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[R] Syn'dalee ed Asunel
#1
Il recupero di Asunel era stato lungo, e la determinazione di Syn'dalee incredibile. Aveva voluto sottoporsi al giudizio di Tyr, pur essendo stato costretto ad agire per conto della succube, sua sorella presa in ostaggio. Per questo aveva perso le ali. La costrizione rendeva una persona innocente? No. C'era sempre una scelta, ed affermare altrimenti avrebbe significato giustificare ogni malefatta, trovando una motivazione sufficientemente pietosa.
Non sapeva cosa si fossero detti, Syn'dalee di Lathander ed il clero di Tyr, ma il mezzo celestiale si era imposto un periodo di pellegrinaggio per redimersi dai suoi peccati. Asunel, una volta recuperate le forze, era stata adamantina: doveva recarsi al tempio del Signore del Mattino nel Damara, chiedere consiglio e perdono per il fratello. Era molto indebolita dal periodo di prigionia, ed Eran avvertiva con estrema forza il richiamo del sangue, così si era proposto di scortarla. Le esigenze di molti contano più di quelle di pochi. Uno dei pensieri cardine del suo tutore, e nulla ad Hillsfar lo tratteneva più del perseguire una vicenda che includeva un demone a piede libero. Le conseguenze dell'averla lasciata in libertà sarebbero state incalcolabili.
Così aveva scortato Asunel ad Heliogabalus, al tempio dove era cresciuta con il fratello. Asheena sarebbe tornata, assetata di vendetta verso coloro che avevano messo fine ai suoi piani. Il priore era stato chiaro, e secondo Eran, a nulla importavano le gelosie, reticenze, vecchi rancori tra il clero di Helm e quello di Lathander. Se le fedi delle divinità opposte al Male non potevano mettersi d'accordo, questi avrebbe già vinto. 
Così, insieme, l'aasimar e la mezza celestiale erano tornati nel Mare della Luna, preparandosi per ciò che sarebbe giunto.
Eran Blackmore

"Come i bambini, bisogna minacciarli" - DM Artemis, 2022
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