora non fosse riuscito a trovare niente. Aveva bisogno di un bancone per i suoi incantamenti, fornito di tutto il necessario.

Dopo alcuni giorni, e definito ogni particolare, gli artigiani si misero dunque al lavoro.
Asher Hargrave, incantatore della Gilda dei Maghi di Hillsfar
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#2
Era dunque tempo di proseguire nelle sue preparazioni per la nuova dimora, e la sua opera primaria.

Tutto ciò che era necessario per procedere era stato preparato. Davian procedette ad acquistare la casa, e si recò dunque dai vari artigiani, dando il via ai vari lavori.

Inizialmente, ebbe da fare con i carpentieri, e i muratori. I primi, forse, erano sorpresi, o intimoriti, dal lavorare per un sacerdote delle Fiamme. Spese del tempo per rassicurarli, e spiegare come le fiamme non siano solo distruzione indiscriminata. Si, le fiamme possono distruggere. Ma ciò che è vecchio, usurato, logoro e corrotto, deve essere purificato e rinnovato. Così come loro stavano lavorando per creare qualcosa di nuovo, è perché ciò che esisteva andava sostituito. E quindi le “fiamme” rappresentano anche la necessità di miglioramento e rinnovamento che esistono ovunque. Se non ci fosse mai bisogno di nuovi lavori, di cosa potrebbero mai vivere loro?

Dunque, il rinnovamento, la “purificazione”, non andava temuta. Da essa tutti ne traevano giovamento, così come loro ne stanno traendo adesso, con il lavoro che hanno ottenuto.

Seguì poi con attenzione il lavoro dei muratori, i quali avevano da realizzare la gran parte della casa, e in particolar modo il piccolo tempio privato che intendeva realizzare. Impose loro grande cura nei dettagli, ma anche se commettevano errori, li spronò a maggior ragione a correggerli, e migliorare. In quest’occasione, si ripromise di pagare gli eventuali costi aggiuntivi dettati da una ricerca più attenta ai dettagli. Ma badando bene che non se ne approfittassero, commettendoli di proposito.

Tra un giorno e l’altro dei lavori, Davian si recava nel quartiere, e cercava di conoscerne meglio gli abitanti, specialmente tra chi conosceva tramite gli impieghi richiesti. In queste occasioni, cominciava a introdurre le fondamenta del suo credo a chi non lo conosceva, o ne aveva un’idea distorta. Ma si rendeva disponibile ad ascoltare i problemi e le difficoltà degli abitanti del quartiere povero. E, come poteva, rispondeva con le sue soluzioni.

Finita questa fase, sarebbe passato poi agli arredi. Ma per questo occorreva ancora del tempo.
Asher Hargrave, incantatore della Gilda dei Maghi di Hillsfar
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#3
Finita la fase dei lavori strutturali, cominciò il lavoro degli artigiani. 

Stavolta i lavori non erano da seguire, ma semplicemente da ritirare e far consegnare, in base a quanto precedentemente richiesto. Andò quindi ad organizzare il ritiro, e in questa occasione, ad ogni commerciante, oltre al lavoro, parlò di altre tre cose.

Chiese se gli artigiani del quartiere avessero mai pensato di unirsi, formare un gruppo, per organizzarsi al meglio, e migliorare la loro situazione. Se esistesse già qualcosa del genere, nel caso, e chi ne sarebbe responsabile, quali siano gli esponenti di maggior rilievo.

L'altra, invece, era una proposta. La gente delle Valli non aveva modo di lavorare adeguatamente per avere attrezzi, oggetti, utensili, e tutto quello che serviva alla loro vita e alle loro attività, essendo le loro attività volte quasi unicamente al lavoro nei campi. Se avesse qualcuno con cui trattare, si proponeva in prima persona di contrattare una fornitura costante al popolo delle Valli di tutto quanto occorreva loro. Una mutua collaborazione, che avrebbe portato ad entrambi giovamento.

Infine, chiese a chi poteva chiedere per i lavori mondani di pulizia da svolgere in casa, una persona affidabile ed onesta, su loro consiglio, che potesse anche portare le vivande e quant'altro fosse necessario.
Asher Hargrave, incantatore della Gilda dei Maghi di Hillsfar
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#4
Gli artigiani del quartiere si dividevano abbastanza equamente tra chiacchieroni e riservati. Mentre i secondi rispondevano principalmente a grugniti, preferendo concentrarsi sul lavoro in atto, i primi - tendenzialmente i più giovani - erano maggiormente disposti a scambiare qualche parole ed ascoltavano anche con educato interesse i discorsi di carattere religioso - anche se era difficile dire quanto l'interesse fosse genuino e quanto motivato dal fatto che Davian fosse, alla fine, quello che li avrebbe pagati per la giornata di lavoro.

Gli artigiani spiegarono a Davian, nel corso delle varie giornate di lavoro, che un sistema come quello che lui proponeva a Hillsfar c'era: le Gilde della città. Dissero che originariamente c'erano moltissime gilde, praticamente una per ogni mestiere, ma che nel tempo quelle più piccole avevano perso potere o erano state assorbite da quelle più grandi. 

Attualmente, specificarono, le due principali gilde di Hillsfar a cui afferiscono gli artigiani sono la Corporazione del Soffio di Drago - la stessa che controlla la banca e bona parte dei negozianti della città - e la Gilda degli Orefici e dei Tessitori, a cui afferiscono principalmente gli artigiani più "tecnici" - tappezzieri, intagliatori e così via. 

Tuttavia, spiegarono, la maggior parte degli artigiani del quartiere non era *personalmente* affiliata alla gilda: molti infatti lavoravano in realtà alle dipendenze di un negoziante o artigiano più ricco, dal quale ricevevano - a seconda degli accordi - un salario fisso e/o una percentuale sulle commesse. Altri invece avevano preferito rimanere indipendenti, specialmente i più anziani - si trattava di una possibilità legale, ma che naturalmente tendeva a tagliare loro le gambe dal punto di vista economico. Agli anziani però questo importava poco, avevano vissuto così tutta la vita, anche prima di Maalthiir, e non avevano certo intenzione di cambiare adesso. 

C'era anche il fattore economico: le gilde richiedevano infatti un costo di affiliazione annuale, che per gli artigiani più piccoli era troppo alto e poco conveniente. 

La proposta di fornire attrezzi e utensili ai valligiani incontrò invece meno successo: molti avevano timore di perdere il lavoro o i pochi clienti che avevano. C'era, in generale, un certo senso di sospetto verso questo numeroso gruppo di persone che era arrivato nella loro città: avevano comprensibilmente paura di dovere spartire il poco che avevano con troppa altra gente. Qualcuno, specialmente chi non aveva figli o non ne aveva di interessati all'attività, si dimostrò disponibile a prendere uno o due apprendisti, piuttosto. Quello che si percepiva era un generalizzato timore nei confronti del futuro, se il futuro comprendeva anche gli stranieri.

La ricerca di una persona affidabile per le pulizie fu invece più semplici: quasi tutti avevano una parente zitella, una cugina nubile, una sorella vedova con i figli a carico o anche una moglie o una figlia che cercava lavoro. C'era l'imbarazzo della scelta.
[Immagine: firma_artemis.png]
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