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[AQ DM Artemis] Elfico per principianti
#1
A Luth era già capitato di trovarsi in difficoltà sentendo qualche frase in una lingua sconosciuta che poi aveva imparato a riconoscere dalla sua sonorità come elfico,  spesso uno dei compagni gli aveva tradotto il senso di quello che si stava dicendo ad esempio era stata Echo a far si che potesse comprendere il racconto di Miz sulla storia delle origini della sua specie.

Poi durante l'incontro con i Lythari, che per lui era di estrema importanza, quando Lumlind aveva iniziato a parlare era stato salvato solo da un incanto che gli aveva consentito di comprendere temporaneamente l'elfico.

Era stato proprio durante l'attesa del ritorno di Lumlin con la risposta che poteva essere decisiva per il futuro di Licia che aveva chiesto ad Echo se sarebbe stata disponibile ad insegnargli l'elfico e lei con la solita generosità aveva accettato di provarci.

Durante l'attesa lei iniziò ad insegnargli qualche parola ma soprattutto a cercare di mostragli in che modo modularle correttamente visto che una lingua che era quasi musica richiedeva l'utilizzo di suoni che a Luth, abituato alla parlata del nord con suoni più secchi e gutturali, non erano di certo famigliari.

Andarono avanti approfittando dei trasferimenti lungo le strade o in nave o delle soste durante i bivacchi per farlo esercitare con la nuova lingua,  esercizi che i primi tempi finivano spesso con le prese in giro di Echo per la pronuncia di Luth che ricordavano più la bottega di un fabbro che il canto degli uccelli.

La costanza e la cocciutaggine di Luth però a poco a poco gli fecero fare miglioramenti significativi fino a che un giorno mentre stavano camminando per le campagne intorno a Hillsfar Echo in modo spontaneo disse: "Bravo" dopo che lui le aveva descritto quello che avevano intorno in un elfico che evidentemente era almeno accettabile.

Ovviamente era solo l'inizio ma anche la dimostrazione che poteva riuscirci e questo fu uno stimolo infatti prese con insistenza rivolgersi ad Echo in elfico anche per cose banali ma soprattutto iniziò per lei un nuovo tormento visto che erano ormai continue le richieste per conoscere nuove parole a cui seguivano infinite ripetizioni delle stesse per poi passare a frasi che contenevano quello che aveva appena imparato, insomma un buon esercizio per Luth ma per lei un autentico supplizio.
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#2
Inizialmente Echo cercò di far comprendere a Luth la modulazione della lingua, partendo da semplici parole. "Più dolce Luth, l'elfico è una linguaggio molto musicale e melodico, non è gutturale come l'orchesco. Devi sciogliere la lingua... si bhe.. la tua voce maschia non ti aiuta... per fortuna hai un lato tenerone... usa quello!".

Girando per la città o nei boschi indicava di tanto in tanto un fiore, una pianta, una finestra, una sedia e quant'altri oggetti capitava loro di incrociare. Li nominava nel loro corrispettivo suono elfico, per quanto lei stessa fosse comunque umana e di certo non madre lingua. Per affinare la pronuncia ci sarebbe stato tutto il tempo di farlo da amici a Elventree. Intanto puntava a farlo entrare nell'ordine mentale giusto e insegnargli più vocaboli possibile. Peccato poi tornassero dalla caccia praticamente a mani vuote, del resto era difficile sentire i suoni della foresta con un Luth accanto che faceva da .. eco
Quando lei pensava che la lezione fosse finita, all'improvviso lui si rimetteva a tirar fuori parole in elfico. Disastrosamente i primi tempi, poi piano più somiglianti.. vocale più o consonante in meno.. Poi cominciò ad azzeccare pronuncia e vocaboli corretti ma quando arrivava sera, dopo una dura giornata da cacciatrice, Echo ormai aveva mal di testa. Parlando di tanto in tanto schioccava le dita non ricordano più il termine che voleva dire in comune, così lo diceva in elfico o peggio in orchesco.

Poi passò alla formulazione di frasi compiute, dunque alla struttura della grammatica. Per queste gli disse che vi avrebbero dedicato delle lezioni più scolastiche, meglio se godendo dei bei riflessi del laghetto vicino alla cava, qualche timido raggio di sole sulla pelle e circondati dal respiro del verde. Dubitava che il chiasso di una locanda avrebbe giovato allo scopo e poi, un po' di pace avrebbe giovato a entrambi in quel periodo. Così la sera prima cominciò a stilare uno schema da seguire per insegnargli le prime basi...
"Come ti chiami?" "Echo" "Echo?" "Echo"
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#3
Era sembrato quasi incredibile trascorrere qualche giorno in città senza dover rincorrere disgrazie e mettere in pericolo le loro vite, infatti avevano avuto il tempo per riposare e per varie attività in città, per fare acquisti ed anche per ritirare finalmente le pietre dell'inviare dai Rossi.

In quel momento di serenità e approfittando del bel tempo che perdurava decisero di organizzare una gita al lago con l'intenzione di utilizzarla per studiare visto che nelle ultime settimane gli impegni di entrambi avevano di fatto reso impossibile l'addestramento con la lingua elfica.

Luth si preoccupò delle provviste: pane, formaggio, carne secca e anche una mezza dozzina di dolcetti poi ritirò da Oswul due otri di birra e infine uscendo dalla città si fermò da Gilda ad acquistare della frutta.

Lungo la strada iniziò a parlare in elfico e Echo dovette correggerlo spesso visto che qualche settimana senza esercizio non avevano di certo migliorato la sua pronuncia.

Arrivati al lago si sistemarono vicino alla riva e iniziarono gli esercizi e in quell'ambiente tranquillo, che come sempre a Luth infondeva serenità, presto riprese famigliarità con la lingua e a fare rapidamente progressi.

