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[Sturm Greif] Come Folgore dal cielo.
#17
XVII

Tra i vicoli di Neverwinter i quattro si persero senza volerlo veramente.
Districarsi tra le viottole di quella grande città e quella nuova realtà si dimostrò più difficile di quanto si pensasse.
Di notte per di più non si capiva un accidenti, la strade erano immerse nel buio più totale e loro sembravano avere tutta l'aria di quattro malintenzionati.
La gente di lì lanciava loro occhiate ostili e diffidenti: chi era il pazzo che poteva dare loro anche solo un briciolo di fiducia? 
Giusto un pazzo per l'appunto.
O dei disperati.

Trascorsero giorni da quando si erano lasciati la Maelstrom alle spalle. Le notizie galoppavano veloci ed erano venuti a sapere che il brigantino era ripartito per il mare di gran lena. Evidentemente il Capitano Morgan non voleva farsi sfuggire una ghiotta preda.
Il pericolo dei pirati era sventato ma ora tutto il gruppo doveva far fronte ad una nuova e più pressante incombenza: sfamarsi.
Le scorte che erano riusciti a trafugare dal brigantino erano finite in men che non si dica, troppo poche perchè riuscissero a soddisfare il fabbisogno dei quattro voraci guerrieri.
Ffolk, come Sturm, mangiava come non ci fosse un domani. In qualche maniera dovevano pur sostentare i corpi massicci che si ritrovavano.

I morsi della fame e l'aspetto trasandato li spinsero a gravitare intorno al quartiere malfamato della città: lì, in gruppo, avrebbero potuto accaparrarsi qualcosa con l'aiuto della forza e dell'intimidazione. Un pò di sana violenza non guastava, infondo non era brigantaggio ma una sfumatura di razzia.

Il quartetto non ci mise troppo a farsi notare. Stavano marcando il posto sbagliato, al momento sbagliato.
«Ecco i cani di Luskan!»
Sturm, Ffolk e Genker andarono direttamente su di giri. Provavano per Luskan e i suoi abitanti furfanti un'innata ostilità quasi alla stessa stregua dei pelleverde. Quindi, automaticamente, odiavano visceralmente essere accostati a spazzatura del genere.

Ad apostrofarli era stato un omuncolo rachitico, basso, dal viso smunto e il naso incredibilmente adunco. Aveva gli occhi grandi slavati e due enormi occhiaie nerastre a circondarli. I denti, quelli rimasti, erano di un giallo accesso, nel migliore dei casi. Nel peggiore presentavano un nero marcio.
Vestiva abiti larghi e logori, probabilmente sottratti a qualcuno meno fortunato di lui.
Ciò che sorprendeva era che un individuo del genere fosse seguito da un nutrito gruppo di brutti ceffi dall'età più disparata. Ragazzi malfamati e uomini adulti dal volto indurito, lo sguardo torvo.

«Smammate immediatamente cagnacci bastardi o useremo il bastone per mandarvi via»
«Ah, jau? Fossi in te starei attento alle zanne di questi cagnacci sporco verme di letame!» la risposta irata di Sturm fu rapida mentre avanzava impugnando lo spadone.
Ffolk grugnendo di rabbia lo seguiva dappresso imbracciando con entrambe le mani il suo martellone.
Genk si era armato di scudo e ascia.
Erlend... Erlend li fissava con braccia conserte. Calmo. Pacato. Lo sguardo sinistro si alternava tra il gruppo e i tre suoi compagni di fuga.

«Ragazzi questi cercano rogna, capiscono solo le cattive. Spolpateli prima che arrivi il bersaglio, forza!»

Lo scontro che ne seguì fu violento e sanguinario.
Non sapevano il nome dei loro nemici, neanche chi fossero o da dove provenissero.
La battaglia era tutto ciò che cercavano.
Il sangue, la morte, la distruzione.
Vivevano nient'altro che per quello.
Forza bruta e valore.

Le urla, i grugniti, il cozzare metallico di armi contro armi avevano fatto scappare via chiunque si trovasse nelle vicinanze. Ma aveva attirato l'attenzione di un improbabile omaccione dal ventre prominente e barba folta.
Ubriaco lercio.
«Feeehhhermui! Fuerrrrhmui!»
Sturm abbatté il suo avversario spappolandogli la faccia con lo stivale.
Quando si rialzò per riprendere velocemente fiato vide quell'improbabile e goffa figura. La vide solo per qualche istante tentare di correre, o di caricare la mischia, infilare il piede cicciotto in una buca, perdere l'equilibrio e sbilanciarsi, cadere e rotolare di lato, sparendo con un gran fragore di casse e barili schiantati in un altro piccolo vicolo laterale.

Lo scontro continuò finchè non sopraggiunse la milizia cittadina, i Manti Grigi, a riportare l'ordine con altrettanta violenza.
Gran parte del gruppo nemico era stato fatto a pezzi. Diversi cadaveri erano riversi a terra, in pose innaturali o irriconoscibili. Ffolk si era beato di una piccola mattanza.
Sturm era stato ferito in vari punti del corpo ma era riuscito a rimanere in piedi e abbattere molti dei suoi avversari.
Genker.
Genker giaceva a terra, sotto almeno sei corpi di quei briganti. Gli occhi vitrei rivolti verso il cielo.
Erlend non aveva una maschia di sangue, non aveva preso parte allo scontro e Sturm si arrovellava la mente chiedendosi il perchè.

In ginocchio, mani legate dietro la schiena, i tre ruathen, tumefatti, attendevano il loro nuovo giudizio. In mezzo alla via fangosa e insanguinata. Sorvegliati dal manipolo di Manti Grigi.
«Vedi a nominarla sempre che succede eh Sturm?» Ffolk brontolò, borbottando.
Sturm in risposta imprecò la Morrighan, a denti stretti.
Ma fu Erlend a spiazzarli, interrompendo quel momento così penoso.

Si rivolse a Sturm, fissandolo con i suoi occhi grigi metallici.
«Chi sei tu?»
«Che ti prende Erlend, sai chi sono, non hai preso nessuna botta in testa»
«Rispondimi» replicò pacato «Chi sei? Come ti chiami?»
Sturm sospirò spazientito ma accontentò il suo compagno: «Sturm Greif, figlio di Berrion Greif, il Grifone, e di Jaeth Fischio di Sangue»
«E tu?»
«Gjorgul, il Ffolk» aveva omesso la famiglia a cui apparteneva, aveva tralasciato tutta la sua dinastia e la sua discendenza.
Erlend annuì solenne verso Ffolk, quindi si voltò verso Sturm.
«Io sono Erlend»
Sturm capì.

Era terminato un ciclo.
E a quanto pare stava per concludersi anche quello nuovo, dentro qualche cella fredda e umida, o sopra un patibolo ammuffito con una corda intorno alla gola.
Non un granchè.
Ma Sturm rispose, lo stesso.

«Io sono Sturm. Solo Sturm».
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RE: [Sturm Greif] Come Folgore dal cielo. - da cotoletta - 02-10-2017, 16:50

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