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[Sturm Greif] Come Folgore dal cielo.
#18
XVIII

Mistledale.

I primi dissapori erano spuntati come speroni di ghiaccio che nascondevano sotto di loro un immenso iceberg.
Alcuni atteggiamenti Sturm non li aveva mai sopportati e continuava ad esserne insofferente, soprattutto se poi provenivano da gente che reputava degna di stima e rispetto.

Ognuno a modo suo cercava di marcare il proprio territorio come una massa di cani rognosi che cercano di accaparrarsi l'unico osso rimasto a disposizione.
E Sturm sapeva chi era l'osso, lo puntava anche lui.

Quello stesso osso che era capace di tenerli uniti tutti, ma che allo stesso tempo mandava in tumulto i loro animi, con piaceri e dispiaceri.

Era toccato a Fjolnir figlio di Bjorful incaponirsi per una questione che nessuno a parte la Baciata dal Fuoco aveva inteso.
E non c'era cosa peggiore di un ruathen testardo. La testardaggine di un mulo a paragone era niente.
Quella folle risolutezza più tardi per poco non lo strappava via dal loro gruppo, ostacolato da un nemico più ostico del previsto.

Fu a quel punto che Sturm si frappose in quell'assurda situazione esprimendo il suo cinico pensiero.
Si era formata una catena di parole ed eventi che stava per degenerare.
E così fù.

L'orgoglio di un ruathen è prezioso quanto la figura della propria madre, intaccarlo in qualsiasi maniera avrebbe scatenato la furia del ruathen.
Se poi a criticarlo era un raugh ruathen si poteva raggiungere l'apoteosi dell'ipocrisia e del disonore.
Sturm si era spesso cacciato nei guai a causa della sua parlantina. Sia Berrion che Jaeth gli avevano insegnato a far valere i propri pensieri, a dire ciò che pensava, a riflettere però, prima di dire qualsiasi cosa.
Quell'ultima parte Sturm non doveva averla appresa granchè.
Amava parlare a sproposito e Renfri, Renfri la Volpe, glielo aveva fatto notare.

Quelle sue stesse parole, dettate questa volta da un pensiero ben razionale e lucido, erano state pronunciate nel momento sbagliato.
Avevano attirato l'ira del Biondo Orso e poco più tardi quella della Baciata dal Fuoco.

Sturm aveva inteso perchè Aslaug fosse intervenuta.
Non l'avesse fatto da lì a poco Fjolnir avrebbe caricato e fatto a pezzi un accigliato e iracondo Sturm.
Ma pur essendo un raugh ruathen Sturm possedeva un gran senso d'orgoglio personale. Bastava una parola con tono un poco più imperativo per far scattare in lui una rabbia impetuosa.
Con Aslaug era successo.
Si era lasciato sopraffare da quella rabbia e le aveva risposto, gettando combustibile su un fuoco che ardeva già abbondantemente.

Tutta la situazione stava degenerando.
Sturm se ne accorgeva ma era come fosse diviso in due, da una parte lo spettatore che osservava beffardo l'evolversi della situazione. Dall'altra l'orgoglioso raugh ruathen iracondo che doveva far valere la sua posizione a tutti i costi.

Il pugno che arrivò sullo zigomo lo colse impreparato.
Fu un pugno dato d'istinto e con rabbia furente che tuttavia non causò tanto danno ma fruttò l'effetto sperato: zittire Sturm.
Il corpo era pronto a rispondere.
Non con le mani o il guanto ferrato. Ma con lo spadone infilzato a terra, lì vicino.

Lo sguardo gelido si era posato sull'osso da spolpare.
Ma poi la lucidità ebbe la meglio, forse il non sentire le proprie parole l'aiutava a ragionare di più.
Che stava facendo? Perchè stavano per scannarsi per una follia?
Toccare la Baciata del Fuoco voleva dire inimicarsi Fjolnir figlio di Bjorful, e probabilmente anche Renfri la Volpe.
Tre ottimi alleati e compagni d'armi.
Non ne valeva la pena, proprio no.

Sturm ingoiò un boccone amaro dal sapore del sangue. Lo zigomo pulsava ma null'altro. Più tardi sarebbe apparso un livido nero e violaceo.
Capiva l'intervento di Aslaug Baciata dal Fuoco.
Capiva l'astensione dalla faccenda di Renfri la Volpe.
Capiva il furore di Fjolnir figlio di Bjorful. Alla fine stava sempre facendo un enorme sforzo nel tollerare uno come Sturm.

Non accadde nient'altro.
Sturm doveva imparare la lezione: bastava un niente per morire.

Fortunatamente il rientro non fu burrascoso. 
A Ruathym cose del genere accadevano spesso. Risse violente o addirittura scontri con vittime venivano seguite poi da riconcilianti bevute intorno ad un tavolo e tanta birra, ritrovando e suggellando un'amicizia ancor più salda.
Era così anche per loro? Sturm non sapeva dirlo, ma nel profondo sperava di sì, alla fine ci si trovava bene con loro.

Ma lo zigomo livido pulsava ancora.
E lui bramava famelico quell'osso.
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RE: [Sturm Greif] Come Folgore dal cielo. - da cotoletta - 03-10-2017, 15:31

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