La giornata trascorse tranquilla e in allegria con i due che spesso si stuzzicavano come ormai era consuetudine, e anche queste occasioni erano utilizzate da Luth per imparare qualche nuova parola meno usata.

Quando ormai si avvicinava l'imbrunire e il cibo e la birra erano ormai un ricordo decisero di fare ritorno in città convinti entrambi che quel tipo di lezione era stata veramente fruttuosa e che andava ripetuta.
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#4
Negli ultimi tempi le lezioni erano un po' più rade, venivano svolte rubando un po' di tempo libero all'ora di pranzo o a sera tarda. Il piccolo taccuino di cuoio, decorato con una foglia sulla copertina, cominciava a essere ormai pieno di parole comuni con la loro traduzione, rivoltandolo al contrario vi erano parole in elfico con il loro significato. A questi Echo gli fece aggiungere un rotolo di pergamena particolarmente lungo. Ad ogni lezione Luth era tenuto a scrivervi i propri appunti sul linguaggio.

Cominciò con un capitolo  sull'alfabeto, i numeri e persino il calendario elfico con segnate le stagioni, le posizioni della luna e persino i nomi di alcune stelle. Luth era un romantico, sicuramente li avrebbe apprezzati e usati, prima di poi. In fondo l'improvvisata insegnante gli aggiunse qualche nozione di conoscenza elfica probabilmente rubata da qualche tomo per l'occasione o imparata da qualche conoscente del popolo.
Poi seguì un paragrafo sulle vocali e la loro pronuncia a seconda della posizione all'interno delle parole.  La distinzione tra vocali lunghe e corte a seconda del loro accento o ripetizione, la loro pronuncia, musicalità o non pronuncia. A queste aggiunse una dilungazione sui dittonghi, la coppia di vocali che forma un singolo suono. Gli fece stilare l'elenco in suo dagli elfi e la loro pronuncia, diversa a seconda della vicinanza o meno di altre vocali.
Arrivarono infine ad un esame di alcune peculiarità delle consonanti nello scritto elfico. Naturalmente seguite dalla loro pronuncia, dolce, sorda o muta a seconda della successiva lettera vicina. Si soffermarono sull'uso lettera "H", la sua pronuncia aspirata o modulata a seconda della consonante che la precede, muta nelle altre combinazioni particolari.

Dopo qualche giorno iniziò un nuovo capitolo sulle basi della grammatica, le regole della sintassi per costruire una frase, la fonologia dei suoni nella lingua, la morfologia del testo per analizzarlo e i suoi mutamenti. Seguirono poi appunti sulle varie parti del discorso, la coniugazione dei verbi principali, l'uso dei pronomi, congiunzioni, preposizioni e avverbi.
Al termine vi era una quantità di esercizi ed esempi di frasi, dalle presentazioni ai saluti seguiti persino da qualche insulto fondamentalmente riferiti a qualche orribile peculiarità orchesca. Infine vi erano brevi testi che Echo lasciava scritti in comune o in elfico che poi l'amico... fratellino avrebbe dovuto tradurre per la lezione successiva.
Alle ultime lezioni venne chiesto a Luth di procurarsi un libro in elfico del genere che preferiva purchè il dorso superasse le due dita di spessore, il suo compito era leggerlo e farsi spiegare i nuovi termini ancora sconosciuti per lui, rigorosamente da aggiungere al taccuino che fungeva da dizionario.

Alle lezioni più ostiche, Echo minacciava di mandarlo a lezione da Daphne, ironizzando sulla spossante lunghezza che avrebbero avuto. Ma quando Luth dimostrava di imparare, lo guardava sorridendo dicendo "Ah ora si che Daphne sarebbe fiera di noi!"
"Come ti chiami?" "Echo" "Echo?" "Echo"
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#5
Era sempre più difficile trovare occasioni per proseguire le lezioni con Echo ma aveva ormai una base su cui lavorare così gli appunti raccolti minuziosamente e gli esercizi che Echo preparava per lui divennero fondamentali per proseguire lo studio.

Luth con la sua cocciutaggine continuò con impegno a usare buona parte del tempo libero per rileggere gli appunti e rifare più volte gli esercizi confrontando poi il risultato con quello che Echo aveva già corretto, passava ore in camera per queste attività.

Dopo qualche tentativo aveva smesso di fare gli esercizi di pronuncia stando in camera preoccupato che qualcuno passando sentendolo parlare da solo una lingua ai più sconosciuta potesse essere preso per pazzo o ancor peggio si pensasse a qualche rito oscuro.

Quindi quando il tempo lo permetteva andava in campagna e trovato un posto isolato passava ore a leggere ad alta voce qualche testo cercando sempre di migliorare qualcosa e soprattutto di addolcire alcuni suoni che faticava a pronunciare correttamente.

Quando, dopo aver chiesto aiuto a Daphne, si procurò ad Elventree un libro sulla foresta si aspettava come in altri libri una descrizione sei diversi tipi di alberi informazioni sulla vegetazione prevalente nelle diverse zone,  invece durante la lettura fu sorpreso scoprendo che trattava di cosa era la foresta per gli elfi del loro rapporto con la natura inoltre il libro conteneva anche parecchi riferimenti storici.

Spesso le descrizioni gli riportava alla mente sensazioni provate durante le esplorazioni nei momenti in cui con calma poteva immergersi nei suoni e nei profumi che lo avvolgevano nella foresta e così a mano a mano che procedeva con la lettura aumentava il suo interesse e non si curò più del fatto che il libro aveva uno spessore quasi doppio rispetto alla richiesta di Echo.
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