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[Elania Berrymol] Riflessioni e appunti di viaggio
#1
- Gilda degli avventurieri -

Chissà se avrò fatto bene a segnarmi... ma le opportunità vanno colte, mica lasciate ad ammuffire! Hei! Ma hanno messo degli annunci in bacheca! Vediamo di cosa si tratta! Chissà... avventure esplorazioni, intrighi e misteri...

*la ragazza, con un misto di curiosità, emozione e un po' di eccitazione, si avvicinò alla bacheca e lesse rapidamente il primo annuncio*

..topi?!? Una cantina infestata da topi?

*si grattò la testa pensierosa e delusa*

Beh, i topi sono creature disgustose e orribili.... ma suppongo che un vero avventuriero debba essere pronto ad affrontare esseri ben più terribili... e poi qualcuno dovrà pur farlo, no?

*soppesò il sacchetto di monete, sempre più leggero, sospirò, e lasciò una nota ben in vista nella bacheca*


"Andrò a conoscere questa Gisella, e a vedere di cosa si tratta. Se qualcuno vuole venire con me può lasciarmi un biglietto in locanda: un po' di compagnia mi farà piacere. Elania."


*Lasciata la nota, tornò su in locanda, ad acquistare del formaggio.*
-- Elania Berrymol --
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#2
Stanca, si stese sul letto ad occhi aperti, a ripensare a tutti gli avvenimenti degli ultimi giorni.
Sentiva che la sua vita stava rapidamente cambiando.

In meglio?

 Non lo comprendeva, ma si sentiva viva, viva più che mai... nonostante più volte si fosse trovata ad un passo da pericoli mortali.

...e aveva visto un fantasma! Ancora non riusciva a crederci. Ma quanta tristezza in quella voce...

Non riusciva ad evitare di pensare alla sofferenza di quella povera ragazza, e al rancore che nutriva, probabilmente generato da tanto dolore.

Il rancore, la rabbia, l'odio stesso... sono forse più meritevoli di perdono, se generati dalla sofferenza?

Chissà, forse era una buona domanda, magari un giorno l'avrebbe posta a quel paladino.

Prese il suo diario, e vi appuntò qualche nota.

Ricordare ed onorare i morti.
Rispettare la sofferenza ed il dolore.
Proteggere ed aiutare gli indifesi.


Rilesse quel che aveva scritto, e sospirò.

Ci sarebbe mai riuscita?

Troppe domande; troppe per un solo giorno.

Estrasse un vecchio diario in pelle, lo aprì nel punto esatto in cui aveva lasciato un segnalibro, e ne proseguì la lettura.

"Dunque... dov'ero rimasta? Ah, si qui...
...chissà, forse un giorno dovrei farlo leggere a Daphne..."
-- Elania Berrymol --
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#3
La Foresta.

Era la prima volta che l'attraversava, che si inoltrava nel suo cuore.
Imponente, misteriosa, pericolosa, maestosa.

"E' un Regno, più che una foresta", le aveva detto Lauro.

Ma un regno ha un regnante, e delle leggi. Ma quali sono le leggi di una Foresta? Quali leggi governano i cicli della Natura, e tutti i suoi sudditi... o forse dovrei dire... i suoi "figli"?

Elania non lo sapeva, non aveva mai studiato nulla del genere, sui suoi libri.



Aveva ascoltato con attenzione le parole dell'elfo. La prima volta, le era sembrato un misantropo come tanti, solo un po' più esaltato e fanatico.

Nei suoi discorsi parlava di uomini resi schiavi dalle loro paure; paragonava le mura delle città a quelle di carceri, e quelle che lei aveva sempre visto come confortevoli abitazioni... per lui non erano altro che strette celle.

Doveva capire.

"La natura ha un suo equilibrio, non regole" le aveva invece detto Luth.

"Le regole della natura non sono le leggi umane. E' una concezione totalmente diversa. Puoi capirle solo vivendo nella natura, Elania" era intervenuta a spiegare Echo.

E tutto quello che aveva studiato fino ad ora, della natura?

"Al papavero o alla calendula non importa come le chiami. Quello importa solo a chi scrive libri di erboristeria. Ma il loro profumo lo senti solo chinandoti con il naso. Se vuoi imparare a conoscerla devi andarci. Senza libri. Non limitarti a passare in un bosco. Entraci, prova a sentirti..... parte di esso, come una delle sue creature!"

Dentro di sè sentiva che Echo aveva ragione.
Eppure... le avevano insegnato che spesso la natura è pericolosa.

