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[Sturm Greif] Come Folgore dal cielo.
#16
XVI

Dintorni di Ashabenford.

C'era riuscito. Era riuscito a convincere Areskahan Figlio di Drago a scontrarsi con lui, in una sorta di rissa. Peccato però non accettò di combattere nudo, così come aveva proposto Sturm.

Sturm si riteneva un ragazzo risoluto, pienamente cosciente del proprio corpo e della propria forza. Ma davanti lo spettacolo messo in mostra da quel gigante mezzodrago la convinzione di essere considerato un uomo forte venne meno. Decisamente meno.
Le scaglie dorate che incorniciavano il fisico bestiale di Areskahan lanciavano bagliori dorati che a Sturm ricordavano il baluginio di un mucchio di monete d'oro.
Il fisico di Sturm si poteva considerare scolpito, con una muscolatura ben sviluppata e scattante. Il corpo di Areskahan sembrava invece essere stato scolpito direttamente nell'acciaio liquefatto, intagliato finemente da mano esperta, adagiato sul suo corpo e lì lasciato raffreddare. Uno spettacolo osceno ma allo stesso tempo meraviglioso.
Sturm stava per battersi con un mezzodrago!
Da quel che sapeva, di tutti i ruathen, solo Aslaug Baciata dal Fuoco si era scontrata con un mezzodrago. Sempre Areskahan.
Il grosso ruathen sperava di fare meglio della rossa cacciatrice.
Illuso.

Areskahan lo aspettava, in guardia, mani chiuse a pugno davanti al volto.
Sturm prese un bel respiro, inspirando profondamente, gonfiando l'ampio petto. Sapeva già cosa fare.

Jaeth gli fece segno di venirle incontro con aria di sfida e sorriso beffardo. Sturm caricò, slanciandosi per portare a segno un gancio che avrebbe dovuto colpirla allo stomaco.
La donna ruathen rimase ferma, come una statua, in attesa. Fino all'ultimo.
Poi scartò di lato, scostando con la mano aperta il pugno del figlio che proseguì la sua carica, sbilanciato.
Subito Sturm sentì sotto di sè una superficie scivolosa. Tra l'intero paesaggio innevato Jaeth si era piantata su di una pozzanghera ghiacciata. I piedi nudi di Sturm scivolarono, le gambe si tesero e poi si piegarono in un goffo tentativo di equilibrio.
Fu Jaeth a metterci una pezza. Con un vigoroso calcio dietro le cosce fece definitivamente carambolare a terra Sturm, che si sollevò in aria prima di cadere con un tonfo secco, crepando la superficie ghiacciata.
«Equilibrio Sturm. Conosci il tuo avversario. Conosci il campo di battaglia. Un nemico a terra sarà più facile da abbattere».
Il pugno al mento fu doloroso e di chiaro esempio.

Sturm caricò fintando un colpo diretto al capo.
Sfruttando lo slancio del colpo però si piegò impattando con la spalla contro il duro addome del mezzodrago, in un violento e vigoroso placcaggio, intrecciando subito le forti braccia intorno alle gambe del gigante. Grugnendo per lo sforzo lo sollevò aiutandosi con la rincorsa.
Il gigante dorato cadde a terra di schiena, con un tonfo sordo. Sturm colpì con mano chiusa, dall'alto verso il basso. Fosse stato un normale avversario forse il pugno sarebbe andato a segno ma in quel frangente il bersaglio era un esemplare che aveva ereditato dei tratti da drago, per di più d'oro.
Areskahan, pienamente lucido e cosciente della situazione, ruotò su se stesso, scattante, schivando il colpo del grosso ragazzo ruathen. Rimessosi in piedi con una mezza piroetta sfruttò quel movimento rotatorio del busto per dar ancor più potenza al suo pugno che si schiantò come un macigno sul volto di Sturm, facendogli rinculare la testa all'indietro.

Berrion arretrò di qualche passo dopo aver inferto al figlio un colpo vigoroso in piena faccia.
Prese a camminargli di fronte, da destra a sinistra, da sinistra a destra, le braccia massicce contratte ma distese lungo i fianchi. Dal muscoloso e segnato busto scoperto si alzava una leggera coltre vaporosa. I capelli lunghi, castani, trattenuti in una pratica coda. La folta barba sfoggiava cristalline perline di sudore. Gli occhi gelidi fissati su i propri.
«COLPISCI!!!»

E Sturm colpì.
Digrignando i denti, con un occhio già gonfio e semichiuso sferrò un montante che si infranse contro la mascella del gigante dorato, spaccandogli il labbro.
Areskahan però rimase lì sul posto, neanche lontanamente sbilanciato o sorpreso dal colpo. Aveva una resilienza incredibile, probabilmente altro tratto vantaggioso ereditato dal suo retaggio.
Il pugno seguente che colpì Sturm fu preciso e ancor più devastante del primo. Una montagna gli si era schiacciata sopra la faccia.

Barcollando all'indietro si allontanò dallo Jarl Froston menando colpi alla cieca, deboli ed imprecisi. Lo Jarl rise beffardo:« Dovresti metterci la stessa foga che metti quando sei a letto Sturm, adesso come adesso sei solo un agnellino da scannare. Combatti!!!»

Sturm optò per un dritto veloce, di sorpresa ma Areskahan si era spostato di lato quel tanto che bastava per parlarlo con il suo ferreo avambraccio scaglioso. Di risposta il mezzodrago tentò con un colpo dall'alto verso il basso, a colpire il capo del suo avversario ma Sturm riuscì seppur stordito a piegarsi dal lato opposto e schivare il colpo.
Seguendo il movimento di lato il ruathen pensò bene di colpire l'addome perfettamente scolpito della creatura dorata. Il pugno neanche arrivò a destinazione. Una delle manone artigliate si chiuse con fermezza intorno al suo polso, bloccandogli il colpo. Di contro l'altra manona giunse come un martello sul volto. Di nuovo.
Il mondo intero esplose sul volto di Sturm.

Cadde al suolo sbattendo forte il mento, esausto, respirando a fatica. L'occhio con cui riusciva ancora a vedere era puntato su un paio di stivali di cuoio rinforzati in ferro. Lentamente alzò lo sguardo cercando di focalizzare la calva figura barbuta che svettava su di lui.
Rasten era sopra di lui che si sistemava un guanto imbottito, sorrideva beffardo, i lunghi baffi della barba distorti in una smorfia spietata.
«Abbiamo finito qui con lo scricciolo».

Quando riprese coscienza si ritrovò la grossa mano artigliata del gigante dorato davanti la faccia. Aveva un occhio gonfio che non riusciva proprio più ad aprire. Dallo zigomo sinistro e dalla mascella provenivano stilettate di intenso bruciore. In bocca il sapore metallico del sangue.
Sturm riuscì a sfoggiare un sorrisetto soddisfatto e malconcio prima di afferrare la mano del mezzodrago.
Areskahan era stato di parola:« Ci batteremo secondo le mie condizioni. Ci sarà del sangue e tu perderai» mai previsione fu più vera.

Se non si contava anche quella di Renfri del Rashemen ovviamente.

Renfri. Areskahan. 
Due sonore sconfitte.
«Quel che non uccide fortifica» ma Sturm sapeva che se avessero voluto lo avrebbero spezzato a metà.

Il tocco delicato di un'attenta Nityalar Occhi d'Ametista fu accolto con un genuino sospiro di sollievo.

La mascella però ancora doleva.
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RE: [Sturm Greif] Come Folgore dal cielo. - da cotoletta - 28-09-2017, 12:43

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