"La natura protegge le sue creature, ti darà ripari adeguati per la notte, se saprai cercarli. Se la rispetti ti darà di che vivere, acqua, cibo, in cambio ti chiede solo di inserirti in essa, non di scontrarti".

Di nuovo, le parole di Echo le apparivano come quelle che avrebbe sempre voluto sentire, e mai aveva trovato, da nessuna parte.

Eppure vi era saggezza, cinica saggezza, anche tra le parole dell'elfo: ".... o ti darà come cibo ad altre creature".
La storia dell'uomo che aveva vissuto con gli orsi... che li aveva amati, accuditi, curati... per diventare un giorno cibo di uno di essi... le aveva dato molto a cui pensare. L'uomo deve restare al suo posto, si; soprattutto: capire bene quale è il suo posto.

Non vi era - non doveva esservi! - contrapposizione tra l'uomo e la natura, tra le città e i boschi. Probabilmente è possibile trovare una coesistenza rispettosa. Davvero l'uomo può essere educato.. anzi, deve esserlo!

Prima però, doveva imparare ad ascoltare la Natura.

Le parole di Luth, Echo, Lauro e Fianna l'avevano colpita nel profondo. Luth aveva anche nominato la dea Mielikki, e un suo tempio, ad Elventree. Sarebbe andata anche lì; ma prima... in città vi era un tempio dedicato a Chauntea. Forse l'avrebbero accolta per qualche giorno. Forse avrebbe trovato qualche risposta alle tante domande che le affollavano i pensieri, e alle quali in realtà neanche sapeva dare una forma definita, una formulazione chiara.

Intanto, prese l'abitudine di allontanarsi sempre un po' di più dalla città, per avvicinarsi ai margini dei boschi. Sostava in qualche radura ad ascoltare i suoni, annusare i profumi.
Dedicava il tempo a notare i piccoli cambiamenti che avvenivano attorno a lei, giorno dopo giorno. I colori della vegetazione, le orme a terra, una serie di rametti spezzati, prova del recente passaggio di un animale, un nido nuovo posto sulla biforcazione di due rami...
...e pian piano la Natura le svelava i sottili equilibri che legano un essere ad un altro, un ambiente all'altro, la vita (o la morte) di una creatura con quella delle altre.

E ogni volta, un turbinio di nuove emozioni le riempiva il cuore: "...che fantastica, immensa, armonia!".
-- Elania Berrymol --
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#4
Tracce


Quella sera, rientrando da una delle sue brevi escursioni, qualcosa attirò l'attenzione di Elania; una serie di orme, lasciate da qualche animale, ai confini del bosco.
Si chinò ad esaminarle. Assomigliavano a quelle che, solo alcuni giorni prima, aveva mostrato a Luth:
"Luth, vieni, guarda qui. Le ha lasciate un lupo, queste?" Così aveva richiamato l'attenzione del cacciatore che, dopo aver esaminato con fare esperto le tracce, aveva scosso il capo.
"No Elania, si tratta solo di un cane, per fortuna. Le orme di un lupo sono leggermente diverse: hanno una forma un po' più affusolata e allungata".

....

Queste orme, tuttavia, assomigliavano a quelle che aveva mostrato a Luth... solo un po' più affusolate, e allungate...

"Le fattorie non sono molto lontane... forse sarebbe bene cacciare questo lupo... se davvero di lupo si tratta" pensò per un attimo.

E nel frattempo un brivido, un fremito, quasi una sottile eccitazione, che mai aveva provato prima, le correva lungo la schiena. Preda e predatrice, sentiva qualcosa risvegliarsi... come un istinto antico, sopito o forse represso.

Le tracce erano piuttosto fresche; guardò lontano, nella direzione verso cui erano dirette. Estrasse l'arco, accarezzando una tentazione.

Poi però ripensò a quanto aveva studiato presso la scuola oghmita:
"I lupi sono animali capaci di camminare l'uno sulle impronte dell'altro. E ciò rende difficile, per un cacciatore poco esperto, capire se è passato un singolo lupo, o un intero branco".

"...predatrice o preda, basta un banale errore di valutazione e si può passare dal cacciare, all'essere cacciati. Devo imparare a conoscere quale è il mio posto, quale il mio ruolo in quest'ordine naturale delle cose; imparare, e non fare errori stupidi..."

Scosse la testa, ripose l'arco, e riprese la strada verso la città.
-- Elania Berrymol --
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